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5 disastri insoliti

La storia recente è piena di stragi, disastri naturali, incidenti e attentati che hanno provocato la morte a centinaia e centinaia di persone innocenti. Capita spesso però che, alcuni disastri, causati la maggior parte delle volte per volontà, errore o stupidità umana, sono così bizzarri ed insliti che vale la pena ricordarli.

Vediamo allora 5 di questi tragici ma allo stesso tempo bizzarri e curiosi disastri. Momenti bui e drammatici della storia umana, che attraverso la loro gravità, hanno portato con sé grandi lezioni, per un futuro migliore.

1. Il disastro del grano avvelenato di Bassora (Iraq)

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Il disastro del grano avvelenato a Bassora, in Iraq,  è stato un incidente di avvelenamento di massa con metilmercurio, che ha avuto luogo alla fine del 1971. Nel settembre del 1971, infatti, un carico di 95.000 tonnellate di semi per cereali (73.201 tonnellate di frumento e  22.262 tonnellate di orzo), trasportato via mare dagli Stati Uniti e dal Messico, arrivò nel porto iracheno di Bassora. Il governo iracheno ha scelto il Mexipak, un seme di grano ad alto rendimento, sviluppato in Messico da Norman Borlaug, il famoso agronomo e ambientalista statunitense, vincitore del Premio Nobel per la pace nel 1970, definito il padre della Rivoluzione verde .

I semi dell'orzo americano e dell grano messicano, trattati chimicamente con metilmercurio per evitare il deterioramento, vennero colorati di rosa intenso, mentre i sacchi riportavano scritte indicanti la pericolosità del contenuto in lingua inglese e spagnola. in quanto contenevano una media di 7,9 mg / g di mercurio, anche se alcuni conteneva quasi il doppio. A causa di una serie di fattori, per esempio l'etichettatura in lingua straniera e la tardiva distribuzione (oltre la stagione del raccolto), questo grano tossico è stato consumato come cibo dai residenti iracheni delle zone rurali.

Prima che venissero distribuiti agli agricoltori, i sacchi furono rubati dal porto e i cereali vennero venduti come alimentari alla popolazione stremata dalla fame. La maggior parte degli iracheni non erano a conoscenza del rischio che la loro salute veniva esposta in caso di consumo di tali cerali, o ha scelto di ignorare gli avvertimenti. Il mercurio è stato ingerito mangiando pane fatto in casa, carne e altri prodotti di origine animale, ottenuti da animali nutriti con cereali contaminati, piante coltivate in terreni contaminati da mercurio, pesce pescato in fiumi, canali e laghi contaminati ecc.

Il governo iracheno, in imbarazzo per questa sua colposa negligenza, mise a tacere il fatto e soltanto 2 anni dopo, un giornalista statunitense raccolse prove secondo cui 6.530 ricoveri per avvelenamento da mercurio erano imputabili proprio a questo terribile evento. Le autorità avrebbero ammesso solo 459 vittime, ma il numero totale si aggirerebbe intorno alle 6.000, per non parlare degli altri 100.000 iracheni che riportarono handicap permanenti quali cecità, sordità e danni celebrali. Il presente incidente del 1971 viene considerato come uno dei più grandi disastri di avvelenamento da mercurio avvenuto fino ad oggi.

2. Il crollo dell'Empire State Building, New York (Stati Uniti)

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Sabato mattina 28 luglio 1945, ore 09:40 circa, un veterano dell'esercito William F. Smith Jr (1918 - 1945) decollò con un bombardiere bimotore B-25D Mitchell da Bedford, Massachusetts, in direzione Newark, New Jersey. William F. Questo aereo era capace di trasportare 2.000 kg di bombe con 5 uomini d'equipaggio. A questo velivolo era però stato rimosso l'intero armamento, per destinarlo a compiti di addestramento e trasporto VIP. Smith Jr era un pilota pluridecorato e sul suo medagliere facevano parte una "Distinguished Flying Cross, con foglia di quercia", un'"Air Medal, con 3 foglie di quercia" e 5 "Battle Star" e la "Croix de Guerre" francese. A bordo si trovavano anche il copilota sergente Christopher Domitrovich e il giovane marinaio Albert Perna che aveva chiesto un passaggio.

Erano passati più di 2 mesi dai festeggiamenti dell'8 maggio in Times Square per l'annuncio della resa della Germania. Quella mattina, la fitta nebbia (tipico clima da West Coast) che copriva New York rendeva la visibilità piuttosto scarsa. Un'ora più tardi, per le strade di Manhattan, la gente udì il boato di un aereo farsi sempre più intenso e vide con orrore un bombardiere sbucare improvvisamente dalle nuvole, schivare i grattacieli e poi schiantarsi contro l'Empire State Building. Parti dell'aereo e dell'edificio, sventrato in corrispondenza del 78° piano, caddero al suolo. Uno dei due motori del velivolo passò attraverso 7 pareti e uscì dalla parte opposta dell'edificio, mentre l'altro si infilò nel vano dell'ascensore, tranciandone i cavi e facendolo precipitare per circa 300 metri nel seminterrato.

Al suo interno c'è l'addetta "lift girl" Betty Lou Oliver che riesce a  sopravvivere nonostante le ferite riportate grazie al perfetto funzionamento dei freni di emergenza. Quando il serbatoio del carburante esplose, la benzina infiammata cadde come la pioggia lungo le pareti dell'edificio e 6 piani furono coperti dalle fiamme. Fortunatamente solo pochi uffici erano aperti il sabato e, oltre ai 3 occupanti dell'aereo, rimasero uccise altre 11 persone e questo perché non era un giorno lavorativo normale, altrimenti le vittime sarebbero state molte di più. Nonostante i molti danni e la perdita di vite umane, l’edificio non subì la compromissione struttuarale, e venne riaperto lo stesso lunedì successivo. Il grattacielo fortunatamente è riuscito a resistere all'impatto violento, senza crollare. Ben diverso, più di 50 anni dopo, sarà il bilancio delle Twin Towers.

3. Lo tsunami di melassa a Boston (Stati Uniti)

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Il 17 gennaio 1919 era una giornata limpida e insolitamente tiepida, e molti lavoratori e residenti dei quartieri settentrionali di Boston approfittavano della bella giornata godendo il sole di mezzogiorno. All'improvviso si avvertì un debole rumore; poi l'enorme cisterna in ghisa della Industrial Alcohol Distilling Company, larga 24 m e alta 50 (come un palazzo di 16 piani) esplose e un'ondata di melassa scura e grezza (uno sciroppo ottenuto dalla canna di zucchero, usato per la preparazione dei dolci e per distillare il rhum), alta fino a 9 metri si riversò a 56 km/h, esercitando una pressione di 200 kPa (kilopascal) in Commercial Street, scivolando lentamente verso il porto e travolgendo strade ed edifici. 

La forza dell'onda d'urto di melassa fu così forte da sbriciolare le strutture della vicina stazione ferroviaria di Atlantic Avenue e deragliare un treno dai binari. Il serbatoio si trovava esattamente presso Keany Square, al numero civico 529 della Commercial Street. E' probabile che il silo avesse ceduto per un improvviso sbalzo termico che aveva espanso la melassa: in un solo giorno la temperatura era salita da -16 °C a +4 °C. Né i pedoni né le carrozze trainate dai cavalli riuscirono ad evitarla. Dalle fonti dell'epoca, risulta che 9.000.000 di litri di melassa, sommersero decine e decine di persone: 21 fra uomini, donne e bambini morirono per annegamento o soffocamento, mentre altre 150 rimasero ferite.

I cavalli sopravvissuti ma rimasti intrappolati nella sostanza vischiosa furono abbattuti dalla polizia. A Boston si avvertì odore di melassa per un'intera settimana e l'acqua nell'area del porto assunse una colorazione marrone che durò sino all'estate. Per ripulire la città furono necessari 6 mesi di lavoro con l'utilizzo di acqua salata. Ma per i 30 anni successivi si poteva ancora vedere la melassa che filtrava dalle crepe dei marciapiedi. Non sono poche le persone che affermano che, nelle giornate particolarmente calde, si può avvertire , il tanfo dolciastro della melassa ancora oggi.

Dopo una causa durata più di 5 anni l'Industrial Alcohol Distilling Company fu condannata a risarcimento di 1 milione di dollari. Dai risultati delle indagini emersi durante il processo si evince che il serbatoio non era stato adeguatamente verificato durante la sua costruzione e non era stato collaudato dopo la costruzione e prima di essere riempito di melassa. Erano state rilevate, inoltre, delle perdite in corrispondenza delle saldature del fasciame in acciaio del serbatoio, ma nessun provvedimento era stato preso. La tragedia è ricordata con una targa, situata poco lontano dall’area in cui avvenne l’incidente ribattezzato “The Boston molassacre”.

4. L'esplosione di un gasometro a Pittsburgh, Pennsylvania (Stati Uniti)

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Nel 1927 a Pittsburgh, in Pennsylvania, l’allora gasometro a forma cilindrica più grande del mondo, situato nella zona industriale della città, esplose provocando ventotto morti, centinaia di feriti e devastando poco più di 1,5 chilometri quadrati di territorio. Tutto ebbe inizio da un'innocente perdita di gas verificatasi il 14 novembre di quell'anno. Gli operai alle 8 del mattino si sono messi subito al lavoro per rimediare a tale inconveniente. Ma, verso le 10.00 e mentre sembrava che la perdita fosse individuata, la cisterna che racchiudeva 142.000 metri cubi di gas naturale si librò in aria, come un pallone aerostatico ed esplose provocando una pioggia di fuoco e di schegge metalliche (alcune delle quali con un peso di 50 kg) per un raggio di oltre 2 chilometri quadrati.

Ancora oggi si racconta che il motivo dell’incidente fu la poca accortezza di alcuni operai, che entrarono nella struttura con un saldatore a fiamma libera per cercare di individuare la perdita. Un giornale locale del tempo così descrisse i momenti successivi alla tragedia: "Una palla di fuoco così alta da superare la cima del Monte Washington , attraversò il fiume Ohio. Schegge facenti parte della struttura d'acciaio, scattate in alto a 
centinaia di metri, finirono per schiantarsi sui tetti delle case e degli edifici e nelle strade. Nel giro di un breve lasso di tempo dall'esplosione, tutti gli ospedali della città erano intasati all'inverosimile. Quasi tutti i medici della città, 
così come gli infermieri, hanno risposto alle molteplici chiamate di soccorso. Alcuni dei feriti, a causa della totale mancanza di spazio disponibile all'interno delle strutture ospedaliere, sono stati medicati persino sui gradini esterni degli ospedali e nei corridoi, in quanto ogni centimetro di spazio disponibile all'interno era occupato
".



5. Esplosioni a catena in Texas (Stati Uniti)

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Il 15 aprile 1947 un mercantile francese  ma di fabbricazione americana, la SS Grandcamp, attraccò a Texas City e caricò circa 2300 tonnelate di nitrato di ammonio (il famoso fertilizzante che MacGyver usava spesso per fare esplosivi). Quella stessa notte e motivi sconosciuti (per autocombustione a causa del cattivo stoccaggio, oppure a causa di una sigaretta o per un colpo di arma da fuoco) scoppiò un incendio nella stiva della nave. All'alba un denso fumo nero aveva messo in allarme le autorità portuali, preoccupate perché l'industria chimica Monsanto distava poco più di 200 metri.

Mentre gli addetti erano impegnati in operazioni di controllo sulla banchina, i rimorchiatori si preparavano a trainare il mercantile in mare. Il capitano, diede l’ordine di immettere nella stiva del vapore per cercare di fermare l’incendio. Purtroppo, tale ordine fu fatale, in quanto il vapore a contatto con l'azoto creò una reazione chimica facendo aumentare pericolosamente la temperatura  del nitrato di ammonio in pochissimo tempo (il nitrato d’ammonio risulta essere particolarmente esplosivo e la sua temperatura d’innesco è di 454° C.).

All'improvviso una palla di fuoco avvolse la nave e i suoi pezzi furono sbalzati in aria ed atterrarono anche a distanza di diversi chilometri. Le fiamme, che ormai avevano ridotto il mercantile a poco più di un relitto, in pochi minuti raggiunsero anche i capannoni della Monsanto, che esplosero uccidendo e provocando feriti fra le centinaia di addetti ai lavori e di curiosi che erano accorsi sulla riva a vedere l’incendio. Venne danneggiata gran parte della zona commerciale e le fiamme si propagarono lungo tutta l'area adiacente al porto dove enormi cisterne di gas butano erano a rischio.

Trascorsa da poco la mezzanotte, una seconda nave, la SS High Flyer, anch’essa con un carico di nitrato di ammonio (961 tonnellate) ed in più solfuro (1800 tonnellate), esplose e l'intera scena si ripeté nuovamente. Nel raggio di 16 km oltre 550 persone, secondo stime approssimative, persero la vita e un migliaio circa rimasero gravemente ferite. Dicono che la costa fu investita da un maremoto e tutte le persone ivi presenti, furono spazzate via dalle onde e dal fuoco, mentre il boato che seguì l'incendio fu udito nel raggio di 150 miglia dell'esplosione.






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