Lo scorso 16 gennaio 2023 è morta Gina Lollobrigida, diva per eccellenza e, secondo il titolo di un suo film, “la donna più bella del mondo”.
Lavorò spesso ad Hollywood e come Anna Magnani e Sophia Loren ha una stella sulla Walk of fame, la passeggiata delle star a Los Angeles.
Molte dive nostrane si sono messe in evidenza per talento e fascino nel cinema d’Oltreoceano. Eppure, quasi mai sono state inserite a pieno titolo nei film statunitensi, limitandosi a interpretare personaggi italiani.
Al contrario delle divine Greta Garbo, Marlene Dietrich, Ingrid Bergman, anch’esse straniere, ma ritenute adatte a recitare personaggi di qualunque nazionalità.
Dalla “Lollo nazionale” a Sophia Loren, da Alida Valli a Virna Lisi: bellissime e talentuose, sono state ingaggiate da famosi registi americani che le hanno volute nei loro film. Ma spesso sono state “limitate” a interpretare donne italiane.
Alcune sono fuggite da Hollywood e hanno preferito il cinema di casa nostra.
1. GINA LOLLOBRIGIDA: era considerata la donna più bella del mondo
Bellissima, ambiziosa, determinata, diceva: «La guerra mi ha dato la forza per andare avanti e difendermi da sola».
Nata nel 1927, fu a lungo il sex symbol italiano nel mondo, al punto che l’attore Humphrey Bogart affermò: «Marilyn Monroe, al confronto, sembra Shirley Temple».
La famiglia di Gina, il cui vero nome era Luigia, originaria di Subiaco, perse tutto per un bombardamento e lei si mise a fare caricature e fotoromanzi. A Miss Italia 1947 si classificò terza.
Approdata al cinema, fu diretta da Zampa, Monicelli, Steno, Lizzani, Soldati, Castellani, Blasetti.
In Altri tempi (1952) Vittorio De Sica, coniò il termine “maggiorata fisica” in risposta a chi la definiva “minorata psichica”. Comencini la diresse in Pane amore e fantasia (1953) nel ruolo della Bersagliera, e in Le Avventure di Pinocchio (1972) come fata Turchina.
Il primo film americano fu Il tesoro dell’Africa (1953), cui seguirono La donna più bella del mondo (1955), nel quale cantava da soprano, Trapezio, Il gobbo di Notre Dame e Venere imperiale (tutti del 1956), Sacro e profano e Salomone e la Regina di Saba (1959), La donna di paglia (1964).
Grandi successi furono Torna a settembre (1961) e Strani compagni di letto (1965), entrambi con Rock Hudson e Buonasera, signora Campbell (1968).
Dal ’70 si dedicò a fotografia e scultura recitando di rado (in tv Falcon Crest, 1984).
Gli ultimi anni per lei furono difficili: prima le nozze “a sua insaputa” con uno spagnolo (sciolte dalla Sacra Rota), poi i litigi con il figlio e infine un presunto raggiro da parte del segretario.
2. SOPHIA LOREN: la chiamavano “stuzzicadenti”
La più partenopea delle nostre dive («Non sono italiana, sono napoletana. È un’altra cosa!», disse alla tv americana) nacque a Roma nel 1934 ma trascorse l’infanzia dai nonni a Pozzuoli mentre la madre cercava di affermarsi nel cinema come sosia di Greta Garbo.
Era così magra da essere soprannominata “stuzzicadenti”. Poi il suo fisico esplose e partecipò a Miss Italia 1950.
«All’inizio volevano che cambiassi il naso troppo lungo e la bocca troppo grande. Inutilmente».
Ha lavorato con grandi registi (Lattuada, Comencini, Soldati, Bolognini, Blasetti, Risi, Monicelli, Rosi, Scola) e famosi attori (Gassman, Sordi, Totò, Omar Sharif, Proietti), ma la sua carriera resterà indissolubilmente legata a Marcello Mastroianni, con il quale fece 14 film, e al regista Vittorio De Sica, che la diresse in 7 film.
Grazie a quest’ultimo nel 1962 vinse il premio Oscar per La ciociara (il secondo lo ebbe nel 1992 alla carriera).
A Hollywood ha lavorato con il meglio della mecca del cinema: Sidney Lumet, Charlie Chaplin, George Cukor, John Wayne, Clark Gable, Gregory Peck, Paul Newman, William Holden, Burt Lancaster, Frank Sinatra, Charlton Heston, Cary Grant (con cui ebbe un flirt).
Durante la lavorazione di un fotoromanzo si fidanzò col cantante Achille Togliani, ma l’uomo più importante della sua vita fu il produttore Carlo Ponti.
Dall’unione nacquero due figli, Carlo Jr. e Edoardo, che l’ha diretta nel suo ultimo film La vita davanti a sé (2020).
3. ALIDA VALLI: fu una stella del cinema negli anni del fascismo ma si oppose al regime
Prima diva del cinema italiano, Alida Valli, pseudonimo di Alida Maria Altenburger von Marckenstein und Frauenberg (Pola 1921 – Roma 2006), era una donna altera, elegante ma anche anticonformista, spiritosa, indipendente.
Sognava di fare l’attrice fin da piccola ed esordì a 15 anni in Mille lire al mese (1938) e Ore 9: lezione di chimica (1941). Stella del cinema negli anni del fascismo, rifiutò di seguire l’industria cinematografica a Salò.
Il successo arrivò con Piccolo mondo antico (1941) di Mario Soldati, ma fu con Senso (1954) di Luchino Visconti («l’uomo che non ho potuto amare», disse di lui) che divenne un mito. Lavorò poi con Antonioni, Pontecorvo, Pasolini, Bertolucci.
Nel dopoguerra fu chiamata ad Hollywood: Alfred Hitchcock la diresse in Il caso Paradine (1947), Carol Reed in Il terzo uomo (1949). «In California mi sentivo una profuga. Mi chiedevo: perché non sono rimasta nella mia terra a reagire al sopruso?».
Dopo due mariti, il musicista Oscar De Mejo e il regista Giancarlo Zagni, si fidanzò con Piero Piccioni, figlio del ministro degli Esteri dell’epoca, incriminato per l’omicidio di Wilma Montesi.
Alida lo scagionò dicendo che era con lei ad Amalfi ammalato, notizia in parte falsa. In difficoltà economica negli ultimi anni, le fu assegnato un sussidio statale.
4. VIRNA LISI: cercò di imbruttirsi tutta la vita perché non le importava nulla della bellezza
Simpatica e schietta, per il regista Enrico Vanzina è stata «la più bella a tutte le età. Metteva in contatto la bellezza del viso con il cuore».
Virna Lisi, nome d’arte di Virna Pieralisi (1936-2014), affermò di aver cercato d’imbruttirsi tutta la vita «perché dell’aspetto non me ne è mai fregato niente».
Esordì nel 1953 nel film ... E Napoli canta con Giacomo Rondinella, amico del padre. È stata diretta da Pietrangeli, Maselli, Steno, Germi, Monicelli, Cavani, Risi, Comencini.
Diceva di sé: «Ero brava, imparavo le battute senza incertezze e quando le amichette dei produttori, certe belvette che non avete idea, non si accaparravano il ruolo, avevo anche la parte».
Fece teatro con Strehler e vinse il premio di migliore attrice a Cannes nel 1994 per La regina Margot.
Fu chiamata a Hollywood nel 1965 per sostituire Marilyn Monroe, morta da poco: «Parrucchieri al seguito, autisti, lusso, vivevo in una gabbia dorata».
Lavorò con Jack Lemmon, Tony Curtis, David Niven, Frank Sinatra. «I miei film incassavano molto, ma quella vita non era per me. Ho ricomprato il contratto e sono tornata in Italia».
Morì nel dicembre 2014, poco dopo il termine delle riprese del film di Cristina Comencini, Latin lover. «Sapeste quanto me rompe invecchià. Ma a 77 anni finalmente dico un po’ quel che mi pare e piace».
Insomma, come diceva in una famosissima pubblicità degli anni Sessanta, con quella bocca poteva dire davvero ciò che voleva.
5. CLAUDIA CARDINALE: subì una violenza ed ebbe un figlio segreto
«Da ragazza non mi sentivo bella, ero scontata così scura in una famiglia di siciliani per di più in Tunisia», disse di sé Claudia Cardinale, il cui vero nome è Claude Joséphine Rose Cardinale (Tunisi, 15 aprile 1938).
Da una violenza subita in patria nacque il suo primo figlio, nascosto in un Istituto di suore a Napoli e fatto passare per suo fratello.
Eletta “la più bella italiana di Tunisi” nel 1957, fu chiamata a Roma. Il produttore Franco Cristaldi prima la mise sotto contratto e poi nel ’67 la sposò.
Claudia lavorò con grandi registi italiani: Monicelli, Germi, Fellini, Visconti, Leone, Cavani, Bellocchio, Comencini.
Nel ’63 fu chiamata a Hollywood per La pantera rosa di Blake Edwards, che la volle anche nel seguito Il figlio della pantera rosa (1993).
Seguirono Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, Il circo e la sua grande avventura (1964 di Henry Hathaway), L’affare Blindfold (1965 con Rock Hudson), Né onore né gloria (1966 con Antony Quinn), I contrabbandieri del cielo (1968) e I professionisti (1966).
«Il più delle volte ad Hollywood ti distruggevano: tornavi che non eri più niente o nessuno. Io mi sono rifiutata di firmare contratti in esclusiva. Firmavo di volta in volta, per singoli film. E alla fine me la sono cavata».
Negli anni ’70 lasciò Cristaldi («Mi ha dato le copertine dei giornali di tutto il mondo, però mi ha tolto libertà e vita personale. Per anni mi sono sentita stupida, incapace. C’era sempre qualcuno che parlava al mio posto, che decideva per me quello che dovevo fare, dire e pensare»).
Sposò il regista Pasquale Squitieri, a cui rimase legata anche dopo il divorzio. Da lui ha avuto la figlia Claudia.
Note
ANNA MAGNANI: vinse l’Oscar, ma odiava l’ambiente di Hollywood
Forte e passionale, i suoi amori finirono spesso con liti violente (a Roberto Rossellini lanciò un piatto di spaghetti). Disse di lei Vittorio De Sica: «Riteneva di non dare e ricevere mai abbastanza».
Per la sceneggiatrice Suso Cecchi d’Amico «aveva un décolleté splendido ma occhiaie terree, capelli neri come lana, gambe magre e storte, fianchi forti. Ma non guardavi che lei».
Figlia di una ragazza nubile, Anna (1908-1973) crebbe con la nonna. Dopo l’Accademia nel 1941 ebbe successo nel varietà con Totò. Si ritrovarono nel film Risate di gioia (1960) di Mario Monicelli, che lei fece controvoglia non ritenendo il principe alla sua altezza.
Dopo Roma città aperta (1945) e Bellissima (1951), Hollywood la chiamò per La rosa tatuata (1955) con cui vinse l’Oscar: Ecco come commentò la serata: «Odio quell’atmosfera: attori agghindati che ridono forzatamente se il rivale vince ed esageratamente se vengono scelti».
Il suo cachet divenne proibitivo per il cinema italiano e dopo Nella città l’inferno (1958) e Mamma Roma (1962) tornò al teatro con La lupa di Verga. Nel 1971 interpretò quattro film tv diretti da Alfredo Giannetti.
L’ultima apparizione fu in Roma (1972) di Fellini: di notte la cinepresa la segue per strada e il regista le fa delle domande. Arrivata a casa lei esclama: «Non mi fido!» e chiude il portone.
LE ALTRE STELLE ITALIANE CHE HANNO BRILLATO NEL CINEMA AMERICANO
• Monica Bellucci (1964): Dracula (1992) di Francis Ford Coppola, Matrix (2003), La passione di Cristo (2004), 007 Spectre (2015).
• Raffaella Carrà (1943-2021): Unico film ad Hollywood Il colonnello von Ryan (1965) con Frank Sinatra.
• Valentina Cortese (1923-2019): Malesia (1949) con James Stewart e Spencer Tracy, Cagliostro (1949) con Orson Welles, La contessa scalza (1954) con Ava Gardner e Humphrey Bogart.
• Mariagrazia Cucinotta (1964): 007 - Il mondo non basta (1999), Los Angeles-Cannes (1999), Ho solo fatto a pezzi mia moglie (2000) con Woody Allen.
• Valeria Golino (1965): Rain Man (1988) con Tom Cruise e Dustin Hoffman, Hot Shots! (1991), Lupo solitario (1991) di Sean Penn, Via da Las Vegas (1995), Four Rooms (1995), Frida (2002).
• Elsa Martinelli (1935-2017): Il cacciatore di indiani (1956) con Kirk Douglas, Hatari! (1962) con John Wayne, Il processo (1962) di Orson Welles, International Hotel (1963) con Elizabeth Taylor.
• Mariangela Melato (1941-2013): Flash Gordon (1980), Jeans dagli occhi rosa (1981), Dancers (1987).
• Ornella Muti (1955): Flash Gordon (1980), Per amore e per denaro (1982), Un fidanzato per due figlie (1991) con Sylvester Stallone, To Rome with Love (2012) di Woody Allen.
• Francesca Neri (1964): Hannibal (2001) di Ridley Scott, Danni collaterali (2002), Ginostra (2002).
• Marisa Pavan (1932): La rosa tatuata (1955, Golden Globe e nomination agli Oscar).
• Annamaria Pierangeli (1932-71): Teresa (1951, Golden Globe). Sorella gemella di Marisa Pavan, ebbe una relazione con James Dean.
• Isabella Rossellini (1952): Il sole a mezzanotte (1985), Velluto blu (1986), Cugini (1989), La morte ti fa bella (1992), Fearless - Senza paura (1993).