Oggi ci incontriamo con il giovane e talentuoso scrittore Andrea Franco, vincitore del prestigioso Premio Alberto Tedeschi 2013 col romanzo "L’odore del Peccato", e che attraverso 5 domande e risposte esclusive cercheremo di conoscere un pò meglio.
Nato a Lido di Ostia nel 1977, da sempre ama suonare il pianoforte, comporre e scrivere. Nel 1996 si è iscritto alla SIAE con qualifica "compositore e autore". Oltre la passione per la musica e la composizione, ama moltissimo anche i libri.
Legge dall’età di 5 anni, "da quando", come lui stesso ci racconta, "ho costretto le maestre dell’asilo a insegnarmi a leggere e, tra l’altro, sono gelosissimo dei miei libri e ne compro tantissimi, più di quanti ne possa leggere, …guai a chi li tocca".
Ha iniziato a pubblicare una decina d’anni fa, prima raccontini in piccole antologie, poi piano piano sempre progetti più importanti. Ha scritto affrontando molti generi letterari: fantasy, fantascienza, horror, thriller, storico, giallo, mainstream, saggi, articoli…
Nel 2008 vince il premio "Delitto D’autore" col romanzo “Fata Morgana”, scritto insieme al Premio Tedeschi Enrico Luceri. Nel 2013 con il romanzo “L’odore del peccato” è lui stesso questa volta ad aggiudicarsi il prestigioso premio Mondadori. Questo romanzo è stato pubblicato nella collana I Gialli Mondadori nell’ottobre 2013.
Tra le sue pubblicazioni, ci tiene a ricordare la serie “Scrivere Fantasy”, uscita prima sulla rivista Writers Magazine Italia e ora in digitale presso Delos Digital. Recentemente ha pubblicato un racconto di fantascienza, "Il riscatto dei Kerr", scritto a quattro mani con Franco Forte (di cui avevamo già parlato qui).
Per il resto della sua produzione vi invitiamo a visitare il suo sito (www.andreafranco.net) o su wikipedia dove ha una pagina ben aggiornata.
Un grande grazie ad Andrea che si è prestato, gentilmente, a raccontarsi attraverso le nostre 5 domande.
1. Come scrivi esattamente e come scegli le storie dei tuoi libri?
Nessun rituale, almeno non per il dove e quando. Scrivo quando ho tempo libero dagli altri lavori e quando ne sento la necessità (e quando devo, anche!).
Il luogo non è determinante, ma di solito scrivo sempre nei soliti posti per il semplice fatto che sono abitudinario (in tutto). Quindi se non è la mia scrivania (che evito d’estate perché fa troppo caldo), magari è in cucina oppure esco e me ne vado in pineta, sotto gli alberi, un luogo che amo.
La cosa che faccio sempre, però, quando scrivo, è impostare la pagina in formato A5, sistemare i rientri, scegliere il carattere che preferisco (Cambria corpo 12) e scrivere formattando il tutto già in versione definitiva.
In pratica, mi piace vedere quello che scrivo pressappoco come uscirà in stampa. Mi aiuta a pensare meglio e a valutare subito l’impatto che ha la scrittura su chi legge. L’impaginazione, gli a capo, l’alternarsi tra dialoghi e descrizioni ecc.
Come scelgo le storie? Be’, direi in base all’umore del momento e soprattutto respirando quello che vivo in un determinato periodo. A volte vado a istinto e cerco di scegliere storie che sento nascere senza un motivo preciso, altre volte progetto tutto con maggiore cura.
Per esempio, da molto tempo voglio scrivere un romanzo ambientato a Ostia, periodo imperiale. Ma qui c’è tanto da studiare, scelte da fare con cura, ecc. ecc. Qui mi sono fatto guidare dalla passione e dall’amore per la mia città.
Altre volte seguo altri percorsi. Capita anche che non sia io a scegliere, soprattutto se è l’editore a suggerti qualcosa… e allora, da professionista, valuto e decido se è il caso o meno.
Unica regola: cerco sempre di scrivere con qualità, mettendo la mia personalità in tutto, anche in quello che non avrei scritto senza un’imbeccata. Scrivo quello che vorrei leggere, cercando di soddisfare il lettore che è in me!
2. Esiste un libro che ha avuto una grande influenza nella tua vita? C'è uno scrittore che consideri il tuo mentore?
Uno solo forse no, ce ne sono diversi. Tolkien e “Il Signore degli anelli”, sicuramente. E poi Asimov con tutta la sua produzione e il modo intelligente di porsi al lettore.
London con i suoi romanzi sui cani (Zanna Bianca, Buck) e Salgari con alcuni romanzi di Sandokan (le letture della prima adolescenza credo siano fondamentali per la formazione). Più avanti ho scoperto altri maestri. Prima Follett e Wilbur Smith, con la magia delle loro storie, con la capacità di farti appassionare a una storia e ai personaggi.
Poi ho scoperto lo stile del primo Baricco e la scrittura affascinante di Ed McBain, che leggo sempre con passione, pagina dopo pagina. Ma è doveroso citare anche Hesse, sebbene lontano dal mio stile, e tanti tantissimi altri.
Impossibile non citare uno scrittore particolare, oggi tra la schiera dei miei amici: Stefano Di Marino. Tanti anni fa lessi il suo romanzo “I predatori di Gondwana”. Dopo quella lettura decisi di scrivere anche io il mio primo romanzo. Da allora non ho più smesso. Grazie, Stefano!
3. Può uno scrittore distinguere, tra le sue opere, quella preferita? Tu quale preferisci?
Be’, posso dirti che certe cose non le scriverei più oggi, mentre altre le affronterei in maniera diversa. Amo però tutto quello che ho scritto e ancora di più quello che devo ancora scrivere. Non c’è una classifica.
Oggi, dovendo suggerire qualcosa di mio la prima scelta cadrebbe sul romanzo vincitore del Premio Tedeschi, "L’odore del peccato" (lo trovate qui su Amazon), perché non solo ritengo sia un buon romanzo (lo so, che lo dica io ha poco senso), ma con il premio che ha vinto è quello che mi rappresenta maggiormente, la mia bandiera.
Ma spero che presto possiate leggere “1849”, un giallo storico che ho amato scrivere e che ritengo una delle mie migliori produzioni. Mi piacerebbe che in Italia si desse maggiore fiducia alle produzioni fantasy di autori italiani.
Ho amato scrivere “Il signore del canto” (e il suo seguito), ma arrivare ai lettori è davvero molto difficile.
4. Quale dei personaggi dei tuoi libri assomiglia più a te?
In un modo o in un altro mi assomigliano tutti, c’è sempre qualcosa di me in ognuno di loro. Monsignor Verzi pensa molte cose che io stesso penso (benché io non sia credente), Jamis affronta i problemi con la mia determinazione.
Ecco, non trovate nulla di me nelle biografie romanzate che ho scritto sulla vita dei Serial Killer (Lo sguardo del diavolo – Jeffrey Dahmer, Lungo la via del pensiero – Gianfranco Stevanin), perché lì ho lavorato in un altro modo, senza scegliere io storia e personaggio.
5. Qual è il prossimo passo di Andrea Franco?
Sto scrivendo il secondo romanzo con protagonista monsignor Verzi, sempre per Mondadori.
Poi vorrei completare un romanzo di fantascienza che ho iniziato e dedicarmi un po’ allo studio per un romanzo storico. E altre cose segretissime che non posso metter nero su bianco, ma che mi portano via un po’ di tempo!
E poi un paio di idee, una sempre fantasy, per proporre una nuova serie di romanzi brevi (un ciclo stile classico) e qualcosa noir/thriller che includa anche la mia passione per il whisky… tutto in fase di valutazione, comunque. Se mi seguite su facebook però non vi sfuggirà nessun aggiornamento!