Crescere i figli è una cosa relativamente semplice, meccanica e abbastanza ripetitiva, ma educarli in maniera giusta in modo da farli diventare dei grandi uomini pienamente e rispettosamente umani, spalancati verso tutte la realtà, è la cosa più difficile che possa esistere, una prova durissima, per ogni buon genitore.
Al bravo genitore, sarà richiesto come abilità fondamentali, tra le altre cose, l’empatia, la congruenza, l’accettazione positiva ed incondizionata e la loro comunicazione al figlio, aiutandoli sempre a gestire i loro problemi utilizzando le proprie doti e mezzi personali. L’obiettivo dell’educazione è l’autonomia: trarre fuori dal bambino le potenzialità e le capacità che consentiranno loro di affrontare la vita con tutte le proprie risorse. Spetta ai genitori creare un clima di rispetto, accettazione lontano dall’uso coercitivo del potere, senza però sfociare nel disinteresse e nel permissivismo che renderebbero il bambino ancora più insicuro e confuso.
L’educazione dei figli, è dovuta all’influenza di molte persone, dai genitori ai nonni, fratelli, educatori, etc. Ma la persona che esercita maggiore autorità, importanza e peso sull'educazione dei propri figli risulta da sempre e indubbiamente la figura materna. Come risaputo, particolarmente nella neurobiologia dello sviluppo, tra mamma e figlio il dialogo comincia prima della nascita. In quei nove mesi è stato dimostrato che anche l’emozione, la gioia o il dolore della madre abbiano un’influenza essenziale sul feto e che tale creatura riceve dalla mamma molto più di un semplice nutrimento. Il feto “sente” le emozioni e le sensazioni della mamma che saranno in seguito il suo fardello inconscio.
Gli studiosi hanno confermato che l'origine di numerosi disagi di molte persone adulte, è dovuto, spesso, ad una vita prenatale vissuta con disagio della madre. Il piccolo nell’utero materno avverte ogni stato d’animo della madre sia in positivo e sia in negativo. Specialmente dal quinto mese, com’è ormai dimostrato, comincia a recepire tutto ciò che gli è trasmesso.
Già Platone, nella Repubblica, aveva sottolineato il ruolo fondamentale della madre dicendo che “le donne fanno le madri, perché non si limitano a generare i figli, ma si occupano del loro allevamento, della loro educazione e della loro cura”. Il ruolo della madre è dunque quello di scoprire il ruolo del figlio, così come lei resta e resterà per sempre il mistero più profondo della vita nella quale ogni essere si immerge per diventare se stesso.
Oggi parleremo proprio di madri. Ma non di madri qualsiasi, bensi di 5 genitrici di uomini, giudicati dalla storia come dei mostri, persone infami, crudeli, perfide e spregevoli. Vediamole insieme.
1. Agrippina la Giovane (madre di Nerone, feroce imperatore romano)
Agrippina era la figlia di Germanico e di Agrippina maggiore, e nacque nel 16 d.C. ad Ara Ubiorum, mentre i suoi genitori si trovavano in Germania per le campagne militari degli anni 14-16 d.C. Dopo la morte del padre visse a Roma con la madre. Fu accusata di aver avuto rapporti incestuosi con il fratello Caligola. Nel 28 d.C. il nonno adottivo Tiberio la diede in moglie a Gneo Domizio Enobarbo, che era un pronipote di Augusto. Dal matrimonio nacque nel 37 Lucio Domizio Enobarbo, il futuro Imperatore Nerone.
Con l'avvento al potere del fratello Caligola, verranno conferiti ad Agripina i privilegi riservati alle vergini Vestali. Ma nel 39, tuttavia, essa verrà coinvolta, insieme a un Marco Emilio Lepido, ritenuto suo amante, in quella che il fratello Caligola presentò come una congiura contro di lui. Lepido fu ucciso ed Agrippina e sua sorella minore Giulia Livilla verranno esiliate. Si riteneva che avesse avvelenato il secondo marito prima di contrarre il suo terzo matrimonio con suo zio, l'Imperatore Claudio I.
Negli anni del matrimonio con Claudio l'influenza politica di Agrippina fu notevole: presente al fianco del marito in cerimonie pubbliche ufficiali e onorata con privilegi speciali. Dominava a tal punto Claudio da convincerlo a deporre il proprio figlio e nominare Nerone erede al trono. La tradizione antica narra come un fatto certo che la morte di Claudio sia stata causata da un avvelenamento da funghi procuratogli dalla moglie, in modo che Nerone potesse essere proclamato imperatore.
Nel primo quinquennio del principato di Nerone vide Agrippina quasi in veste di reggente. Era rappresentata sulle monete accanto al figlio in condizione di parità ed era definita in iscrizioni Augusta Agrippina o Augusta Mater Augusti. Ma piano piano e soprattutto a causa della propria influenza politica, fu allontanata dal palazzo e vennero mosse contro di lei accuse, che però si rivelarono infondate, di complotto contro Nerone.
Risentito per le continue interferenze politiche della madre (soprattutto tramite Seneca e Burro), Nerone provvide in seguito a farla assassinare. Agrippina minore è la figura femminile che ricoprì un ruolo fondamenta e vitale nella dinastia giulio-claudia: un ruolo in cui si combinarono vincoli familiari, sesso e politica.
2. Ekaterina Geladze Džugašvili (madre di Josif Stalin, dittatore dell'URSS)
Ekaterina Geladze Džugašvili nacque il 5 febbraio del 1856 in una famiglia poverissima, senza istruzione, di analfabeti e di servi della pleba. Pare che non fosse georgiana, perché -cosa rarissima nella zona - aveva i capelli rossi. Pare che appartenesse agli Osseti, una tribù montanara di origine iraniana.
Dopo il suo matrimonio con Beso Džugašvili, nel 1875 la coppia lasciò la campagna e si stabilì a Gori, un villaggio di circa 5000 abitanti. In affitto occuparono un tugurio, un unica stanza con una sola finestra. L'anno dopo misero al mondo un figlio, ma morì subito dopo, ne nacque un altro nel 1877 ma mori anche questo in tenera età; più fortuna l'ebbe il terzo figlio, Josif Stalin.
Questo unico figlio cresce in un ambiente miserabile.Il padre invece di reagire diventa un alcolizzato e nei momenti d'ira picchia senza ragione moglie e figlio. Dopo la morte del marito rimase solo lei a provvedere alla sopravvivenza del suo unico figlio, orfano a 11 anni, che fra l'altro si ammalò prima di vaiolo (che lascia i terribili segni) , poi, per un incidente si prese una terribile infezione del sangue.
E' merito di questa donna saggia ed energica il mantenimento del figlio agli studi, lavorando come lavandaia e cucitrice. L'unica speranza di Ekaterina era questo suo unico figlio diventasse prete e per tutta la vita e non nascose la sua profonda delusione perchè egli aveva scelto una carriera diversa. Ha continuato a vivere a casa sua nel Caucaso anche dopo che suo figlio diventò uno degli uomini più famosi ed importanti del mondo. E non ha mai imparato a parlare in russo. Morì il 4 giugno 1937 a 79 anni.
3. Klara Pölzl Hitler (madre di Adolf Hitler, dittatore nazista)
Klara Pölzl era una semplice ragazza bavarese senza istruzione, grassa, con gli occhi grigio-azzurri, i capelli pettinati all’indietro e con addosso sempre vestiti modesti che andò a vivere con la famiglia del suo biscugino, lo "zio" Alois Hitler, di cui divenne l'amante e che finì per sposarlo. I parenti e gli amici la descrivevano come una persona tranquilla, gentile, riservata e meticolosa nella cura della casa.
Era una donna molto forte la quale riuscì ad accettare il passato del marito e superare i lutti che visse come madre. Infatti, quattro dei sei figli che mise al mondo, Gustav, Ida, Otto ed Edmund, morirono nei primi anni di vita, prima della nascita di Adolf e Paula. Klara, segnata dalle esperienze precedenti, visse in un continuo stato di ansia e paura per il proprio figlio Adolf Hitler: non voleva che questo morisse come i suoi fratelli.
Delusa dal matrimonio, ripose tutte le sue speranze nel figlio superstite. Klara Pölzl Hitler è stata il vero punto di riferimento dell’infanzia e dell’adolescenza di Hitler. Egli ha adorato sua madre, al punto di farne dopo la morte un vero e proprio oggetto di culto. Ad esempio, stabilì che il 12 agosto, data del suo compleanno, si festeggiasse la “giornata celebrativa della madre tedesca”.
Morì in seguito a un tumore al seno nel 1907 lasciando il futuro fondatore del nazismo affranto e sopraffatto dal dolore per molto tempo.
4. Rosa Maltoni Mussolini (madre di Benito Mussolini, dittatore fascista)
Rosa Maltoni, nacque a Forlì il 22 aprile 1858 ed era una donna nota per la sua indole schiva, dolce e con tenaci sentimenti cattolici. Quando incontrò e sposò il fabbro del paese, Alessandro Mussolini, un socialista mangiapreti, era assunta come insegnante elementare, presso Palazzo Varano, nel villaggio di Dovia.
Era una cattolica praticante, contrariamente al marito, che conduceva alla messa i figli tutte le domeniche, riuscendo persino farli battezzare. Era sempre in pensiero per Benito, suo primo figlio, che si cacciava continuamente nei guai. Morì depressa e prostrata nel 1905 a Varano di Predappio, a causa di una meningite.
Dopo morta e nel periodo del fascismo, molta gente, se non altro per fare un favore a Mussolini, si recavano a farle visita al cimitero e venerarla come una santa. Nella sua lapide c'è scritto quanto segue:
"QUI GIACCIONO I RESTI MORTALI DI ROSA MALTONI IN MUSSOLINI PER LUNGHI ANNI CON ASSIDUA PASSIONE INSEGNATE NELLE PUBBLICHE SCUOLE DI QUESTO COMUNE MADRE E SPOSA ESEMPLARE BREVE FU IL CORSO DELLA SUA ESISTENZA GRANDE FU IL DOLORE PER LA SUA DIPARTITA IMMATURA PERENNE SARA' IL RICORDO DI LEI NEI FIGLI BENITO, ARNALDO, EDVIGE CHE QUESTO MARMO POSERO NACQUE A FORLI' IL 22 APRILE 1858 MORI' A VARANO DI PREDAPPIO IL 19 FEBBRAIO 1905".
5. Teresa Raiola Capone (madre di AL Capone, gangster statunitense)
Teresa Capone nacque il 28 dicembre del 1867 ad Angri (in provincia di Salerno) ed emigrò a New York nel 1893 insieme al marito Gabriele Caponi, cognome trascritto per sbaglio in Capone al momento dell'immigrazione. Lui faceva il barbiere, lei la casalinga ma presto inizia a lavorare come cucitrice per contribuire a mantenere la sua famiglia nella colonia italiana nel Brooklyn.
I primi cinque anni sono un inevitabile calvario. Poi, a poco a poco, la coppia si ambienta, e in rapida successione nascono Alphonse, Frank, Erminio, Umberto, Amedeo e Mafalda, gli ultimi tre battezzati in onore dei reali d' Italia. Teresa è una donna molto lavoratrice e religiosa.
Alphonse, suo quarto figlio, fu costretto a subentrare al padre come capofamiglia quando questi morì nel 1920. In quel periodo Al aveva già iniziato i suoi rapporti malavitosi con il mondo del crimine. Tutte le volte che le chiedevano di suo figlio gangster pluriomicida, lei rispondeva sempre che "Al è un bravo ragazzo".
Morì il 29 novembre del 1952 all'età di 85 anni, cinque anni dopo la morte del suo figlio Al, deceduto alla prematura età di 48 anni.
E le mamma di Berlusconi Craxi e Andreotti? ????
Purtroppo lo spazio era solo per 5 madri… 😉