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5 problemi di salute tra i più diffusi

Non è più un segreto: vari problemi di salute, spesso assai gravi, sembrano colpire maggiormente i paesi cosiddetti civilizzati.

Le due principali cause sono le carenze nutrizionali e la sedentarietà.

Nei nostri paesi industrializzati, non ci muoviamo più a sufficienza.

Eppure, l’attività fisica migliora notevolmente il metabolismo di base (digestione, assimilazione ed eliminazione), evitandoci di ricorrere ai numerosi prodotti farmaceutici per riuscire a digerire e a eliminare quotidianamente un’alimentazione che non è più in grado di sostenerci.

La sedentarietà la troviamo anche nel piatto.

Molti mangiano solo quello che gradiscono, trascurando alimenti che farebbero loro del bene.

A fattori assai noti quali i numerosi tipi d’inquinamento (acqua, terra, aria, farmaci), la sovralimentazione, la mancanza di riposo, la vita troppo stressante e il sovraffollamento delle grandi città si aggiunge una cronica mancanza di vitalità negli alimenti a partire dagli ultimi cinquant’anni, a causa dell’agricoltura moderna.

Attualmente esiste un lungo elenco di malattie cosiddette “dell’uomo moderno”, tra cui molte sono patologie degenerative che potrebbero essere evitate correggendo l’alimentazione quotidiana.

Noi oggi vedremo 5 di queste considerate tra le più diffuse.

1. Obesità

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"Attribuire la pinguedine all’eccesso di cibo ci illumina tanto quanto attribuire l’alcolismo all’eccesso di alcol". — JEAN MAYER

Numerosi prodotti venduti nei supermercati recano la dicitura “a basso tenore di grassi” ridotto apporto calorico”.

Alcune di queste affermazioni sono ingannevoli e creano confusione. È sempre importante consultare l’elenco degli ingredienti prima di acquistare, soprattutto biscotti, dolci, patatine e persino yogurt.

Spesso infatti contengono zucchero farina raffinata, oli idrogenati ricchi di grassi trans che alterano il rapporto tra colesterolo alta densità e colesterolo a bassa densità, causando inoltre carenze di acidi grassi essenziali.

Anche gli yogurt definiti “light” possono contenere gelatina di maiale; inoltre, alcuni probiotici sono usati per far aumentare di peso gli animali da allevamento (maiali polli). Il trattamento dell’obesità richiede innanzitutto una miglior igiene alimentare e sane abitudini di vita.

È un po’ semplicistico affermare che per perdere peso occorre ingerire meno calorie di quante se ne brucino. Cionondimeno, la principale causa dell’obesità sembra essere proprio l’eccessivo consumo di alimenti ad alto indice glicemico.

La moda consistente nell’eliminare i grassi dall’alimentazione ha indotto a precipitarsi su alimenti ricchi di glucidi. Il risultato di qualche decennio di dieta povera di grassi e ricca zuccheri parla da sé: un allarmante aumento dei casi di obesità e di diabete.

È anche vero che alcuni individui obesi soffrono di uno squilibrio della tiroide. Questa ghiandola, in uno stato d’ipotiroidismo, rallenta tutto il metabolismo, pregiudicando così l’eliminazione del peso in eccesso.

L’obesità è legata alla sindrome metabolica e a certi stati diabetici. È pertanto caldamente consigliato fare riferimento a queste due patologie, come pure all’indice glicemico.

Ecco alcuni consigli utili per favorire la perdita di peso: 

• Ridurre le porzioni e non servirsi una seconda volta
• Mangiare lentamente e masticare ciascun boccone da dieci a quindici volte
• Non saltare i pasti; se necessario, ricorrere ai pasti sostitutivi
• Consumare alimenti a basso indice glicemico
• Mangiare più frutta e verdura fresca
• Ridurre il consumo di alimenti grassi, soprattutto i fritti
• Evitare il consumo di alcol
• Evitare il consumo di sale (ritenzione idrica nei tessuti)
• Evitare il consumo di bibite gassate, anche di quelle che recano la dicitura “a ridotto contenuto di zucchero” o “diet”
• Evitare gli spuntini durante la serata; se necessario, preferire un frutto, una composta di frutta o uno yogurt
• Per l’insalata, preferire condimenti semplici (olio d’oliva, aceto di mele, succo di limone ed erbe aromatiche)
• Evitare patatine, cioccolato, pasticcini, caramelle, dolci ecc.
• Bere da uno a due litri d’acqua al giorno e, se possibile, aggiungervi il succo di mezzo limone
• Mangiare carne magra (vitello, pollo, tacchino, pesce)
• Evitare alimenti manipolati e privi di vitalità: zucchero bianco, farina raffinata, pane bianco, salumi ecc.
• Evitare i grassi di cottura come burro e margarina, preferendo la cottura al forno, al vapore, alla griglia o in padella antiaderente
• Evitare di consumare due farinacei nello stesso pasto (le “4P”: pane, pasta, pasticceria e patate)
• Svolgere ogni giorno attività fisica (trenta minuti)
• In caso di fame improvvisa, consumare un frutto o qualche noce
• Consumare un frutto (per esempio una mela) venti minuti prima del pasto
• Favorire l’eliminazione del fegato, dei reni e dell’intestino con infusi o miscele di erbe che stimolano la disintossicazione
• Evitare alimenti che contengono glutammato monosodico (favorisce la ritenzione idrica dei tessuti)
• Dopo un pasto, fare una passeggiata all’aria aperta per favorire la digestione e l’eliminazione
• Dormire almeno otto ore per notte
• Evitare lo stress e l’esaurimento nervoso

È interessante notare che soltanto gli esseri umani e gli animali da allevamento ingrassano. Perché? Perché assorbono più cibo rispetto ai reali bisogni dell’organismo.

L’obesità è antica quanto la civiltà e la sedentarietà. Le maggiori cause di obesità sono la sedentarietà (causa principale), le cattive abitudini alimentari (alimenti troppo grassi e indice glicemico troppo elevato), l’aspetto psicologico (fame nervosa), gli squilibri endocrini (come l’ipotiroidismo) e l’ereditarietà.

Un eccesso di peso a lungo termine presenta potenziali pericoli per l’organismo umano. Tra le complicazioni legate all’obesità troviamo diabete, ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari e malattie degenerative come i tumori.

Lo sapevate che…
• L’americano medio mangia otto chili di troppo.
• Una passeggiata di venti minuti dopo i pasti, unita all’eliminazione del dessert, può far perdere due o tre chili in poche settimane.

2. Tumori

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In una relazione pubblicata nel New England Journal of Medicine il 13 luglio 2000 viene fatto uno stretto collegamento tra stili di vita e tumori vari.

Secondo questo rapporto e senza negare l’influenza genetica, almeno il 30% dei tumori è direttamente collegato alle cattive abitudini alimentari, al fumo e al consumo di alcol.

Alcuni studi hanno dimostrato che i tessuti cancerosi sono particolarmente carenti dei seguenti elementi: calcio, complessi vitaminici A, C, E, D e magnesio. Anche altre sostanze vitaminiche o minerali vengono spesso chiamate in causa, per esempio selenio e vitamine del gruppo B.

Come hanno constatato i ricercatori, il fenomeno della cancerizzazione rappresenta ben più uno stato di carenza cronica che una malattia di per sé. Si parla in questo caso di stato degenerativo generalizzato.

Quantunque il cancro possa essere localizzato in un particolare organo, nondimeno occorre correggere lo stato di salute generale della persona affetta. La maggior parte dei malati oncologici ha attraversato malattie più benigne prima di arrivare a questo stadio.

Di fatto, la cancerizzazione delle cellule costituisce una fase terminale della malattia. Le difese del corpo sono crollate e, se crolla anche l’energia vitale, sopraggiunge la morte.

L’alimentazione svolge un ruolo di primo piano nella prevenzione, nella difesa organica e nel mantenimento dell’energia vitale. Ancora una volta, i migliori alleati alimentari rimangono la frutta fresca, la verdura cruda, i cereali integrali, la frutta secca e gli alimenti germogliati.

Da vari anni, alcuni ricercatori americani hanno dato risalto al consumo di crucifere nella lotta contro il cancro. Chiamano “rimedio verde” ciò che i naturopati insegnano da sempre, ossia l’igiene alimentare.

La famiglia delle crucifere comprende cavolo, cavolfiore, broccoli, cavoletti di Bruxelles, cavolfiore romanesco ecc. Anche altri elementi si dimostrano assai attivi nella prevenzione e nella lotta contro il cancro: aglio, cipolle, limoni, carote, mele, spinaci, uva nera, peperoni verdi, gialli e rossi.

Occorre imbandire la tavola con alimenti freschi e crudi il più spesso possibile! In tutti i casi di tumore è necessario evitare ciò che può intossicare e sovraccaricare un organismo già indebolito.

Bisogna pertanto evitare il consumo delle seguenti sostanze: zucchero bianco, farina raffinata, caffè, alcol, alimenti raffinati e manipolati, fumo, cibo spazzatura, caramelle, cioccolato, patatine, fritti, cola ecc. Come per tutte le altre malattie, sarebbe utile ricercare la causa o le cause che hanno condotto a questo stato.

Oltre alla cattiva alimentazione, c’è lo stress al lavoro, l’ambiente, l’aggressività, il “farsi il sangue cattivo”, “farsi venire un attacco di bile”, prendersela per tutto e niente, un ritmo di vita troppo frenetico, il rancore, la carenza affettiva, la mancanza di calore umano, certi servilismi religiosi, il vivere con una persona verso la quale alimentiamo risentimento ecc.

L’essere umano, non dimentichiamolo mai, è un tutt’uno indivisibile (corpo, mente e anima). Varie ricerche scientifiche hanno dato spazio al legame diretto tra emozioni negative e debolezza del sistema immunitario.

Da diversi anni numerose ricerche hanno posto l’accento sulla carenza di antiossidanti nella nostra alimentazione industriale. Un gran numero di sostanze antiossidanti è diventato oggetto di studi avanzati.

Tanto per menzionarne alcune, abbiamo il resveratrolo estratto dall’uva nera, le proantocianidine provenienti dalla frutta colorata e dalla verdura fresca, il coenzima Q10, i complessi vitaminici A, C, D ed E, il selenio, il calcio, il magnesio, lo zinco, l’acido alfalipoico, il tè verde, la curcuma, la luteina, il licopene ecc.

È sempre preferibile consumare un insieme di vitamine, minerali e antiossidanti, perché questi ultimi agiscono in sinergia. Nel dubbio, occorrerà rivolgersi a un naturopata, che fornirà tutte le informazioni sui prodotti a noi più adatti. 

3. Tiroide, disturbi

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Un gran numero di individui soffre di squilibri della tiroide, responsabile dell'attività metabolica di tutto l'organismo.

La tiroide regola la digestione, assimilazione e l'eliminazione. Come un termostato, agisce su controllo del calore corporeo.

Permette inoltre lo sviluppo dei tessuti muscolari e regola l'attività dell'apparato genitale.

I principali problemi di salute associati alla tiroide sono l’ipotiroidismo (rallentamento dell’attività tiroidea) e l’ipertiroidismo (eccessiva attività della tiroide).

Ecco i principali sintomi dell’ipertiroidismo:

• Nervosismo
• Agitazione
• Irritabilità
• Angoscia
• Insonnia
• Frequenza cardiaca accelerata
• Sudorazione abbondante
• Perdita di peso
• Alopecia (perdita di capelli)
• Vampate
• Mestruazioni irregolari
• Accentuazione dei disturbi legati alla menopausa

I principali sintomi d’ipotiroidismo sono:

• Stanchezza
• Sensibilità al freddo
• Stipsi
• Difficoltà di concentrazione
• Aumento di peso
• Perdita di capelli
• Perdita dell’appetito
• Tendenza alla depressione
• Pelle secca
• Debolezza muscolare

Nel caso di uno squilibrio della tiroide (ipo e ipertiroidismo), è importante sostenere questa ghiandola con un apporto di iodio. Così facendo, la tiroide riesce a secernere ormoni in quantità adeguata.

Occorre sapere che molte donne in premenopausa che spesso si sentono stanche in genere presentano un problema d’ipotiroidismo. La migliore fonte di iodio è data dalle alghe marine.

Le alghe possono essere incorporate nell’alimentazione molto facilmente. I buoni integratori nutrizionali contengono quantità ben dosate di iodio.

4. Sindrome metabolica

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Chiamata anche sindrome X, la sindrome metabolica è caratterizzata da una serie di problemi di salute che hanno in comune un metabolismo corporeo carente.

Quantunque al riguardo vi siano ancora delle discussioni, numerosi studi clinici tendono a dimostrare che questo fenomeno è direttamente legato all’alimentazione e allo stile di vita moderno.

La sindrome metabolica non è una malattia in quanto tale, bensì un insieme di fattori che possono diventare precursori di affezioni più gravi.

Negli individui che presentano segni di sindrome metabolica, le ricerche hanno evidenziato un rischio tre volte maggiore di sviluppare una patologia cardiovascolare.

La sindrome metabolica è uno stato che a lungo termine prefigura malattie più gravi. A parte i disturbi cardiovascolari, c’è il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e accidenti cerebrovascolari. A ciò si aggiunge la tendenza alla depressione e alla demenza senile precoce.

Alcune ricerche e alcuni studi epidemiologici hanno collegato la sindrome metabolica all’incidenza di tumore al colon. Va da sé che il tabagismo e il regolare consumo di alcol aumentano ulteriormente i rischi.

Non esiste ancora una definizione esatta di sindrome metabolica. Pur tuttavia, alcune analisi hanno permesso di stabilire un certo consenso nel caso in cui siano presenti tre o più dei seguenti sintomi:

• Tasso d’insulina anomalo ed elevato
• Iperglicemia a digiuno (oltre 6 mmol/l)
• Trigliceridi alti
• Ipercolesterolemia
• Ipertensione
• Eccesso di peso
• Obesità addominale (girovita superiore a 102 cm nell’uomo e a 88 cm nella donna).

Potrebbero essere implicati altri fattori attualmente in fase di studio, come infiammazione, elevato tasso di albumina nelle urine e apnea notturna (spesso associata all’obesità).

Quantunque le cause alla base della sindrome metabolica non siano ancora del tutto comprese, è comunque possibile stabilire che l’ereditarietà rimane sempre un fattore chiave, soprattutto in caso di diabete, e così pure la sedentarietà.

Inoltre la cattiva alimentazione, troppo ricca di zuccheri, carne, farine, grassi e alcol ma carente di frutta e verdura fresca, è un elemento determinante. Riecco ancora una volta il cibo spazzatura!

La miglior prevenzione rimane il cambiamento dello stile di vita. Un’alimentazione sana, povera di zuccheri a elevato indice glicemico, di sale, di grassi saturi e più ricca di frutta e verdura fresca (da dieci a dodici porzioni al giorno), di fibre e di acidi grassi omega-3 può correggere questa sindrome dall’aspetto morboso.

L’attività fisica quotidiana (un minimo di venti, trenta minuti) è altrettanto indispensabile affinché l’organismo possa bruciare in maniera adeguata le calorie consumate durante il giorno.

È possibile invertire la sindrome metabolica con l’aiuto di certi prodotti a basso indice glicemico venduti da alcune aziende di prodotti di salute, per regolare le secrezioni pancreatiche.

Questi prodotti vengono venduti sotto forma di pasti sostitutivi e includono barrette per spuntini e integratori nutrizionali. Le migliori aziende stimolano anche i loro clienti ad adottare uno stile di vita sano, consigliando cambiamenti alimentari idonei.



5. Diabete

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Secondo la Federazione internazionale del diabete, il numero di adulti al mondo colpiti da questa malattia nel 2013 è stato stimato a 236 milioni.

Specifichiamo che esistono due tipi di diabete:

  1. il diabete di tipo 1 o insulinodipendente, perché il pancreas non produce abbastanza insulina;
  2. il diabete di tipo 2 o non insulinodipendente, perché il pancreas produce insulina, ma quest’ultima non è utilizzabile dall’organismo o lo è poco.

Il diabete di tipo 1 è il risultato di un’ereditarietà carente e compare fin dall’infanzia o dalla pubertà. Il regolare consumo di alimenti ricchi di zuccheri o a indice glicemico alto amplifica questo problema di salute (v. al riguardo la voce “Sindrome metabolica” al punto 4). Questo tipo di diabete compare nel dieci per cento circa dei malati.

In passato, il diabete di tipo 2 colpiva soltanto gli individui di quarant’anni e oltre; oggigiorno colpisce anche bambini. Il novanta per cento dei diabetici ne soffre. È principalmente legato a un’alimentazione troppo ricca di alimenti grassi e a indice glicemico alto.

I sintomi del diabete sono:

• Stanchezza
• Sonnolenza
• Sete intensa
• Minzione frequente
• Fame eccessiva
• Cicatrizzazione lenta
• Sbalzi d’umore
• Formicolio alle dita dei piedi, delle mani o ad ambedue
• Vista annebbiata
• Infezioni agli organi genitali
• Prurito ai genitali e all’ano
• Perdita di peso
• Obesità (per il diabete di tipo 2, soprattutto a livello della vita).

L’analisi della glicemia a digiuno è normalmente inferiore a 5,6 mmol/l di sangue; nel diabetico, si colloca a oltre 7 mmol/l. Il diabetico non riesce a tenere sotto controllo la glicemia, perché il pancreas non produce più abbastanza insulina oppure questa è inefficace.

È pertanto importante ridurre il consumo di zuccheri ad assimilazione rapida come zucchero raffinato, cristallizzato, miele, sciroppo d’acero, cioccolato, caramelle, dolci ecc.

Andrebbero inoltre evitati stimolanti come il caffè e l’alcol. È opportuno seguire una dieta a base di alimenti a indice glicemico basso.

L’alimentazione dovrà fornire zuccheri ad assimilazione lenta e indice glicemico basso (inferiore a 55). È importante variare frutta e verdura, perché così si ricavano antiossidanti che frenano i danni legati al diabete. Frutta secca e semi integrali sono sempre una scelta sana.

È essenziale non sottovalutare il ruolo del fegato nel diabete, perché assieme al pancreas svolge un’azione importante nell’utilizzazione ed eliminazione di grassi e zuccheri.

Alcuni grassi verranno trasformati dal fegato in zuccheri e alcuni zuccheri immagazzinati sotto forma di grassi (glicogeno). I diabetici presentano spesso difficoltà a metabolizzare i grassi.

Sarebbe pertanto opportuno evitare alimenti ricchi di grassi saturi. Un integratore di cardo mariano si dimostra un prezioso aiuto per il corretto funzionamento del fegato e il metabolismo dei lipidi.






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