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5 temi sensibili osservati da diverse religioni

Tra la fine del Novecento e il nuovo secolo sembra celebrarsi la riscoperta dell’etica.

L’etica nel diritto, nell’economia, nella politica, nei media, nella biologia, nella ecologia.

Si inaugurano ricerche interdisciplinari, si pongono metodi e temi per nuovi o rinnovati saperi che hanno come punto d’osservazione l’etica.

Una società multietnica deve affrontare nuove sfide che riguardano questioni etiche fondamentali, come la vita e la morte, la fecondazione assistita, le manipolazioni genetiche, l’interruzione di gravidanza ecc.

Le varie fedi hanno spesso posizioni lontane. E aprono questioni che coinvolgono tutta la società.

Cosa ne pensano di matrimonio, fecondazione assistita e manipolazioni genetiche, omosessualità, interruzione di gravidanza e pena di morte le 5 più importanti religioni?

Scopriamolo insieme.

1. Matrimonio

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CRISTIANESIMO
Secondo la Chiesa cattolica il vincolo matrimoniale è stabilito da Dio, il divorzio dunque non è ammesso (i divorziati non hanno accesso all’eucaristia), mentre lo è la separazione quando la coabitazione è insostenibile.
Gli ortodossi non riconoscono il divorzio sul piano dogmatico, ma lo tollerano. Possibili anche le nozze fra divorziati, ma solo fino al terzo matrimonio.
Entrambe le confessioni, infine, considerano peccato il sesso prima o fuori del matrimonio (adulterio) e non ammettono la contraccezione.
Per i protestanti invece il matrimonio non è un sacramento: possibili quindi il divorzio e le seconde nozze. Sì anche ai contraccettivi.

EBRAISMO
L’ordinamento ebraico non prevede la convivenza al di fuori delle nozze: il matrimonio è alla base della società e nelle intenzioni è per la vita. Se però l’unione non dovesse funzionare si può ricorrere al divorzio, contemplato già nella Torah, anche se “caldamente sconsigliato”.
Non sono previste le unioni interreligiose, ma non sono espressamente vietate: in caso di matrimonio fra persone di credo diverso i figli seguono quello materno. No al sesso fuori dal matrimonio.

ISLAM
Il matrimonio è essenzialmente un contratto di diritto privato, stipulato secondo il Libro di Allah. Essenziali per la sua validità il consenso del padre della sposa e il “dono sponsale” (al-mahr).
La donna musulmana sposa soltanto un uomo musulmano, mentre l’uomo può sposare una donna della gente del Libro (cristiana o giudea). I figli vengono educati nella religione islamica.
In particolari circostanze per gli uomini è possibile la poligamia (fino a un massimo di quattro mogli). Il divorzio è consentito ma biasimato: “tra le cose lecite è la più detestata da Dio”, dice una tradizione del Profeta. Fornicazione e adulterio sono peccati, puniti dalla sharia.

INDUISMO
Il matrimonio è la base fondamentale della famiglia. Il divorzio non è ammesso: nel rito delle nozze la coppia idealmente si unisce anche per le vite future, fino al termine della loro evoluzione. Nei fatti, viene accettata la legge civile dello Stato di appartenenza e, in casi limite, anche le unioni di fatto. Non è prevista la poligamia. I rapporti prematrimoniali non sono contemplati.

BUDDHISMO
Il matrimonio è un contratto fra due persone, benedetto di fronte alla comunità. Resta però un fatto personale. I rapporti di coppia sono regolati dai cinque precetti buddhisti, che impongono onestà verso il partner e di non avere rapporti sessuali che causino sofferenze. Il divorzio non è contemplato ma neppure proibito.

2. Fecondazione assistita e manipolazioni genetiche

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CRISTIANESIMO
Sia la Chiesa cattolica sia quella ortodossa rifiutano la modifica del genoma umano e la clonazione, considerata intrinsecamente illecita. Viene rigettato anche il processo con cui si reperiscono le cellule staminali embrionali, in quanto viola la vita umana.
Condanna senza riserve per la fecondazione assistita eterologa: quella omologa (cioè con il seme del marito) è considerata meno pregiudizievole, ma comunque moralmente sbagliata poiché dissocia l’atto sessuale dalla procreazione.
Su posizioni diverse i protestanti, che ammettono la procreazione assistita, omologa ed eterologa.

EBRAISMO
Per quanto riguarda la fecondazione assistita, è preferibile ricorrere all’omologa ma non sussistono divieti per quella eterologa, dato che il ruolo preminente è sempre della madre. Il problema si può semmai porre in termini di successione ereditaria sul ramo paterno, ma non esistono censure di sorta.

ISLAM
L’islam ammette la fecondazione assistita solo nel caso delle coppie sposate. Non esistono obiezioni a quella artificiale con seme del marito. È invece illecita la fecondazione della donna con seme di un donatore. La fecondazione in vitro è comunque permessa quando avviene fra i due membri della coppia sposata.

INDUISMO
Non c’è una posizione unanime riguardo a fecondazione assistita e manipolazioni genetiche. Punto fermo è non violare il principio di non violenza: nessun progresso è considerato tale se nuoce a un essere vivente. La questione morale è aperta, ma la tendenza è favorevole se si opera per il bene comune.

BUDDHISMO
Non ci sono indicazioni per quanto riguarda manipolazione genetica e fecondazione assistita, due argomenti per cui non si può trovare conforto nei testi antichi. La discussione quindi è aperta e la “stella polare” da tenere come riferimento è sempre evitare sofferenze.

3. Omosessualità

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CRISTIANESIMO
La Chiesa cattolica disapprova gli atti omosessuali, in quanto intrinsecamente disordinati e incapaci di trasmettere la vita. Accoglie le persone omosessuali, ma chiede loro di osservare la castità.
Anche la Chiesa ortodossa professa rispetto per gli omosessuali, ma non li ammette alla comunione. Fra i protestanti, nessuna preclusione da parte dei valdesi, che benedicono coppie dello stesso sesso.

EBRAISMO
Nella Bibbia l’omosessualità è vista negativamente e considerata dispersione del seme, quindi un impedimento alla crescita della società. La vita sessuale, se non ostentata, attiene però alla sfera privata e nessuno ha il diritto di intromettersi: riguarda il rapporto personale di ciascun fedele con Dio.

ISLAM
Per la religione islamica, rappresenta uno squilibrio, una disfunzione, un comportamento innaturale che devia dalle norme della realizzazione degli esseri umani di fronte a Dio. Sul piano strettamente religioso, però, è considerata peccato molto grave non tanto l’omosessualità in astratto, quanto la sodomia (quindi l’atto sessuale, anche fra persone di sesso diverso). La sharia condanna la sodomia e la pone su un livello simile a quello dell’adulterio.

INDUISMO
Per gli induisti l’omosessualità non è un tabù ed è vissuta liberamente, anche se ordinata in “confini sociali”. Un riconoscimento formale delle unioni di persone dello stesso sesso non è previsto, ma si ribadisce sempre il concetto di rispetto della persona e della libertà di coscienza.

BUDDHISMO
Il terzo dei cinque precetti buddhisti raccomanda di astenersi da una condotta sessuale inappropriata, senza però fare distinzioni fra rapporti eterosessuali e omosessuali. L’interpretazione più comune non è favorevole all’omosessualità, ma la posizione non è univoca. Alcune scuole la ammettono se si accompagna al rispetto fra i membri della coppia e per le persone a loro legate.

4. L'inizio e la fine della vita

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CRISTIANESIMO
Dato che per i cattolici la vita nasce all’atto del concepimento, ogni forma di aborto è omicidio. Ancora più rigida la posizione degli ortodossi, per cui l’interruzione di gravidanza rompe il legame con Dio (deicidio).
Per i protestanti le posizioni sono diverse: fra i valdesi prevale l’autodeterminazione della donna. Nessuno spazio all’eutanasia né per i cattolici né per gli ortodossi (contravviene al quinto comandamento). No al testamento biologico se prevede l’interruzione di alimentazione.
Per la Chiesa valdese è possibile accelerare il trapasso, ma la decisione dev’essere della singola persona. Le donazioni d’organo sono consentite da tutte le confessioni.

EBRAISMO
L’interruzione di gravidanza è possibile in casi di estrema gravità, che devono essere valutati sia dal medico sia dal rabbino. Se però avviene entro il 40esimo giorno dal concepimento, non viene neppure considerata un aborto.
L’eutanasia è certamente vietata: nessuno ha la facoltà di accelerare la morte di un essere umano. È da evitare anche l’accanimento terapeutico, quando prolunga la sofferenza (ammessa pure la sospensione dell’alimentazione).

SLAM
L’aborto è autorizzato unicamente in casi particolari, per esempio quando la vita della madre è in pericolo. Il discrimine fondamentale è il momento in cui al feto viene insufflata l’anima, cioè dopo 120 giorni dal concepimento.
Oltre, l’aborto è considerato omicidio. Nell’Islam non esiste diritto al suicidio né all’eutanasia ed è da evitare anche l’accanimento terapeutico. Ammessi i trapianti di organi (tranne i genitali).

INDUISMO
L’aborto è decisamente sconsigliato, ma la decisione viene lasciata alla coscienza individuale. Il suicidio è considerato un gesto grave e dannoso secondo la legge del karma.

BUDDHISMO
Il primo precetto buddhista impone di proteggere la vita in tutte le sue forme: no quindi ad aborto, che non è mai consentito (la vita nasce all’atto del concepimento), suicidio ed eutanasia. Sì ai trapianti fra vivi, più problematici gli espianti di organi vitali.



5. Pena di morte e giustizia

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CRISTIANESIMO
Il magistero della Chiesa cattolica non prevede una condanna formale della pena di morte: il Catechismo non la esclude “quando fosse l’unica via per difendere dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani”. Tuttavia, viene anche precisato che “se i mezzi incruenti sono sufficienti, bisogna limitarsi a quelli”.
Non c’è una condanna formale neppure da parte della Chiesa ortodossa, per la quale resta comunque ferma l’osservanza del quinto comandamento. Tendenzialmente contrarie anche le diverse confessioni protestanti.

EBRAISMO
La pena di morte è contemplata dalla Bibbia e dall’ordinamento ebraico in alcuni casi specifici, però fin dalle epoche più antiche le condizioni per poter arrivare a una sentenza di morte erano tali che era rarissimo che venisse comminata. A livello teorico è ancora in vigore, ma oggi non esistono nemmeno più le condizioni per poterla applicare.

ISLAM
La giustizia viene amministrata in nome di Dio e non c’è spazio per considerazioni di carattere temporale. La sharia prevede la pena di morte in soli quattro casi: omicidio di un musulmano, adulterio, bestemmia contro Allah e apostasia (ripudio della religione islamica), ma secondo alcuni quest’ultima disposizione non troverebbe riscontro diretto nel Corano, che non asserisce la necessità di condannare a morte l’apostata.

INDUISMO
L’induismo è sempre per la vita e il principio della non violenza dovrebbe bastare a bandire ogni pena capitale. Tuttavia, c’è da sempre una riflessione sull’inevitabilità della violenza e l’orientamento non è univoco.

BUDDHISMO
Proteggere la vita in ogni sua forma è il primo fondamento del buddhismo: la pena di morte non è dunque sostenibile in alcun modo e per nessuna finalità.






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