Negli appartamenti di città non sempre esistono le migliori condizioni per mantenere le piante, e in buona salute; comunque, se ci sono elementi negativi che ostacolano la nostra fatica verde, esistono anche le contromisure, le norme che si possono mettere in atto per rimediare ai fattori negativi e realizzare un ambiente adatto all'angolo verde.
Pertanto per mantenere le piante d'appartamento in buona salute, in tutte le stagioni, dovete attenervi ad alcune regole generali, semplici e facilmente attuabili.
Noi vi suggeriamo 5, molto utili per le vostre piante d'appartamento, che riguardano la coltivazione, la moltiplicazione, l'idrocoltura, il rinvado, la pulitura e la riparazione dei vasi. Buona lettura.
1. La coltivazione
- Annaffiate le piante, soprattutto d'inverno, quando la temperatura degli appartamenti si fa molto elevata, di frequente e poco: 1/4 di litro d'acqua ogni 2 giorni è sufficiente a dissetare una pianta contenuta in un vaso del diametro di 20 cm;
- toccate la terra con un dito, in un foro praticato con una grossa matita: se avvertite che il terriccio è piuttosto secco, annaffiate subito, anche se dall'ultima somministrazione d'acqua non è passato il prescritto intervallo;
- usate un annaffiatoio piuttosto piccolo, con il "collo" lungo e sottile per arrivare a versare l'acqua anche nei vasi situati nella parte più interna delle fioriere o di altri contenitori;
- eseguite le irrorazioni, che sono il naturale e indispensabile completamento delle annaffiature, con un vaporizzatore o nebulizzatore in plastica o in ottone; se possedete poche piante, usate il "tappo irroratore" per bottiglia;
- eseguite le irrorazioni anche una sola volta alla settimana, ma molto meglio se potete dedicare alle vostre piante 10 minuti circa ogni giorno: le foglie irrorate quotidianamente si manterranno sempre sane e lucide, prive del pericoloso velo di polvere che potrebbe otturare gli stomi (le microscopiche aperture sulla superficie della foglia, che le permettono una funzione vitale).
Inoltre, per mantenere sane le piante d'appartamento praticate alcune cure supplementari:
- eseguite una irrorazione lucidante - disinfettante ogni 2 settimane;
- usate lo stimolante ormonico che ha il compito di favorire il formarsi di nuova vegetazione e di dare rinnovato vigore a quella esistente.
Il suo uso è assai facile:
- diluite 5 o 6 gocce di stimolante in 1 litro d'acqua (nell'acqua che usate per le normali irrorazioni al fogliame);
- spruzzate quindi le foglie e il fusto della pianta;
- somministrate lo stimolante, salvo controindicazioni per questa o quella specie, ogni 15 giorni, in alternanza con la spruzzatura di lucidante: 1 settimana lo stimolante ormonico e la settimana dopo lo spray.
Oltre allo stimolante ormonico, che rappresenta di per se stesso un buon elemento nutritivo, è utile dare alle piante anche altre sostanze, minerali e organiche. Per far ciò procedete in questo modo:
- tendete in autunno e in primavera (a fine ottobre e a fine gennaio) sulla terra dei vasi, smossa e inumidita, un po' di concime organico in polvere, secondo la quantità indicata sulla confezione;
- integrate ogni mese la concimazione base con fertilizzante minerale solubile diluito nell'acqua delle annaffiature (attenetevi sempre alle dosi indicate sulla confezione del prodotto);
- intervenite subito quando sulle piante appaiono parassiti di qualsiasi tipo;
- utilizzate un antiparassitario di tipo polivalente, che troverete in commercio in bombolette spray, (date la preferenza a un prodotto a base di piretro, innocuo per le persone e gli animali).
Un altro dei sintomi di malessere più frequente e più evidente nelle piante d'appartamento è l'ingiallimento del fogliame e denuncia, di solito, una di queste cause:
- eccesso di annaffiature
- colpo di aria fredda
- clorosi, ossia mancanza di ferro.
Per le prime due cause il rimedio è evidente, per quanto riguarda la clorosi invece comportatevi in questo modo: somministrate un prodotto a base di ferro, diluito in acqua nella dose prescritta e secondo il ritmo indicato sulla confezione del prodotto.
2. Il rinvaso e la ripresa vegetativa
È indispensabile procedere all'operazione di rinvaso soltanto quando le piante si sono sviluppate in modo tale da rendere necessario il cambiamento del vaso in cui vivono.
L'epoca migliore per eseguire il rinvaso coincide con il mese di febbraio:
- preparate il nuovo recipiente, curando che esso non sia molto più largo del precedente (in genere bastano 2 o 3 cm in più di diametro per garantire la vita della pianta per almeno 1 anno);
- somministrate allora le irrorazioni 2 o 3 volte per settimana al massimo;
- scegliete vasi a "riserva d'acqua" che risolvono quasi totalmente il problema delle annaffiature;
- adoperate terra di tipo "universale", che consiste in una miscela di torba e argilla con l'aggiunta di vari sali nutritivi; irrorate spesso dopo il trapianto la chioma delle piante, usando acqua a temperatura ambiente;
- ripetete queste irrorazioni a giorni alternati, ma in qualche caso giova eseguirle ogni giorno;
- spruzzate appena per qualche secondo, tanto da inumidire il fogliame: le spruzzature infatti devono avere durata brevissima;
- diradate le irrorazioni quando il fogliame avrà ripreso la naturale posizione e il consueto turgore;
- somministrate allora le irrorazioni 2 o 3 volte per settimana al massimo;
- iniziate verso la fine di febbraio la somministrazione di stimolante ormonico fogliare 66/F diluito in acqua nella proporzione di 5 gocce per litro e spruzzate con il vaporizzatore: questa sostanza ha il potere di provocare l'emissione di foglie e germogli, di rinvigorire i tessuti degli steli e di irrobustire il fogliame già esistente; procedete parallelamente a una concimazione completa e ben dosata con fertilizzante organico in polvere ("Gesal");
- spargetelo sul terreno dopo averne rimosso leggermente la superficie;
- praticate quindi una serie di annaffiature con acqua in cui sia stato sciolto "fitoflor" nella dose indicata sulla confezione: queste annaffiature devono avere ritmo quindicinale o, al massimo, mensile.
Con l'arrivare della primavera, in ogni regione d'Italia è arrivato il momento di preparare le piante d'appartamento alle nuove condizioni climatiche, soprattutto se si ha l'intenzione di trasportare i vasi all'aperto. Le piante risentono negativamente delle brusche variazioni di temperatura e non gradiscono il violento contatto con l'aria troppo ricca di ossigeno e di umidità dopo aver vissuto per tanti mesi in ambienti surriscaldati e in atmosfera molto secca.
Potete facilitare la ripresa vegetativa delle vostre piante seguendo alcune regole:
- lavate (in casa) perfettamente, le foglie con una spugnetta morbida imbevuta d'acqua;
- spruzzatele con un buon lucidante facendo attenzione a tenere la bomboletta dello spray ad almeno 20-30 cm di distanza dal fogliame per evitargli "bruciature" e comunque attenuare la sensazione di "freddo" che è caratteristica dei prodotti così confezionati;
- smuovete bene il terriccio in superficie; eliminate i rametti rinsecchiti o ingialliti; spargete sulla terra 1 cucchiaio o 2 da tavola di un buon concime in polvere di natura organica, come "Gesal" a lenta assimilazione;
- irrorate chioma e fusto con stimolante ormonico 66/F in dose di 5-6 gocce diluite in 1 litro di acqua;
- ripetete queste irrorazioni ogni 8-10 giorni, per almeno 3 mesi, per poter avere risultati di qualche rilievo;
Ricordate che le piante a fogliame peloso (begonie Rex, Saintpaulia o "violetta africana" ecc.) non devono mai essere irrorate perché l'acqua ne macchierebbe irreparabilmente le foglie facendole annerire; pulite, quindi, questo tipo di fogliame in questo modo:
- passate il fogliame con un pennello da barba molto morbido o semplicemente soffiate sulla superficie polverosa;
- spruzzate lo stimolante sulla pagina inferiore delle foglie.
Se potete trasportare le vostre piante all'aperto, attenetevi a questi suggerimenti:
- spostate i vasi in veranda o sul balcone, sempre in assoluta ombra e al riparo dal vento e dalla pioggia;
- evitate di esporre le piante alla prima acqua di primavera perché essa agisce da filtro per l'atmosfera, e cadendo raccoglie e trasporta verso il basso tutte le particelle di smog che inquinano l'aria, soprattutto in città;
- approfittate invece della caduta d'acqua solo dopo alcune giornate piovose, allorché il cielo avrà ripreso una bella tonalità azzurra;
- ritirate subito le piante se la pioggerella si trasformasse in acquazzone;
- predisponete per questi casi una specie di riparo da sovrapporre velocemente ai vasi: basterà per esempio, tenere pronta una lastra di plastica rigida, oppure una stuoia o qualche assicella da appoggiare alla ringhiera del balcone, da un lato e a un davanzale dall'altro, oppure alla ringhiera e a due o tre mensole opportunamente predisposte sulla parete opposta.
3. La moltiplicazione
La moltiplicazione, di solito non è un'operazione da eseguire personalmente in casa, ma da affidare ai vivaisti. Tuttavia, volendo tentare l'operazione, procedete secondo queste tre tecniche:
—per margotta, in giugno-luglio;
—per talea, interrando un ramo in terriccio molto sabbioso; la talea si può eseguire in qualsiasi periodo, ma riesce meglio in primavera;
—per radicamento in acqua.
Quest'ultima è una delle tecniche più semplici di riproduzione e che si rivela particolarmente utile per moltiplicare le specie da appartamento, dato che può essere realizzata in qualsiasi momento dell'anno e senza speciali accorgimenti.
Procedete in questo modo:
- staccate un ramo;
- schiacciatene l'estremità servendovi di un sasso, in modo da spappolare le fibre e così facilitare la formazione delle future radici;
- mettete i rami, così preparati, a radicare in una bottiglia o in un vaso di vetro chiaro o comunque molto trasparente;
- collocateli in ottima luce, non troppo vicino a fonti di calore, ma neppure in posizioni battute da correnti d'aria;
- non rinnovate l'acqua contenuta nei recipienti;
- aggiungete invece il liquido eventualmente evaporato, mantenendolo sempre allo stesso livello. Le specie da appartamento più indicate per realizzare questa tecnica di riproduzione sono: filodendro, nelle varie specie, ma soprattutto lo "scandens", potos, singonio, dracena, schefflera, edera, cisso, tetrastigma.
Anche la tecnica riproduttiva per margotta non è difficile ed è applicabile alle specie da appartamento con fusto legnoso (ficus, fatsia, aralia ecc.) agli arbusti o agli alberi e permette di ottenere, da una sola pianta-madre, numerosi nuovi esemplari già perfettamente sviluppati. Dovete scegliere un ramo sano e coperto di vegetazione almeno sulla punta, possibilmente eretto e ben formato, considerando che in futuro questo ramo costituirà il fusto principale della nuova pianta. Ecco come si esegue una margotta:
- incidete la corteccia del ramo o del fusto nel punto prestabilito, usando un coltellino appuntito;
- praticate due incisioni ad anello distanti fra loro circa 2cm;
- asportate l'anello di corteccia;
- spargete un po' di polvere ormonica sulla parte decorticata per favorire la formazione più rapida delle radici;
- attendete che il lattice (tipico del ficus e delle euforbie) che defluisce dal ramo scorticato si essicchi;
- lavate quindi il ramo per togliere la sottile pellicola;
- fasciate la parte privata della corteccia con un manicotto di sfagno o di torba ben inzuppati di acqua;
- avvolgetelo con una fasciatura di plastica trasparente: un qualsiasi sacchetto debitamente tagliato servirà allo scopo;
- legate strettamente la fasciatura alle due estremità del manicotto con due fettucce adesive;
- curate e annaffiale l'esemplare secondo le normali abitudini e necessità.
Trascorso un po' di tempo (per l'oleandro bastano 15-20 giorni mentre per il ficus possono occorrere anche 2 mesi), attraverso la copertura di plastica appaiono dei filamenti bianchi che spuntano in ogni senso dallo sfagno. Si tratta appunto delle nuove radici nate attorno alla cicatrice formatasi nella zona privata della corteccia. Quando la massa radicale avrà raggiunto un sufficiente sviluppo, formando una fitta rete che si estende per tutto il manicotto di sfagno, procedete in questo modo:
- recidete la parte margottata due o tre dita sotto la parte inferiore della fasciatura in plastica;
- eseguite il taglio con cesoie che siano perfettamente affilate;
- operate in modo graduale, approfondendo il taglio un poco ogni giorno, sino alla completa recisione: in questo modo la nuova pianta si abitua a poco a poco a vivere di vita autonoma; interrate la nuova pianta in vaso o in piena
- terra, secondo i casi;
- liberate il manicotto di sfagno dalla fasciatura in plastica solo al momento che dovete procedere all'interramento;
- evitate con ogni cura di sciupare le radici, di spezzarle o di far staccare lo sfagno dalla base della nuova pianta;
- sistemate il nuovo esemplare in luogo ombroso e fresco;
- irrorate lievemente ogni giorno l'apparato fogliare per fornirgli la necessaria umidità, in modo che il soggetto non debba sottoporre le nuove radici a uno sforzo immediato per assorbire tutta l'acqua di cui può aver bisogno.
Solo quando la pianta dimostrerà di essersi perfettamente ambientata, emettendo nuove foglie all'apice, la coltivazione potrà essere condotta senza eccessive preoccupazioni, e secondo le norme usuali.
4. L'idrocoltura
Tutte le specie da appartamento, in genere, si prestano alla coltura idroponica (comprese le piante grasse); coltivate in acqua, le piante si abituano a assorbire soltanto il liquido di cui hanno bisogno per vivere.
Tuttavia, vi sono specie che offrono maggiori garanzie di successo: coleo, papiro, dieffenbachia, dracena, edera, felci, ficus, filodendro, peperomia, pilea, potos, sanseveria, singonio, spatifillo, tetrastigma, tradescanzia. In genere, è consigliabile scegliere esemplari giovani, perché è più facile che queste piante superino, senza risentire danno, il necessario periodo di adattamento.
Se volete attuare l'idrocoltura procuratevi innanzitutto gli appositi vasi di vetro (disponibili nelle misure di 1⁄2 litro a 3 litri) muniti di speciale coperchio corredato di fori che consentono di farvi passare le radici affinché raggiungano l'acqua contenuta nel recipiente. Il coperchio ha una certa profondità e forma una specie di ciotola che serve a contenere una buona quantità di sassi, i quali hanno il compito di mantenere ritta la pianta e impedire al fusto di scivolare eccessivamente verso il basso.
Sul bordo del coperchio, infine, si trovano 31 tacche corrispondenti ai giorni del mese; un chiodino di metallo, inserito al posto giusto, serve a ricordare la data in cui si è effettuato il cambio dell'acqua con l'aggiunta delle apposite pastiglie nutritive. Queste pastiglie si usano nella proporzione di 1 discoide per litro di acqua e contengono tutti gli ingredienti indispensabili alla vita delle piante: fosforo, potassio, azoto, magnesio, zolfo, calcio, zinco, ferro, rame, manganese.
Le norme per praticare l'idrocoltura devono essere seguite con cura, se volete avere successo. Eccole:
- iniziate l'idrocoltura in estate, quando il caldo favorisce la ripresa vegetativa, la linfa scorre più veloce nei tessuti delle piante e l'aria è più ricca di ossigeno;
- se volete effettuare l'operazione in inverno, è necessario che l'ambiente in cui si trovano le piante abbia una temperatura costante di 18° -20° e sia molto luminoso;
- preferite altrimenti affidare le piante da trasferire dalla coltura interna a quella in acqua a un floricoltore specializzato;
- procurate il vaso adatto per l'idrocoltura;
- annaffiate e con una certa abbondanza il terreno dell'esemplare che volete utilizzare;
- estirpate le radici con ogni precauzione: non dovete danneggiarle;
- spaccate il vaso con alcuni colpi di martello, se la pianta stentasse a uscire dal recipiente; lavate in acqua tiepida la massa delle radici, sino a quando sarà scomparso anche l'ultimo residuo di terra;
- fate passare le radici attraverso i fori del coperchio del vaso speciale;
- distribuite ordinatamente la massa radicale nei vari fori per facilitare l'equilibrio della pianta;
- riempite la cavità del coperchio con sassi ed eventualmente con un po' di sfagno (uno speciale muschio che assorbe molta acqua e mantiene a lungo l'umidità) per bilanciare la base dell'esemplare e fissarne definitivamente la posizione;
- affiancate la pianta a un sostegno in plastica (i coperchi dei vasi hanno due fori destinati all'inserimento del sostegno) se questa ha una struttura molto slanciata ed esile o rampicante;
- aggiungete l'acqua necessaria e a temperatura ambiente;
- ricordate che fra il livello dell'acqua e la base del coperchio deve rimanere uno strato di aria di almeno 3 cm: questo cuscinetto assicura la normale respirazione alle radici;
- non aggiungete alcuna pastiglia fertilizzante durante i primi 15 giorni: la pianta infatti necessita di una pausa vegetativa che l'aiuti a sopportare l'inevitabile crisi di ambientazione al nuovo modo di vita;
- eseguite il cambio dell'acqua una prima volta, 25 o 30 giorni dopo l'inizio dell'idrocoltura;
- aggiungete quindi all'acqua del vaso la pastiglia fertilizzante;
- irrorate ogni settimana con acqua e stimolante ormonico (5 g per litro d'acqua);
- tenete il fogliame ben pulito, spruzzandolo ogni settimana, a distanza di qualche giorno dall'irrorazione con stimolante ormonico, con un buon lucidante che abbia anche un'azione disinfettante.
5. La pulitura e la riparazione dei vasi
Una delle operazioni più importanti da fare in autunno è la pulitura dei vasi.
È infatti un grave errore procedere a nuove piantagioni semplicemente estirpando l'esemplare ormai essiccato o che deve essere messo a riposo, per sostituirlo con una nuova pianta o con altri bulbi. Non è infrequente che nel terreno si siano depositate particolari sostanze (alcune specie ne secernono addirittura di tossiche) che potrebbero recare grave danno al nuovo soggetto.
Se si vogliono ottenere piante sane è indispensabile preparare vasi e cassette in modo da escludere qualsiasi pericolo di infezione o di intossicazione, quindi:
- svuotate completamente i vasi e raschiatene le pareti usando una spatola di legno per togliere ogni residuo terroso;
- lavateli usando prima acqua e detersivo, aiutandovi con una spazzola di saggina, e quindi risciacquate molto bene;
- fateli asciugare all'ombra, capovolti, e quando saranno ben scolati, potete sovrapporli, sempre lasciandoli capovolti, e sistemarli in un angolo poco in vista in attesa di riutilizzarli;
- spruzzate l'interno dei recipienti, al momento di colmarli di terra nuova, con un buon antiparassitario oppure con la polvere "Pum-pum" che esercita anche una notevole azione anticrittogamica.
Così preparati i vasi assicurano alle piante un ambiente sano e pulito, dove le radici potranno espandersi liberamente senza timore di entrare in contatto con residui di terra infetta o magari contenente larve di parassiti. Se poi volete conservare i vasi durante la cattiva stagione in attesa di utilizzarli alla fine dell'inverno, dopo averli preparati come abbiamo appena detto e riuniti nella zona più riparata del balcone, procedete in questo modo:
- copriteli con un telo di plastica che li protegga dalla pioggia e dalla neve, ma soprattutto dal gelo, che rappresenta il vero pericolo, poiché il gelo facendo ghiacciare acqua o neve provoca, al momento del disgelo, la rottura della terra cotta o il formarsi di crepe, preludio a successive spaccature;
- non tenete all'aperto invece i recipienti in plastica e le cassette a riserva d'acqua; riponeteli in cantina o in solaio, avvolti in plastica o in carta di giornale per evitare l'erosione della polvere;
Esiste poi un altro metodo di conservazione dei vasi durante il periodo invernale ed è quello di "prepararli" subito, in autunno, per le piantagioni di primavera. In questo caso, dopo aver svuotato e ripulito i vasi:
- rimettetevi la terra, fresca e concimata, e mettete sul fondo il solito strato di drenaggio;
- aggiungete alla terra normale circa 1/3 di torba e 1/6 di sabbia;
- copriteli così preparati con un foglio di plastica per evitare che la pioggia, feltrando attraverso il terriccio, finisca per asportare una buona parte delle sostanze nutritive, impoverendolo;
- togliete la quantità di suolo eccedente a primavera, al momento di mettere a dimora le nuove piantine;
- riportate il terriccio al livello normale e riponete in un sacco di plastica la quantità di terra avanzata, in attesa di utilizzarla.
Vediamo, infine, come si possono riparare i vasi, a) sia quelli di terracotta, b) che quelli di plastica.
a) Per quanto riguarda i vasi di terracotta, un tempo, quando un vaso o una cassetta di questo materiale si sbreccavano o, in seguito a qualche urto, presentavano delle fenditure, non c'erano alternative. Si buttava il recipiente lesionato e si andava sul mercato o in un negozio ad acquistarne un altro, dato che il loro prezzo era tale da consigliare di non perdere tempo prezioso in aggiustature di sorta. Oggi le cose sono un po' cambiate. I vasi e le cassette di terracotta hanno raggiunto costi così elevati da rendere più che conveniente il cercare di ripristinarli, sempre che il rappezzo appaia abbastanza... sopportabile da un punto di vista estetico e funzionale. Vediamo come procedere.
Se volete chiudere una fenditura ed evitare che l'incrinatura si possa allungare ulteriormente sino a spaccare il vaso in due, utilizzate un impasto di gesso, "terra di Siena" (un colore che assomiglia alla terracotta), poca acqua e un bel po' di vinavil; formate un impasto abbastanza consistente, pressappoco come la creta, ben amalgamato e tale da poterlo spalmare facilmente usando un vecchio coltello o una spatola di plastica; inumidite prima la terracotta per facilitare la "presa" del gesso; stendete quindi l'impasto lungo la spaccatura; cercate con la spatola di far entrare bene l'impasto nella fenditura, sino a riempirla; passate un pezzetto di carta umida sulle due pareti del vaso, internamente ed esternamente, per togliere il gesso eccedente e livellare bene la superficie della piccola "giunta"; se avrete calcolato esattamente la dose di "terra di Siena", la sottile striscia di materiale estraneo si vedrà appena e comunque la facile riparazione consentirà di usare ancora per molto tempo il vaso.
Se volete riparare una sbreccatura e riportare il recipiente alla primitiva funzionalità potete procedere in due modi:
- cercate un pezzetto di coccio che abbia grosso modo, la forma del frammento staccatosi dall'orlo del vaso;
- chiudete quindi la breccia aiutandovi con semplice vinavil;
- rinforzate anche internamente la parete del recipiente con uno strato di gesso, "terra di Siena" e colla come descritto prima;
- troverete il pezzetto di coccio presso un vivaista o chiedete a un qualsiasi fioraio di mettervi da parte il primo vaso che si dovesse rompere;
- se non trovate un coccio che si presti, come curvatura, a chiudere la rottura del vaso, adottate questa seconda soluzione: mettete una vera e propria "pezza" al recipiente, così da poterlo usare senza alcuna preoccupazione e senza che l'acqua debba sempre sbordare oltre la sbreccatura costringendovi ad annaffiare a piccolissime dosi;
- procedete in questo modo: riempite di terra il vaso;
- incastrate fra la terra e la parete del recipiente, in corrispondenza della sbreccatura, un pezzetto di latta oppure di plastica ritagliato da un qualsiasi contenitore (di detersivo, candeggina, latte eccetera);
- appoggiate sulla terra un sasso che servirà a reggere la "pezza" e a farla aderire alla parete del vaso;
- preparate la solita miscela di gesso, "terra di Siena" e vinavil; pareggiate esternamente la superficie del vaso ricostruendo in tal modo il pezzo di vaso mancante;
- spruzzate con vernice spray tutto il recipiente: servirà a nascondere il rappezzo;
- ricordate tuttavia che la parte rifatta è molto fragile e quindi bisogna evitare di afferrare il vaso reggendolo ai bordi proprio in corrispondenza del rappezzo;
- potete utilizzare invece del pezzetto di latta o di plastica anche il vetro purché a bordo non tagliente, perché questo rinforzo rivestito dell'impasto gessoso ha soltanto la funzione di trattenere la terra e di impedire all'acqua delle annaffiature di defluire facilmente asportando prezioso terriccio e relativo nutrimento.
b) I vasi in materiale plastico dovrebbero, in teoria, resistere agli urti e non risentire alcun danno per le eventuali cadute, ma può sempre accadere che un qualsiasi incidente provochi la rottura recipiente rendendolo del tutto inutile. Riportate i vasi di plastica alla normalità seguendo questi consigli:
- pulite perfettamente il recipiente, lavandolo con acqua e un qualsiasi detersivo e risciacquandolo con ogni cura;
- asciugate molto bene la parete interna ed esterna del vaso;
- incollate nella parte interna del recipiente, ungo la fenditura, una carta adesiva (di quelle molto resistenti, opache) oppure una striscia di tela larga almeno 3 cm, in modo da abbracciare una discreta porzione di parete;
- utilizzate lo speciale adesivo per materiali plastici acquistabile in qualsiasi negozio di articoli di cartoleria (una colla diversa potrebbe intaccare la plastica);
- fate cadere un filo di collante lungo la spaccatura procedendo all'operazione dalla parte esterna del vaso, quando la striscia di carta o di tela apparirà perfettamente asciutta;
- lasciate colare nella fenditura appena un filo di collante e attendete che esso asciughi bene;
- procedete quindi a una seconda passata di adesivo, e magari a una terza, cercando, nel limite del possibile, di non far sbordare la colla lungo le pareti del vaso;
- togliete, se questo eventualmente avvenisse, la colla in eccesso usando una spugna bagnata.
Dato che è quasi impossibile riuscire a colmare lo spacco senza far uscire colla, e visto che l'adesivo potrebbe togliere il lucido lungo i bordi della spaccatura, con effetto poco estetico provvedete a coprire la zona sciupata in questo modo, allorché le due pareti saranno perfettamente congiunte:
- incollate lungo la spaccatura una serie di fiori in decalcomania, oppure riverniciate il vaso con una vernice spray, o anche segnate la fenditura, invece di mascherarla, con un bordo in leggero ottone;
- acquistate questi bordi nei negozi di ferramenta (di solito servono a decorare i mobili o a completare gli specchi), sono leggeri e duttili, si incollano facilmente e sono piacevoli a vedersi;
- se avrete compiuto l'operazione con cura, il vaso non rivelerà la soluzione di ripiego e potrà essere ancora utilizzato senza timori. Infatti, lo speciale adesivo agisce sciogliendo la plastica con cui viene a contatto e formando con essa un tutto unico, resistente sia all'azione del caldo sia a quella del freddo.
Nel caso che dal bordo del vaso si fosse staccato un pezzetto di plastica, se il recipiente si fosse sbocconcellato, la tecnica della riparazione non subirà alcuna variante; incastrate nel suo alloggiamento il pezzetto staccatosi dal vaso; fissatelo con la tela o la carta gommata; procedete alla solita colata di adesivo e all'azione di mascheramento con decalcomanie o un bordo in ottone o con una passata di vernice.