Molti verdetti giudiziari, hanno dato origine, spesso, a disordini civili, tumulti, episodi di violenza, sabotaggi o attentati in diverse città del mondo, causando danni fisici con feriti e morti tra i dimostranti contestatori, coinvolti negli scontri con le forze dell’ordine.
I motivi che scatenano tali tumulti possono essere di varia natura: razziali, religiosi, orientamento sessuale, ecc. Molto spesso, questi disordini sono repressi nel sangue e tra i dimostranti si contano, a volte, decine di morti e migliaia di feriti.
Oggi vedremo 5 verdetti che provocarono tumulti, contestazioni e ribellioni, che per l’alto livello di disordine sociale causato, riecheggiarono in tutto il mondo.
1. I ragazzi di Scottsboro (1931-1950)
Nove ragazzi neri di età compresa fra i 13 e i 19 anni, furono accusati di aver stuprato due prostitute bianche che avevano viaggiato in treno con loro.
Processati in modo sbrigativo e dichiarati colpevoli nella città di Scottsboro, in Alabama, tutti, tranne il più giovane, furono condannati alla pena capitale nel 1931.
Il caso attirò l'attenzione del Partito comunista e ben presto i lavoratori fecero manifestazioni in tutti gli Stati Uniti contro le condanne dei "ragazzi di Scottsboro".
A Dresda, in Germania, una folla di giovani comunisti lanciò sassi contro il consolato statunitense. Nel quartiere di Harlem, a New York, 1.500 dimostranti capeggiati dai comunisti lasciarono così tanti cartelli e striscioni, dopo la loro marcia, che si dovettero usare due autocarri per portare via i rifiuti.
La Corte Suprema statunitense ordinò ler due volte la revisione processo, facendo riferimento all'inadeguatezza della difesa e all'esclusione dei cittadini neri dalle giurie del Sud.
I ragazzi dei Scottsboro vennero riprocessati tre volte in tutto. L'ultimo di loro - ormai di mezz'età - fu rilasciato solo nel 1950.
2. Il caso della custodia di Maria Hertogh (11 dicembre 1950)
Maria Hertogh nacque nel 1937 in Indonesia da genitori olandesi cattolici.
Quando i giapponesi occuparono il Paese, nella seconda guerra mondiale, i genitori di Maria furono internati.
Durante questo periodo Che Amirah e suo marito si presero cura di Maria, la chiamarono Nadra e la allevarono come una musulmana. In seguito gli Amirah si trasferirono nella colonia britannica della Malesia.
Dopo la guerra, i genitori di Maria cercarono di ritrovarla ma vi riuscirono solo nel 1949. Adeline Hertogh ricorse al tribunale per rivendicare la custodia di Maria.
Un tribunale di Singapore decretò che Maria doveva essere restituita ai suoi genitori naturali. Dopo l'annuncio del verdetto, Maria gridò: "Mia madre è Amirah. Lei mi ha amata, accudita e allevata". Allora Che Amirah presentò appello e il verdetto fu annullato nel 1950.
Ad agosto le tredicenne Maria sposò un insegnante ventiduenne con un rito matrimoniale musulmano. Nel frattempo vi fu un nuovo ricorso in appello contro la sentenza di custodia.
Il tribunale decretò che il padre di Maria non aveva mai acconsentito a far crescere la ragazza dagli Amirah e che quindi la custodia doveva essere assegnata agli Hertogh.
Inoltre il tribunale annullò il matrimonio di Maria. Mentre gli Amirah si appellavano contro quest'ultimo verdetto, le autorità decisero di affidare Maria a un convento. Le foto di Maria in un convento cristiano pubblicate sui giornali, suscitarono l'antipatia della popolazione musulmana di Singapore.
L'11 dicembre il tribunale pronunciò la sua decisione finale, respingendo il ricorso di Amirah e confermando agli Hertogh la custodia di Maria. Dopo l'annuncio del verdetto, folle di musulmani iniziarono a creare disordini fuori del palazzo di giustizia.
Vi furono 18 morti e 173 feriti prima che la polizia militare britannica riconquistasse il controllo delle strade, tre giorni dopo.
Successivamente Maria si trasferì in Olanda, dove il 20 aprile 1956 sposò Maria Johan Gerardus Wolkefeld, un olandese cristiano cattolico di 21 anni. Il 15 febbraio 1957 ha dato alla luce un figlio, il primo di dieci figli.
Ha sempre desiderato di tornare in Malesia, la sua terra d'origine per visitare i suoi anziani genitori adottivi. Ma. purtroppo, questo viaggio non si realizzerà mai a causa delle sue difficoltà economiche.
L'8 luglio 2009, Maria Hertogh morì all'età di 72 nella sua casa a Huijbergen, a causa di leucemia.
3. I Sette di Chicago (1969-1970)
Il caso dei Sette di Chicago, che aveva dato origine a tumulti per le strade durante il congresso nazionale democratico del 1968, a Chicago, scatenò una nuova serie di proteste dopo che la giuria emise il verdetto nel 1970.
Il processo stesso fu caotico: si dovette legare e imbavagliare il leader delle Pantere nere, Bobby Seale, per farlo stare zitto, e la moglie del leader hippie Abbie Hoffman avvisò il giudice che avrebbe ballato sulla sua tomba.
I sette imputati vennero prosciolti dall'accusa di cospirazione, ma cinque di loro ebbero il massimo della pena (5 anni, oltre alle ammende e alle spese processuali) per via della loro intenzione di provocare un tumulto.
La "giuria delle strade" espresse la sua disapprovazione immediata: circa 5.000 dimostranti protestarono contro il verdetto a Boston, 3.000 scesero in piazza a Chicago e a Washington, più di 500 manifestanti si riunirono davanti alla residenza Watergate del ministro della Giustizia statunitense John Mitchell.
Alcuni studenti della University of California di Santa Barbara bruciarono una banca locale in segno di protesta, inducendo il governatore Ronald Reagan a minacciare ulteriori azioni penali antisommossa.
4. Il caso giudiziario di Dan White (1979)
Al suo processo per gil omicidi di George Moscone, sindaco di San Francisco, e del funzionario amministrativo Harvey Milk, Dan White dichiarò, quale circostanza attenuante, di avere mangiato troppo cibo spazzatura.
White - ex poliziotto e membro del consiglio dei funzionari amministrativi della città (era stato eletto con lo slogan "il crimine è il nemico numero uno per me") - si era dimesso dal consiglio e poi aveva cambiato idea.
Irritato dal rifiuto del sindaco di rinominarlo, aveva sparato a Moscone e Milk, leader della numerosa popolazione gay della città, il 27 novembre 1978.
White aveva sofferto di depressioni, aggravate dal consumo eccessivo di Twinky (merendine americane molto soffici riempite di crema), come sostenne il suo avvocato.
Il 21 maggio 1979, quando la giuria emise il verdetto di omicidio involontario dovuto a "seminfermità mentale" (che implicava la possibilità della liberazione condizionale dopo 5 anni) l'enorme comunità gay (e non solo) e i suoi sostenitori insorsero per le strade di San Francisco, incendiando 12 auto della polizia e causando danni alla proprietà per un milione di dollari.
Come proclamò un leader gay: "La società dovrà avere a che fare con noi e si accorgerà che non siamo graziose fatine con saloni di parrucchiere, ma gente capace di violenza". White si suicidò nel 1985.
5. Il processo per il pestaggio di Rodney King (29-30 aprile 1992)
Nelle prima ore del mattino del 3 marzo 1991, l'automobilista Rodney King è stato fermato da alcuni poliziotti di Los Angeles dopo un inseguimento ad alta velocità per circa 5 km.
Secondo il verbali dell'arresto, messi agli atti successivamente, Rodney King si è rifiutato di uscire dall'auto e poi ha ingaggiato una tale lotta che gli agenti hanno dovuto usare gli sfollagente e armi non letali per soggiogarlo.
All'insaputa della polizia, tutto l'episodio era stato però filmato da un abitante della zona e il video mostrava una storia diversa.
A giudicare dal nastro, King aveva fatto poca resistenza, mentre parecchi poliziotti lo avevano preso a calci e picchiato fino a farlo accasciare per terra e una dozzina di loro colleghi stavano a guardare.
Lo sdegno del pubblico ha condotto a una grande inchiesta giudiziaria che ha incriminato 4 agenti - Theodore J. Briseno, Stacey C. Koons, Laurence M. Powell e Timothy E. Wind - per aggressione e uso indebito della forza.
A causa dell'enorme pubblicità, quando il processo ha avuto inizio, il 4 marzo 1992, era stato trasferito da Los Angeles alla periferia Simi Valley. L'accusa ha presentato parecchi testimoni ed essi hanno affermato che i poliziotti - in modo particolare Powell - erano "fuori controllo".
Tuttavia l'avvocato difensore, Michael Stone, ha affermato con insistenza: "Non vediamo un esempio di brutalità ingiustificata da parte della polizia. Vediamo piuttosto un uso controllato di colpi di manganello, motivati dall'evidente necessità di arrestare quest'uomo".
La giuria ha concordato in modo inequivocabile e il 29 aprile ha emesso verdetti di non colpevolezza per tutti gli imputati. La sentenza ha sconvolto Los Angeles. In poche ore in città si sono scatenati tumulti che hanno provocato 58 morti e danni per 1 miliardo di dollari.