“È roba da Medioevo!”, si afferma ancora oggi con disprezzo quando si vuole sottolineare l’arretratezza di una situazione.
Il Medioevo è il periodo storico che si situa tra l’età antica e quella moderna; convenzionalmente i limiti temporali sono il 476, anno della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, e il 1492, anno della scoperta dell’America.
Per molto tempo non ha goduto di una buona fama: i Rinascimentali (ce lo dice il termine stesso) si ritenevano protagonisti di una rinascita della vita culturale, artistica e scientifica dopo secoli di barbarie.
Gli illuministi consideravano il Medioevo un’epoca buia, dominata dall’oscurantismo religioso e dalla superstizione (cui contrapponevano il trionfo della ragione e dei “lumi”).
Soltanto nell’Ottocento e, ancor più nettamente, nel Novecento gli studiosi hanno iniziato a sottolineare i meriti del Medioevo riconoscendone le grandi trasformazioni sociali, il fermento spirituale e intellettuale e i progressi tecnologici ed economici che ancora oggi animano la nostra vita quotidiana.
È proprio in quell’epoca che sono nati moltissimi oggetti che usiamo tutti i giorni.
Dalla pasta agli occhiali e gli assegni… ecco 7 invenzioni di oggetti inventati nel medioevo che usiamo tutti i giorni ancora oggi!
1. Commercio: la lettera di cambio, il banco, la partita doppia e il Monte di Pietà
- Verso la metà del XII secolo viene inventata la lettera di cambio, un atto certificato da un notaio in cui si attesta il credito del prenditore; in questo modo i mercanti potevano viaggiare senza portare con sé ingenti somme di denaro (con il timore di essere derubati!) e ricevere il proprio pagamento anche in un altro paese presentandosi a riscuotere con la lettera di cambio presso il banco locale.
Sul banco, cioè sul tavolo, i cambiatori di monete esercitano la propria attività ricevendo in deposito le monete ed emettendo le lettere in cambio di una sovrattassa.
- Sempre per agevolare il lavoro di mercanti e banchieri viene inventata agli inizi del Quattrocento la partita doppia, cioè il metodo di scrittura contabile in cui le operazioni economico-finanziarie vengono rappresentate graficamente in due colonne distinte (dare e avere) in modo tale da poter controllare rapidamente il reddito del periodo e la propria situazione patrimoniale.
- Per volontà di due frati francescani desiderosi di aiutare chi avesse bisogno di denaro (evitando, però, che ricorresse al prestito ad usura) viene istituito il Monte di Pietà: presentando un oggetto in pegno il debitore riceveva in cambio un prestito pari a due terzi del valore dell’oggetto.
Se entro un anno il prestito non veniva restituito, l’oggetto veniva messo in vendita. Tutti questi cambiamenti, però, non sarebbero stati possibili se non si fosse diffusa in tutta Europa la numerazione araba, quella da noi utilizzata.
Nella foto sotto, l’antenato del moderno assegno: una lettera di cambio datata 1398.
2. Gli occhiali, la forchetta e la pasta
- Gli occhiali
Fino al Medioevo per chi soffriva di ipermetropia (la visione sfuocata delle immagini) o per chi, a causa dell’avanzare dell’età, cadeva vittima della presbiopia (la difficoltà a vedere da vicino) non c’era un rimedio disponibile.
La prima testimonianza dell’invenzione del prezioso ausilio visivo risale al 1305 quando un frate domenicano, Giordano da Pisa, loda gli occhiali durante una predica nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze: «Non è ancora venti anni che si trovò l’arte di fare gli occhiali, che fanno vedere bene, ch’è una delle migliori arti e delle più necessarie che ‘l mondo abbia».
L’invenzione degli occhiali, quindi, risale pressappoco alla fine del Duecento ma il nome di colui che, per primo, intuì l’importanza delle lenti concave, convesse e biconvesse rimane sconosciuto; attorno alla produzione degli occhiali, infatti, vige per almeno due secoli il vincolo del silenzio e della segretezza.
I pochi che conoscono le tecniche di fabbricazione (ad esempio, a Venezia dove la lavorazione del vetro è molto avanzata) cercano di trarne il massimo guadagno tenendo per sé i segreti del mestiere.
Agli inizi del Trecento un altro domenicano, fra Alessandro della Spina, promosse il metodo per fabbricare gli occhiali contribuendo così a rompere il monopolio dei primi inventori.
- Maccheroni, lasagne, spaghetti e la forchetta
La diffusione dei mulini e, quindi, l’aumento della produzione di farina contribuirono alla nascita del cibo più tipico del nostro paese: la pasta!
Con la farina di grano duro e l’acqua i medievali inventarono i maccheroni, le lasagne e gli spaghetti.
Fu proprio per poter mangiare più comodamente questo nuovo alimento caldo e scivoloso che si diffuse l’utilizzo della forchetta; fino ad allora, infatti, i commensali mangiavano con le mani attingendo direttamente dai taglieri posti sul tavolo e aiutandosi con un coltello per tagliare i pezzi più grossi.
3. L’orologio meccanico
- Fino alla fine del Duecento i rintocchi delle campane, le meridiane che sfruttavano l’ombra del sole e le clessidre ad acqua e a sabbia segnavano lo scorrere delle giornate.
Le ore venivano calcolate a partire dal levare del sole: l’ora prima corrispondeva all’incirca alle sei del mattino, la terza alle nove, la sesta a mezzogiorno, l’ora nona alle tre del pomeriggio e così via. In questo modo, però, essendo l’orario dell’alba variabile a seconda delle stagioni, le giornate risultavano più brevi d’inverno e più lunghe d’estate.
E vi erano problemi pratici: le meridiane non possono essere usate di notte e le clessidre ad acqua si gelano nei climi rigidi.
- L’invenzione dei grandi orologi meccanici, resasi possibile grazie agli straordinari miglioramenti avvenuti nella lavorazione dei metalli, rimediò almeno in parte a questi inconvenienti: gli orologi erano montati sulle torri dei campanili o dei palazzi comunali e, almeno teoricamente, segnavano una giornata fatta finalmente di ore tutte uguali.
In realtà l’attrito tra i meccanismi creava ritardi anche di un’ora al giorno ma la torre dell’orologio rappresentava comunque il fulcro della vita cittadina.
- L'orologio meccanico è un'invenzione cinese e non serviva tanto a misurare il tempo quanto a meravigliare. Nacque dopo il viaggio in Oriente di Marco Polo.
Gli studiosi per comune consenso situano la comparsa dei primi orologi verso la fine del Duecento.
Era quella l'età in cui le città stavano espandendosi rapidamente e la nuova civiltà urbana si stava affermando.
Nella foto sotto, l’orologio della cattedrale di Wells in Inghilterra è uno dei più antichi d’Europa.
4. La polvere da sparo
Al Medioevo si deve anche l’invenzione della temibile polvere da sparo.
A quando risalga l’invenzione della primigenia polvere da sparo rimane un mistero, anche se gli antichi cinesi conoscevano miscugli esplosivi in grado di produrre una emissione rapida di enormi quantità di gas e quindi capaci di sviluppare notevoli energie di spinta.
Vi sono poi riferimenti a civiltà come quella araba e bizantina, e in ogni caso il filone greco-arabo sembra il più accreditato, in quanto arriva fino ai due maestri medievali Ruggero Bacone e Alberto Magno.
La discussione sull’argomento potrà continuare a lungo tra gli studiosi, ma per ora quello che abbiamo stabilito con certezza è che l’invenzione della polvere avvenne con tutta probabilità in Europa, in un periodo compreso verosimilmente tra il 1225 ed il 1250.
Il francescano Ruggero Bacone, fra i suoi scritti, pubblicò una formula per la fabbricazione della polvere da sparo; egli descrive nel 1268 l’esplosione della polvere che “ tuona e lampeggia” e ne dà la composizione.
Bacone non fu però l’inventore, ma con ogni probabilità fu solo colui che raccolse notizie da fonti precedenti, alcuni sostengono migliorando una formula araba, le rielaborò e le pubblicò: sette parti di salnitro, cinque di carbone di legno di nocciolo e cinque di zolfo.
La battaglia di Crécy del 1346 tra inglesi e francesi è il primo scontro in cui si ha testimonianza certa dell’impiego di cannoni.
La polvere da sparo era composta da un miscuglio di carbone, salnitro e zolfo in proporzioni variabili nel corso dei secoli (agli inizi dell’Ottocento si giunse alla proporzione ottimale di 75 parti di salnitro, 15 di carbone e 10 di zolfo).
Inizialmente, soprattutto in Italia, vi fu grande ostilità nei confronti dell’utilizzo delle armi da fuoco in quanto si riteneva che annullassero il valore e il coraggio dei cavalieri; non erano più l’abilità con la spada e l’addestramento a decidere le sorti degli sfidanti ma un semplice colpo di archibugio.
5. Le università, i mulini e carriole
- Le università
Coloro che ritengono il Medioevo un’epoca buia dovrebbero ricordarsi che proprio tra il XII e il XIII secolo sorgono in Europa le prime università intese nel senso moderno del termine; luoghi, cioè, dove gli studenti si riuniscono per studiare e per seguire specifici corsi di insegnamento superiore.
L’insieme dei corsi era detto studium mentre le diverse aree disciplinari si chiamavano, come al giorno d’oggi, facoltà (facultates).
All’Università di Bologna spetta il primato di università più antica del mondo; già nell’XI secolo nel capoluogo emiliano si trova una scuola giuridica che richiama studenti da tutta l’Europa; proprio per evitare che i sudditi si allontanino dal regno per recarsi a studiare altrove Federico II di Svevia fonda nel 1224 a Napoli l’università che ancora oggi porta il suo nome.
Nelle università medievali si studiavano le arti liberali (da liber cioè libere, non finalizzate al guadagno ma al miglioramento di sé: grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, musica e astronomia) e, a un livello superiore, la teologia, il diritto e la medicina (a Salerno si trovava la nota Scuola medica salernitana).
Nella foto sotto Parigi. La sua università è una delle più antiche, fondata nel 1253 dal sacerdote teologo Robert de Sorbon.
- Mulini e carriole
Benché conoscessero il funzionamento dei mulini ad acqua, i Romani non li avevano mai sfruttati preferendo ricorrere al lavoro quasi gratuito degli schiavi; nel Medioevo i cambiamenti sociali e culturali (in Europa la schiavitù fu proibita dalla Chiesa in quanto contraria alla dottrina cristiana dell’eguaglianza tra gli uomini) determinarono la scoperta di varie innovazioni per facilitare il lavoro nelle campagne.
I mulini ad acqua e a vento si diffusero rapidamente e grazie all’introduzione di pale sfalsate e un po’ inclinate (così da sfruttare meglio acqua e vento) aumentò moltissimo l’efficienza.
Anche un’invenzione fondamentale come la carriola risale al Medioevo: questo semplice attrezzo permise a chiunque di trasportare carichi anche molto pesanti senza troppa fatica.
Si scoprì, inoltre, che il terreno agricolo rimane più fertile e rende di più se ogni anno si varia il tipo di coltura che vi viene seminato e si introdusse, pertanto, la rotazione delle colture.