“Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature”: il Cantico delle Creature (1224 circa), con le sue parole meravigliose e vibranti di devozione, non è solo la summa dello spirito caritatevole e contemplativo di San Francesco, ma anche il testo poetico più antico della tradizione letteraria del nostro Paese.
Il “poverello di Assisi”, primo vero pacifista della storia, infatti, ha rappresentato un punto nevralgico per le vicende religiose e culturali non solo dell’Umbria, ma dell’Italia intera.
È senz’altro il santo più amato e quello che meglio rappresenta l’anima più profonda del Cristianesimo.
Ha predicato, infatti, la rinuncia, la fratellanza, il perdono e la gioia di vivere, ricordando la necessità di dedicarsi a chi ha più bisogno.
Visitare i luoghi in cui si è svolta la sua vicenda umana rappresenta, oltre che un viaggio storico punteggiato di opere d’arte inestimabili, anche un percorso nella spiritualità.
1. Assisi
Assisi - Provincia di Perugia, www.comune.assisi.pg.it
Il mondo intero ha tremato, nel 1997, quando un terremoto ha colpito duramente Marche e Umbria, straziando i monumenti simbolo di questa città.
Ma la ripresa non si è fatta attendere e sforzi imponenti hanno portato indietro le lancette, rimettendo tutto a posto.
Assisi è uno scrigno di tesori d’arte, non per niente è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Ma è soprattutto il cuore della cristianità. Vi nacque San Francesco, nel 1182, fondatore dell’ordine mendicante che prese il suo stesso nome.
Due anni dopo la morte, avvenuta il 3 ottobre 1226, papa Gregorio IX incaricò Frate Elia, vicario dell’ordine francescano, di occuparsi della costruzione di una chiesa da dedicare al Santo.
Secondo un'inchiesta dell’americano Wall Street Journal, la Basilica di San Francesco è uno dei santuari più visitati del Pianeta (è al quinto posto con oltre 5 milioni di pellegrini all’anno, dopo la Madonna di Guadalupe in Messico, che è prima, Lourdes in Francia, e altre due mete italiane: San Pietro e San Pio da Pietrelcina).
È composta da due chiese sovrapposte. Nella cripta di quella inferiore riposano le spoglie del Santo, localizzate solo nel 1818 perché, all’epoca della costruzione, Frate Elia le aveva fatte arrivare al cantiere, ma poi non aveva consentito a nessuno di vederne la collocazione.
E i lavori erano proseguiti, avvolgendo nell’oblio gli ultimi resti mortali del Poverello di Assisi. Visitare la chiesa superiore significa rimanere sbigottiti davanti alle 28 scene che raccontano la vita di Francesco, affrescate fra il 1296 e il 1300 da Giotto e dalla sua bottega.
Un’altra basilica della città è dedicata, invece, a Santa Chiara. La giovane fu molto legata a Francesco e ai suoi ideali. All’età di 17 anni lasciò la famiglia per seguirlo e fondò persino un proprio ordine, quello delle Clarisse.
Il suo corpo riposa nell’edificio, iniziato nel 1257. Vi si trova anche il Crocifisso del Duecento che, secondo la tradizione, quando era ancora posizionato nella chiesa di San Damiano, avrebbe parlato a Francesco, ordinandogli di iniziare il suo cammino spirituale.
Dopo aver visitato la cattedrale di San Rufino (il Duomo), vale la pena di inerpicarsi su per le stradine medioevali fino alla Rocca Maggiore, distrutta nel XII secolo e ricostruita nel Trecento dal cardinale Albornoz.
Per finire bisogna fare una sosta a Santa Maria degli Angeli (una frazione di Assisi). Il santuario, edificato fra il 1569 e il 1684, è una delle chiese più grandi del mondo.
Sarà per questo che entrando si ha l’impressione che ci sia poco della filosofia di Francesco. Dentro però c’è la Porziuncola, ciò che rimane dell’antica cappella in cui egli pregava, dove fondò il suo ordine e in fine morì.
Non prima di aver detto:“Codesto luogo è veramente santo e abitazione di Dio... qui chi pregherà con devozione otterrà quanto avrà richiesto“.
2. L’eremo delle Carceri e Bevagna
L’eremo delle Carceri - Assisi (Pg), www.eremodellecarceri.it
Un nome che è tutto un programma. Agli eremiti le grotte e gli anfratti del Monte Subasio erano già noti come posti dove rifugiarsi, isolandosi dal resto del mondo.
E Francesco ne seguì le orme. In questo eremo si “carcerava” (la parola carcere stava per “sacro ritiro”) insieme ai suoi compagni per meditare, lontano da tutto e da tutti.
Nel corso dei secoli, il sito si è arricchito di edifici, fino all’aspetto attuale. Oggi è un convento, immerso nei boschi, a quasi 800 metri di altezza.
Nel cuore del santuario c’è la grotta dove il Santo riposava. Chiuso da una lapide, un altro luogo appartiene alle leggende che circondano la sua esistenza: il Buco del Diavolo.
Secondo la tradizione la spaccatura si aprì quando vi sprofondò il demonio che aveva cercato invano di tentare Francesco.
E ancora, si dice che da queste parti scorresse un torrente e che, con il suo scrosciare incessante, disturbasse la preghiera dei frati. Allora Francesco gli ordinò di smettere.
E l’acqua tacque per sempre.
Bevagna (Pg), prolocobevagna.it
Si narra che lungo la strada che porta da Cannara a Bevagna, nel Pian d’Arca, tra il 1212 e il 1213 San Francesco tenne la sua famosa predica agli uccelli, esortandoli a lodare il Signore che diede loro piume per vestirsi, ali per volare e li alleggerì da ogni preoccupazione.
La pietra sulla quale avrebbe pronunciato quel discorso è conservata a Bevagna, nella chiesa di San Francesco. Siamo in un suggestivo borgo circondato da mura, con antiche botteghe.
Attorno alla bella Piazza Silvestri,che risale al XII-XIII secolo, sono distribuiti numerosi monumenti che ricordano il suo importante passato romano e medievale.
Da non perdere l’edificio delle Terme, su Via di Porta Guelfa. È del II secolo e nel frigidarium, il luogo riservato al bagno con acqua fredda, è conservato un mosaico romano con creature marine.
3. Todi
Todi - Provincia di Perugia, www.comune.todi.pg.it
Arroccata su un’altura che domina la valle del Tevere da 400 metri di altezza, Todi è una bella città medioevale.
La sua è una lunga storia, che risale addirittura all’Età del Ferro, prosegue sotto gli etruschi e i romani fino allo splendore dell’epoca dei Comuni, e camminando per le vie e i vicoli la si vede riflessa un po’ ovunque.
In piazza del Popolo, solo per fare un esempio, dove si trovano il Duomo del XII secolo, nato sui resti di un tempio romano del dio Apollo; e poi il Palazzo del Capitano e il Palazzo del Popolo, entrambi del XIII secolo.
In questa cittadina nacque nel 1228 Jacopone de Benedetti (detto poi Jacopone da Todi), celebre poeta medioevale oltre che uno dei seguaci più tormentati degli ideali di San Francesco. Trascorse la giovinezza fra lusso e feste. Divenne notaio e si sposò.
La sua vita giunse a una svolta quando la moglie morì, a causa del crollo di un pavimento, ed egli si accorse che la donna, sotto gli abiti eleganti, indossava un cilicio come strumento di penitenza.
Abbandonò tutto e si allontanò vivendo in povertà estrema e dopo qualche anno entrò nell’ordine francescano, nella corrente più rigorosa. Le sue spoglie riposano in una cripta della chiesa di San Fortunato.
Per realizzare questo edificio, in stile gotico, ci volle più di un secolo e nonostante ciò la facciata risulta incompiuta. All’interno, fra le varie opere, è conservato anche un affresco di Masolino da Panicale, che raffigura la Madonna con Bambino e due Angeli.
Fuori dalle mura si trova Santa Maria della Consolazione, uno degli esempi più belli di architettura rinascimentale italiana, terminata nel 1607. Sembra che il disegno ispiratore fosse del Bramante e fu edificata in un luogo dove avvennero dei miracoli.
Una delle storie parla di un operaio cieco da un occhio che, mentre era intento a ripulire il terreno intorno a un’antica edicola votiva dedicata alla Vergine, tolse la polvere dal viso della statua con il suo fazzoletto. Poi si asciugò il volto e riacquistò miracolosamente la vista.
4. Gubbio
Gubbio - Provincia di Perugia, www.comune.gubbio.pg.it
A Gubbio, secondo le leggende, San Francesco ammansì un lupo feroce che terrorizzava la popolazione.
Da lontano la città si manifesta al viaggiatore con le sue case e i palazzi fatti di chiara pietra calcarea che contrastano con i toni verdi o scuri, a seconda della stagione, degli Appennini che la circondano e del sovrastante Monte Ingino.
Come altri borghi umbri, di storia ne ha da vendere. Lo dicono anche le sette Tavole Eugubine, in bronzo, che sono conservate nel Museo Civico e aprono squarci di luce su ciò che accadeva da queste parti intorno al II secolo prima di Cristo.
Sono testi rituali, con preghiere in versi, elenchi dei nemici di Gubbio e una serie di istruzioni per i sacrifici di animali.
Se non bastasse, ci sono i resti, in buono stato di conservazione, del Teatro Romano del I secolo dopo Cristo, del diametro di circa 70 metri, che al tempo poteva ospitare fino a 6 mila spettatori.
Lo fa ancora oggi visto che viene utilizzato per festival e spettacoli durante i mesi estivi. Per Gubbio il Medioevo fu un periodo florido, di espansione e ricchezza.
Di conseguenza si arricchì di meravigliose architetture e di preziose opere d’arte. Come il Palazzo dei Consoli, dai profili merlati e con un campanile alto quasi 60 metri.
E il Duomo, a pochi passi di distanza, un edificio in stile gotico del XIII secolo, colmo di dipinti e di colorate vetrate del XII secolo. È gotica anche la chiesa di San Francesco che vanta numerosi affreschi antichi.
Fu costruita nel XIII secolo dove si trovava la residenza della famiglia Spadalonga. Dopo la rinuncia ai beni terreni, San Francesco si rifugiò da loro. E in una cappella della chiesa era un tempo ubicato il luogo dove egli riposava.
5. Umbertide e Città di Castello
Umbertide - Provincia di Perugia, www.comune.umbertide.pg.it
Sulla strada per Città di Castello vale una sosta Umbertide. Qui si trova una delle diverse chiese dedicate a San Francesco costruite dai frati minori.
È la più antica della cittadina e sorse alla fine del XIII secolo, seguendo il modello caratteristico delle chiese degli ordini mendicanti: una sola navata, tetto in travatura, finestroni bifori o trifori.
La navata laterale sinistra è un’aggiunta successiva. All’interno è conservata una tela con la Madonna, il Bambino e alcuni santi, fra i quali il Poverello di Assisi, firmata da Niccolò Circignani, detto il Pomarancio.
Simbolo di Umbertide è la Rocca, massiccia fortezza medioevale con una torre quadrata di oltre 30 metri, due torrioni circolari e mura di oltre due metri di spessore, che si affaccia sul torrente Reggia.
Anticamente era usata come carcere e aveva due porte con tanto di ponti levatoi.
La Collegiata di Santa Maria della Reggia, di pianta ottagonale, risale al XVI secolo e fu costruita su insistente richiesta dei cittadini per racchiudervi un’immagine ritenuta miracolosa che era affrescata in una cappella dei dintorni.
Città di Castello - Provincia di Perugia, www.cittadicastelloturismo.it
Durante i suoi pellegrinaggi verso il monte della Verna, in Toscana, dove ricevette le stimmate, San Francesco passava da Città di Castello e si ritirava in preghiera in un luogo isolato sulle colline, a Santa Croce di Nuvole.
Secondo la tradizione, uno dei suoi devoti gli donò una piccola cappella, circondata da un orto. E qui si stabilirono i frati minori. Oggi è noto come Eremo del Buonriposo e appartiene a privati.
Fra sacro e profano, il passo può essere breve. Allora perché non regalarsi una bella passeggiata nel cuore della città (che ha dato i natali all’attrice Monica Bellucci), fra la cattedrale, che conserva una tela dipinta dal Pomarancio, e la Torre civica, che risale al XIII secolo e che dalla sua cima offre un suggestivo panorama sul centro storico e sulla vallata circostante?
C’è poi la Chiesa di San Francesco, in stile gotico, edificata nel XIV secolo, che in passato ha racchiuso due celebri capolavori: Lo sposalizio della Vergine di Raffaello (quella che si vede è una copia), trafugato dalle truppe napoleoniche e oggi in una sala della Pinacoteca di Brera a Milano, e L’adorazione dei pastori di Luca Signorelli, che invece ha varcato i confini nazionali per finire nella prestigiosa National Gallery di Londra.
E a proposito di arte, non si può tralasciare una visita alla Pinacoteca Comunale, all’interno di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, seconda per importanza in Umbria solo alla Galleria Nazionale di Perugia.
In esposizione opere di Raffaello, Signorelli, Domenico Ghirlandaio, Pomarancio, Luca della Robbia. Per gli appassionati di generi più moderni c’è, invece, la Collezione Burri, la raccolta delle opere di Alberto Burri, tra i più rappresentativi esponenti dell’arte contemporanea.
Note
IL CONTESTO STORICO
Francesco ebbe origini agiate: nato ad Assisi nel 1182, era figlio di un ricco mercante di stoffe, Pietro di Bernardone, e di una nobile di probabili origini francesi, Giovanna Pica. Inizialmente, egli seguì l’ambizione cavalleresca.
Nel 1202 circa, partecipò alla battaglia di Collestrada tra la sua città natale e Perugia, mentre, nel 1204-1205, si mosse alla volta di Lecce, intenzionato, in previsione di una Crociata, ad unirsi alle truppe di Gualtieri III di Brienne.
Durante quel viaggio, però, qualcosa in Francesco cambiò e gli fece abbandonare le armi. Molte agiografie raccontano di una malattia che lo colpì a Spoleto e di alcune visioni notturne che gli indicarono un diverso cammino di vita.
In nome di questo nuovo sentire, egli diede avvio ad una “rivoluzione” religiosa: nonostante l’opposizione paterna, si spogliò di tutti i suoi beni, si mise al servizio dei più deboli, dei poveri, dei malati, perfino dei lebbrosi, si dedicò alla preghiera e alla predicazione, vivendo, con spirito sereno e lieto, d’elemosina e penitenza.
Intorno al 1208, iniziò a raccogliere seguaci, tra cui Bernardo di Quintavalle e, l’ anno dopo si recò a Roma dove ottenne un riconoscimento verbale di papa Innocenzo III per il suo gruppo (l’ approvazione “ufficiale” arrivò il 29 novembre 1223 con Onorio III).
Poco a poco, l’ordine creò i primi conventi, si espanse anche in Europa e “conquistò” la vocazione femminile. La prima e la più importante donna a seguire l’esempio e ad abbracciare “sorella povertà” fu la nobile Chiara Scifi, futura santa e fondatrice delle Clarisse.
L’opera di Francesco continuò costante e impavida per anni: nel 1219, durante la Quinta Crociata, si recò addirittura in Egitto per convertire il sultano al-Malik al-Kamil e arrivare alla pace. Non riuscì nel suo intento, ma, con la sua grandezza morale, conquistò comunque il rispetto del nemico.
Il frate, che già dal 1224 aveva gravi problemi di salute e, secondo la tradizione, le stigmate, si spense nella stupenda chiesetta della Porziuncola, luogo a cui era molto legato, tra il 3 e il 4 ottobre 1226 e fu canonizzato il 16 luglio 1228.