Se dovessimo stilare una classifica degli animali vittime di pregiudizi, i pipistrelli si piazzerebbero molto in alto. Molta gente non li conosce e quindi ne ha paura.
Sono animali notturni, i demoni sono raffigurati con ali da pipistrello e l’accostamento con Dracula ha dato loro il colpo di grazia.
Per non parlare del Covid (SARS-CoV-2 è simile a coronavirus trovati in alcuni pipistrelli, ma in realtà la sua origine non è chiarita.
Forse i primissimi pipistrelli hanno svolazzato sopra le teste degli ultimi dinosauri, ma i fossili più antichi che abbiamo trovato risalgono a 52 milioni di anni fa, dopo l’estinzione dei grandi rettili. Fanno parte dei Laurasiatheria (come anche carnivori e ungulati): nulla a che fare coi roditori dunque, anche se a qualcuno sembrano “topi volanti”.
Ne esistono più di 1.400 specie, ma ogni anno ne troviamo di nuove. Sono diffusi in tutto il mondo, a parte l’Antartide, e in Italia sono rappresentati da 35 specie, tra cui una endemica, l’orecchione sardo, descritto nel 2003 e la cui popolazione da allora è crollata oltre il 90%: al momento si stima che ne esistano 150 individui.
Ma i pipistrelli sinantropici, quelli che hanno trovato il modo di convivere con l’uomo, sono pochi: i più diffusi sono il pipistrello albolimbato, il pipistrello di Savi e il pipistrello nano.
E allora proviamo a conoscere meglio questi mammiferi – gli unici della classe a volare – e a sfatare qualche mito in un viaggio in 10 tappe.
1. IL CICLO VITALE E LA DIETA
- IL CICLO VITALE: LETARGO E NASCITE
Da noi, siamo abituati a vederli nelle nottate estive. E in inverno? Nel periodo invernale vanno in ibernazione, in quello estivo i cuccioli vengono messi al mondo e allattati.
Almeno nelle aree temperate, dove i pipistrelli sono tutti insettivori e gli insetti quando fa freddo sono scarsi: sarebbe fallimentare essere troppo attivi d’inverno.
Quindi i pipistrelli attuano una strategia di risparmio energetico. È il cosiddetto torpore: rallentano il respiro e il battito cardiaco, abbassano la temperatura corporea e sopravvivono usando il grasso accumulato d’estate.
Il loro letargo non è ininterrotto, anzi: ne escono per defecare, urinare, bere, in certi casi per accoppiarsi. E dormire, visto che il letargo non è un sonno e l’attività del cervello è del tutto diversa (è definita di veglia lenta).
Quando arriva il caldo, formano le colonie di riproduzione o nursery: è il momento del parto, che porta alla nascita di un singolo cucciolo, molto raramente due.
Inizia poi l’allattamento, durante il quale le femmine investono tantissime energie per far crescere il cucciolo, che in poco più di un mese raggiunge le dimensioni di un adulto.
In gravidanza e allattamento, le mamme “sacrificano” il calcio delle loro ossa per favorire lo sviluppo dello scheletro nei figli: una sorta di osteoporosi fisiologica. Sono fasi delicate per i pipistrelli e disturbarli causa loro grossi problemi.
- LA DIETA: DAGLI SCORPIONI ALLE FOGLIE
I pipistrelli hanno una dieta molto varia. In Europa i “nostri” pipistrelli sono insettivori, con l’eccezione del vespertilio di Capaccini, che può nutrirsi anche di piccoli pesci, e della nottola gigante, il più grosso pipistrello europeo (arriva a pesare 70 grammi), che mangia anche uccelli.
Uscendo dall’Europa, però, si trovano pipistrelli che mangiano di tutto un po’. Nei deserti del Medio Oriente vive Otonycteris hemprichii, che si nutre di scorpioni ed è immune al loro veleno.
Ci sono pipistrelli che mangiano topi, rane, persino altri pipistrelli.
E tre specie di vampiri, in America Latina, che si nutrono di sangue: individuano i vasi sanguigni sugli animali (come vacche o tapiri) grazie a recettori sul naso sensibili agli infrarossi, cioè al calore, e mordono iniettando anticoagulanti per prelevare il sangue. E poi ci sono specie “vegetariane”, che mangiano frutta, foglie, fiori e semi, soprattutto nelle regioni tropicali.
2. I “SERVIZI” PER NOI E LE MINACCE
- I “SERVIZI” PER NOI: INSETTICIDI NATURALI
Il fatto che molti pipistrelli siano insettivori è utile all’uomo. Molte specie mangiano zanzare – vanno di moda le bat box proprio per questo – ma il vero servizio è un altro: i pipistrelli mangiano insetti nocivi, di aree agricole, forestali e urbane.
Una femmina di vespertilio bruno in allattamento arriva a mangiare il 125% del suo peso in insetti in una notte: pesa circa 8 g e ne consuma 10. Moltiplicate per un’intera colonia e capirete quanto bene possano fare alle piante attaccate da parassiti.
Fuori dall’Europa, molte specie che si nutrono di frutta (come le volpi volanti, che superano il metro e mezzo di apertura alare) favoriscono la dispersione dei semi.
E poi ci sono le specie che si nutrono del nettare prodotto dai fiori e così li impollinano: alcuni fiori hanno petali fatti per riflettere i segnali del biosonar dei pipistrelli e così attirarli.
Queste specie hanno un ruolo economico. L’agave, che in Messico si usa per produrre mezcal e tequila, è impollinata da alcune specie di pipistrelli.
- LE MINACCE: VELENI E DISTURBI
Il ruolo di “servitori dell’ecosistema” dei pipistrelli è spesso sottovalutato, con conseguenze devastanti per le specie che si nutrono di insetti nocivi. Per contrastare questi ultimi usiamo i pesticidi, ma l’uso seleziona insetti resistenti, che accumulano sostanze tossiche senza morire. E chi se li mangia le ingerisce. Dopo un po’ il pesticida non ha più effetto sugli insetti, ma intossica i pipistrelli (e gli uccelli insettivori) che sarebbero i loro nemici naturali.
Ci sono poi problemi di conservazione legati ai luoghi dove i pipistrelli vivono. Una speleologia non rispettosa o il turismo di grotta possono disturbare intere colonie. O pensate agli edifici rurali abbandonati, usati dai pipistrelli come rifugi, che vengono ristrutturati. E nelle foreste gli alberi deperenti o morti, che ospitano molte specie, sono spesso visti come qualcosa da rimuovere. Per fortuna la mentalità della gestione forestale sta cambiando.
3. LE TECNOLOGIE A RISCHIO E I RIFUGI
- LE TECNOLOGIE A RISCHIO: L’EOLICO
C’è poi il complicato discorso sull’eolico. È una delle poche strategie che abbiamo a disposizione per non produrre CO2, ma se mal collocate le turbine creano problemi a pipistrelli e uccelli.
Per i primi il problema è particolarmente grave, perché anche se l’animale non collide con le pale può comunque morire per barotrauma: il movimento delle pale crea un’onda di pressione che porta a un’implosione dei vasi sanguigni nei polmoni, e l’animale muore a distanza.
Abbiamo gli strumenti per capire dove posizionare le pale per minimizzare l’impatto sulla fauna e dovremmo usarli.
I pipistrelli, poi, temono la luce. Si sono evoluti come animali notturni per sfuggire ai predatori diurni: in certe isole oceaniche, dove non ci sono predatori, esistono specie che volano di giorno.
La luce artificiale quindi è un disastro per quasi tutte le specie, anche se ce ne sono alcune che hanno imparato a sopportarla. Sono quelli che vediamo anche in città svolazzare intorno ai lampioni: non amano la luce, ma attraversano il fascio luminoso per il tempo necessario a catturare falene e altri insetti.
- I RIFUGI: GROTTE E ALBERI
Dove vivono? Anche qui, vanno sfatati i luoghi comuni. È vero che molte specie usano le grotte come rifugi dove svernare, partorire e allevare i piccoli, ma «non abitano solo in queste cavità.
Ci sono specie che si rifugiano nelle cavità degli alberi e molte hanno imparato a utilizzare rifugi costruiti dall’uomo: li possiamo trovare nei sottotetti, sotto le tegole, nelle grondaie, nei soffitti delle stalle... Dove peraltro fanno un grosso favore a noi umani e ai nostri animali, visto che si nutrono di mosche e altri insetti fastidiosi o dannosi.
4. I SUONI E GLI SCHERZI SENSORIALI
- I SUONI: SONAR E COMUNICAZIONE
I pipistrelli usano l’ecolocalizzazione, un sonar biologico che sfrutta gli ultrasuoni per localizzare gli oggetti e capire a quale distanza si trovino.
E sono molto precisi. La paura che ci “prendano” nel loro volo, che ci sembra erratico perché possono virare all’ultimo momento inseguendo gli insetti, è infondata: l’ultima cosa che vogliono è finire tra i nostri capelli...
Oltre ai segnali per l’ecolocalizzazione usano segnali sociali, a ultrasuoni, ma anche a frequenze per noi udibili. Sono per esempio quei “zit zit” che a volte sentiamo sotto ai lampioni: sono suoni per allontanare i rivali da una zona ricca di prede.
E un “verso” interessante è stato scoperto da Danilo Russo, docente di ecologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II e dal suo team.
«Il vespertilio maggiore è in grado di ronzare, imitando il rumore emesso dai calabroni: lo produce nel momento in cui un predatore, come un barbagianni o un allocco, lo cattura. Comincia a ronzare, l’uccello riconosce il rumore come segno di pericolo e allenta la presa per il tempo sufficiente fuggire».
- GLI SCHERZI SENSORIALI: L’ACQUA
L’ecolocalizzazione può giocare brutti scherzi. In natura, l’unica superficie orizzontale perfettamente liscia è l’acqua, per cui i pipistrelli hanno “imparato” che se il sonar indica loro la presenza di un piano di questo tipo possono bere.
Gli esperimenti hanno però mostrato che, messi davanti a una lastra di plexiglas o vetro, i pipistrelli provano a bere, prendendo anche musate notevoli.
Questo ha fatto sorgere preoccupazioni sui pannelli fotovoltaici, ma molti eologi non le condividono in quanto «i pannelli non sono orizzontali e basta una minima screziatura sulla superficie perché i pipistrelli capiscano che non è acqua».
5. LE MALATTIE E IL SESSO
- LE MALATTIE: LA TOLLERANZA AI VIRUS
Quello che è successo con il Covid è più ingiusto anche dell’accostamento a Dracula e ai vampiri: almeno tre specie di pipistrelli che si nutrono di sangue esistono, mentre non ci sono prove che il virus abbia fatto il salto di specie all’uomo dai pipistrelli.
Ma l’ipotesi non ha giovato alla loro fama. Va ribadito che i pipistrelli europei non sono un problema sanitario: potremmo averne una colonia nel sottotetto e non ci farebbe male, anzi eliminerebbe le zanzare.
Nelle aree tropicali i pipistrelli sono in effetti sospettati di essere serbatoi per virus come Ebola, ma il luogo comune che siano “pieni di virus” va smentito. I pipistrelli sono studiati da molti virologi e ci sono tante specie: è normale che abbiamo trovato loro addosso molti virus.
È però vero che questi mammiferi hanno un sistema immunitario notevole. Hanno una forte tolleranza rispetto ai virus, con i quali convivono. Una possibile spiegazione è che durante il volo producono una grande quantità di radicali liberi, che potrebbero causare infiammazione.
Il loro sistema immunitario si è evoluto per avere una risposta più misurata e dunque tollera gli intrusi tenendoli a bada, mentre il nostro “parte” all’attacco.
- IL SESSO: LA LUNGA ATTESA
Hanno infine fatto scalpore alcune notizie sul sesso dei pipistrelli: per esempio il serotino comune ha un pene così grosso da impedirgli la penetrazione e la fecondazione avviene con uno sfregamento.
Per quanto questa storia sia ammiccante, più interessante è il meccanismo che i pipistrelli usano per la fecondazione, che «è ritardata di mesi (anche se non sono gli unici in cui ciò accade): dopo l’accoppiamento, la femmina trattiene gli spermatozoi e la fecondazione vera e propria avviene solo dopo il periodo di ibernazione, con l’arrivo della bella stagione, sincronizzandola con la massima disponibilità di risorse.