Nel 1850 un immigrato scozzese diede vita a quella che sarebbe presto diventata la prima agenzia al mondo per la ricerca dei criminali.
Negli anni arrivò a contare più di 2000 detective nel suo organico e oltre 30 mila collaboratori.
Con l’industrializzazione del Paese, il suo ruolo divenne quello di cane da guardia della nuova classe imprenditrice americana in funzione antisindacale.
Ma chi era veramente Allan Pinkerton? Scopriamolo insieme.
1. "We never sleep"
Allan Pinkerton era diventato il re degli investigatori privati dopo aver sventato un attentato organizzato per il 23 febbraio 1861 a Baltimora contro Abramo Lincoln.
I suoi uomini avevano lavorato bene, salvando la vita del presidente, che subito dopo gli aveva affidato l’incarico di organizzare un servizio segreto capace di raccogliere informazioni militari negli Stati del Sud durante la Guerra civile.
S’era quindi messo subito al lavoro sotto la falsa identità del maggiore E.J. Allan, ma a causa di gelosie interne all’entourage della Casa Bianca fu esautorato.
Abramo Lincoln venne ucciso il 15 aprile 1865, durante una rappresentazione teatrale dove si era recato con sua moglie senza alcuna scorta.
“Se su di lui avesse vegliato ancora l'occhio della mia agenzia”, disse a un cronista Allan Pinkerton, “il presidente non sarebbe mai stato ucciso”.
L’amministrazione americana aveva infatti liquidato l’agenzia, il cui motto era “We never sleep” (“non dormiamo mai ”, con tanto di occhio spalancato nel suo logo, a dimostrazione della verità di quell'affermazione) per affidare la protezione del presidente a una guardia del corpo composta da uomini dell’esercito.
Gente capace di fare la guerra, non di praticare la sottile e complicata arte dell’investigazione e della protezione.
Nella foto "We never sleep - Non dormiamo mai"... Era questo il motto dell'agenzia di Allan Pinkerton (il logo con il famoso "occhio privato”).
2. Un "self-made man"
Quando era sbarcato nel nuovo mondo, Allan Pinkerton era un giovane scozzese senza mezzi.
Uno dei tanti sbandati che fuggivano da qualcosa; nella maggior parte dei casi, dalla legge.
Lui, da una condanna che lo avrebbe relegato in una colonia penale per parecchi anni per la sua militanza politica nel movimento dei “cartisti”: quelli della People’s Charter, la Carta del Popolo che difendeva gli interessi della working-class.
Gente come lui, che faceva fatica a mettere insieme il pranzo e la cena.
Segnalato dalla polizia per la sua attività politica in quel movimento, aveva infine rimediato una condanna, ma era riuscito a scappare e, una notte, s’era imbarcato come clandestino su un cargo commerciale con destinazione New York.
Strano destino per il figlio di un agente di polizia di Glasgow, dov’era nato nell’agosto del 1819. Dopo aver attraversato l’Oceano nascosto come un topo, s’era trovato al cospetto della Statua della Libertà.
Era rimasto affascinato da quella figura femminile imponente, ma materna, che pareva promettergli una vita nuova. E così era stato. Al suo arrivo negli Stati Uniti, Pinkerton era dunque solo un giovane di belle speranze completamente indigente.
Dopo i primi lavori come facchino, fattorino e sguattero, raggiunse con un amico Chicago, dove all’epoca si erano verificati diversi furti di cavalli.
Allan riuscì ad avere casualmente un’informazione su chi facesse parte della banda che rubava il bestiame, e iniziò una personale investigazione che alla fine portò all’identificazione dei ladri di cavalli, grazie a lui tutti arrestati.
Ci aveva preso gusto, il giovane Pinkerton, a farsi i fatti degli altri, e riuscì pure a smascherare una banda che stampava dollari falsi.
Fu così che, poco tempo dopo, festeggiò il giorno più bello della sua vita scolando d’un sol colpo due scotch, quel distillato che solo la sua Scozia sapeva produrre: sul suo gilet brillava infatti la stella da sceriffo.
Da quel momento, la sua carriera di detective passò di successo in successo, finche cominciò ad accarezzare l’idea di mettersi in proprio.
Altro che quei pochi dollari che rimediava come “funzionario dello Stato": con il suo genio investigativo avrebbe potuto fare una montagna di soldi se avesse messo in piedi una sua struttura privata. Un’agenzia. E così fu: la Pinkerton Agency nacque all’inizio del 1850.
Nella foto insieme al presidente Abramo Lincoln, al centro, Allan Pinkerton, a sinistra, e il generale John A. McClernand, nel 1862.
3. Un occhio che ti osserva
L’intuizione geniale di Allan Pinkerton fu quella di affiancarsi alla legge da “privato” in un’epoca in cui gli Stati Uniti erano ancora il “Wild West”.
L’enorme estensione di territorio di un Paese che andava da un oceano a un altro non permetteva un controllo efficace da parte del governo.
Spesso, gli sceriffi e i loro “aiuti” delle cittadine che erano sbocciate disordinatamente soprattutto nel Far West (il lontano Ovest) potevano fare ben poco contro le bande organizzate che sempre più spesso nascevano per assaltare banche, uffici postali e treni.
La fine della Guerra di Secessione aveva prodotto tanti sbandati e molti soldati del Sud erano diventati fuorilegge perché non si erano rassegnati alla sconfitta. Ben presto si erano così formate delle bande sempre più numerose e organizzate.
Un esempio su tutti: quella dei fratelli Reno, anch’essi ex militari dell’esercito sudista. Frank, Clinton, John, William e Simeon Reno erano diventati lo spauracchio di banche e possidenti: sulla testa di ognuno di loro pendeva una taglia di 500 dollari.
Il problema della sicurezza divenne quindi sempre più pressante e Allan Pinkerton giocò un ruolo decisivo con i suoi “Pinks”, che brillavano per professionalità ed efficienza. Risultati che si traducevano in dollari: montagne di dollari che arrivavano all’agenzia con le tante taglie incassate.
Da buon amministratore qual era sempre stato, all’inizio della sua carriera come capo di una agenzia investigativa privata, Allan Pinkerton concentrò infatti tutti gli sforzi nel lucroso “business” delle ricompense che si incassavano assicurando alla giustizia i fuorilegge.
A fare dell’agenzia un punto di riferimento imprescindibile per lo stesso governo di Washington fu lo schedario che Pinkerton decise di mettere in piedi nel 1870. Con quell’idea formidabile, il boss della “Agency” creò il più grande e organizzato database di criminali.
Non c’era delinquente che non avesse la sua scheda, con tanto di fotografia ed elenco dei reati tratti dal casellario giudiziario. Le foto segnaletiche venivano distribuite ai tanti agenti che Allan Pinkerton arrivò ad avere in misura addirittura superiore a quelli del governo: oltre 2000 alle sue dirette dipendenze e 30mila collaboratori sparsi in tutto il Paese.
Il vento in poppa, per quella che era ormai la più grande agenzia del mondo, cambiò però improvvisamente direzione, in contemporanea con il tramonto del vecchio West.
Con la rivoluzione industriale, il vero business non era più quello di dare la caccia ai fuorilegge e alle bande di rapinatori per incassarne le taglie, ma mettersi al servizio delle grandi fabbriche. Pinkerton fiutò immediatamente il cambio di rotta e offrì i suoi servizi ai più grandi imprenditori del Paese.
“L’occhio che non dorme mai” iniziò così a vegliare sugli interessi di un padronato spesso incurante dei diritti degli operai. Da difensore dei lavoratori qual era stato da giovane, Pinkerton aveva creato una struttura diventata il loro principale nemico.
Ma di questo nuovo corso, Pinkerton avrebbe visto solo l’alba: le sue condizioni di salute peggiorarono improvvisamente quanto velocemente nel 1884, finché, all’età di 65 anni, morì nella sua lussuosa casa di Chicago, da dove erano passati gli uomini più importanti della nazione, sia a livello imprenditoriale sia politico.
Dopo 34 anni in cui era stata diretta con polso fermo e autoritario dal suo ideatore, l’agenzia passò nelle mani dei figli di Allan Pinkerton, Robert e William. Negli anni successivi, il suo prestigio si sfilacciò sempre di più, anche per l’agguerrita concorrenza di altre agenzie che crebbero come funghi in tutto il Paese.
Nonostante sia ancora presente, la Pinkerton National Detective Agency è ormai solo un ricordo di quella che aveva fatto un pezzo di storia americana.
Nella foto gli uomini dell'agenzia di Allan Pinkerton, conosciuti come ’’Pinks", scortano alcune lavoratrici che non hanno aderito a uno sciopero a Buchtel, in Ohio, nel 1884.
4. La leggenda dei banditi del West
La nuova frontiera americana, quella che si estendeva da una costa all’altra di due Oceani, fu segnata dalle contraddizioni di una nazione che vedeva carovane di coloni attraversare i grandi spazi di terre sconfinate alla ricerca del proprio Eldorado: una vita nuova in una terra così generosa.
La quasi totalità di essi si dedicò all’agricoltura e all’allevamento del bestiame, in maggioranza cavalli e mucche (da cui il nome cowboy, composto dalle parole cow- mucca - e boy - ragazzo).
In questa sorta di zona franca della storia americana, uno dei problemi più grossi fu la delinquenza dedita proprio al furto del bestiame, tanto che la frequenza di quelle azioni criminali portò a sanzionarle con la pena di morte in diversi Stati.
Furono in parecchi a essere impiccati per il reato di abigeato. Da un certo momento in avanti, alle razzie nei ranch si affiancarono le rapine in banca e sui treni: la prima banda che le mise a segno fu quella di Jesse James.
Furono tanti i “desperados” di quella che passerà alla storia come l’epopea western.
I nomi che più di altri hanno lasciato traccia, oltre a quelli della banda James, furono il Mucchio selvaggio di Butch Cassidy, la banda dei fratelli Dalton e, soprattutto, William Bonney, alias Billy the Kid, così chiamato per la giovanissima età: quando fu ucciso, in circostanze misteriose e mai chiarite, da Pat Garrett, lo sceriffo che un tempo gli era stato amico, aveva solo 21 anni.
Tra gli uomini che parteciparono all’impresa di Garrett c’era Charles Siringo, che sarebbe diventato pochi anni dopo un detective di punta dell’agenzia fondata da Pinkerton.
Rimasto orfano a 14 anni, Billy the Kid aveva cambiato diversi mestieri, finché aveva posto fine alle angherie cui lo sottoponeva un fabbro uccidendolo. Da quel momento, fu un crescendo di azioni criminali.
Già a 17 anni la sua figura campeggiava sui manifesti nel Nuovo Messico con tanto di promessadi ricompensa {Reward) di 500 dollari a chi lo avesse consegnato Dead or alive (vivo o morto).
Una somma che faceva gola ai tanti bounty hunter o bounty killer, cacciatori di taglie la cui attività è tuttora disciplinata da norme di legge negli Stati Uniti, ma ad assicurare alla giustizia la maggior parte dei banditi furono gli uomini della Pinkerton.
Nella foto i famosi criminali Jesse James (1847-1882), a sinistra, e il giovane bandito Billy the Kid (1859-1881), a destra, il cui vero nome era Henry McCarty. Fu ucciso a soli 21 anni.
5. Charles Siringo, il più famoso dei "Pinks"
Iniziò a collaborare con l’agenzia solo due anni dopo la morte di Allan Pinkerton, eppure Charles Siringo divenne presto il più celebre dei “Pinks”.
Figlio di un immigrato italiano e di una irlandese, dopo aver catturato Tom Horn, un detective passato dalla parte dei criminali, Siringo riuscì a intercettare diversi membri del Mucchio Selvaggio, la banda più pericolosa dopo quella di Jesse James.
Le versioni sulla morte del capo, Butch Cassidy, sono tuttavia controverse. Stando a una ricostruzione, fu ucciso in Bolivia dove “il Mucchio” s’era spostato e dove era stato rintracciato proprio grazie a Siringo.
Secondo altre fonti, la sua uccisione fu una messa in scena: Cassidy sarebbe infatti scomparso dalla circolazione per gli anni a seguire, morendo per una malattia nel 1937.
Per sgominare la sua banda, Siringo adottò la tecnica dell’infiltrazione, grazie alla quale aveva precedentemente catturato molti fuorilegge. Un altro metodo da lui usato era quello di lavorare sotto copertura: in un’occasione per esempio si finse un minatore.
Per oltre 22 anni Siringo percorse in lungo e largo tutto il West alla caccia di fuorilegge, spostandosi però anche negli Stati del Nord e perfino in Alaska, accumulando una fortuna che nel 1907 gli consentì di lasciare l’agenzia e ritirarsi avita privata, a Santa Fe, nel New Messico, dedicandosi alla scrittura.
Nel suo primo libro, A Texas Cowboy, descrisse l’agguato mortale a Billy the Kid, uno dei banditi più pericolosi, cui aveva partecipato con Pat Garrett.
Ma proprio la scrittura lo mise nei guai. La Pinkerton lo portò infatti in giudizio per aver raccontato alcuni episodi legati al periodo della sua collaborazione con l’agenzia investigativa.
Siringo perse la causa e ciò gli provocò un notevole danno economico. Ad andargli in soccorso fu il governatore del New Messico, che lo fece assumere come ranger.
La stella del più famoso dei Pinks era ormai spenta. Nell’ultima fase della sua vita avventurosa cercò di riciclarsi come attore nei primi western, ma dovette presto ripiegare su ruoli di consulenza, scivolando velocemente verso l’anonimato.
Morì ad Altadena, in California, il 18 ottobre 1928. Nella foto Charles Siringo (1855-1928).