Fino a qualche decennio fa, gli scienziati erano convinti che gli animali non avessero una personalità individuale.
Ma non è così: ogni esemplare ha il suo temperamento.
Fido ha un carattere più curioso di Bobi, Lulù è pigra e Loreto particolarmente scaltro. Tutti dati di fatto, neppure da mettere in discussione.
Ogni padrone di cane o di gatto, guardiano dello zoo o birdwatcher, è assolutamente convinto che i singoli animali che nutre, cura e osserva abbiano la loro personalità (spesso piuttosto marcata). Scopriamo il perché!
1. CINCIALLEGRE CORAGGIOSE E LA "DIVERSITA'" DEI CANI
La scienza aveva sostenuto per anni la teoria secondo la quale gli animali non avessero una personalità individuale.
Per i ricercatori, dagli etologi ai genetisti, in una specie tutti gli individui erano simili nel comportamento, eccezion fatta per differenze legate a sesso o età.
E se qualcuno si comportava in modo diverso, si trattava di casi sporadici, da non tenere in considerazione.
«In realtà, soltanto i primi etologi “classici", come Konrad Lorenz, ebbero il sospetto dell’esistenza di personalità diverse e avanzarono qualche ipotesi sulle differenze che c’erano tra i singoli individui di una specie», afferma Claudio Carere, etologo dell’Università della Tuscia, ora all’Università Sorbonne Paris 13.
Carere, che insieme a Dario Maestripieri ha curato il volume Animal Personalities, Behavior, Physiology, and Evolution (University of Chicago Press, 2013), ha seguito per anni l’andamento delle popolazioni di un piccolo uccello di parchi e boschi, la cinciallegra (Parus major), con un team di ricercatori olandesi; si è accorto così che all’interno di questa specie esistono individui coraggiosi e aggressivi, e altri cauti e molto riflessivi.
Quando si presenta loro un avversario, i primi sono rapidi e assalgono il disturbatore, i secondi sono più attenti e girano attorno all’intruso più a lungo.
Ma i cani... non sono tutti uguali! Gli studi sulla personalità del cane sono molti, e approfonditi.
Lo studio più completo, effettuato da molti gruppi di lavoro nel mondo, ha stabilito che i cani possiedono sei “tratti” di personalità: estroversione/attività, aggressione/sicurezza, paura/neuroticismo, risposta all’addestramento, socialità/amichevolezza e sottomissione.
Ogni animale può avere ognuno di questi tratti più o meno sviluppati e collegati fra di loro, a parte l’aggressività, che sembra essere indipendente da tutti gli altri.
Anche all’interno di ogni razza o gruppo di razze (che sono dieci, secondo la Fédération Cynologique Internationale) queste personalità sono sviluppate in maniera differente, ma sono presenti tutte.
Ciò significa che la domesticazione e la trasformazione da lupo a cane ha mantenuto queste sei caratteristiche emotive, ritenute dai ricercatori evolutivamente stabili. Insomma, il nostro amico cane non è troppo diverso dal suo lontano antenato lupo.
2. SALAMANDRE TIMIDE
Ricerche simili a queste, effettuate da molti altri studiosi (insieme alle osservazioni di migliaia di proprietari di cani e gatti), hanno convinto anche gli etologi più scettici a osservare con più attenzione le specie che studiano.
A questa tendenza hanno forse contribuito anche le ricerche di alcune primatologhe, come Jane Goodall o Biruté Galdikas, che iniziarono a studiare i loro soggetti (rispettivamente scimpanzé e oranghi) attribuendo agli animali nomi riconoscibili, non solo numeri, come era accaduto fino ad allora.
Anche se con un po’ di fatica, quindi, oggi l’idea che anche gli individui della stessa specie animale possano avere personalità distinte si è finalmente fatta strada.
E si è scoperto che le loro personalità non sono semplicemente “variazioni sul tema”, una sorta di capricci della natura che accadono una volta tanto.
Ogni orca, leone o giraffa, passero o formica si comporta tutta la vita secondo la propria indole, e in ogni individuo si possono misurare differenze precise rispetto ad altri esemplari della stessa specie.
Così, in breve tempo, gli aneddoti raccontati di tanto in tanto da qualche etologo si sono trasformati in ricerche scientifiche.
Persino specie insospettabili, come una salamandra americana (Ambystoma barbouri), hanno dimostrato di avere individui con caratteri diversi.
Gli studi di Andrew Sih, etologo dell'Università di California a Davis, hanno evidenziato l’esistenza due personalità: ci sono salamandre coraggiose, che non si curano di eventuali pesci predatori presenti nello stagno dove vivono, e altre più timide e caute.
Le prime sembrerebbero sfavorite nella lotta per la vita, perché vengono catturate più spesso delle altre; ma, allo stesso tempo, sono anche più abili nella cattura delle prede e prosperano nelle piccole pozze temporanee, dove i pesci non sono presenti.
Insomma: troppi predatori, e le coraggiose fanno una brutta fine; pozze effimere, e le timide muoiono prima di potersi riprodurre. In ogni caso, qualcuna sopravvive e propaga la specie, che può così occupare diverse tipologie di habitat, grazie alle differenti personalità presenti nelle popolazioni.
3. CORVI ESPLORATORI
I lavori scientifici sulle personalità animali si sono moltiplicati soprattutto dalla fine degli anni Novanta in poi.
Oggi si sa, per esempio, che tra animali molto intelligenti come i corvi imperiali (Corvus corax) ci sono gli “esploratori veloci”, che si avvicinano rapidamente a un oggetto nuovo, e i lenti, che invece sono più tranquilli e hanno bisogno dell’aiuto di un compagno per farsi coraggio.
Lo stesso accade per un altro uccello molto comune, lo storno (Sturnus vulgaris). Uno studio del 2007 ha dimostrato che alcuni individui sono più sensibili di altri alle condizioni ambientali quando devono esplorare un ambiente nuovo.
Se pesci, anfibi e uccelli dimostrano al loro interno differenti personalità, gli animali che appartengono a specie più simili alla nostra, ovvero i mammiferi, sono ancora più diversi tra loro.
Per esempio, alcuni esperimenti condotti in natura con femmine di pecora delle Montagne Rocciose (Ovis canadensis) hanno dimostrato come alcune di esse siano più disposte a rischiare, ed entrare in una gabbia in cui si trova del sale (del quale sono ghiotte), mentre altre sono molto più caute.
Le stesse pecore sono state classificate in docili e meno docili al momento della cattura.
Ricatturate più volte, le loro personalità sono rimaste stabili nel tempo: anno dopo anno, le pecore docili sono state sempre docili, quelle che si ribellavano hanno continuato a farlo.
4. MACACHI FURBI E FORMICHE OZIOSE
Naturalmente, le differenze di personalità diventano ancora più evidenti in animali che costruiscono società intricate, come le scimmie.
I lavori di alcuni primatologi giapponesi hanno dimostrato, addirittura dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, che alcuni individui erano più coraggiosi, oppure più furbi o più inventivi, del resto della truppa.
E celebre la storia di Imo, una femmina di macaco dell’isola di Kojima, in Giappone, che fu la prima a gettare le patate in acqua per pulirle dalla sabbia, o in mare per insaporirle col sale.
Oggi questo comportamento è presente nei suoi discendenti, che l’hanno appreso da lei e poi tramandato culturalmente nelle generazioni
E tra gli scimpanzé del Senegal è stata osservata l’invenzione di una tecnica per infilzare e uccidere con una vera e propria lancia i galagoni, piccoli primati notturni che si nascondono nei tronchi degli alberi, per poi cibarsene.
Differenze nei temperamenti individuali sono state osservate e descritte finora in oltre 100 specie animali, che includono primati, roditori, uccelli, pesci, insetti e perfino ragni e molluschi.
La variabilità è stata osservata perfino in animali che tutti immaginano adottare comportamenti “automatici”, come le formiche.
In alcune colonie di Temnothorax rugatulus, una specie nordamericana, Daniel Charbonneau e Anna Domhaus, del Laboratorio di Insetti sociali dell’università dell’Arizona, hanno scoperto come insieme al 3% di operaie che lavoravano sempre, il 72% era inattivo almeno metà del tempo e addirittura il 25% non lavorava mai, e si aggirava nel formicaio... oziando.
5. I GENI DELL’INTRAPRENDENZA
Più di uno scienziato, però, resta perplesso: e se queste osservazioni fossero dovute alla tendenza a proiettare nell’animale le nostre aspettative e i nostri desideri?
Ormai studi approfonditi, questionari posti a proprietari di animali domestici e guardiani degli zoo hanno stabilito che le personalità “animali” esistono.
E se questa variabilità prospera in natura, significa che ha una qualche importanza. Anche perché non c'è un beneficio netto nel possedere una certa personalità piuttosto che un’altra.
Com’è stato di mostrato dalle cince di Carere: «E vero che gli individui più veloci e aggressivi tendono a dominare, ma se perdono gli scontri con i rivali hanno problemi a recuperare il proprio prestigio nella comunità, cosa che non avviene negli individui cauti. Insomma, non prevale sempre una sola tipologia di personalità: ogni tanto risulta vincente una e ogni tanto un’altra».
Altre osservazioni hanno chiarito come gli animali più docili tendano a rimanere in gruppi più compatti di quelli aggressivi, e che le associazioni (anche di coppia) formate da animali con la personalità simile sono meno “litigiose” di quelli misti.
Le diverse personalità, infine, potrebbero cambiare il destino di una specie. Gli animali più avventurosi, per esempio, sono anche quelli che si spingono più volentieri in territori sconosciuti, e hanno quindi più probabilità di migrare e colonizzare nuove aree. Diffondendo così i geni del coraggio.
Potrebbe essere successo proprio questo quando, circa 70.000 anni fa, i nostri antenati si spinsero lontano dalla loro patria originaria, l’Africa, per diffondersi poi in tutto il mondo.