Quali sono le giuste considerazioni da affrontare quando decidiamo di inserire un cane nella nostra vita?
Ci sono cose che è opportuno conoscere, forse, ancora prima dell’acquisto del guinzaglio?
Stiamo parlando dell’arrivo di un cane all’interno di una famiglia e, talvolta, si tratta addirittura di un secondo o un terzo quattro zampe.
Come districarsi tra regole, gestione, comando e tante altre cose che lui deve fare? Cerchiamo di analizzare tutto quello che possiamo conoscere, organizzare e prevedere già durante l’attesa.
Fin dai primi passi in cinofilia ci si trova sempre in mezzo a parole quali “branco”, “capobranco”, “gerarchie” e “dominanza”.
Il nostro punto di partenza è capire la differenza tra la vita di un branco nel bosco e la quella all’interno di quattro mura, la vita in montagna e quella di un cane che vive in appartamento e dorme sul letto.
Calma, costanza, credibilità, coerenza… sono solo alcune delle doti necessarie per essere rispettati e considerati cane alfa dal nostro peloso!
1. GERARCHIE E BRANCO
“Perciò il branco è una struttura familiare basata sulla coppia e sulla progenie di uno o più anni, in media 7/8 elementi, raramente 15/20...”
Con questa frase la veterinaria esperta in comportamento animale, Barbara Gallicchio, nel suo libro “Lupi travestiti, le origini biologiche del cane domestico" (Edizioni Cinque) apre il capitolo su cosa voglia dire essere un branco nel mondo dei lupi.
Si tratta di un'opera letteraria unica nel settore che, per eccellenza, è ancora oggi la più completa e moderna. In natura il branco e costituito da un gruppo di individui che vive, caccia e si muove insieme, partecipando attivamente alla protezione del territorio e alla crescita dei cuccioli.
Affinché tutto ciò funzioni ci sono chiare regole che organizzano la vita nel quotidiano, evitando che si creino conflitti interni, anzi, facendoli risolvere in modo positivo per la sopravvivenza di tutti.
Secondo la gerarchia di branco ogni individuo ha un posto ben definito e delle mansioni ben precise. Tradotto in modo più semplice parliamo di ruolo e affiliazione, ovvero di mansioni di un determinato individuo e di riscontro da chi rappresenta il punto di riferimento.
Per fare un esempio di ruolo e affiliazione nel mondo del lavoro, il ruolo sarebbe la mansione specifica del singolo, mentre l'affiliazione l'organizzazione alla quale ci si rivolge per permessi, aumenti di salario e comunicazioni varie.
Malgrado da migliaia di anni lupo e cane abbiano intrapreso strade evolutive differenti, i nostri cani percepiscono la famiglia in cui vivono come un branco.
E come appena descritto, devono essere chiari ruolo e affiliazione anche all'interno del nostro branco-famiglia. Il problema per il cane non è essere gestito, semmai l'essere gestito male.
2. LA LORO GUIDA SIAMO NOI
Tornando a parlare di lupi, sopra alla scala gerarchica si trova la famosa “coppia alfa", cioè il maschio e la femmina che si occupano di proteggere tutti gli altri membri e di coordinare le attività del gruppo.
La coppia alfa è quella alla quale gli altri fanno riferimento e ne seguono le direttive, quella che si riproduce.
Si tratta dei responsabili del branco ai quali tutti si affidano in quanto vengono loro riconosciuti intelligenza, maturità, equilibrio, competenza e coerenza.
Essere capobranco è un ruolo di grande fatica e complessità. Vorrei che fosse chiaro quali sono le dinamiche e i modelli adottati in un branco, per certi aspetti riconosciuti anche dal nostro cane, per farvi riflettere sulle difficoltà che si possono incontrare in una gestione di questo tipo.
Ripeto, la vita all'interno del branco è diversa da quella che proponiamo a un cane “di famiglia". In quest'ultimo caso, infatti, il nostro cane ha difficoltà a riconoscere una figura di riferimento se non prestiamo attenzione a piccoli dettagli di grande valore.
Come il cane può riconoscere in noi una guida affidabile e degna di essere seguita? Occorre prestare attenzione ai ruoli e alle dinamiche che andremo a strutturare nella nostra casa dal momento in cui inseriremo un cane nel nostro "branco".
Considerazioni ancor più importanti nel momento in cui i cani dovessero essere più di uno, per cui sari opportuno organizzare un vero e proprio inserimento. È importante comprendere questa visione del mondo che ancora oggi i nostri cani riconoscono.
Dovremo essere noi a gestire il ruolo di capobranco diventando una guida e un riferimento per i nostri cani prestando, però, attenzione al fatto che saranno normali conflitti e controversie, e che la vita nel branco viene affrontata quotidianamente da tutti insieme, cosa che nella nostra realtà familiare non sempre è possibile.
Sarà, quindi, importante sostituire la parola dominante con accreditato, acquisendo così un valore nei confronti dell'animale per poi gestire la leadership del branco riducendo le possibilità di spiacevoli incomprensioni.
Senza chiari riferimenti, senza guida e con un carico di responsabilità pesante dovuto al ruolo che potrebbe essere recepito dall'animale, si rischiano incidenti talvolta di grave entità.
E se ci sono più cani? Le cose si complicano con la presenza di più cani all'interno di una famiglia. Bisognerà mettere a confronto convenzioni sociali che aumentano i rischi di probabili incomprensioni.
A differenza di un branco naturale costituito, in genere, dalla coppia genitoriale con la propria discendenza, il gruppo presente in una casa il più delle volte è frutto di una decisione degli umani basata su criteri di scelta spesso scollegati da ogni logica.
Ricordiamoci sempre che essere capobranco e gestire un gruppo rappresenta un ruolo oneroso e di grande responsabilità. Tutto ciò richiede impegno e dedizione e, di conseguenza, avere un ottimo capobranco corrisponde ad avere meno pensieri e meno stress, il problema è l'essere gestiti male.
Nel quotidiano come possiamo confrontarci senza rischiare di cadere in messaggi di dubbia interpretazione tali da rendere la convivenza impegnativa?
3. UN BUON LEADER NON USA LA FORZA
Il leader viene scelto trovando approvazione e un seguito, senza bisogno dell'uso della forza, né tantomeno di metodi coercitivi.
Se saremo bravi a proporre questo modello anche nelle nostre case riusciremo ad avere una relazione sana ed equilibrata che ci garantirà la possibilità di vivere al meglio insieme al cane.
Un buon leader non usa la forza, ma riesce ad arrivare alla sua platea attraverso la comunicazione. Trovare una risposta e una soluzione unica in grado di fare da guida a un argomento così vasto è alquanto difficile, viste le variabili in gioco in ogni singolo caso.
Razze differenti, età del cane, ambiente di vita, nucleo familiare, abitudini e altre situazioni specifiche rappresentano una serie di combinazioni che bisognerebbe analizzare nello specifico.
Nel caso siate alle prime esperienze o abbiate a che fare con razze particolarmente impegnative non esitate a rivolgersi a un educatore cinofilo professionista o a recarvi in un centro cinofilo: fare chiarezza fin dai primi momenti rappresenta la base per avere un futuro sereno.
Saper comunicare con il cane, capire come gestirlo, comprendere le sue necessità e come interagire correttamente ci permetterà di avere un ruolo più affidabile e coerente ai suoi occhi.
Ricordiamoci sempre che non è la forza che ci rende un buon leader, ma la conoscenza dell'etologia del cane.
4. DIECI CONSIGLI PER ESSERE UN CAPO BRANCO CREDIBILE
1. Evitate lo scontro e proponete alternative
Dobbiamo costruire un rapporto, di conseguenza sarà più importante dare le indicazioni di cosa vogliamo confermare piuttosto che quello che vogliamo eliminare. Gli scontri portano solo a conflitti e tensione. Alternative e indicazioni devono diventare il nostro obiettivo.
2. Ricercate il benessere del cane
Prestate attenzione a segnali calmanti e stressanti a fronte di ogni attività. Sarà importante rispettare i tempi di lavoro c le condizioni generali esterne quali meteo e situazioni soggettive momentanee. Favorite calma, autocontrollo e attività che portino il cane alla tranquillità. Prediligete interazione e comunicazione.
3. Non enfatizzate quando entrate o uscite da casa
Sbagliato fare rituali in entrata e in uscita in occasione delle vostre assenze. Evitate di amplificare i momenti nei quali lascerete il cane da solo. Al vostro rientro toglietevi le scarpe, andate in bagno e dopo diversi minuti sarete pronti per i saluti e le attenzioni del caso.
4. Non rispondete ad attività proposte dal cane, per poi riproporle in momenti a vostra discrezione
Se il cane ti porta una pallina invitandoti a giocare non si deve rispondere alla sua richiesta e aspettare per poi riproporre, a nostra discrezione, il gioco quando lo riteniamo opportuno. I cani sono abilissimi addestratori e ci ammaestrano a rispondere alle loro richieste, una pallina da lanciare, una carezza gratuita da ricevere...
Il cane riproporrà sempre attività che lo portano ad avere un riscontro o una risposta. Rientrano in questa categoria anche i vari "no", "smettila" o urla e tante altre rappresentazioni che portano comunque il quattro zampe ad avere un feedback e, di conseguenza, a riproporre un comportamento specifico.
Considerando le proposte del cane si potrà giocare sull'anticipazione rispondendo alle sue preferenze, ma sempre gestendo l’inizio, lo svolgimento e la fine delle attività.
5. Proponete passeggiate interattive
Sarà opportuno costruire la passeggiata come un momento rilassante da vivere insieme. Date priorità ad ambienti tranquilli costruendo un momento intimo da trascorrere quotidianamente.
6. Curate il rito alimentare
Come già descritto, dietro al rito alimentare ritroviamo una serie di messaggi chiari che fanno acquisire un valore al momento del pasto.
7. Delocalizzate le zone di riposo e della cuccia
Ricercate una zona dove il pet potrà di riposare in tranquillità. Il cane non dovrà dormire in posizioni privilegiate e di controllo. Evitate letto, divano o luoghi da dove riesca a controllare tutti i movimenti dei familiari. Sono i leader, infatti, che si occupano di difendere il territorio e di prendersi cura degli altri individui del branco, controllando e vigilando da posizioni privilegiate.
8. Mantenete posizioni esclusive
Sarà importante per voi avere una poltrona, un divano. una stanza o comunque qualcosa di esclusivo che renda chiara l’idea che avete un ruolo privilegiato nei suoi confronti.
9. Gestite in modo controllato i momenti di gioco e i giochi
Sarete voi a proporre attività ludiche e attività strutturate con un inizici uno svolgimento e una fine. Privilegiate giochi che interessano le motivazioni di ricerca, comunicativa e sillegica (riporto). I giochi e gli oggetti saranno utilizzati solo ed esclusivamente durante le attività.
10. Gestite i momenti di interazione sociale
L'area cani, il parco e qualsiasi momento di interazione sia intra che interspecifico saranno da valutare e monitorare. Portate il pet all'area cani e lasciatelo interagire solo con cani che possano favorire atteggiamenti positivi selezionando i compagni di gioco.
Evitare sia le situazioni che lasciano al cane la possibilità di diventare il "re" dell'area, sia quelle che lo mettono nella condizione di subire atteggiamenti particolarmente "violenti", giustificando la cosa con "deve capire come funziona la vita".
5. COME ACCREDITARSI NEL BRANCO FAMIGLIA
- Gestite in modo corretto le fonti alimentari
Il primo legame di dipendenza il cane lo ritrova già dalle prime ore di vita attraverso la fase dell'allattamento. In più occasioni, durante il giorno, possiamo acquisire un valore agli occhi del pet curando il rito alimentare tramite regole e chiari segnali.
- Gestite gli oggetti interessanti per il pet
Al fine di poter avere “argomenti interessanti" da proporre al cane nei momenti di interazione sarà opportuno utilizzare giochi e oggetti verso i quali il cane mostri particolare interesse. Giochi e oggetti che dovremo custodire e proporre a nostra discrezione.
- Favorite la collaborazione
Alimentate il volume della motivazione collaborativa proponendo attività nelle quali la comunicazione tra il binomio deve essere di primaria importanza, chiara ed efficace.
- Proponete attività che rafforzino la relazione
Ricordate sempre che il cane ha necessità di praticare attività, di fare piccoli giochi e di impegnare la mente. Avete due possibilità: subire le attività che il cane ci propone, oppure essere propositivi e interessanti ai suoi occhi. Ovvio che va suggerita la seconda.
- Pensatevi “insieme” e sviluppate una fiducia reciproca
Un rapporto sano ed equilibrato deve essere impostato sulla fiducia e deve essere un valore aggiunto. Ogni qualvolta proponete situazioni negative o utilizzate stratagemmi per ottenere qualcosa che limita il cane nelle sue attività, ottenete risultati nell'immediato che però nel tempo creeranno false associazioni e vi faranno perdere di credibilità.
Il classico esempio? Durante la fase del "richiamo", quando il cane non risponde al nostro "vieniiiiii".
La risposta a tale comportamento deriva dal fatto che il richiamo viene associato a una situazione limitativa, perché viene identificato come fine della libertà, perché al suo arrivo gli avremo messo il guinzaglio per riportarlo a casa, talvolta interrompendo attività per lui interessanti.