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Assicurazione RC Auto: ma quanto mi costi?

Come scegliete l’assicurazione per l’auto? Dove e come la cercate?

Quali parametri considerate? E che rapporto avete con la compagnia alla quale pagate il servizio?

La maggior parte di noi cerca la polizza sui preventivatori on line. E di solito scegliamo l’offerta meno costosa. Perché alla fine, l’assicurazione di responsabilità civile per la circolazione stradale la consideriamo quasi una tassa.

Poi ci sono i tanti per i quali la Rc-auto, è un grosso problema. Le famiglie a basso reddito, per le quali l’obbligo di assicurarsi si scontra con costi insopportabili. Tanto più che spesso gravano su auto di bassissimo valore. Insomma, costa più l’assicurazione che l’auto.

Secondo l’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, a fine 2016 il premio medio si attestava a “soli” 420 euro. Che non sono pochi per una famiglia media che vive nell’Italia di oggi.

E quel valore è la media di quanto si pagava in tutte le province italiane, comprese quelle a bassissimo rischio, dove le polizze costano poco. E comprese le coperture dei “guidatori-ciliegia”, quelli giudicati a più basso rischio, che le compagnie cercano per offrire loro polizze scontate.

Quello che la media nasconde, sono le tariffe astronomiche e insopportabili imposte ai soggetti meno graditi dalle compagnie: i giovani guidatori che vivono nelle province a più alta incidentalità. E va malissimo anche a chi parte dalla 14a classe, con la prima assicurazione.

Perché è vero che c’è la legge Bersani, che in un nucleo familiare consente di godere automaticamente della migliore classe di merito già presente fra i veicoli assicurati, ma non sempre è applicabile. Non vale ad esempio per mezzi di tipologia differente (auto contro moto, ciclomotore o autocarro).

Sono queste le persone per le quali i costi salgono vertiginosamente, rendendo proibitiva la gestione anche di una vecchia auto da pochi soldi. Viviamo in un paese dove i mezzi pubblici spesso lasciano a desiderare, per alcuni l’auto è irrinunciabile.

Viene anche da qui il fenomeno dei tanti veicoli non assicurati che circolano sulle nostre strade: a fine 2016 erano stimati 2,9 milioni di mezzi non assicurati, pari al 6,7% su base nazionale, ma in molte città si viaggia oltre il 10%, e a Napoli il record è il 17,9%.

Ma è possibile essere in regola pagando il giusto? Difficile rispondere. Di certo c’è modo di risparmiare molto individuando le opzioni che meglio si adattano al caso nostro. Perché una polizza non è solo la nuda copertura per la responsabilità civile.

Piuttosto è un servizio che possiamo costruire intorno alle nostre esigenze. Per questo abbiamo sentito diverse compagnie assicuratrici, chiedendo loro di illustrarci i contenuti della loro offerta.

Vediamo cosa abbiamo scoperto anche alla luce delle novità introdotte dalla legge sulla Concorrenza appena approvata che promette sconti significativi per gli utenti.

1. Le proposte “creative” delle compagnie

Le proposte creative-300x180

La formula classica, quando si pensa alla Rc-auto, è quella che si paga una polizza che serve per assicurare un veicolo per un anno.

A volte si può scegliere se pagare l’annualità per intero o dividendola in due semestri. Ma è tutto qui? Non più.

Oggi molte compagnie, come Sara e UnipolSai, offrono il pagamento del premio suddividendolo anche in 12 mensilità a interessi zero.

Non tutte però: la compagnia Prima ad esempio, per permettere di pagare ogni mese (solo la Rc-auto e non le garanzie accessorie) ne prevede una rivalutazione dell’8%.

Altre, come Reale Mutua e Italiana, lo fanno solo con chi rientra in determinate convenzioni, come quella con il ministero dell’Economia e delle Finanze. Sono molti i dipendenti pubblici a poter godere di convenzioni con diverse compagnie. Oltre agli impiegati di moltissime aziende che hanno accordi con una o più assicurazioni.

Ma, in soldoni, cosa significa avere una convenzione? Tanto pagamenti dilazionabili a tasso zero, con prelevamenti delle quote direttamente dallo stipendio. A volte piccoli sconti, dell’ordine del 5%. A volte clausole opzionali offerte gratuitamente. Magari un agente dedicato, che torna utile per costruirsi il pacchetto e risolvere le grane.

Tutte le compagnie offrono il pagamento con la carta di credito, che a qualcuno fa comodo, perché consente di far slittare di un mese l’addebito sul conto corrente. Del resto, questa formula di pagamento torna utile anche a loro, tanto che a volte offrono sconti specifici; perché la carta è un indicatore della serietà del cliente.

E perché una volta che le compagnie hanno la carta del loro assicurato registrata, e un contratto firmato da lui nel quale accetta delle franchigie o delle clausole di rivalsa, vale a dire delle quote di eventuali risarcimenti a terzi a suo carico in caso di incidente con colpa, sarà più facile venire in possesso dell’eventuale credito.

Qualcuna consente di pagare anche con Paypal, come Directline o Itas. Proprio Itas, in tema di offerte creative, ci ha segnalato la proposta “Miniflotta famiglia”. Si tratta di una copertura per nuclei familiari con medesima residenza, che abbiano almeno 3 veicoli di proprietà; anche di tipologie differenti (auto, moto, ciclomotori o natanti).

La proposta della compagnia Altoatesina, non solo prevede uno sconto rispetto alla copertura dei singoli veicoli con contratti separati. Aggiunge anche una serie di opzioni gratuite. Come la rinuncia alla rivalsa automatica e gratuita per determinate situazioni nelle quali si possono creare incidenti, la più tipica delle quali è la guida in stato d’ebbrezza.

La Miniflotta famiglia prevede anche il massimale unico e non bipartito, con possibilità quindi di spalmare risarcimenti importanti sui danni a cose di particolare valore, solitamente coperte da un massimale inferiore. E poi la garanzia “ricorso terzi” da incendio, che copre dai danni causati dall’incendio di un nostro veicolo.

Parlavamo di proposte creative? Directline offre uno sconto a chi assicura un’auto avendone già un’altra nel nucleo familiare, anche se non è assicurata con la medesima compagnia. Il motivo? Perché, dicono loro, “più auto in famiglia riducono il rischio d’incidente sul singolo veicolo”.

La stessa compagnia, durante l’estate appena trascorsa si è distinta anche per un’altra promozione fuori dagli schemi: l’offerta di un volo a/r in Europa a chi stipulava una nuova polizza.

2. Il “testimone” nascosto che registra tutto

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Quanti di voi hanno la scatola nera? Tanti! Alla fine del 2016 l’Ania stimava che il 17% delle auto in circolazione fossero dotate di tale tecnologia.

Quindi, su un parco circolante di circa 30 milioni di mezzi, si parlerebbe di 5 milioni di veicoli. Ma a cosa serve la black box, tanto per chiamarla all’americana?

Il principio di base è misurare i dati degli spostamenti del veicolo, fornendo alla compagnia assicuratrice tutte le informazioni necessarie a ricostruire la dinamica e le colpe di un eventuale sinistro.

La scatola aiuta molto a tutelarsi da eventuali truffe. Perché i dati registrati sono inoppugnabili e, anzi, la recente legge sulla Concorrenza appena approvato, ne ha sancito il valore probatorio pieno in tribunale. Insomma, quei dati registrati fanno fede. E la cosa non va solo a vantaggio della compagnia.

Perché se avete un incidente con una controparte che sostiene fraudolentemente di avere ragione, o se, peggio, qualcuno inventa un sinistro coinvolgendovi, la presenza della scatola sulla vostra auto sarà decisiva per tirarvi fuori dai guai.

Al contrario, se tendete a violare i limiti di velocità con frequenza, in caso d’incidente in una situazione in cui da parte vostra c’era una violazione del codice della strada, la
vostra compagnia potrebbe addebitarvi un concorso di colpa; più o meno forte. Ma come funzionano?

Ce ne sono di tipologie differenti, perché fino a oggi non c’è stato uno standard unico. I due produttori principali in Italia sono Octo Telematics e Viasat, ai quali se ne affiancano altri di minori dimensioni.

Alcune scatole dialogano costantemente con i computer di una centrale operativa dell’assicurazione. Sono la maggior parte. E innescano una procedura d’allarme automatica, nel caso in cui i sensori rilevino accelerazioni fuori norma (per un urto di solito si parla di almeno 2 g) o, di veicolo capovolto.

Ma gli stessi modelli di scatola prevedono più funzioni attivabili dalla compagnia che le gestisce, che così può offrire contratti diversi, con costi diversi, ai suoi clienti. 

C’è allora la scatola nuda e cruda, collegata con il Gps e via Gsm con la compagnia assicuratrice, e quella che prevede un pulsante di allarme dentro l’auto, per chiedere aiuto.

Fino alla scatola con dispositivo vivavoce da installare nella vettura, per dialogare direttamente con gli operatori in caso d’emergenza o di necessità di supporto.

Negli altri casi, spesso è la sala operativa della compagnia che quando registra un comportamento anomalo contatta il titolare dell’auto al telefono, per informarsi che tutto vada bene e offrire supporto. Vale a dire dare l’allarme alle forze dell’ordine, o inviare ambulanza e carro attrezzi.

E se il veicolo viene rubato, la compagnia collabora (non sempre perché alcune scatole non hanno la funzionalità di localizzazione istantanea) alle ricerche dell’auto, fornendone la posizione in modo che venga ritrovata.

Sempre che i ladri non siano particolarmente attrezzati per inibire il dialogo della scatola nera con la centrale operativa. Ma stiamo parlando di ladri particolarmente evoluti, che non si dedicano certo ad auto comuni.

Nessuna compagnia andrà a monitorare dove andate con la vostra macchina. La legge sulla Concorrenza, approvata ad agosto, è molto chiaro. I dati relativi alla marcia dei veicoli saranno conservati dagli operatori che gestiscono il servizio, che dovranno garantirne la riservatezza.

Le compagnie non potranno usarli, se non per determinare le responsabilità in occasione di un incidente. Non potranno dunque essere usati per “profilare” un cliente, capire che tipo di guida abbia e, magari, anche che stile di vita.

Né potrà esserci un rilevamento degli spostamenti “continuativo e sproporzionato”. Naturalmente questa legge appena approvata comporterà degli adeguamenti delle compagnie.

Qualcuna, ad esempio, nei suoi contratti propone una formula in base alla quale il cliente con il suo stile di guida può guadagnare uno sconto aggiuntivo per gli anni successivi.

E nello stile di guida rientra il rispetto dei limiti di velocità, il numero di frenate e accelerazioni (indice di distrazione, al contrario di una guida fluida), e gli orari degli spostamenti.

Questa sorta di contratti, saranno ancora consentiti o in virtù del nuovo ordinamento la scatola nera non potrà più essere utilizzata in questo senso? Al momento non lo sappiamo. La questione sicuramente verrà dipanata in futuro.

Però, torniamo a bomba alla domanda iniziale. Ci sono problemi per la nostra privacy? Di risvolti ce ne sono molti ed è bene fare attenzione. Abbiamo una storia realmente accaduta a un giovane, che si è appartato di notte con una ragazza nell’auto di lei.

Peccato che all’assicurazione l’auto sia risultata fuori strada, e abbia chiamato al telefono l’intestatario della vettura, vale a dire il padre della ragazza, chiedendo se aveva avuto un incidente e se l’auto era fuori strada. Immaginate le conseguenze.

E non mancano le compagnie che offrono all’intestatario del veicolo la possibilità di accedere a una propria pagina internet riservata, nella quale possono vedere tutti i dati di viaggio del veicolo, compresa la sua posizione.

A questo punto, se pensate che sia una buona opzione per controllare gli spostamenti di chi usa la vostra auto, sappiate che state violando la privacy di una persona. Con tutti i risvolti legali del caso oltre che morali.

3. I risparmi promessi? Pochi e ancora incerti

I risparmi promessi-300x180

Ma la scatola nera fa risparmiare? Sicuramente sì, se si vive nelle province a maggior tasso di incidentalità; quelle dove le polizze costano più care.

Magari anche per spuntare una buona copertura contro il furto e l’incendio del veicolo. Lo sconto però di solito si aggira nell’ordine del 5-10%.

E bisogna considerare i canoni dei servizi offerti, che a volte quasi annullano lo sconto. Ci sono, è vero, le formule che prevedono una riduzione superiore, anche il 50%, per il primo anno (Sara con la formula Sarafree).

Ma si tratta di offerte collegate al chilometraggio percorso. Convengono se non si fanno più di 4-5mila chilometri l’anno. Sforando si può facilmente pagare più della polizza a chilometraggio illimitato. Chi propone polizze con la scatola nera?

La maggior parte delle compagnie. Quella che per prima ha adottato con convinzione tale tecnologia è UnipolSai, che ha un’offerta molto articolata, basata su uno sconto iniziale forte e uno sconto per gli anni successivi funzione del chilometraggio percorso.

Con la particolarità che i chilometri percorsi in autostrada entrano dimezzati nel computo, perché l’autostrada è considerata meno rischiosa delle altre strade.

Ma quelli percorsi fra la mezzanotte e le 6 del mattino si moltiplicano per tre, perché la notte è statisticamente più rischiosa. Il valore aggiunto dell’offerta UnipolSai però è sicuramente nei servizi collegati alla scatola.

Articolati su tre proposte commerciali differenti, che completano sempre più il servizio, e che possono raggiungere il loro massimo con l’offerta Km&Servizi City, per ora disponibile solo nelle 8 principali città italiane. Ovviamente si paga un canone.

E se volete la formula con più servizi, la Full, alla fine vi troverete ad aggiungere circa 80 euro al costo del premio. Insomma, la scelta di questa opzione merita se si è interessati ai servizi offerti.

Non collega invece necessariamente all’opzione chilometrica la sua scatola nera l’Axa, che ha formule differenziate, con e senza canoni di gestione dei servizi; con tariffe differenziate su due macroaree all’interno dell’Italia.

A proposito, i servizi offerti sono erogati solo in Italia o anche all’estero? Se viaggiate molto oltre frontiera, leggete con attenzione la proposta che vi viene fatta, e, in caso di dubbi, fate la domanda esplicita prima di aderire.

Perché solo due compagnie ci hanno dato una risposta negativa esplicita in tal senso: Amissima, che ha dichiarato che la sua “box” è attiva solo in Italia, Repubblica di San Marino e Città del Vaticano; e Zurich, i cui servizi della formula BluDrive sono operativi solo in Italia, ad eccezione della localizzazione del veicolo in caso di furto, che funziona anche in altri paesi.

E se vi rubano l’auto e non si ritrova? O se prende fuoco? Se la scatola nera viene irrimediabilmente distrutta e non potete restituirla alla ditta che l’ha fornita alla vostra assicurazione? Perché la scatola - è bene ricordarlo - è in comodato d’uso.

Abbiamo trovato due situazioni differenti. Di solito compete a voi pagarla, ma la cosa è esplicitata solo nelle condizioni del comodato d’uso della scatola, non nel contratto assicurativo! Insomma, nessuno vi dice che dovete rifondere il provider tecnico.

UnipolSai scrive espressamente che in questi casi si farà carico lei dei costi. Diversamente chiedete. E nel caso in cui prevediate di cambiare macchina nell’arco dell’anno, considerate che di solito è gratuita solo la prima installazione. Per le successive, dovrete pagare una quota, solitamente fra i 50 e gli 80 euro, a un meccanico autorizzato.

4. Coperture temporanee ma occhio alle polizze false

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L’Ivass da anni ormai ci subissa di comunicati relativi alla segnalazione di agenzie non autorizzate che vendono polizze false.

Contratti riconducibili ad assicurazioni straniere non operanti in Italia nel settore Rc-auto; quando non del tutto inventate.

Una chiacchierata con un amico avvocato ci ha ulteriormente incuriosito. Stava difendendo una persona che aveva avuto un sinistro stradale molto grave, con un guidatore che non sapeva di non essere assicurato.

Perché aveva comprato una polizza falsa in perfetta buona fede. Una polizza valida per 5 giorni, rilasciata con un modulo che replicava quello di una vera compagnia. E con un numero di polizza reale, intestato a un vero cliente con un’altra auto. Una polizza clonata.

La truffa è particolarmente diffusa sui contratti brevi, quelli che si estinguono rapidamente senza lasciare tracce, a meno di incidenti. Così abbiamo cercato “polizza 5 giorni” sui motori di ricerca in internet, trovando una miriade di offerte.

Spesso scritte in italiano approssimativo. Ovviamente non mancano gli agenti onesti. Quindi il primo consiglio che ci sentiamo di dare è relativo alle precauzioni da prendere quando si cerca una polizza.

Soprattutto quando ci si rivolge a canali alternativi, come, appunto, agenti e broker che costruiscono offerte specifiche per un determinato target di clienti. Tanto per cominciare, bisogna controllare che il sito dell’intermediario assicurativo che stiamo consultando riporti i dati obbligatori per legge.

Quindi la sede, i recapiti telefonici e postali, il numero di fax, la casella di posta elettronica, il numero e la data di iscrizione al Rui, il Registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi, oltre all’indicazione che l’intermediario è soggetto al controllo dell’Ivass (https://servizi.Ivass.it/RuirPubblica/).

Per gli intermediari di altri paesi Ue abilitatati a operare in Italia, il sito web deve riportare, oltre ai dati identificativi e ai recapiti sopra indicati, l’indicazione dell’eventuale sede secondaria, nonché la dichiarazione del possesso dell’abilitazione all’esercizio dell’attività in Italia, con l’indicazione dell’Autorità di vigilanza dello Stato membro di origine.

Utile anche controllare se l’assicurazione citata sia autorizzata a operare in Italia; cosa facilmente verificabile sul sito dell’Ivass, che propone un elenco delle compagnie che possono offrire polizze Rc-auto.

E sullo stesso portale troverete anche gli avvisi relativi a “Casi di contraffazione o società non autorizzate; siti internet non conformi alla disciplina sull’intermediazione”. Per qualunque informazione si può contattare il contact center dell’Ivass al numero verde 800-486661, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 14.30.

E se volessimo assicurare anche i guasti meccanici? Un paio di compagnie offrono questa opzione. UnipolSai prevede la formula “Guasti meccanici” con la polizza Km&Servizi. Copre i guasti a motore, cambio, climatizzazione, trasmissione e freni.

Il premio annuo varia in funzione del veicolo, ma in media la compagnia dichiara che si attesta sui 115 euro. Sara Assicurazioni offre invece la formula “Sara- checkpoint”, che si rivolge a chi è tesserato Aci, e va abbinata a un controllo dell’auto effettuato a pagamento, presso una delle officine Aci Global (99 euro per i soci Aci, 125 per gli altri).

Più il costo della copertura assicurativa, che in funzione della cilindrata del veicolo e del tipo di copertura scelta (base o plus), può variare da 133 a 700 euro, per le auto di maggiore cilindrata.

In entrambi i casi le formule si rivolgono a vetture di età fra i 2 e gli 8 anni; con chilometraggi non superiori a 150mila chilometri.

Sara Assicurazioni ci ha fatto avere anche la lista delle marche assicurabili, che comprende tutti i principali marchi. Il “sistema Aci” può convenire se si vuole usufruire dei servizi e delle garanzie o erte dalla tessera.

Perché il punto di partenza è il tesseramento, che offre uno sconto del 5% sul premio Rc-auto con Sara, la compagnia dell’Aci.

E un altro sconto lo si ottiene se si sono fatti corsi di guida sicura presso i centri dell’Automobil Club. Ancora, la tessera Aci dà diritto a uno sconto sui corsi. Un sistema, appunto.

Nessuna compagnia tiene invece in alcuna considerazione i punti patente dei suoi assicurati per calcolare la tariffa.



5. Una riforma “piccola” e piena di fumo

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È la parte della legge sulla Concorrenza, approvata in agosto 2017, sulla Rc-auto.

Prevede sconti (ma non li quantifica) per chi installa la scatola nera, l’Alcolock e accetta di far ispezionare l’auto alla compagnia. E prevede la portabilità del dispositivo (in futuro).

Il 2 agosto 2017, un attimo prima di fuggire in vacanza, i senatori, grazie anche alla fiducia, hanno convertito in legge dopo circa tre anni il Ddl Concorrenza, che contiene pure una parte di riforma della Rc-auto. Il titolo ad effetto della stampa è stato che ci sarà uno sconto per chi installerà la scatola nera.

E che i residenti nelle province dove l’incidentalità è più alta, dopo 4 anni senza sinistri causati per colpa totale o almeno paritaria, potranno godere di ulteriori sconti, se installeranno la scatola nera. Sconti che dovranno avere adeguata pubblicizzazione sui siti Internet delle compagnie.

Nel decreto però ci sono molte cose in più. Ad esempio una regolazione delle riduzioni di premio per chi accetta di far ispezionare il veicolo dalla compagnia, al momento della stipula del contratto.

Una prassi che dovrebbe prevenire le truffe sui sinistri. E sconti anche per chi installa l’Alcolock, quel dispositivo che misura il tasso alcolemico nel sangue del guidatore, e che impedisce l’avviamento del motore se superano i limiti di legge.

Il tutto verrà regolato da un provvedimento dell’Ivass, l’ente governativo di controllo sulle assicurazioni, che ha 90 giorni per metterlo a punto.

La misura viene indicata come immediatamente operativa. Bisognerà però attendere i tre mesi concessi all’Ivass per il suo regolamento; e i tempi tecnici necessari alle compagnie per adeguarsi. Su questo punto si farà chiarezza più in là.

A margine segnaliamo che il comma 11 dell’art. 132-ter stabilisce anche che le compagnie dovranno praticare sconti “significativi” agli assicurati che stipuleranno polizze per più veicoli con guida esclusiva. Ma sicuramente ci vorrà del tempo per adeguarsi.

Sulla scatola nera aggiungiamo che il provvedimento torna a prescrivere l’interoperabilità e la portabilità delle apparecchiature. Finirà insomma la situazione odierna, che vede le diverse compagnie dotate di box di tipologie differenti, che possono essere utilizzate solo dalla specifica assicurazione che le ha adottate.

In futuro dovremmo conservare una stessa scatola, pur cambiando compagnia. Con i costi che resteranno a carico dell’assicurazione. Anche perché al governo è stato dato mandato di valutare la possibilità entro qualche anno di rendere la scatola obbligatoria su tutti i veicoli.

Ma per ora, lo ripetiamo, si tratta di un’ipotesi allo studio, con un orizzonte temporale di qualche anno. Per quanto concerne multe e verbali è interessante la modifica dell’articolo 201 del codice della strada.

D’ora in poi i sistemi automatici (preventivamente omologati) potranno verificare la copertura assicurativa sulle targhe riprese dai loro obiettivi, e segnalare all’operatore l’eventuale scopertura per il verbale.

Non servirà la presenza di un agente al momento della rilevazione del passaggio, e sarà sufficiente la prova fotografica per attestare che il veicolo era in circolazione. Ma i verbali non potranno essere preparati automaticamente, e per ora sarà necessario che un agente visioni i documenti assicurativi.

Perché in Parlamento non avrebbero normato espressamente la parte relativa all’emissione dei verbali e alle multe. All’insegna della lotta alle truffe, viene inserita anche la norma di cui si era parlato anni fa sui testimoni.

D’ora in poi, in caso di sinistro si potranno indicare i nomi dei testimoni solo nella constatazione scritta d’incidente o, al più tardi, nel primo atto ufficiale di denuncia che si fa alla compagnia.

Eventuali testi che dovessero essere indicati successivamente, non potranno essere tenuti in considerazione, se non si dimostrerà il caso di forza maggiore che ne ha impedito l’identificazione prima.

E i testimoni fasulli dovranno fare attenzione. Perché per loro, alla terza testimonianza (in tribunale) in cinque anni, potrà scattare da parte del giudice una segnalazione alla procura, per ulteriori indagini.

Curioso però che la legge citi espressamente il giudice per questo compito, e non anche le compagnie assicuratrici, che pure si avvalgono dei testimoni nelle pratiche che svolgono autonomamente.

Rimanendo in tema di truffe, le compagnie vengono ora spinte a utilizzare la banca dati sinistri e, in caso di elementi che possano far pensare a un possibile incidente fasullo o a una richiesta danni non congrua, potranno decidere di bloccare l’offerta di risarcimento, per avere il tempo necessario a svolgere ulteriori indagini.

In fine, è fatto divieto alle compagnie di prevedere classi interne di bonus-malus collegate al numero dei rinnovi annuali della polizza del cliente, premiando così chi si dimostra fedele. Le uniche discriminanti dovranno restare le “caratteristiche di rischio” dell’assicurato.

Non è stata prevista la reintroduzione del tacito rinnovo sulle polizze Rc-auto o moto; né sulle polizze a queste collegate, come l’incendio e furto.

Dovrebbe invece far calare le tariffe il fatto che finalmente è stata stabilita una tabella per i risarcimenti dei danni fisici. La si attendeva da tanti anni.

Nella foto Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, dicastero dal quale è stato “partorito” il Ddl Concorrenza.






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