Che cosa si nasconde dietro ai colori delle bandiere?
Qual è il vessillo più longevo? E quali sono i simboli più ricorrenti?
Un popolo si identifica anche nella sua bandiera.
C’è infatti un legame misterioso, quasi magico, fra uno Stato e il vessillo che lo rappresenta: che si tratti di patriottismo, nazionalismo o più semplicemente di tifo sportivo, quei colori in cima a un’asta sono in grado di accendere gli animi.
Ma scavando nella storia delle bandiere ci sono anche molte sorprese.
Ve ne raccontiamo alcune.
1. La più antica è quella catalana, la lunga strada dell’Union Jack e i misteri della mezzaluna turca
La più antica? Quella catalana
Le strisciate delle dita sporche di sangue sullo scudo d’oro.
La più antica bandiera nazionale esistente non è quella di uno Stato indipendente, bensì quella della Catalogna, che con forza rivendica da sempre l’autonomia.
La leggenda racconta che lo scudo araldico del Regno d’Aragona e la bandiera catalana, detta “Senyera”, siano nati insieme, nell’897.
Quell’anno il re carolingio Carlo il Calvo, in segno di gratitudine, lasciò le tracce delle sue dita insanguinate sullo scudo dorato del moribondo cavaliere catalano Goffredo, reduce dalla difesa di Barcellona durante l’assedio delle truppe musulmane.
Nel 1137, con il matrimonio di Raimondo Berengario IV e Petronilla, si unirono la contea di Barcellona (capitale della Catalogna) e il regno d’Aragona, che adottò la “Senyera” come vessillo: nove strisce gialle e rosse alternate.
Non è l’unica bandiera di origine medioevale, ma è il più antico vessillo distintivo di un popolo e di un territorio ben definito.
Tanto è vero che il dittatore Franco la vietò, mentre oggi è ostentata come simbolo dell’indipendentismo catalano.
La lunga strada dell’Union Jack
La bandiera del Regno Unito, detta Union Jack, è l’unica al mondo ad aver sventolato contemporaneamente su tutti i continenti, vista la vastità dell’impero di Sua Maestà.
La bandiera britannica è formata dalla somma della croce inglese di san Giorgio (croce rossa su fondo bianco), di quella scozzese di sant’Andrea (X bianca su fondo azzurro) e di quella irlandese di san Patrizio (X rossa su fondo bianco).
Ma nasconde dei segreti. La X rossa non è centrata rispetto a quella bianca sottostante per un preciso motivo storico.
Quando nel 1801 il Regno d’Irlanda fu unito al Regno di Gran Bretagna si trovò l’escamotage dell’asimmetria per evitare che la sovrapposizione della croce rossa a quella bianca potesse essere interpretata come un segno di supremazia irlandese sulla Scozia.
La croce inglese è invece sovrapposta alla bandiera scozzese fin dalla nascita del vessillo britannico, nel 1606, quando Giacomo I decise di creare una bandiera uniforme per le flotte. Una curiosità: la croce di san Giorgio potrebbe derivare dal simbolo di Genova, nel Medioevo alleata della flotta inglese.
I misteri della mezzaluna turca
C’è un mistero dietro la mezzaluna (il “crescente lunare”) che garrisce su 14 bandiere di Paesi islamici (e anche su 5 vessilli non islamici).
L’hilal è spesso collegata alla luna nuova, momento molto importante nel calendario della religione islamica.
Ma alle origini dell’espansione araba la mezzaluna non esisteva, è diventato simbolo islamico solamente intorno al 1800, quando l’esercito del sultano ottomano Selim III lo ha adottato come emblema (insieme a una stella a otto punte, come nella bandiera a sinistra).
Attraverso gli Ottomani la mezzaluna è arrivata quasi immutata sulla bandiera dell’odierna Turchia. Per quanto riguarda la storia della sua origine, però, ci sono soltanto delle teorie.
La mezzaluna era un simbolo già usato da Persiani e Bizantini e da questi popoli sarebbe passato direttamente ai turchi della dinastia dei Selgiuchidi (XI-XIV secolo) e poi agli Ottomani.
2. Tra stelle e strisce e bandiere rosse
Tra stelle e strisce
La scelta di puntare sulla simbologia delle “stelle e strisce” era già stata fatta dai coloni americani nel 1777, a un anno dall’indipendenza.
Eppure il vessillo degli Stati Uniti è tra quelli che hanno subìto più modifiche.
Fino addirittura al 1912 non era neppure codificata nelle sue proporzioni, né nella disposizione delle stelle, che variava dal cerchio alle linee.
Le stelle furono scelte dal Congresso Continentale nel 1777, per sostituire il vessillo coloniale, che aveva l’Union Jack britannico nel riquadro in alto a sinistra.
Ne misero 13, come gli Stati che si ribellarono a Londra. Le strisce rosse e bianche erano invece già 13. Ma nel tempo il loro numero cambiò.
Stelle e strisce erano destinate a crescere, con l’aggregarsi di nuovi territori: nel 1795 divennero 15 e 15, e il numero continuò a salire. Così nel 1818 si decise che le strisce sarebbero state per sempre 13, e sarebbero aumentate solo le stelle.
Nel corso dell’Ottocento la bandiera fu aggiornata 21 volte. Gli americani combatterono le due guerre mondiali sotto una bandiera a 48 stelle, mentre oggi, dal 1960, le stelle sono 50 e l’attuale vessillo ha il record di longevità, fra quelli statunitensi.
Bandiere rosse, dal Galles alla Cina
Il rosso è, in quasi tutte le civiltà, simbolo di passione e furore. Questo colore sembra avere il potere di eccitare la psicologia umana.
Inoltre ricorda il sangue, e dal sangue nacque la bandiera rossa rivoluzionaria, fatta propria dalle rivolte operaie e poi da socialisti e comunisti.
Questo simbolo si diffuse prima in Francia (durante la Comune di Parigi, nel 1871) e in seguito divenne il vessillo della Rivoluzione bolscevica (1917).
Ma la bandiera rossa potrebbe essere nata in Galles. Nel 1831, nella località di Merthyr Tydfil, migliaia di minatori si ribellarono e presero possesso per una settimana di un grande impianto, sventolando bandiere rosse.
Pare che la scelta del colore fosse nata dallo sventolio di una camicia imbrattata di sangue, appartenuta a un operaio ferito o ucciso. La rivolta fu stroncata nel sangue, ma la bandiera rossa passò ad altre insurrezioni operaie, come a Lione nel 1834.
Dopo questo episodio, con la nascita dell’Unione Sovietica nel 1923, il drappo rosso (con falce e martello gialli, simboli di agricoltura e industria) fu adottato come bandiera ufficiale in Russia.
Questo vessillo nel Dopoguerra ispirò anche la bandiera con le stelle della Repubblica Popolare Cinese.
3. Croce o mezzaluna e il tricolore russo (o quello olandese)?
Croce o mezzaluna? Meglio il cristallo
Il simbolo della Croce Rossa non è più la croce rossa.
Nel 2005 è stato adottato da Ginevra un disegno neutro e privo di riferimenti religiosi: il “cristallo rosso”, un quadrato vuoto in campo bianco, ruotato di 45 gradi, emblema ufficiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale.
Ma la croce rossa resta valida, così come la sua controparte islamica.
Era il 22 agosto 1864 quando 12 Paesi firmarono la prima Convenzione di Ginevra (per il miglioramento delle condizioni dei militari feriti in guerra), nella quale si stabilì di proteggere personale, edifici e veicoli operanti con il simbolo della Croce Rossa.
La bandiera fu ripresa da quella svizzera, a colori invertiti: la croce rossa e il fondo bianco che richiamava il concetto di tregua. Nel 1929 venne riconosciuto l’emblema della “mezzaluna rossa”, oggi adottato da oltre 30 Paesi musulmani.
Altri simboli sono usati localmente, come la stella di Davide in Israele, tollerati ma non ufficializzati da Ginevra.
Il tricolore russo (o quello olandese?)
Bianco, rosso e blu sono i colori presenti in diverse bandiere dell’Europa Orientale.
Non hanno, però, un’origine comune nella civiltà degli Slavi, ma sono dettati dalla scelta personale di un uomo che ha profondamente influenzato la storia slava: lo zar Pietro il Grande, nato nel 1672 e sul trono “di tutte le Russie” da quando aveva dieci anni fino alla morte, nel 1725.
A fine Seicento il sovrano aveva compiuto un lungo tour in Europa Occidentale, che ammirava, per poi importare in Russia idee e tecnologie utili a modernizzare il suo regno.
Tra le altre esperienze, Pietro lavorò in incognito nei cantieri navali olandesi. Quando allestì la flotta russa, per la bandiera si ispirò alla semplice efficacia del vessillo delle Sette Province Unite (i futuri Paesi Bassi).
Il rosso, il bianco e l’azzurro tra l’altro ricordavano i colori del Granducato di Moscovia (nucleo originario dell’impero zarista). Invertendo i colori nelle strisce orizzontali, creò la bandiera russa.
E a Praga, nel 1848, il bianco, l’azzurro e il rosso furono proclamati “colori panslavi”.
4. Il tricolore di Francia... e quello d’Italia
Il tricolore di Francia...
La bandiera francese è il simbolo repubblicano per eccellenza. Eppure deve molto alla monarchia.
La prima combinazione dei tre colori si ebbe dopo la Presa della Bastiglia del 14 luglio 1789: il marchese di La Fayette offrì a Luigi XVI una coccarda rossa e azzurra (i colori della municipalità di Parigi) usata dalla sua milizia, cui fu aggiunto il bianco dello stendardo monarchico dei Borbone.
Se l’aggiunta del bianco sia stata fatta dal generale o dal re in persona non si sa. La composizione del drappo fu poi ufficializzata il 7 febbraio 1794.
L’esercito di Napoleone portò i tre colori in tutta Europa, mentre il Congresso di Vienna abolì la bandiera. Fu di nuovo un re, Luigi Filippo I di Borbone-Orléans nel 1830 a ripristinare il tricolore.
Infine un aspirante monarca sancì, involontariamente e contro i propri interessi, il legame indissolubile fra il tricolore e la Repubblica francese: dopo la caduta di Napoleone III, Enrico d’Artois stava per diventare re, ma si rifiutò di adottare la bandiera blu, bianca e rossa.
Bastò questo per costargli il trono.
... e quello d’Italia
Il tricolore italiano s’ispira a quello francese. Fu portato nella Penisola a fine Settecento dalle armate rivoluzionarie e poi napoleoniche.
Ma la scelta dei colori è tutta italiana. Il verde, il bianco e il rosso erano usati dalla milizia urbana di Milano, che aveva uniformi bianche e verdi alle quali furono aggiunti, nel 1796, accessori rossi.
Così, il loro vessillo divenne bandiera nazionale. I tre colori vennero accettati perché radicati nella tradizione italiana (basti pensare al vestito di Beatrice descritta da Dante) e usati in quegli anni anche nelle coccarde dei patrioti.
Gli Stati del Nord Italia furono poi fusi nella Repubblica Cisalpina che il 7 gennaio 1797 adottò la bandiera tricolore, ma a strisce orizzontali.
Nel 1798 fu adottata la tripartizione verticale e il “battesimo del fuoco” avvenne nel 1848.
I tricolori sventolarono nei moti patriottici (tra i primi a esibirli il giovane Goffredo Mameli, autore dell’Inno d’Italia), ma fu il re Carlo Alberto a farlo proprio durante la Prima guerra d’indipendenza.
Da allora la bandiera dell’Italia unita è rimasta quella, privata però dello scudo dei Savoia che vi campeggiò per quasi un secolo.
5. Ogni bandiera ha un suo significato ben preciso
Ogni bandiera ha un suo significato ben preciso che riflette la storia, la geografia, la cultura o le tradizioni del territorio che rappresenta.
- TRICOLORI
Delle 193 bandiere dei Paesi delle Nazioni Unite, 60 presentano tre strisce orizzontali sovrapposte di colore diverso.
A queste si aggiungono quelle con colori che si ripetono e quelle a strisce.
Quanto alle combinazioni cromatiche presenti tra i vessilli ufficiali, azzurro, bianco e rosso sono presenti in 49 su 193 bandiere. - COLORE SOVRANO
Il rosso, colore rivoluzionario per eccellenza, è presente in 145 bandiere nazionali delle 193 esposte all’Onu. Mentre il bianco è a quota 141. - LA PRIMA BANDIERA
I Romani usavano come bandiere vexillum e labaro (contrassegno militare imperiale), stoffe appese a un’insegna. Le prime bandiere attaccate all’asta per poter garrire sono state quelle dei popoli a cavallo delle steppe asiatiche, come i Mongoli. - L’ETÀ DEI VESSILLI
Tra le bandiere dei 193 Stati sovrani rappresentati alle Nazioni Unite, cinque risalgono al Medioevo, nove a un periodo compreso tra XVI e XVIII secolo, 38 al XIX secolo e 141 dal XX secolo in avanti. - QUADRATE, RETTANGOLARI (E L’ECCEZIONE)
Quella nepalese è l’unica bandiera nazionale formata da due triangoli. - SIMBOLI
Non solo croci, mezzelune e stelle. Armi di vario genere campeggiano su 13 bandiere, una ventina sono le insegne con animali, altre ancora con piante e edifici stilizzati.