Il Basenji è un cane poco conosciuto in Italia dove se ne contano meno di cinquanta.
E’ indubbiamente una razza intelligente, indipendente, ma affezionata e sveglia.
E’ in Africa che si devono cercare di origini del Basenji, dato che il nome di questo cane deriva da quello di una popolazione della regione del fiume Congo, i “Bashingi“.
Le sue prime tracce si ritrovano infatti in tombe e graffiti, risalenti a 5.000 anni fa. Fu scoperto dagli esploratori europei.
Impara velocemente ed è molto affettuoso e giocherellone. È estremamente paziente con i bambini ed è anche molto apprezzato come cane da compagnia.
Il vero Basenji si riconosce molto facilmente, poiché possiede una particolarità inconfondibile: non abbaia, ma emette suoni tendenti a volte al riso e a volte allo jodler tirolese.
Questa caratteristica non si trasmette agli esemplari frutto di un incrocio fra un Basenji e un’altra razza. In effetti, i bastardini abbaiano, e questo non può trarre in inganno.
Ma vediamo meglio questa antichissima razza canina, il Basenji, considerato da molti “il cane progenitore di tutte le razza canine”, e conosciuto anche come il cane “più gatto fra tutti i cani”.
1. Origine
E' in Africa che si devono cercare di origini del Basenji, dato che il nome di questo cane deriva da quello di una popolazione della regione del fiume Congo, i "Bashingi".
Ma è più a est, nel cuore della foresta dell'Ituri, che si possono ritrovare le prime testimonianze di questa razza.
Qualche migliaio di anni fa, infatti, questo cane era il compagno di caccia preferito dai Pigmei.
La leggenda narra che a quei tempi combatteva senza paura con il leone, ma la realtà è un po' diversa. È piuttosto ai volatili e alle antilopi che il Basenji dava la caccia.
Gli africani pensavano d'altronde che questo cane allontanasse gli spiriti maligni e gli affidavano la guardia delle loro abitazioni.
In ogni caso e in questa parte dell'Africa nera che gli Egizi scoprirono questo animale.
Dopo averlo adottato, arrivarono al punto di adorarlo, e il Basenji divenne così un cane sacro. Per questo motivo veniva rappresentato nelle decorazioni tombali, poiché si riteneva che accompagnasse i morti nell'aldilà.
Sono state infatti ritrovate, in un gran numero di tombe risalenti al 3.600 a. C. circa, raffigurazioni di una razza canina del tutto identica al Basenji odierno.
Questo cane è stato d'altra parte chiamato per qualche tempo "Cane di Cheope" dal nome del faraone che fece costruire la grande piramide di El-Giza.
2. Storia
Verso il 1870 alcuni viaggiatori inglesi riscoprirono questa razza in una zona situata fra l'antico regno del Congo e il Sudan, dove i suoi rappresentanti erano utilizzati per la caccia.
E fu così che qualche anno più tardi, nel 1895, dei cani detti "Terrier del Congo" fecero la loro comparsa nel National Cruft's Show di Londra, una delle più note esposizioni internazionali.
Colpiti dal cimurro, questi cani importati purtroppo morirono prima di essersi potuti riprodurre. Sei altri esemplari conobbero la stessa sorte nel 1923.
Bisogna precisare che all'epoca il cimurro era sconosciuto in Africa e che i cani che provenivano da questo continente non avevano alcuna difesa nei suoi confronti.
Il Basenji non si è riprodotto che nel 1937 in Gran Bretagna e nel 1941 negli Stati Uniti.
L'insediamento di questa razza del mondo occidentale è incontestabilmente merito degli sforzi di una allevatrice inglese, Veronica Tudor Williams (guarda video qua sotto), che per anni percorse l'Africa per reperire gli esemplari migliori.
Nonostante esistano, nel continente europeo, alcuni allevamenti di qualità, questa razza resta praticamente sconosciuta; ciò spiega la scarsa natalità del Basenji: non si contano, infatti, che una decina di nascite all'anno (le femmine del Basenji rientrano fra quelle che vanno in calore una sola volta all'anno).
C'è un punto sul quale conviene insistere: il Basenji è un cane di razza. Questa precisazione non è affatto superflua, perché si incontra in Africa un gran numero di cani che gli assomigliano ma che altro non sono se non meticci.
Il vero Basenji si riconosce molto facilmente, poiché possiede una particolarità inconfondibile: non abbaia, ma emette suoni tendenti a volte al riso e a volte allo jodler tirolese.
Questa caratteristica non si trasmette agli esemplari frutto di un incrocio fra un Basenji e un'altra razza. In effetti, i bastardini abbaiano, e questo non può trarre in inganno.
3. Comportamento
"È il più gatto fra tutti i cani". Ecco ciò che si dice spesso a proposito del Basenji.
Di fatto, non soltanto il Basenji non abbaia, ma si lecca come fanno felini e, dato il suo pelo corto non richiede alcuna particolare cura, resta pulito.
Un altro punto in comune con il gatto è il fatto che il Basenji adora appollaiarsi su un tavolo o su una sedia da dove può dominare tutto quello che gli sta attorno.
Questo cane e al tempo stesso birichino e testardo, ed è consigliabile educarlo con polso fermo. L'animale è talvolta molto deciso e la sua volontà spesso sconcerta i padroni troppo permissivi.
Di temperamento possessivo, il Basenji si affeziona al padrone, dal quale non sopporta il minimo segno di indifferenza. Gli appassionati affermano tuttavia che è il carattere indipendente a costituire il vero charme di questa razza.
Per il Basenji la disobbedienza è un atto deliberato, così come lo è il suo comportamento quando si isola degli altri cani. D'altra parte il Basenji è molto curioso, e sembra stare sempre sul chi vive.
Educato fin da piccolo, questo cane africano si adatta molto bene la vita in appartamento: calmo e affettuoso, si integra facilmente nel nucleo familiare, pur mantenendo la sua indipendenza.
Da buon Segugio, anche in casa si mostra estremamente reattivo: basta un nonnulla per attirare la sua attenzione.
Tuttavia, il Basenji preferisci la libertà che può essergli offerta dalla vita all'aria aperta. A questo proposito conviene precisare che è prudente recintare il giardino nel quale vive.
Molto rustico, il Basenji non necessita di cure particolari. Amante della pulizia, trarrà comunque beneficio da una spazzolatura regolare e da frizioni con guanto di crine.
Non è particolarmente fragile, ma bisogna evitare di fargli prendere freddo, poiché non è abituato alle basse temperature.
Come si è già detto, le femmine vanno in calore soltanto una volta all'anno e i cuccioli (5 o 6 per parto) nascono generalmente in novembre o dicembre, dunque in un'epoca in cui sono maggiormente vulnerabili.
Utilizzato per la caccia alla piccola selvaggina in Africa, il Basenji è apprezzato in Europa e negli Stati Uniti nel solo ruolo di cane da compagnia.
4. Razze affini
Considerato da alcuni "il cane progenitore" il Basenji è decisamente responsabile della creazione di numerose razze.
Non si può dire peraltro che abbia molti parenti prossimi.
Il Cane di Canaan, razza israeliana di origine molto antica, sconosciuto per lungo tempo nel mondo occidentale, gli viene talvolta paragonato.
Dedito principalmente allo guardiano delle greggi e delle case, questo cane, sia di colore nero, sia bianco a macchie marroni, rosse o nere, apprende bene ma ha un carattere piuttosto litigioso.
Di statura paragonabile a quella del Basenji, il Dingo viene presentato, specialmente in Svizzera, nelle esposizioni canine.
Questo animale, di colore bianco è fulvo, per metà domestico e per metà selvatico, è arrivato in Australia meno di 12.000 anni fa, accompagnando indubbiamente migrazioni provenienti dall'Asia.
In quelle regioni è tornato allo stato brado.
In Australia, il Dingo è ancora oggi difficile da addomesticare e assai poco obbediente. Un punto comune con il Basenji: il Dingo non abbaia, urla.
5. Standard del Basenji
FCI Standard N° 43 24.01.2000 BASENJI
ORIGINE: Africa Centrale
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE 25.11.1999
UTILIZZAZIONE: Cane da caccia, da compagnia
CLASSIFICAZIONE F.C.I Gruppo 5 Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo
Sezione 6 Tipo primitivo
Senza prova di lavoro
ASPETTO GENERALE
Cane dalla costruzione leggera, fine ossatura e aspetto aristocratico, alto sugli arti se si considera la sua lunghezza, sempre equilibrato, attento e intelligente. Testa rugosa, con orecchi eretti, fieramente portata su di un collo ben arcuato. Lo sterno profondo risale fino ad un fianco ben definito; la coda strettamente arrotolata presenta l’immagine di un cane molto armonico dalla grazia di una gazzella.
PROPORZIONI IMPORTANTI:
La distanza fra l’occipite e lo stop è leggermente superiore a quella dallo stop al tartufo
COMPORTAMENTO-CARATTERE
Non abbaia, ma non è un cane muto; il suo speciale verso è un misto di “chortle” e “yodel”. Notevole il suo innato senso del pulito. Una razza intelligente, indipendente, ma affezionata e sveglia. Può essere riservato con gli estranei.
TESTA: sulla fronte appaiono fini e abbondanti rughe quando gli orecchi sono eretti; rughe sui lati sono desiderabili ma non esagerate fino a una giogaia; le rughe sono più evidenti nei cuccioli ma, a causa della mancanza di ombreggiature, meno visibili nei tricolori
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: piatto, ben cesellato e di media larghezza, si restringe verso il tartufo. Le linee laterali del cranio si restringono gradualmente verso la bocca, dando alle guance un’apparenza pulita
Stop: leggero
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: desiderabile un tartufo nero
Mascelle/Denti: mascelle forti, con una perfetta, regolare e completa chiusura a forbice cioè con i denti superiori che si sovrappongono a stretto contatto agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle.
Occhi: scuri, a forma di mandorla, posizionati obliquamente; guardano lontano con un’espressione piuttosto imperscrutabile
Orecchi: piccoli, appuntiti, eretti e leggermente a cappuccio, di fine tessitura, posti ben in avanti sulla sommità della testa, la punta dell’orecchio più vicina al centro del cranio che alla parte esterna della base.
COLLO: forte e di buona lunghezza, non spesso, ben arcuato e leggermente pieno alla base della gola con una curva aggraziata che accentua la curvatura. Bene inserito nelle spalle, dà alla testa un portamento fiero
CORPO: proporzionato
Dorso: corto, orizzontale
Rene: corto
Torace: sterno profondo. Torace con costole ben cerchiate, profondo e ovale
Linea inferiore rilevata fino ad un fianco ben definito
CODA: inserita alta, con la curva posteriore della natica che si estenda al di là della radice della coda dando un aspetto importante al posteriore. Si arrotola strettamente sulla spina dorsale e si appoggia alla coscia con un ricciolo semplice o doppio.
ARTI
ANTERIORI: diritti con fine ossatura. Gli arti anteriori sono in linea diritta fino al suolo e formano un anteriore mediamente aperto
Spalle: ben oblique, muscolose, non pesanti
Gomiti: ben sistemati contro il petto. Se visti di fronte, i gomiti sono in linea con le costole
Avambraccio: molto lungo
Pastorali: buona lunghezza, diritti e flessibili
POSTERIORI: forti e muscolosi
Ginocchio : moderatamente angolato
Gamba: lunga
Garretto: ben disceso, non girato in dentro né in fuori
PIEDI: piccoli, stretti e compatti, con cuscinetti alti, dita ben arcuate e unghie corte.
PELLE: molto pieghevole
MANTELLO
PELO: corto, liscio (morbido) e fitto, molto fine
COLORE: puro nero e bianco; rosso e bianco; nero e tan, e bianco con macchie a semi di melone color fuoco e focature sul muso e guance; nero; tan e bianco; brindle: fondo rosso con strisce nere (con le strisce il più possibile nettamente definite) Il bianco deve essere sui piedi, petto e punta della coda. Facoltative le zampe bianche, la stella e il collare bianco.
TAGLIA E PESO
Altezza ideale:
Maschi: 43 cm al garrese - Femmine: 40 cm al garrese
Peso ideale:
Maschi: 11 kg - Femmine: 9½ kg
DIFETTI: qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato come difetto e la severità con cui va penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità
Difetti più ricorrenti:
- prognatismo,
- enognatismo,
- criptorchidismo,
- monorchidismo,
- misure fuori standard,
- occhi piccoli,
- dorso molle,
- coda troppo lunga o portata male,
- depigmentazione del tartufo,
- movimento scorretto,
- manto color crema,
- mancanza di premolari,
- mascella deviata,
- appiombi non dritti.
N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali, completamente discesi nello scroto.