Il 27 novembre 1936, in una suite dell’Hôtel de Paris, a Montecarlo muore, a 87 anni, sir Basil Zaharoff, uno degli uomini più ricchi d’Europa, forse del mondo.
Lascia un patrimonio di 15 miliardi di franchi e un “testamento” che nessuno vedrà mai. Per gran parte della sua vita, dal 1878 al 1935, si è dedicato alla vendita di armi di ogni tipo (il suo core business), navi, aerei, cannoni, a qualsiasi Paese ne avesse bisogno.
Sembra che gli si possa attribuire una frase (una delle pochissime arrivate fino a noi): «Per anni e anni, in perfetta neutralità, ho fornito armi a tutti gli Stati che me le ordinavano». Gli “affari con la morte” di sir Basil Zaharoff, nato Vasileios Zacharias, durarono oltre mezzo secolo e attraversarono 16 guerre, 25 campagne coloniali e 40 fra sollevazioni, moti e rivoluzioni.
Le sue armi arrivarono dappertutto, rifornirono decine di eserciti, da quello russo a quello cileno, raggiunsero Giava, la Cina, il Tanganica, Cuba; armarono i ribelli di Pancho Villa e i Boeri, i dervisci del Mahdi e i Giovani Turchi dell’impero ottomano, le milizie dei messicani Juárez e Díaz, le bande abissine di ras Im-Mirù e i sionisti dell’Irgun Tzvai Leumi.
Ricco, cinico, solitario e decisamente senza scrupoli, Basil Zaharoff ha vissuto una vita che sembra un romanzo.
Per quasi 60 anni, con cinica imparzialità, rifornì di armi tutto il mondo: dalle mine ai proiettili, dai fucili ai sommergibili, vendeva tutto a tutti. E grazie a questo, riuscì ad accumulare un patrimonio immenso. Ecco la sua storia!
1. Sbarcare il lunario a Costantinopoli
Vasileios Zacharias nasce a Muğla, nell’Impero ottomano, il 6 ottobre 1849, in una famiglia greca poverissima.
A causa dei crescenti conflitti tra Grecia e Turchia e dei pogrom antigreci del 1821, i genitori decidono di riparare in Russia, dove cambiano il proprio cognome in Zaharoff.
Nel 1860, migliorata la situazione politica, la famiglia torna a Muğla, e quindici anni dopo si trasferisce a Costantinopoli, dove trova casa in uno dei quartieri più poveri e malfamati della città.
Per sbarcare il lunario, il giovane Vasileios, che in famiglia chiamano Basil, si deve arrangiare: adesca marinai al porto e fa loro da guida tra i bordelli e gli altri piaceri della città, si arruola come pompiere volontario per entrare nelle case e, si dice, rubare quello che trova, cambia i dollari e le sterline dei turisti con moneta turca falsa.
È forse a causa di queste molteplici attività disoneste che deve lasciare Costantinopoli per riparare prima in Francia e poi a Londra con, in tasca, una ragguardevole somma di denaro, la cui provenienza è rimasta sempre un mistero.
A Londra, grazie a un’innata abilità negli affari, mette in piedi, in breve tempo, sotto falso nome, una piccola ma redditizia attività di import di prodotti greci. Bello, biondo dagli occhi azzurri, fascinoso e con un ottimo eloquio, si introduce facilmente nella buona società londinese, tanto da sedurre e poi sposare la figlia di un industriale.
A questo punto, la vita del giovane Basil potrebbe dirsi in discesa ma, accusato di operazioni commerciali illegali, viene arrestato.
In attesa del processo riesce a pagare una consistente cauzione e fugge dall’Inghilterra.
2. La fuga da Londra e dai sommergibili alle mitragliatrici
È il 1874, quando Basil Zaharoff, che non ha ancora 25 anni, arriva ad Atene dove conosce il giornalista Stefanos Skouloudis.
Tra i due nasce una forte amicizia che spinge il giornalista a presentare il suo l’amico al rappresentante per la Grecia e i Balcani della Nordenfelt, fabbrica di armi svedese, che cerca qualcuno che possa sostituirlo.
Basil è di bella presenza, parla diverse lingue (turco, greco, inglese, francese, russo e poi imparerà anche l’italiano, il tedesco e il fiammingo), ha una bella “parlantina” e sembra il candidato ideale per quel posto.
Viene assunto il 14 ottobre 1877 con un mandato di rappresentanza per quei due Paesi, che presto verrà esteso alla Russia, all’Europa e addirittura al Giappone.
Il momento in cui Zaharoff ottiene l’incarico è davvero propizio: i Balcani sono in rivolta contro l’Impero ottomano, tutti i Paesi interessati sentono l’esigenza di armarsi stanziando ingenti somme per accaparrarsi quanto di meglio c’è sul mercato.
L'immagine sotto, tratta da un filmato d’epoca, ci mostra Zaharoff che si presenta al plenipotenziario imperiale per la vendita alla Turchia del Nordenfelt 1.
Il prodotto di punta della Nordenfelt è un sottomarino, il Nordenfelt 1, arma modernissima ma costosissima, tanto che in pochi possono permetterselo (quello nella foto sotto, è l’Abdül Hamid, battente bandiera della marina turca). Così Zaharoff inventa la compravendita di armi a rate pluriennali e convince il ministro della difesa greco ad acquistarne uno.
Il naviglio, spinto da un motore a vapore, è capace di lanciare un siluro in immersione, ma è così instabile che durante una prova affonda con tutto l’equipaggio. Zaharoff, però, riesce a venderlo, oltre che alla Grecia, anche alla Turchia e alla Russia.
Nel frattempo l’ingegnere americano Hiram Maxim presenta al mondo la sua mitragliatrice automatica, un gioiello della meccanica che rende obsolete tutte le altre, compresa la mitragliatrice Nordenfelt a canne rotanti, del 1873, che a questo punto non vuole più nessuno.
Per Zaharoff è un problema, così, dal 1886 al 1888, si impegna in una vera e propria guerra commerciale contro Maxim a colpi di tangenti, influenze politiche, spionaggio industriale, addirittura sabotaggi.
Ma la Nordenfelt non può reggere a lungo contro i grandi gruppi industriali di armamenti come Krupp, Schneider o Vickers.
Così Zaharoff comincia un valzer di partecipazioni azionarie: prima fa fondere Maxim e Nordenfeld, poi acquista la società, poi entra nel consiglio di amministrazione proprio della Vickers, gigante dell’industria bellica britannica.
3. A cavallo tra due secoli
A cavallo tra i due secoli Zaharoff riesce in vari modi, probabilmente soprattutto con la corruzione, ad accendere la scintilla di guerre e rivoluzioni in giro per il mondo.
L’inizio del 1900 è un momento di riorganizzazione e di ammodernamento per molti eserciti europei. La Germania, la Francia e il Regno Unito sono in pieno rinnovo delle flotte.
Zaharoff è in grado di aiutare tutti, anche la Russia che, dopo la sconfitta subita dal Giappone nel 1905, deve ricostruire la sua flotta.
Si trasferisce a Parigi, acquista due quotidiani locali e con un’abile quanto capillare campagna di stampa, fa in modo che in tutta Europa escano false notizie sugli acquisti di armi da parte dei vari Paesi, riuscendo a scatenare un clima di paura e una vera corsa agli armamenti.
E così riesce a vendere materiale bellico in tutta Europa. Ma con lo scoppio della Prima guerra mondiale, anche Zaharoff deve fare una scelta e si schiera con l’Intesa, contro gli Imperi centrali. Tra il 1914 e il 1918 vende agli Alleati un quantitativo impressionante di armamenti.
La sola filiale inglese di Vickers fornisce 4 navi di linea, 3 incrociatori, 53 sottomarini, 3 navi ausiliarie, 62 navi leggere (principalmente corvette), 2328 cannoni, 8 milioni di tonnellate di acciaio temperato, 90 mila mine, 22 mila siluri, 5500 aerei e 25 mila mitragliatrici, facendo accumulare a Zaharoff un fortuna incalcolabile, tanto che neanche lui riesce a quantificarla.
Oltre ai soldi, però, riceve titoli e decorazioni, fra cui la Legion d’onore, il titolo di baronetto inglese e una laurea honoris ad Oxford.
4. Basil il patriota e l’ultimo colpo
A questo punto sir Basil oltre a essere immensamente ricco è anche politicamente molto potente.
Dopo aver contribuito, nel 1917, alla caduta e all’esilio del re di Grecia, Costantino I, nel 1919 decide di compiere un passo importante: appoggia il primo ministro greco Eleftherios Venizelos (foto sotto) nella sua crociata contro la Turchia e il suo sogno di ricostruire la “Grecia Antica” che prevedeva di annettere alla Grecia tutti i territori abitati da popolazioni di etnia greca.
Dunque, sir Basil si scopre patriota: torna ad Atene, partecipa alla pianificazione delle grandi offensive greche del 1919 e del 1920 e fornisce al Paese tutte le armi necessarie, addirittura anticipando di tasca propria i crediti richiesti.
Vuole assolutamente che la Grecia vinca la guerra, stavolta non per profitto, ma per gloria personale. È l’unico errore della sua vita: la Grecia infatti perde 250 mila uomini e ogni diritto sull’Asia Minore e la Tracia. E lui ci rimette parte delle sue ricchezze. A oltre settant’anni, sembra quindi costretto a ritirarsi dagli affari.
Invece si trasferisce nel Principato di Monaco, dove mette a segno l’ultimo colpo. Acquista infatti la Société des Bains de Mer, che gestisce il Casinò di Montecarlo, principale fonte di reddito del Paese, ed è oberata dai debiti, e in breve riesce a rendere il casinò nuovamente redditizio.
Nel 1924, a 74 anni, sposa la duchessa di Marchena, di 13 anni più giovane, sua amante da oltre un quarto di secolo. Quindi, in attesa di “donarle” il Principato, le compra il castello di Balincourt a nord di Parigi, dove i due si trasferiscono. Poco dopo, però, la donna muore.
Così sir Basil torna a Montecarlo e, nelle lussuose stanze dell’Hôtel de Paris, scrive le sue memorie. Memorie che nessuno vedrà mai, perché dopo un tentativo di furto e il recupero dei manoscritti, sarà lui stesso a bruciarle.
Con quelle carte vanno distrutte molte verità inconfessabili e, forse, un dietro le quinte di mezzo secolo di storia europea, che nessuno ha mai potuto raccontare e che resteranno per sempre un segreto.
5. Maestro della corruzione e il suo grande amore
Basil Zaharoff è sempre stato visto come un maestro della corruzione. Già nella Guerra russo-giapponese si parlò di tangenti pagate all’ammiraglio giapponese
Fuji per la vendita di navi. In Spagna, sembra, l’influenza di Zaharoff fu fortissima, sin dalla vendita delle armi ad Alfonso XII per domare la rivolta cubana del 1898, un’influenza che durò sino alla Guerra civile.
Nell’ottobre 1934, cominciarono a circolare scottanti rivelazioni sui traffici di Zaharoff, provocate dalle indagini della Commissione senatoriale degli Stati Uniti creata dal presidente Roosevelt per l’esame degli scandali nel commercio delle armi.
Secondo il Memorandum del Senato Usa, Zaharoff ricevette somme considerevoli per le transazioni effettuate tra società straniere e il governo spagnolo, in particolare una commissione compresa tra il 5 e il 7% per il prezzo dei sottomarini americani venduti alla Spagna.
Nei suoi maneggi politici gli furono utilissime le entrature fornitegli dall’amante, una nobile spagnola che aveva conosciuto nel 1897 sull’Orient Express: donna María del Pilar Antonia Patrocinio Simona de Muguiro y Beruete, duchessa di Villafranca de los Caballeros, moglie del principe Francisco di Borbone, duca di Marchena e Grande di Spagna, da tempo ricoverato in una casa di cura per alienati.
La loro relazione, frutto di vero amore, durò quasi un quarto di secolo. Ma soltanto dopo essere rimasta vedova, la duchessa accetterà di sposare Zaharoff.
Il matrimonio durò pochissimo; diciotto mesi dopo, infatti, a causa di un’influenza trascurata, la duchessa morì. Sotto, Basil Zaharoff con la seconda moglie, incontrata sull’Orient Express.