Sembrano finiti i tempi del classico “bicchiere di vino a tavola”, quello che – si dice – fa buon sangue, per intenderci.
Un’abitudine alimentare che sembra ormai tutta del passato e il cui tramonto trova conferma nei dati (leggi sotto, punto 5).
Sempre meno persone bevono quotidianamente un bicchiere a pranzo e a cena, soprattutto sempre meno giovani, più propensi invece al consumo, molto più dannoso, fuori dai pasti o al cosiddetto binge drinking (bere elevate quantità di alcol in poco tempo).
Sicuramente meglio, per la salute, le vecchie tradizioni: in certe condizioni un consumo moderato di alcol può non far male, anzi secondo alcuni studi potrebbe avere degli effetti benefici, anche se con le dovute attenzioni: innanzitutto sulle quantità.
Bere bene vuol dire bere veramente poco, tenendo conto dei possibili rischi e di quali sono le proprie condizioni fisiche e di salute.
Poi – è chiaro – si parla di abitudini generali di vita: se bere eccessivamente provoca danni gravi da non sottovalutare, andare un po’ oltre il “moderato” raramente, come può capitare in periodi di festa non è una tragedia (se si è in salute e se non ci si mette alla guida).
Basta un po’ di buon senso e, dopo i bagordi, tornare a uno stile equilibrato in cui, comunque, non sarà per forza necessario eliminare quel bicchiere di vino – ma che sia uno – con cui si accompagnano pranzo e cena.
Ma cosa significa bere moderatamente? Tutti gli alcolici hanno gli stessi effetti protettivi? E le persone in sovrappeso? E poi, se si hanno problemi di cuore meglio smettere di bere, anche poco, durante i pasti?
Oggi cercheremo di dare risposta a queste (ed altre) domande molto interessanti. Leggiamole insieme.
1. Cosa significa bere moderatamente?
Cosa significa bere moderatamente?
Significa bere poco, solo durante i pasti, bevande a bassa gradazione alcolica (ad esempio vino o birra).
Ma cosa intendiamo per bere “poco”? Uno-due bicchieri al giorno, si tende a semplificare. Ma è importante avere chiaro in mente di che tipo di bicchiere si parla.
Una birra media doppio malto non e "un bicchiere" come un calice di vino riempito per un quarto; un cocktail pieno di vodka non è "un bicchiere" come una flûte di spumante. Tutto dipende da quanto si beve e da cosa si beve.
Una unità alcolica è uguale a 12 grammi di alcol puro, contenuti ad esempio in un bicchiere da 125 ml di vino rosso - o anche bianco - a 12 gradi (12% vol.).
Ecco, un consumo moderato - per un uomo - significa bere al massimo due unità alcoliche al giorno, quindi ad esempio un bicchiere di vino.
Se si dovesse bere una birra media doppio malto si andrebbe già oltre le due unità e quindi oltre la quantità quotidiana di alcol ritenuta a basso rischio.
Per la donna solo uno, vista la capacità più limitata di metabolizzare l’alcol.
Sono queste le quantità identificate dal ministero della Salute come soglia di consumo “di basso rischio”. L’ente governativo non si spinge oltre nel dire “senza nessun rischio” proprio perché ritiene che non esistano livelli di consumo del tutto sicuri.
Ma un bicchiere a tavola fa male? No.
Bere uno o due bicchieri al giorno durante i pasti non sembra associarsi a grossi rischi per la salute e non c’è nessun motivo per raccomandare a una persona in salute, che ha una dieta e uno stile di vita sano, di smettere di bere a tavola, purché moderatamente, nel modo che abbiamo descritto.
Anzi, forse esiste qualche beneficio.
2. Quali benefici e per chi?
Quali benefici e per chi? I benefici si sono osservati in particolare sulla salute di cuore e circolazione.
Anche se non ci sono certezze scientifiche per la mancanza di sperimentazioni ad hoc, esistono diversi studi che, osservando la popolazione, hanno individuato un’associazione tra il consumo moderato di alcol e una riduzione del 25-30% del rischio di avere un problema cardiovascolare, come infarto o ictus.
Benefici che si annullano o si trasformano addirittura in danni se si va oltre i 3-4 bicchieri al giorno.
Tra le associazioni positive ci sarebbe anche un rischio inferiore di ipertensione nelle donne sane e di sviluppare il diabete di tipo 2, sia negli uomini sia nelle donne.
A godere di questi effetti positivi, però, non sarebbero tutti, ma solo gli anziani e le persone di mezza età, quelle che rischiano maggiormente questi disturbi.
Per i più giovani, invece, la bilancia potrebbe protendere maggiormente verso i rischi, anche con un consumo moderato.
Bisogna comunque tenere in considerazione che gli studi esistenti sull’argomento sono stati fatti osservando la popolazione generale - di bevitori e non -, che al suo interno però presenta differenze anche negli stili di vita, nella dieta e nello stato di salute, tutti elementi che a loro volta incidono sulla salute del cuore.
Pur portando ad associazioni molto valide, si tratta quindi di analisi che non danno certezze scientifiche sulla relazione tra alcol e salute, proprio perché non è possibile escludere del tutto l’influenza degli altri fattori.
È negli anni ‘80 che queste analisi, in seguito riconvalidate, ebbero una sorta di boom, sull’onda del cosiddetto “paradosso francese”.
Ci si era accorti che, nonostante una dieta ricca di grassi saturi e colesterolo, condita da abitudini dannose piuttosto diffuse come il fumo, i francesi avevano un tasso di mortalità per malattie coronariche inferiore rispetto a quella di altri paesi con abitudini simili, come Inghilterra e Irlanda.
Fu in questa occasione che Serge Renaud e Michel de Lorgeril, sulla rivista scientifica Lancet, ipotizzarono ufficialmente che i benefici potevano proprio derivare dall’abitudine - tipica d’Oltralpe - di bere vino quotidianamente e durante i pasti.
L’etanolo riuscirebbe infatti a mantenere il sangue fluido e ad aumentare il colesterolo HDL, quello buono.
3. Tutti gli alcolici hanno gli stessi effetti protettivi? E le persone in sovrappeso?
Tutti gli alcolici hanno gli stessi effetti protettivi? Sembra di sì.
L’effetto protettivo delle bevande alcoliche sembra essere merito principalmente dell’etanolo, quindi dell’alcol in sé e non delle altre sostanze presenti nel prodotto.
Vino e birra potrebbero quindi avere effetti sovrapponibili, quando si beve moderatamente.
Si parla tanto dei polifenoli del vino (sostanze che derivano dall’uva e dalla sua fermentazione, come i vari flavonoidi o il resveratrolo) e del loro potenziale antiossidante, antinfiammatorio e antitrombotico.
Ma nessun effetto benefico di questi elementi è stato dimostrato nel concreto; oltretutto sono presenti in quantità così esigue nelle bevande, che sarebbe difficile attribuirgli meriti protettivi.
Quanto alle bevande superalcoliche, come cocktail o digestivi, c’è da considerare però la maggiore quantità di zuccheri, che alza le calorie, e il fatto che solitamente si bevono fuori dai pasti o comunque non in modo moderato.
E le persone in sovrappeso? In caso di problemi di peso, meglio far attenzione anche al consumo moderato: l’alcol non fornisce alcun nutriente, ma questo non significa che non abbia calorie, anzi. Un bicchiere di vino di 12 gradi (12% vol.) ha 87 kcal, una birra media da 5 gradi (5% vol.) ben 176.
Mai alla guida.
Ognuno reagisce diversamente all’alcol, in base al sesso, all’età ecc. Ma bere anche poco può comunque incidere sulle capacità di guida.
Il livello alcolemico da sospensione di patente è 0,5 g/l (grammi di alcol per litro di sangue).
Ma anche al di sotto del limite si perde lucidità al volante.
Con un livello alcolemico 0,2-0,3 (un bicchiere di vino circa a digiuno) già possono esserci delle alterazioni pericolose se si sta guidando, come comportamenti imprudenti, sopravalutazione delle proprie capacità e sottovalutazione dei rischi. Anche se di poco, i riflessi si alterano.
4. Se si hanno problemi di cuore meglio smettere di bere, anche poco, durante i pasti?
Se si hanno problemi di cuore meglio smettere di bere, anche poco, durante i pasti? No.
I benefici di un consumo moderato di alcol sono stati osservati anche in persone che hanno già problemi cardiovascolari: per chi ha avuto un infarto o soffre di ipertensione o di diabete, ad esempio, bere circa un bicchiere al giorno non comporta un maggiore rischio, semmai qualche beneficio.
Secondo gli studi, ad esempio, potrebbe ridurre la possibilità di un nuovo infarto del 20-25%.
Per cui - consultandosi sempre con il medico - non è un’abitudine da abbandonare se la si ha.
Anche se questo non significa che, se si è astemi, si debba cominciare a bere, visto che non c’è certezza del beneficio.
Quali sono i rischi del bere?
Gli studi evidenziano, anche per chi beve pochissimo (circa un bicchiere al giorno), un lieve aumento di rischio di tumori del cavo orale, faringe, esofago e al seno.
Inoltre, meglio evitare di bere se si prendono certi farmaci (antidepressivi, antistaminici, paracetamolo, alcuni antibiotici e antimicotici): l’alcol potrebbe interferire con la loro azione o aumentare il rischio di effetti indesiderati.
Se si assumono anticoagulanti o farmaci per la pressione meglio parlare con il medico delle proprie abitudini a tavola.
Ad astenersi dovrebbero essere poi le donne in gravidanza (nonché in allattamento): l’alcol arriva al feto, interferendo potenzialmente con il suo corretto sviluppo.
Chi deve astenersi? ADOLESCENZA E GRAVIDANZA. Meglio evitare del tutto gli alcolici anche se si è obesi e quando si deve guidare.
Non è vero che l’alcol... (sul vino e sull’alcol in generale se ne dicono tante, ma non tutte le credenze popolari sono poi così corrette):
- Aiuta a riprendersi da uno shock. Anzi, l’alcol porta a un minore afflusso di sangue agli organi interni e soprattutto al cervello.
- Aiuta la digestione. Tutt’altro: la rallenta e produce ipersecrezione gastrica.
- Fa buon sangue. Un abuso di alcol, al contrario, può essere responsabile di varie forme di anemia e di un aumento dei grassi nel sangue.
- Riscalda. La vasodilatazione che produce porta solo una momentanea sensazione di calore che, in breve, causa invece un ulteriore raffreddamento.
5. I danni dell’eccesso
- Secondo i dati dell’Istat, nel 2014 il 15,2% della popolazione (oltre 8 milioni di persone) beve in modo non moderato, quindi troppo in modo abituale oppure fuori dai pasti o molto in un arco di tempo concentrato (il cosiddetto binge drinking che riguarda il 14,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni).
- Il modello tradizionale di bere vino durante i pasti decresce: tra il 2005 e il 2014 cala dal 31% al 22% la percentuale di persone che bevono ogni giorno, mentre aumenta il consumo - più dannoso - occasionale (dal 38,6% al 41%) e fuori dai pasti (dal 25,7% al 26,9%).
- Superando i limiti del consumo moderato tutti i potenziali effetti positivi dell’alcol si annullano e si trasformano in danni (quando si va oltre i 3-4 bicchieri al giorno i rischi di problemi cardiovascolari aumentano).
- Anche bere al di fuori dei pasti non è altrettanto protettivo come bere a tavola, mentre molto dannoso è il binge drinking. Addirittura, mettendo a confronto forti bevitori da weekend e forti bevitori che consumano alcol in modo distribuito nell’arco della settimana, risulta che i primi hanno un rischio di infarto più elevato.
- L’eccesso (abituale o binge drinking) aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (infarto, ipertensione, ictus), di danni al fegato e cerebrali, con una riduzione di memoria e apprendimento.
- Un forte bevitore ha un rischio più alto di tumore a cavo orale, laringe, faringe, esofago, colon-retto e mammella. Alcune associazioni sono state individuate anche con il cancro a stomaco, fegato, cistifellea e pancreas.