Poiché l’acqua costituisce in media il 60% del corpo umano, appare chiara l’importanza della reintegrazione dei liquidi espulsi (sudore e urina) e il riequilibrio della quantità corporea d’acqua tramite l’assunzione di bevande (oltre che di frutta e verdura fresca, che costituiscono un apporto d’acqua tutt’altro che trascurabile).
La domanda che dobbiamo porci a questo punto è la seguente: cosa dobbiamo bere per rispettare le buone regole per il nostro organismo e cosa invece dobbiamo evitare?
Vediamo allora quali sono “bevande sì” e “bevande no”.
1. Acqua e tisane
- L’acqua (“bevanda sì”)
L’acqua è il rimedio primario contro la sete, ma anche la bevanda migliore e la più adatta al nostro organismo, in quanto disseta più di ogni altra e non contiene alcuna caloria.
Deve però essere pura, e quindi esente da residui di cloro (spesso usato come disinfettante negli acquedotti) e da qualsiasi tipo di detrito inquinante.
Nel caso in cui questa condizione non si verifichi si dovrebbe ricorrere all’uso di un depuratore casalingo, oppure all’impiego di acqua minerale.
Ma, anche in questo caso, è importante operare delle distinzioni. Infatti le acque minerali si dividono in acque oligominerali (con un contenuto di sali minerali inferiore a 200 mg per litro); acque mediominerali (con un contenuto di sali minerali compreso fra 200 mg e 1 g per litro) e acque minerali (con un contenuto di sali minerali superiore a 1 g per litro).
È consigliabile optare per quelle del primo gruppo, dette anche “acque leggere” a causa del loro basso contenuto salino e scegliere, in particolare, quelle che hanno, per composizione chimica o per caratteristiche chimico-fisiche, delle proprietà terapeutiche (per esempio diuretiche etc). Mai, in ogni caso, bere quelle addizionate con anidride carbonica. - Le tisane (“bevanda sì”)
Note fin dall’antichità, le tisane, o tè alle erbe, vengono estratte dalle piante medicinali e costituiscono una salutare alternativa al tè e al caffè, assolutamente nocivi per l’organismo.
Quelle più diffuse sono alla camomilla, al tiglio, alla malva, alla cedrina e alla menta. Il loro uso è consigliabile per i benefici effetti che hanno sull’organismo e soprattutto sul processo digestivo.
Possono essere preparate facilmente in casa utilizzando, a seconda dei casi, le radici, la corteccia, le foglie, i fiori, i semi o i frutti della pianta.
I procedimenti sono due:
- l’infusione, che prevede l’uso di fiori o di erbe che vengono versati in acqua bollente per una decina di minuti e poi filtrati; e
- la decozione, procedimento più complesso nel quale i semi o le radici vengono prima lasciati a bagno in acqua fredda, poi messi per una quindicina di minuti in acqua bollente, fatti macerare per un’altra decina di minuti e infine filtrati.
2. Vino, birra e soft drinks
- Il vino e la birra (“bevande il cui uso andrebbe evitato o comunque ridotto)
Prodotto dalla fermentazione del mosto di uva fresca il primo, e dalla fermentazione alcolica del malto d’orzo la seconda, sono tra le bevande alcoliche di più largo consumo, ma questo non significa che se ne possa fare un uso indiscriminato, al contrario! Infatti, sia per il loro tasso di acidità, sia per gli effetti nocivi che l’alcol provoca al sistema nervoso, sarebbe bene eliminarle o, comunque, consumarle con moderazione.
Bisogna poi ricordare, proprio per i discorsi fatti in precedenza, che il vino, in quanto bevanda acida, non dovrebbe essere consumato con gli amidi, ma solo durante un pasto proteico.
La birra, al contrario, avendo un tasso di acidità più ridotto, si può accompagnare anche gli amidi. - I soft drinks - le bevande analcoliche (“bevande no”)
Nonostante la loro enorme popolarità, soprattutto fra i giovani, le bevande tipo coca-cola, bitter, gassose etc hanno un effetto decisamente deleterio sulla salute.
Infatti, per esempio, il contenuto di caffeina delle “cole” può provocare effetti di dipendenza tra le persone che ne sono forti consumatori.
Una recente statistica indica che i soft drinks vengono consumati dal 60% dei ragazzi e dal 50% delle ragazze al di sotto dei vent’anni: si tratta di un dato che deve farci riflettere, se consideriamo che il consumo eccessivo di queste bevande (le cui proprietà nutritive sono praticamente nulle) può determinare il problema di un apporto di zucchero in eccesso nell’organismo (con varie conseguenze, tra cui la carie dentaria) oltre a quello degli effetti nocivi per la salute dei vari additivi (coloranti etc).
3. Caffè, tè, super alcolici e alimenti liquidi
- Il caffè e il tè (“bevande no”)
Sono bevande che contengono ambedue, sia pure in misura diversa, la caffeina, uno stimolante del sistema nervoso il cui consumo eccessivo può causare insonnia, accelerazione cardiaca e tremori.
Sono quindi da evitare in quanto non contengono alcun principio nutritivo e possono lasciare nell’organismo una notevole quantità di residui tossici.
In alternativa al caffè, si possono utilizzare i decaffeinati come il caffè Hag oppure il caffè d’orzo; al posto del tè, invece, sono consigliabili le tisane, di cui abbiamo parlato poc’anzi, oppure i nuovi tè deteinati. - I super alcolici (“bevande no”)
Questa definizione comprende le acqueviti (contenuto alcolico superiore a 40°C) e i liquori (contenuto alcolico dai 27°C ai 50°C).
Si tratta di bevande che, per il loro tasso alcolico troppo elevato, rappresentano soltanto un rischio per la salute e sono assolutamente superflue. Infatti l’alcol non deve essere, per nessuna ragione, considerato un nutriente indispensabile al nostro organismo.
La sua assunzione può, a lungo andare, provocare disturbi da squilibrio nella dieta come inappetenza, malnutrizione proteica, minerale e vitaminica, alterazione della lucidità mentale e della coordinazione muscolare.
Per non dire che, se consumate oltre le dosi consentite, tali bevande possono provocare gravi malattie epatiche e nervose. Tutti motivi decisamente sufficienti per evitarne con cura il consumo, anche minimo. - Gli alimenti liquidi (“bevande no”)
È necessario a questo punto sfatare una convinzione molto diffusa relativa a “bevande” quali il latte, i succhi di frutta e i succhi di verdura: essi vengono infatti considerati erroneamente bevande perché, in realtà, sono dei veri e propri alimenti liquidi e, come tali, andrebbero consumati da soli.
4. Latte, succhi di frutta e verdura
Il latte
Secondo Shelton e Hay, il latte è un alimento (non una bevanda, considerato il suo alto valore nutritivo) che serve principalmente a nutrire i piccoli mammiferi di ogni specie. Il latte è, per antonomasia, l’alimento del piccolo, che lo consuma da solo.
Quando il bambino cresce, il latte non è più necessario, contrariamente a quanto comunemente si ritiene. A causa delle proteine e dei grassi che contiene, infatti, il latte si combina male con tutti gli altri alimenti.
L’unico abbinamento consigliabile è quello con la frutta acida (anche se qualche esperto ha delle riserve in proposito). Di conseguenza, sarebbe bene bere il latte da solo, oppure, secondo i più rigorosi, non berlo affatto.
I succhi di frutta e verdura
Invece di essere indiscriminatamente usati anche insieme ad altri cibi, andrebbero sempre e comunque consumati da soli poiché, grazie alle calorie (sotto forma di zuccheri), vitamine e sali minerali che contengono, possono benissimo sostituire un pasto.
È bene ricordare che, per esempio, il succo di arancia contiene vitamina C e quelli di pesca e di albicocca una certa quantità di carotene.
La cosa migliore sarebbe prepararsi da sé i succhi di frutta e di verdura, in quanto la pastorizzazione, il confezionamento e la conservazione ne riducono la qualità e il valore nutritivo, soprattutto per quanto riguarda il contenuto vitaminico.
Per questo sarebbe utile avere, oltre a uno spremiagrumi, una centrifuga, con la quale è possibile ottenere delle ottime bevande di frutta e di vegetali.
Possiamo anche mischiare la prima con i secondi e preparare dei gustosissimi cocktail, a base, per esempio, di mela e carota, con l’aggiunta di pomodoro fresco e di un po’ di cetriolo.
5. Quando bere: un particolare importante da non dimenticare
Non solo dobbiamo fare attenzione al tipo di bevanda che assumiamo e alla sua combinazione con i cibi che ingeriamo contemporaneamente, ma è molto importante scegliere il momento adatto in cui bere.
Dovremmo farlo sempre prima e, possibilmente, lontano dai pasti.
Le bevande, infatti, non solo rallentano il processo digestivo in quanto diluiscono i succhi gastrici, ma ci inducono a masticare di meno e quindi a insalivare e sminuzzare di meno i cibi, con conseguenti ripercussioni su tutta la digestione.
Contrariamente a quanto si pensa, non è affatto necessario bere durante i pasti.
Si tratta piuttosto di un’abitudine mentale che faremmo bene a perdere per acquisire invece quella di bere più volte durante la giornata, in particolare la mattina appena svegli.
Non solo riusciremo così a mantenere un equilibrio idrico ideale, ma eviteremo di provare i morsi della fame prima di sederci a tavola, con tutti i benefici del caso.