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Border-Collie: tutto sulla razza canina “più intelligente”

Essendo un cane molto intelligente (la classifica di Stanley Coren, Professore del Dipartimento di Psicologia e Direttore del Laboratorio di Neuropsicologia Umana alla University of British Columbia, lo piazza al primo posto), il Border Collie è un cane molto agile con molta resistenza e determinazione.

Si tratta di un cane ben equilibrato con un buon temperamento e un buon carattere.

Il Border-Collie ama obbedire al padrone; il suo addestramento può dunque essere intrapreso più precocemente rispetto a quello di altre razze.

Ma tale docilità si attenua con l’età e, se il padrone non ha dimostrato una certa autorità, il Border a un anno diviene molto più indipendente.

Il Border Collie è leale e devoto, ed è al tempo stesso fedele e affettuoso con la sua famiglia.

Oggi scopriremo tutto su questa razza canina (origine, storia, carattere e comportamento… e tanto altro). Buona lettura.

1. Origine

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Il Border-Collie è il solo cane da pastore britannico che abbia lavorato nel proprio paese d’origine senza discontinuità da circa un secolo a questa parte.

La tradizione britannica dei cani guida delle pecore è antichissima e risale alla metà del X secolo.

A quell’epoca il lupo, principale predatore delle greggi, non costituiva più una minaccia.

Nel XIV secolo, durante il regno di Edoardo III, mentre l’esportazione di lana verso le Fiandre si intensificava e le lande desolate del nord dell’Inghilterra, della frontiera anglo-scozzese e del Galles venivano valorizzate, il cane da pastore faceva già parte del paesaggio britannico.

Indispensabile aiuto del fattore e del pastore, radunava le pecore semiselvatiche sulle colline e le conduceva verso i mercati rurali, oppure sorvegliava gli animali da cortile.

Il suo ruolo venne in un certo modo ufficializzato nel 1570. Il merito di tale riconoscimento spetta al dottor John Keys - più conosciuto con il nome latinizzato di Caius - che, su richiesta della regina Elisabetta I, stabilì la prima classificazione canina della Gran Bretagna.

Ecco ciò che diceva del cane da pastore: «E di taglia media e viene utilizzato per riportare, guidare, radunare o isolare le pecore». Poi, continuando la sua descrizione, sottolineava che «a differenza dei cani da pastore della Francia, delle Fiandre, della Siria o della Tartaria, il cane da pastore inglese segue le greggi invece di precederle».

Quest’ultima precisazione dimostra che, a partire da quell’epoca, le razze da pastore hanno svolto oltre-Manica un ruolo più attivo e determinante di quelle di altri paesi. Un secolo dopo, in Scozia, il termine Collie era divenuto ormai sinonimo di cane da pastore.

I pareri sono discordi per quanto riguarda l’origine della parola. Alcuni autori inglesi le attribuiscono, infatti, un’etimologia gaelica, mentre altre fonti fanno piuttosto riferimento al manto a dominante nera dei cani da pastore (il termine coal in inglese significa "carbone").

È comunque più verosimile che Collie derivi dal nome dato alle pecore dal muso nero - le coalies - la cui sorveglianza era affidata essenzialmente a cani detti dapprima "cani coalies"; l’espressione può essersi in seguito contratta in "coalies" per trasformarsi infine in "collies".

2. Storia

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Alla fine del XVIII secolo gli allevatori inglesi crearono le prime razze ovine da macello.

Questa selezione, che conferma come i Britannici siano stati dei precursori in questo campo, non soltanto favorì lo sviluppo dell’allevamento delle pecore, ma rese il cane da pastore ancor più indispensabile.

L’avvento della ferrovia, che pregiudicò il ruolo delle razze da pastore sul continente, ebbe conseguenze molto meno importanti oltre-Manica.

Anche se si parla più precisamente e diffusamente dei Collie e del loro aspetto nel XIX secolo, già nel 1790 Betvick, nella sua General History of Quadrupeds, sottolineava l’importante ruolo dei Collie nel nord dell’Inghilterra.

Allo stesso modo nel 1800 Sydenham Edwards contrapponeva, in una incisione della sua Cynographia Britannica, il tipo di cane da pastore a quello del cane "mandriano". I tre esemplari raffigurati - un l’astore nero, uno bianco e nero e uno a pelo lungo - corrispondono del tutto agli attuali Border-Collie.

Qualche anno più tardi, infine, la rivista Sportman’s Cabinet descrive lo straordinario lavoro svolto dai cani da pastore, lavoro del tutto analogo a quello che i Border- Collie svolgono ai nostri giorni.

All’inizio del XIX secolo, esistevano numerose varietà di Collie che si erano adattate al loro territorio, così come differenti tipi di Pastori si evolvevano sul continente.

Citiamo a questo proposito le varietà più caratteristiche: il Welsh Collie (spesso color arlecchino, vale a dire grigio "spruzzato" di nero su fondo bianco), lo Scottish Collie (che possiede un duplice sperone negli arti posteriori) e l’Highland-Collie (antenato del Bearded-Collie, o Collie Barbuto).

Paradossalmente, la selezione del Border-Collie sfruttava le caratteristiche di queste altre razze, all’epoca più popolari, specialmente quelle dello Show-Collie, o Collie da esposizione (il Collie attualmente conosciuto).

Nella prima metà del XIX secolo i Collie, per lo meno gli esemplari più belli, quelli che possedevano l’aspetto migliore e il manto più folto, erano molto ricercati nelle città come cani da compagnia. Restavano nelle fattorie i cani dall’aspetto più comune o i lavoratori più resistenti, troppo utili perché i fattori intendessero separarsene.

Di fatto, il Border-Collie ha conservato - e sottolineandolo non intendiamo certamente fargli torto -la sua silhouette da rustico bastardo, frutto di molteplici incroci e di non si sa bene quale caso o necessità. Il Setter Gordon, in particolare, ha ricevuto nel corso della sua storia un apporto di sangue Collie (come anche di Bloodhound).

La leggenda narra che Alexander IV, duca di Richmond e di Gordon, avendo notato le qualità di una cagna Collie appartenente a uno dei suoi fattori, capace di scovare e bloccare la selvaggina laddove i suoi Setter avevano fallito, ne aveva fatto una delle cagne da caccia del suo canile.

Sembra tuttavia più probabile che sia stato deciso di dare all’antico e pesante Setter Scozzese più vitalità e predisposizione all’addestramento incrociandolo con i Collie, incrocio a tutto vantaggio dei bracconieri, perché i cuccioli troppo simili al tipo Pastore restavano nelle fattorie, mentre gli altri scovavano la selvaggina.

In questo modo, a parere di molti specialisti, l’aspetto "lupoide" (proprio in generale dei cani da caccia), che si ritrova nel Border-Collie, così come le macchie fulve che appaiono molto spesso nel suo manto proverrebbero dal Setter Gordon, mentre alcuni dei modi di comportarsi di questo cane rispetto alle pecore - l’avvicinarsi strisciando, il suo modo di "ipnotizzare le bestie" - somigliano allo stile di caccia proprio dei Setter.

Il Border-Collie appare dunque come un parente di campagna del Pastore Scozzese, cane da compagnia e da esposizione, che avrebbe ricevuto un apporto di sangue Setter.

Per completare l’albero genealogico, si può aggiungere che il Border-Collie ha senza dubbio "assorbito" più che soppiantato certe altre varietà di Collie, specialmente in ragione della sua variabilità morfologica.

A questo titolo, alcuni Gallesi lo considerano puramente e semplicemente una razza nazionale, mentre altri, probabilmente più vicini alla verità, fanno una distinzione fra i cani dalle orecchie cadenti - i Welsh Collie quelli dalle orecchie più o meno dritte come i Border-Collie e quelli, infine, di color arlecchino, tipico della varietà Welsh.

La razza fu definitivamente fissata con Hemp, il campione nato nel 1893, antenato della maggior parte degli attuali Border-Collie. Si deve però ricordare che il nome Border-Collie risale soltanto al 1915, data in cui James Reid divenne segretario dell’International Dog Society e creò tale denominazione come riconoscimento delle prestazioni di questi cani della frontiera anglo-scozzese (Borders).

In quell’occasione venne pubblicato un primo standard ufficioso. Si è dovuto attendere il 1976 perché la razza venisse riconosciuta dal Kennel Club, che ha redatto il suo primo standard ufficiale.

Il Border-Collie ha fatto la sua comparsa in Francia ben prima degli anni Sessanta, grazie agli scambi commerciali anglo-francesi; alcuni allevatori francesi, che avevano acquistato greggi di pecore britanniche, ne approfittarono per importare Border-Collie - sia adulti addestrati, sia cuccioli - che diedero inizio alla razza in Francia.

Nel 1975, dato che il numero dei Border-Collie presenti in Francia era considerevole, i pastori crearono nella regione centro-occidentale una prima associazione, la Sezione francese del Border-Collie che, nel marzo del 1979, fu sostituita dall’attuale Associazione del Border-Collie.

Quest’ultima opera a fianco dell’ITOVIC (Istituto tecnico ovino e caprino), il cui fine è quello di controllare l’allevamento e la selezione delle due specie. L’Associazione del Border-Collie è definitivamente affiliata alla Società Centrale Canina dal 1° gennaio del 1985.

Al fine di evitare che il Border-Collie diventi un cane da compagnia, e venga così privato delle sue specifiche qualità di cane da lavoro (ossessione dei pastori, sia britannici sia francesi), i responsabili della razza hanno ottenuto che venisse ideato un test delle attitudini naturali (TAN), esame che i cani devono superare prima di poter essere confermati.

In Italia, al contrario, il Border-Collie è praticamente sconosciuto, e ciò è dovuto probabilmente al fatto che non vi è interesse da parte dei cinofili per le prove sportive con il gregge. 

Il testo del 1915 Dobbiamo riconoscere che lo standard ufficiale del Border-Collie, per ciò che concerne la sua descrizione fisica, è molto nebuloso, per non dire confuso. E, a dir la verità, il progetto ufficioso redatto nel 1915 da A. Croxton Smith ne The Encyclopaedia od Domestic Pets appare più esplicito.

Ne riportiamo dunque alcuni passi caratteristici:
«Ci sono poche cose da dire a proposito del Border-Collie, salvo mettere l'accento sul suo modo di lavorare.
Per essere onesti, lo si deve considerare come un collie "non progredito", intendendo con questo che corrisponde piuttosto al tipo originale del collie qual era prima di essere oggetto di attenzione da parte di certi allevatori come razza da concorso di bellezza.
Il Border-Collie è un cane dal dorso corto, dal torace stretto e dalle reni forti, con i garretti e i polpacci ben disegnati, i pastori preferiscono i soggetti dagli hare feet (piedi di lepre), ben ricoperti di pelo.
Le orecchie sono diritte o semicadenti; il pelo è lungo, generalmente bianco e nero, con talvolta delle macchie fulve. Sono rari gli esemplari zibellino (fulvo ombreggiato) o blu merlo (arlecchino)».

3. Comportamento

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Il Border-Collie è esclusivamente un cane da gregge e i suoi sostenitori vogliono a ogni costo che rimanga tale.

Lavoratore nato, dà quotidianamente prova di una grande vitalità, è desideroso di svolgere il lavoro per cui è stato creato ed è presente in tutte le zone del mondo in cui l’allevamento riveste una particolare importanza dal punto di visto economico.

In Gran Bretagna, per esempio, secondo il dottor Yvon Le Brun, che ha dedicato a questo cane da pastore la sua tesi veterinaria, il 98% dei fattori specializzati nelTallevamento di pecore utilizza il Border-Collie.

La razza viene largamente impiegata anche in Nuova Zelanda e in Australia, due paesi che possiedono peraltro un cane da pastore dalle grandissime qualità, il Kelpie.

Il comportamento del Border-Collie si caratterizza per una totale sottomissione al padrone e una straordinaria predisposizione per radunare le greggi. La sua obbedienza si può notare fin dalla più tenera età, durante lo svezzamento.

Il Border-Collie ama obbedire al padrone; il suo addestramento può dunque essere intrapreso più precocemente rispetto a quello di altre razze. Ma tale docilità si attenua con l’età e, se il padrone non ha dimostrato una certa autorità, il Border a un anno diviene molto più indipendente.

Tutti i cani da pastore sono per natura eccellenti nel radunare le greggi (è sufficiente vedere, quando passeggiano con il loro padrone, come si muovono continuamente intorno al gruppo familiare), ma tale istinto - in realtà nient’altro che una speciale derivazione dell’istinto della caccia - è particolarmente sviluppato nel Border-Collie.

Esso si rende evidente soprattutto fra i tre e i sei mesi, talvolta più tardi, in funzione delle occasioni che il cucciolo ha di fare esperienza (questo periodo corrisponde a quello in cui anche il giovane cane da caccia, il puppy, manifesta le sue tendenze). 

Sono stati segnalati alcuni cuccioli che, appena terminato lo svezzamento, hanno dimostrato subito le attitudini caratteristiche del cane da gregge. Il modo in cui il Border-Collie fissa intensamente le pecore, avvicinandosi strisciando, come un felino (o un setter!) che avanza verso la sua preda, è tipico della razza.

I Britannici dicono di questo cane che ha the eye (l’occhio), una particolarità che del resto gli allevatori cercano di sviluppare. Per alcuni autori, come per Peter Griffiths (nell’opera Understanding Your Dog, a New Approach to Training, 1977), lo sguardo del Border-Collie possiede realmente un effetto ipnotico, in particolare per le pecore.

Per altri, al contrario, come per John Holmes (The Farmer’s Dog, 1960), è l’approccio del cane a impressionare le bestie, mentre lo sguardo risulta assolutamente secondario. Holmes fa anche il parallelo con certi cani da ferma, dai quali il Border-Collie deriva in parte.

Comunque sia, questa particolare attitudine - ‘l’occhio’ - è specifica della razza, ed è quella che rende il lavoro di questi cani spettacolare ed efficace nello stesso tempo. Il Border-Collie possiede un odorato molto fine, cosa che può sembrare, in un primo momento, poco importante per un cane da pastore. Tuttavia, è proprio grazie al suo naso che riesce a localizzare con precisio­ ne le pecore nella fitta nebbia tipicamente britannica.

Numerosi pastori raccontano le grandi imprese di cani che, grazie al loro fiuto, sono stati capaci di ritrovare delle greggi sperdute, o seppellite sotto cumuli di neve ammassata dal vento. Il Border-Collie deve anche possedere un fine udito ed essere capace di sentire gli ordini trasmessi a distanza dal suo padrone per mezzo di un fischietto.

Nonostante un fisico poco imponente, il Border- Collie svolge un’attività molto intensa nel quadro delle sue funzioni: riunire diverse centinaia di "teste nere" vigorose e selvatiche, che si distribuiscono su vari ettari di terreno nelle Highlands, è in effetti un esercizio spossante, riservato a degli atleti completi.

In Nuova Zelanda, in particolare, gli allevatori reperiscono le loro bestie dall’aereo prima di raggiungerle in moto via terra, portando con loro il cane accucciato sul serbatoio. Il Border percorre a volte un buon centinaio di chilometri in una sola giornata, per riuscire a riunire greggi che possono superare facilmente i cinquemila capi.

Il Border-Collie può essere utilizzato anche per altri compiti, diversi dalla guida delle pecore. Così, in Gran Bretagna, nelle fattorie ad allevamento misto, esso ha come compito principale quello di condurre al pascolo i bovini, ai quali, se necessario, morde gli stinchi senza esitare, riuscendo a schivare i loro calci e le pericolose cornate.

Lavorando sulle pecore, al contrario, il Border-Collie non le morderà mai (mordere una pecora costituisce un grave difetto che viene sistematicamente corretto nelle fattorie britanniche e che è del resto eliminatorio nei concorsi).

Da quando è stata ufficialmente riconosciuta dal Kennel Club, la razza è sempre più messa alla prova nei concorsi di dressaggio - obedience e agility - in cui le sue qualità di maneggevolezza e di flessibilità, tanto fisiche quanto psichiche, le permettono di accedere ai più alti gradini del podio.

Il Border-Collie si dimostra per natura molto riservato di fronte agli estranei, senza per questo manifestare una particolare predisposizione alla guardia e alla difesa, contrariamente alle razze da pastore del continente. Ma in effetti brilla troppo nelle sue specialità per poter pensare di fargliene una colpa...

4. L'addestramento, i Field Trials e l'atrofia progressiva della retina

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Sempre preoccupato di rispondere alle attese del suo padrone, il Border-Collie è uno dei cani che si addestrano più rapidamente.

Ma attenzione: addestramento non vuol dire obbligatoriamente addestramento facile, poiché questo cane da pastore, dall'apprendimento molto veloce, acquista le cattive abitudini con la stessa facilità di quelle buone: conviene dunque rivolgersi a un istruttore che abbia già esperienza al suo attivo,

Il Border-Collie è chiamato a radunare le pecore smarrite in vasti territori e dunque a lavorare spesso molto lontano dal padrone: si rende quindi indispensabile in molti casi completare l'addestramento a voce con l'addestramento con il fischietto, uno strumento che si può udire a diversi chilometri di distanza.

Ma cosa sono i Field Trials di cani da pastore in Gran Bretagna? Questi concorsi sono molto popolari in Gran Bretagna, non soltanto fra i pastori e gli appassionati, ma anche fra il grande pubblico, e sono regolarmente seguiti da numerose migliaia di spettatori.

Oltre un centinaio di concorsi viene organizzato ogni anno, sotto l'egida dell'international sheepdog Society, sia in prove regionali ("aperte" o "riservate" ai soli cani della zona), sia in concorsi nazionali o internazionali.

Sì svolgono in linea di massima nelle regioni d’allevamento, in condizioni il più possibile vicine al lavoro reale, sebbene qualche concorso abbia già avuto luogo a Hyde Park, nel cuore di Londra.

Le modalità sono le stesse per tutte le categorie; soltanto il numero delle pecore, le distanze e i tempi variano a seconda del livello delle prove.

Ecco in breve lo svolgimento di un percorso di gara nazionale previsto per un cane che deve guidare un solo gruppo di pecore:
- le cinque bestie si trovano a 365 m (400 yard) dal pastore, che si mantiene davanti alla giuria, vicino a una bandierina chiamata post. Il pastore fa avanzare il suo cane, che deve girare attorno alle pecore (outrun) e porsi a circa 100 m dietro di esse.
- Quando il suo padrone fischia l'ordine, l'animale spinge il gregge in linea retta (lifting) facendolo passare tra due barriere distanziate di 6,5 m poste a 185 m circa (200 yard) dal pastore.
- In un terzo momento, il cane deve girare intorno agli animali più da vicino (fetching), prima di condurli in un percorso triangolare di 200 yard attraverso altre due serie di barriere: è la fase del driving.
- Poi le pecore vengono condotte in un recinto non chiuso - un cerchio di 36 metri di diametro - e il cane deve isolare due di esse scegliendole fra le tre che non indossano un collare rosso: è lo shedding.
- Il gruppo viene infine ricostituito e condotto verso un recinto di 1,80 m per 2,75 m (si tratta della fase del penning), che il pastore richiuderà con l'aiuto di una corda. Durante questo esercizio il pastore deve mantenere la corda tesa e non può dunque aiutare in nulla il cane.
- Una volta lasciati liberi gli animali, l’ultima fase consiste nel portare una delle pecore contrassegnate in un luogo scelto dai giudici: si tratta della fase del singling.
- Le prove devono svolgersi in quindici minuti, e chiunque oltrepassa questo limite viene eliminato, A ogni esercizio viene assegnato un punteggio di base 10, 20 o 30.
- I concorrenti si susseguono rapidamente e il gruppo di pecore viene cambiato ogni volta, di modo che le possibilità siano uguali per ogni cane. Esiste poi un percorso in cui il cane deve guidare due gruppi di pecore e un percorso in coppia.

Vediamo, infine, un problema serio che ha colpito questa razza fino alla fine degli anni Settanta: l'atrofia progressiva della retina.

Durante gli anni Sessanta il destino del Border-Collie sembrava essere segnato dall'aumento del numero di soggetti affetti da atrofia progressiva della retina. Tale affezione non si evidenziava, per lo più, fino a quando il cane non aveva che sei o sette anni.

È in effetti molto difficile rilevarla prima, in quanto il cane supplisce all'insufficienza della vista con il suo fiuto molto sviluppato. Oltre a ciò, la trasmissione ereditaria di tipo recessivo - i due genitori devono possedere entrambi il gene della malattia perché questa si sviluppi nel cucciolo - rende particolarmente complesso sradicare la patologia.

Grazie a un programma studiato dalla International Sheepdog Society, caldeggiato ma non obbligatorio, a cui tutti gli allevatori hanno aderito, il numero dei Border-Collie affetti da questa malattia è considerevolmente diminuito.

Nel 1975, vale a dire prima della decisione degli addetti ai lavori di iscrivere nello Stud Book unicamente i cani nati da genitori sani, soltanto il 2% dei cani era affetto da questa patologia.



5. Standard

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FCI Standard N° 297/ 28.10.2009
BORDER COLLIE
ORIGINE: Gran Bretagna
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 24.06.1987
UTILIZZAZIONE: Cane da pastore
CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 1 Cani da pastore e bovari (esclusi i Bovari Svizzeri)
Sezione 1.1 Cani da pastore
Con prova di lavoro

ASPETTO GENERALE
Ben proporzionato, dalle linee morbide, mostra qualità, grazia e perfetto equilibrio, associato a sufficiente sostanza in modo da dare l’impressione di resistenza. E’ indesiderata ogni tendenza alla grossolanità o a eccessiva magrezza.

PROPORZIONI IMPORTANTI
Cranio e muso approssimativamente della stessa lunghezza. La lunghezza del corpo è leggermente superiore all’altezza alla spalla

CARATTERISTICHE
Cane da pastore tenace e strenuo lavoratore, di grande docilità. Sveglio, attento, responsabile e intelligente. Né nervoso né aggressivo.

TESTA
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: piuttosto ampio, occipite non pronunciato.
Stop: ben distinto
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: nero, tranne nei soggetti color cioccolato o marrone, dove può essere marrone. Nei blu dovrebbe essere color ardesia. Narici ben sviluppate.
Muso: si restringe verso il tartufo; è moderatamente corto e forte
Mascelle/denti: denti e mascelle forti, con una perfetta, regolare e completa chiusura a forbice. (i denti superiori strettamente sovrapposti agli inferiori e impiantati perpendicolarmente nelle mascelle) 
Guance: non piene o rotonde
Occhi: distanziati, di forma ovale, di media misura, di colore marrone tranne che nei soggetti “merle” dove un occhio o ambedue, o parte di uno o dei due possono essere blu. Espressione mite, sveglia, attenta e intelligente
Orecchi: di media misura e tessitura, ben distanziati. Portati eretti o semi-eretti e molto sensibili.

COLLO: di buona lunghezza, forte e muscoloso, leggermente arcuato e che si allarga verso le spalle

CORPO: dall’aspetto atletico. Leggermente più lungo dell’altezza al garrese
Rene: profondo e muscoloso, ma (ventre) non retratto
Torace: profondo e piuttosto ampio, con costole ben cerchiate

CODA: moderatamente lunga, con l’ultima vertebra che arriva almeno al garretto; inserita bassa, ben fornita di pelo e con una curva finale verso l’alto; completa elegantemente la sagoma e l’armonia del cane. La coda può essere alzata quando il cane è eccitato, mai portata sul dorso.

ARTI
ANTERIORI: Arti paralleli se visti dal davanti, con ossatura forte ma non pesante
Spalle: ben inclinate all’indietro
Gomiti: aderenti al corpo
Metacarpi: leggermente obliqui se visti dal lato.
Piedi anteriori: di forma ovale, con spessi cuscinetti, forti e sani; dita arcuate e serrate. Unghie corte e forti

POSTERIORI: Groppa ampia, muscolosa, in profilo scende elegantemente fino all’inserzione della coda.
Cosce: lunghe, profonde e muscolose
Ginocchia: ben angolate
Garretti: forti, bassi
Metatarsi: dal garretto al suolo, arti con buona ossatura e paralleli se visti dal dietro.
Piedi posteriori: di forma ovale, con spessi cuscinetti, forti e sani; dita arcuate e serrate. Unghie corte e forti

ANDATURA: movimento libero, piano e senza sforzo, con un minimo rialzo da terra dei piedi; dà l’impressione di essere in grado di muoversi furtivamente e a grande velocità.

MANTELLO
PELO
Due varietà:
1) moderatamente lungo
2) corto
In ambedue i casi: pelo di copertura fitto e di media tessitura, sottopelo morbido e fitto per una buona resistenza alle intemperie.
Nella varietà a pelo moderatamente lungo, il pelo abbondante forma una criniera, culottes e spazzola (coda di volpe). Sul muso, orecchi, arti anteriori (tranne per le frange), arti posteriori dal garretto a terra, il pelo dovrebbe essere corto e liscio.

COLORE: permesse varietà di colori. Il bianco non dovrebbe mai dominare

TAGLIA E PESO
Altezza ideale al garrese: Maschi: 53 cm - Femmine un po’ meno

DIFETTI:
Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerata come difetto e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità e agli effetti sulla salute e il benessere del cane, e la capacità di svolgere il suo tradizionale lavoro.

DIFETTI ELIMINATORI:
- Cane aggressivo o eccessivamente timido.
- Qualsiasi cane che dimostri in modo evidente delle anomalie d’ordine fisico e comportamentale sarà squalificato

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali, completamente discesi nello scroto.






Note

I PRIMI CLUB DI CANI DA PASTORE

I primi club di cani da pastore vennero fondati in Gran Bretagna nella metà del XIX secolo.

Il loro scopo era allora quello di presentare al pubblico animali selezionati e di organizzare competizioni che permettessero di mettere in mostra le capacità di soggetti particolarmente dotati.

Fu nel 1873, nel Galles, in occasione della festa locale di Bala, che si svolse il primo vero concorso di cani da pastore. L’iniziativa si dovette a Lloyd Price, cinofilo amatore di field trials, che fondò nello stesso anno il celebre Kennel Club.

Il vincitore della competizione fu un cane scozzese che rispondeva al nome di Tweed e il cui padrone era un certo James Thomson.

La moda dei concorsi venne così lanciata, e altre manifestazioni ebbero luogo negli anni successivi a Garth, a Llangollen e nuovamente a Baia nel 1875, poi, a partire dal 1876, fuori del Galles, specialmente a Carnwath, in Scozia, e a Byrness, in Inghilterra.

Ma il 1876 fu anche l'anno in cui i field trials di cani da pastore conobbero il loro vero primo successo popolare, grazie a una dimostrazione fatta all'Alexandra Palace di Londra.

Nel corso di questa manifestazione, Lloyd Price meravigliò il pubblico facendo compiere delle evoluzioni a un centinaio di pecore nelle strade della capitale sotto la vigile guida di cani da pastore, che diedero prova del loro perfetto addestramento, della loro intelligenza e del loro spirito d'iniziativa conducendo le pecore in piccoli gruppi.

Nel 1889 la regina Vittoria in persona assistette al concorso di Leangollen e assicurò definitivamente il successo a questo genere di manifestazioni.

Nel 1906 i club di cani da pastore cedettero il posto all'International Sheepdog Society, che ha assicurato da allora l’organizzazione delle prove, ha uniformato le regole e ha creato lo Stud Book, libro genealogico in cui sono iscritti i Border-Collie.

Aggiungiamo che originariamente ogni Border-Collie che avesse vinto un trial veniva iscritto nello Stud Book. A partire dal 1955, comunque, poterono essere inseriti soltanto gli esemplari i cui genitori fossero già iscritti. Inutile precisare che il libro genealogico della razza veniva in questo modo a trovarsi in una condizione di stallo.

Ma tale situazione cambiò nel 1976, quando i Border-Collie furono ufficialmente riconosciuti in Gran Bretagna dal Kennel Club.

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