Il Bovaro delle Fiandre, come dice il suo nome, è originario delle Fiandre, tanto Belghe che Francesi, dato che nessuna frontiera naturale separa queste due Regioni.
I Bovari, o mandriani delle Fiandre, che avevano bisogno di buoni cani per condurre il loro bestiame, selezionavano quelli che avevano a disposizione nelle loro regione esclusivamente per le loro doti comportamentali e fisiche, che l’odierno Bovaro delle Fiandre ha ereditato.
Frutto di una impietosa selezione naturale fra i cani da lavoro messi a dura prova dai mandriani del XIX secolo, il Bovaro della Fiandre possiede una salute di ferro e un temperamento energico, che gli hanno permesso di trasformarsi senza troppe difficoltà in cane da guardia e da difesa.
Dotato di un senso dell’iniziativa assai sviluppato, il Bovaro delle Fiandre difenderà il suo padrone, se lo sente in pericolo, ancor prima di riceverne l’ordine. La sua potenza e la sua intelligenza ne fanno del resto un aiuto prezioso per molti proprietari che abitano in case isolate.
Con i bambini la sua prudenza è leggendaria e sa essere un guardiano degno di assoluta fiducia. Certi esemplari arrivano a fare la guardia alla culla di un neonato senza che nessuno glielo abbia ordinato. Pur giocando volentieri con i più piccoli, sa condividere con lo stesso entusiasmo le attività dei più grandi.
Scopriamo insieme questa meravigliosa e sorprendente razza canina, il Bovaro delle Fiandre: un potente, audace ed intelligente guardiano degno di assoluta fiducia
PROFILO DEL BOVARO DELLE FIANDRE
- GRUPPO: primo.
- ALTEZZA AL GARRESE: da 62 a 68 cm per i maschi; da 59 a 65 cm per le femmine.
- PESO: da 27 a 40 kg.
- MANTELLO E COLORE: fulvo o grigio (a volte tigrato o carbonato).
- DIFFUSIONE: non molto diffuso in Italia.
- DURATA MEDIA DELLA VITA: quattordici anni.
- CARATTERE: calmo e vigile.
- RAPPORTI CON I BAMBINI: buoni.
- RAPPORTI CON GLI ALTRI CANI: buoni.
- ATTITUDINI: cura del bestiame, guardia, difesa.
- SPAZIO VITALE: giardino indispensabile.
- ALIMENTAZIONE: da 500 a 600 g di alimento completo al giorno.
- TOELETTATURA: spazzolature regolari; stripping per gli esemplari da esposizione.
1. Origine e storia
Se è certo che il Bovaro delle Fiandre è nato nella regione dalla quale ha preso il nome, è anche vero che è più difficile individuare in maniera precisa i suoi antenati.
Quello che si può dire senza paura di sbagliare è che deve essere nato dall’incrocio fra cani di tipo piuttosto simile, sufficientemente robusti per poter lavorare in un paese in cui l’allevamento del bestiame ha occupato per lungo tempo un posto economicamente di primaria importanza.
Ma quando si tratta di determinare quali sono realmente i cani in questione, due scuole si scontrano, l’una belga, l’altra spagnola.
Secondo il professor Reul (celebre cinofilo i cui lavori sulle razze di cani belgi, scritti alla fine del secolo scorso, si sono rivelati non meno determinanti di quelli di Paul Mégnin sui cani da pastore francesi), il Bovaro delle Fiandre, come la maggior parte dei cani da fattoria e dei Pastori europei, discenderebbe dal cane delle torbiere, animale selvaggio che fu progressivamente addomesticato dall’uomo.
Nel corso dei secoli, questo cane avrebbe avuto come discendenza, in particolare nel nord della Francia, in Belgio e nei Paesi Bassi, gli antenati del Pastore di Piccardia, del Pastore Olandese, dei Pastori Belgi e dei diversi Bovari presenti, nel passato, in queste contrade.
Esiste comunque un’altra tesi: ricordando, a giusto titolo, che le Fiandre sono appartenute nel XVI secolo alla corona di Spagna, i cinofili spagnoli ritengono, da parte loro, che le truppe spagnole avrebbero benissimo potuto introdurre in queste regioni del nord dei cani iberici, chiamati Allant, il cui aspetto non era troppo dissimile da quello dei Molossi oggi scomparsi, così come dei Pastori della Languedoc, razza molto antica che non fu mai riconosciuta dai cinofili.
Fortunatamente la storia recente del Bovaro delle Fiandre è meglio conosciuta del suo lontano passato e tutti gli specialisti pensano che questo cane abbia ricevuto, durante il secolo scorso, un apporto di sangue di Barbone o di Pastore di Piccardia; alcuni studiosi, senza rifiutare questa genealogia, la completano supponendo degli incroci con Pastori della Beauce, Griffoni e Deerhound.
Comunque sia, la razza fu fissata piuttosto tardi. Parecchie varietà di questi Bovari sono esistite per lungo tempo in Belgio, ma anche nei Paesi Bassi e in Francia. Esse erano chiamate, a seconda del lato in cui ci si trovasse rispetto alla frontiera, ‘Bovaro delle Fiandre belga’ o ‘Bovaro delle Fiandre francese’.
Fu solamente nel 1912 che i cinofili belgi, sotto la guida del Bouvier Club di Courtrai, si preoccuparono di chiarire la situazione. Essi scelsero come modello il Bovaro di Roulers, descritto come un Molosso a pelo nero, dalla testa larga e dallo sguardo nobile e intelligente, e tentarono di imporre questo cane come l’archetipo della razza.
Questo tipo di cane era comunque molto differente da quello che preconizzavano nello stesso periodo gli allevatori francesi. Si vide così, fra la fine della prima guerra mondiale e la metà degli anni Sessanta, l’opposizione dei due standard, l’uno belga, l’altro francese, e ognuno negava agli altri il diritto di battezzare il proprio modello ‘Bovaro delle Fiandre’.
Solamente nel 1965, molto tempo dopo che, a causa della seconda guerra mondiale, la sopravvivenza della razza era stata ancora una volta messa in pericolo, un accordo venne raggiunto fra il Club des amateurs frangais des chiens de Bouvier des Flandres e il Club national belge du Bouvier des Flandres e si arrivò a un unico standard, che è attualmente ancora in vigore.
Grazie a questa intesa, i Bovari delle Fiandre, la cui nazionalità, per calmare gli animi, è stata riconosciuta ufficialmente come ‘franco-belga’, hanno oggi lo stesso aspetto sia in terra francese sia in territorio belga e la promozione della razza si è potuta fare su solide basi, al riparo da ogni rivendicazione campanilistica.
I più brillanti rappresentanti dei Bovari delle Fiandre, come Job du Cassaquin o Tsar de la Thudinie, hanno largamente contribuito alla diffusione internazionale della razza. Attualmente troviamo un buon numero di esemplari in Francia, in Belgio e nei Paesi Bassi, naturalmente, ma anche negli Stati Uniti, in Canada, in Germania, in Svizzera, in Italia e in Spagna.
2. Comportamento
Frutto di una impietosa selezione naturale fra i cani da lavoro messi a dura prova dai mandriani del XIX secolo, il Bovaro della Fiandre possiede una salute di ferro e un temperamento energico, che gli hanno permesso di trasformarsi senza troppe difficoltà in cane da guardia e da difesa.
Quando ci si riferisce alle osservazioni dei responsabili del Club della razza, si nota immediatamente la frequenza con la quale ritorna l’espressione ‘qualità morali’ di questo cane; in effetti, questo superbo animale dallo sguardo fiero e selvaggio sa mostrarsi anche molto riflessivo.
Dotato di un senso dell'iniziativa assai sviluppato, il Bovaro delle Fiandre difenderà il suo padrone, se lo sente in pericolo, ancor prima di riceverne l’ordine. La sua potenza e la sua intelligenza ne fanno del resto un aiuto prezioso per molti proprietari che abitano in case isolate.
Questo non vuol dire, però, che si getti indiscriminatamente su ogni visitatore; prova ne è questa testimonianza di un’allevatrice:
«Quattro Bovari custodivano la nostra casa qualche anno fa: vivevano nel giardino e non lasciavano entrare nessuno in nostra assenza. Nessuno, eccetto un bambino: lui poteva andare e venire a suo piacimento, i nostri Bovari non lo sfioravano neppure».
Con i bambini la sua prudenza è, in effetti, leggendaria e sa essere un guardiano degno di assoluta fiducia. Certi esemplari arrivano a fare la guardia alla culla di un neonato senza che nessuno glielo abbia ordinato. Pur giocando volentieri con i più piccoli, sa condividere con lo stesso entusiasmo le attività dei più grandi.
Si dice spesso che il Bovaro delle Fiandre non entra veramente in possesso di tutte le sue qualità se non a partire dai tre anni, dopo che è cresciuto e il suo istinto è stato affinato dalle diverse esperienze.
Durante il periodo della crescita avrà bisogno di trovare di fronte a sé un padrone deciso, il quale, senza essere eccessivamente autoritario, sappia impedirgli fin dai primi mesi di imporsi a suo piacimento, in quanto, naturalmente, il Bovaro delle Fiandre cerca di dominare chi gli sta intorno, tanto più che con la sua taglia e la sua potenza atletica, ben al di sopra della media, può facilmente intimidire.
Bisogna dunque fargli capire fin dall’inizio che non è lui il padrone, in caso contrario lo si vedrà, insensibilmente ma sicuramente, ridurci a essere noi i suoi schiavi.
Dotato di riflessi eccellenti, nonostante la sua grande costituzione, e di un naso molto fine, il Bovaro delle Fiandre è capace di portare efficacemente soccorso a una persona che ha subito un incidente o in situazioni difficili prima di ogni intervento umano, e non è un caso che venga utilizzato come cane da catastrofe così come nella lotta contro la droga.
È assolutamente inconcepibile confinare un Bovaro delle Fiandre in un appartamento. Questo cane iperattivo è in effetti incapace di piegarsi alle costrizioni che una vita simile richiede.
Vive bene solo all’aria aperta - per lo meno durante la giornata - e in piena libertà, in un giardino dove può andare e venire a suo piacimento e compiere così il suo lavoro di guardiano. Solamente a questa condizione resterà un cane equilibrato e fedele alle virtù tradizionali della razza.
Se si mette spesso in evidenza la capacità di mordere del Bovaro delle Fiandre, non è una ragione per svilupparla esageratamente: questa predisposizione diventa in effetti una qualità soltanto quando viene utilizzata a buon fine.
Questo cane non è in ogni caso aggressivo: se lo fosse non oseremmo consigliarlo come animale da compagnia; al contrario, questo antico guardiano di bestiame sa essere anche un tenero: tutti coloro che hanno saputo guadagnarsi il suo affetto e meritarsi la sua stima lo possono testimoniare.
3. Forte e avventuroso come un Bovaro delle Fiandre
Non è sempre semplice per un profano vedere la differenza tra un cane da pastore e un Bovaro.
Se questi due tipi di cane hanno come scopo quello di aiutare il loro padrone a condurre il bestiame, i metodi che utilizzano non sono gli stessi. Il Bovaro deve affrontare i bovini e, di fatto, contare sulle sue sole forze per farsi obbedire.
In Le chien de garde, de defense et de police (Il cane da guardia, da difesa e da polizia), pubblicato nel 1908, Joseph Couplet ha dato degli ottimi esempi delle capacità del Bovaro delle Fiandre (in un momento, del resto, in cui non era ancora stato stabilito lo standard della razza):
«Un bue si era improvvisamente allontanato dalla mandria: era partito come un fulmine, la coda alzata, percorrendo così un centinaio di metri ed era andato a rifugiarsi nel bel mezzo di un gregge di pecore con grande spavento del pastore.
Appena il vaccaro si rese conto della fuga del disertore cercò con gli occhi il suo cane. Questi, da guardiano incomparabile, si era già lanciato all'inseguimento del fuggitivo e lo incalzava con accanimento.
Non appena il bue si trovò in mezzo alle pecore si fermò di colpo, guardando intorno a sé con aria stupefatta. Dopo qualche secondo si sentì afferrare all'orecchio da un nuovo nemico, tanto energico quanto tenace.
Era il Bovaro che lo teneva così nonostante gli scossoni che gli infliggeva il bue stesso, solamente l'arrivo del mandriano gli fece mollare la presa. Il fuggitivo fu ricondotto verso la mandria, stretto da vicino dal cane che non mancava di afferrargli la coda quando, a suo giudizio, non camminava abbastanza in fretta».
Joseph Couplet racconta ugualmente che certi Bovari conducevano le mandrie di vacche ad abbeverarsi ai torrenti vicino alla loro fattoria. Essi effettuavano questo lavoro mentre i vaccari cambiavano le lettiere nelle stalle.
Quando i bovini bevevano, i Bovari andavano a piazzarsi davanti alla porta della stalla per impedire alle mucche di ritornarvi. Poi, una volta che i mandriani avevano terminato il loro lavoro, i cani si spostavano e lasciavano entrare il bestiame.
Sorvegliare i bovini non è sempre stato un lavoro esente da pericoli per i Bovari, come dimostra chiaramente questo altro aneddoto citato da Joseph Couplet nel suo interessante libro:
«Ho visto un Bovaro forte e tarchiato mentre cercava di aiutare il vaccaro a condurre un toro che si rifiutava di procedere. Quest'ultimo era guidato con due corde, una arrotolata intorno alle corna, l'altra legata all’anello al naso. Il toro si fermava ogni due o tre passi e, ogni volta, veniva afferrato all’orecchio dal cane che non smetteva di girare dietro l’animale, guardandosi bene dal passargli davanti.
Quando il toro si fermava, il vaccaro tirava le corde e il Bovaro saltava immediatamente in avanti afferrando al volo l’appendice caudale del toro e slanciandosi abilmente di lato in modo da evitare accuratamente la sgroppata e i calci che seguivano regolarmente dopo ogni morso. Il cane non smetteva di abbaiare durante il lavoro, ma, quando il vaccaro si fermò in una locanda, il cane smise di abbaiare e si tenne ansimante presso il suo padrone; poi, ripresa la marcia il Bovaro ricominciò ad abbaiare e afferrò la coda del toro.
Ho potuto constatare che mai una volta il cane afferrò il toro per gli stinchi, ma, di volta in volta, per un orecchio e per la coda. Si comprenderà facilmente che, in queste condizioni, non è semplice per il bestiame recalcitrare davanti a un simile avversario».
Nel 1986, Émile Brager e Marie Roesle partirono per l'America Latina accompagnati da un Bovaro delle Fiandre di nome Socrate. Le esigenze dell'avventurosa coppia illustrano molto bene quello che ci si può aspettare da un tale cane:
«Cercavamo un cane capace di correre per giornate intere, tutto l'anno, senza stancarsi, il soggetto doveva ugualmente poter resistere a ogni tipo di intemperie, difendersi dagli attacchi dei cani locali, reagire positivamente in ogni situazione, anche la più imprevedibile, servire da campanello d'allarme ed eventualmente da arma dissuasiva».
Ecco la descrizione che fanno di questo esemplare 'd'élite' Émile Brager e Marie Roesle, in una lettera inviata al Club del Bovaro delle Fiandre:
«Pesa circa 34 chili; il suo pelo è corto per la razza, piuttosto folto, appena arricciato. I difetti di costituzione non mancano, in particolare per quanto riguarda i garretti, i denti, la lunghezza della testa... Tutto ciò non ha nessuna importanza per noi in quanto siamo interessati solamente alle sue capacità di lavoro.
Socrate incassa bene i disagi delle intemperie: la bassa temperatura non gli dà troppo fastidio, quella elevata sì; per questo gli abbiamo rasato il pelo molto corto. Non gli importa dormire nella neve. Se piove si issa su un cespuglio basso o cerca ciuffi folti d'erba che lo isolino dal terreno (...). Ma il pelo non protegge sufficientemente questo cane dalla pioggia (...). È impossibile in viaggio vietare a un cane di mangiare del cibo che non sia quello che gli viene dato dal padrone».
4. Le difficoltà del passato, le diverse denominazioni e la toelettatura del Bovaro delle Fiandre
- Le difficoltà del passato
Il Bovaro delle Fiandre è un animale robusto, con uno spiccato senso del perfezionismo.
Queste due qualità gli vengono direttamente dai suoi antenati, i quali, nel XIX secolo, ebbero una vita quotidiana molto difficile.
Allora, i bovini destinati al macello erano condotti al mattatoio da mandriani che avevano scelto i Bovari come loro aiutanti.
Abituati a vivere duramente, questi uomini non erano facile preda dei sentimenti: per loro un cane non era valido se non sapeva lavorare bene e il fatto che fosse anche un piacevole compagno importava poco, in simili circostanze, solamente i Bovari veramente robusti potevano sopravvivere: gli esemplari più deboli, non beneficiando ancora, nel XVIII e nel XIX secolo, di vaccinazioni e delle attenzioni di un veterinario, avevano ben poche speranze di cavarsela.
Attualmente, il Bovaro delle Fiandre non accompagna più i mandriani e ha dovuto trasfomarsi in animale da compagnia e da difesa. Quest'ultima riconversione è avvenuta con grande successo, se si deve giudicare dai risultati ottenuti dagli esemplari che partecipano ai concorsi di difesa e che tengono onorevolmente testa ai Pastori Tedeschi e ai Malinois.
- Il Bovaro delle Fiandre durante la Grande Guerra
Se la diatriba sulla nazionalità del Bovaro delle Fiandre ha visto su opposti fronti i cinofili belgi e francesi, è giocoforza riconoscere che questa contesa non preoccupò affatto i militari durante la prima guerra mondiale, che impiegarono tali cani come portaordini e cani sanitari.
La razza venne così decimata e, all'indomani dell'armistizio, i cinofili si trovarono nell'impossibilità di fissarla.
La Société royale Saint-Hubert, l'equivalente belga dell'ENCI, decise allora di incrementare l'allevamento dei Bovari per compensare le perdite subite dagli utilizzatori di cani da lavoro.
Fu così che si vide moltiplicare il Bovaro di Roulers outre-Quiévrain belga nello stesso tempo in cui il Bovaro delle Fiandre francese incominciava a diffondersi nel nord della Francia.
- Denominazione diverse
l diversi nomi ai quali si ricorreva all'inizio del secolo per designare i Bovari che vivevano nelle Fiandre hanno potuto creare confusione nei non iniziati. Si distinguevano infatti il tipo Paret, il tipo Moerman e il tipo "delle Ardenne". Attualmente viene spesso ricordato il tipo Thudinie.
Il Paret era un Bovaro di aspetto molto compatto, alto 65 cm, massiccio, di colore grigio od ocra, più o meno tigrato. È probabile che questo cane possedesse una buona parte di sangue del Pastore di Piccardia e del Molosso spagnolo, il famoso Allant, importato nelle Fiandre nel XVI secolo, quando, in seguito alle vicende storiche, la Spagna, si trovò ad amministrare quella regione.
Il Moerman è in effetti il Bovaro di Roulers che è un po' più alto del Paret (70 cm) e più lungo. Oltre all'apporto di sangue di cani indigeni, quest'animale è senza dubbio nato dall'incrocio fra Dogue e Schnauzer giganti.
Il Cane delle Ardenne, di tipo più lupoide del Bovaro delle Fiandre attuale, venne rapidamente dimenticato e la competizione per ottenere l'appellativo di 'Bovaro delle Fiandre' vide opporsi solo il Moerman e il Paret.
- La toelettatura del Bovaro delle Fiandre
Non bisogna fare il bagno al Bovaro delle Fiandre più di una volta all'anno, per non danneggiarne il pelo e il sottopelo, la cui consistenza deve rimanere ruvida al tatto, una buona strigliata ogni sette o quindici giorni è invece necessaria, con una spazzola che non strappi il pelo.
Se il cane è veramente sporco, si può pulire la sua pelliccia con uno specifico shampoo secco.
Non bisogna dimenticare che, tradizionalmente, il mantello di questo tipo di cani da lavoro deve conservare un aspetto naturale che non esige quindi una toelettatura altrettanto attenta e rigorosa come avviene per altre razze, come per esempio il Levriero afghano, per il quale è assolutamente necessaria.
I baffi, la barba e le sopracciglia soprattutto non devono essere tagliati; conviene semplicemente, mentre li si pettina, fare attenzione che non coprano gli occhi.
Ricordiamo infine che il taglio delle orecchie veniva effettuato una volta con scopi esclusivamente utilitari, in quanto il cane presentava in questo modo meno possibilità di presa a eventuali aggressori.
5. Lo Standard della razza
FCI Standard N° 191/ 22.06.2001
BOVARO DELLE FIANDRE
ORIGINE : Belgio – Francia
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 25.10.2000
CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 1 Cani da pastore e bovari (esclusi i Bovari svizzeri)
Sezione 2 Bovari (esclusi i Bovari svizzeri)
Con prova di lavoro
UTILIZZAZIONE: In origine il Bovaro delle Fiandre era impiegato come conduttore di mandrie, cane da tiro e da zangola.
La modernizzazione delle attrezzature agricole ha modificato il suo primo utilizzo, e ai nostri giorni il Bovaro delle Fiandre serve soprattutto da cane da guardia per la proprietà e la fattoria, da cane da difesa e canepoliziotto.
Le sue attitudini fisiche e comportamentali, le sue grandi qualità olfattive, d’iniziativa e d’intelligenza, permettono di utilizzarlo nei pedinamenti, collegamenti e contro il bracconaggio.
ASPETTO GENERALE: sub-brevilineo. Corpo corto e tarchiato, arti forti e molto muscolosi. Il Bovaro delle Fiandre dà un’impressione della potenza, non è pesante. Il Bovaro delle Fiandre sarà giudicato da fermo nelle sue posizioni naturali senza contatto fisico con il presentatore.
PROPORZIONI IMPORTANTI:
• La lunghezza del corpo dalla punta della spalla alla punta della natica deve essere pressappoco uguale all’altezza al garrese.
• Le proporzioni della lunghezza del cranio in rapporto alla lunghezza del muso sono di 3 a 2.
COMPORTAMENTO – CARATTERE: il Bovaro delle Fiandre possiede il carattere calmo e ragionevole del saggio ardito. Con il fuoco del suo sguardo rivela l’intelligenza, l’energia e l’audacia.
Il Bovaro delle Fiandre deve assolutamente conservare le sue attitudini al lavoro. Qualsiasi tratto che possa nuocere a queste ultime, dovrà essere penalizzato.
TESTA: la testa ha l’aspetto massiccio, ancora più accentuato dalla barba e baffi. E’ proporzionata al corpo e alla taglia. Toccandola, si rivela ben cesellata.
REGIONE DEL CRANIO: ben sviluppata e piatta, leggermente meno larga che lunga. Le linee superiori del cranio e della canna nasale sono parallele. La sutura metopica è appena segnata.
Stop: poco accentuato, più apparente che reale, a causa delle sopracciglia sollevate
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: il tartufo fa terminare la canna nasale con una linea leggermente convessa all’estremità. Deve essere ben sviluppato, arrotondato ai bordi, e di colore sempre nero. Narici ben aperte.
Muso: largo, potente, ossuto, rettilineo nel suo profilo superiore, va diminuendo verso il tartufo, senza mai essere appuntito. La sua lunghezza sarà inferiore a quella del cranio nella proporzione di 2 a 3 . Il suo perimetro, preso proprio sotto gli occhi, sarà quasi uguale alla lunghezza della testa.
Labbra: ben aderenti e molto pigmentate
Mascelle/Denti: le mascelle devono essere potenti e di uguale lunghezza. I denti sono forti, sani, bianchi e regolarmente impiantati. Incisivi a forbice o a tenaglia. La dentatura deve essere completa.
Guance: piatte e asciutte, apofisi zigomatiche poco sporgenti
Occhi: d’espressione franca ed energica, né sporgenti né infossati nelle orbite. La loro forma deve essere leggermente ovale, e sono posizionati su di una linea orizzontale. Il loro colore deve essere il più scuro possibile, in armonia con quello del mantello. Gli occhi chiari, come pure l’espressione stralunata devono essere decisamente penalizzati. Palpebre di colore nero, senza traccia di depigmentazione. Le congiuntive non devono mai essere apparenti.
Orecchi:
• Posizione: attaccati alti, sopra il livello degli occhi, con i padiglioni che ricadono verticalmente. La piega di caduta non deve sorpassare il piano superiore del cranio.
• Forma e portamento: semi-lunghi, a forma di triangolo equilatero, leggermente arrotondati alla punta, cadono a piatto sulle guance, tranne il leggero allontanamento al punto superiore dell’attaccatura; non sono pieghettati ne arrotolati; proporzionati alla grandezza della testa; ricoperti di pelo raso.
COLLO: deve uscire bene dalle spalle ed essere sufficientemente rialzato. Forte, muscoloso, si allarga gradualmente verso le spalle; la sua lunghezza sarà leggermente inferiore a quella della testa. Nuca potente e leggermente arcuata. Niente giogaia.
CORPO: potente, tarchiato e corto
Linea superiore: linea superiore del dorso e del rene orizzontale, tesa e ferma
Garrese: leggermente saliente
Dorso: corto, largo, muscoloso; senza apparenza di debolezza pur restando flessibile
Rene: corto, largo, muscoloso; deve essere flessibile senza apparire debole
Groppa: deve seguire il più vicino possibile la linea orizzontale del dorso e fondersi insensibilmente con la curvatura della natica. Larga senza esagerare nei maschi, più sviluppata nelle femmine. La groppa avvallata o a leggìo è un grave difetto.
Torace: largo e ben disceso fino al livello dei gomiti, non deve essere cilindrico. Le prime costole sono leggermente arcuate e molto inclinate all’indietro, dando la lunghezza di torace desiderabile. Le costole piatte saranno fortemente penalizzate. La distanza compresa fra la parte anteriore dello sterno (manubrio) e l’ultima costola deve essere considerevole, cioè circa i 7/10 dell’altezza al garrese.
Linea inferiore: la linea inferiore del torace risale molto leggermente verso il ventre che è poco retratto. I fianchi devono essere corti, specialmente nei maschi
CODA: attaccata relativamente alta, la coda deve stare sul prolungamento della linea dorsale. Alcuni cani nascono anuri, e non possono essere penalizzati per questo.
ARTI
- ANTERIORI:
In generale: gli arti anteriori hanno una forte ossatura e sono molto muscolosi. Visti dal davanti sono perfettamente diritti e paralleli.
Spalle: relativamente lunghe, muscolose, senza essere pesanti e moderatamente oblique. L’omero e la scapole sono quasi della stessa lunghezza.
Braccio: moderatamente obliquo.
Gomiti: ben aderenti e paralleli; i gomiti scollati o rientranti, a riposo o in movimento, sono un difetto .
Avambraccio: visti di profilo come dal davanti, devono essere perfettamente diritti, paralleli fra loro e perpendicolari al suolo. Saranno ben muscolosi e con una forte ossatura.
Carpi: in appiombo esatto con l’avambraccio. L’osso pisiforme forma solo una sporgenza sulla faccia posteriore del carpo. Ossatura forte.
Metacarpi: d’ossatura forte, abbastanza corti, pochissimo inclinati verso l’avanti.
Piedi anter.: corti, rotondi e compatti, né deviati in fuori né in dentro. Le dita devono essere chiuse e arcuate con unghie forti e nere. Cuscinetti spessi e duri.
- POSTERIORI:
In generale: potenti con muscolatura pronunciata, bene in appiombo, e visti da dietro perfettamente paralleli; devono muoversi quasi sugli stessi piani degli arti anteriori.
Cosce: larghe, ben muscolose, la loro direzione sarà parallela al piano mediano del corpo. Il femore non deve essere né troppo diritto, né troppo inclinato. La natica sarà ben discesa e ferma, con culotte.
Ginocchio: sistemato quasi su di un’immaginaria linea diritta che parte dal punto più alto dell’anca (cresta iliaca) e perpendicolare al suolo.
Gambe: moderatamente lunghe; ben muscolose, né troppo diritte né troppo inclinate
Garretti: piuttosto discesi, larghi e ben tesi. Visti da dietro, saranno diritti e perfettamente paralleli in posizione statica. In movimento non devono né stringere né allontanarsi dall’asse dell’arto.
Metatarsi: robusti e asciutti, piuttosto cilindrici, perpendicolari al suolo quando il cane è in standard naturale. Senza speroni
Piedi post.: rotondi, solidi, con le dita ben chiuse e arcuate con unghie forti e nere. Cuscinetti spessi e duri.
ANDATURA: l’insieme del Bovaro delle Fiandre deve essere armoniosamente proporzionato per permettere un movimento sciolto, sicuro e fiero. Il passo e il trotto sono le andature abituali, benché s’incontrino anche cani che ambiano. Al trotto normale, gli arti posteriori ricoprono l’orma degli anteriori.
PELLE: ben aderente, senza eccessiva rilassatezza. I bordi delle palpebre e delle labbra sono sempre molto scuri
MANTELLO
- QUALITA’ DEL PELO: il mantello è molto folto, il pelo di copertura forma con 1il fitto sottopelo un involucro protettore perfettamente adatto alle brusche variazioni climatiche del luogo d’origine della razza. Il pelo deve essere ruvido al tatto, secco e opaco, né troppo lungo né troppo corto (circa 6 cm), leggermente arruffato, senza mai essere né lanoso, né arricciato.
Sulla testa è più corto e quasi raso sulla parte esterna degli orecchi, il cui padiglione interno è protetto da un pelo moderatamente lungo. Il labbro superiore avrà baffi e il mento una barba folta che conferiscono quell’espressione burbera così caratteristica della razza.
Le sopracciglia sono fatte di peli rialzati, che accentuano la forma delle arcate sopraccigliari, senza mai velare gli occhi. Il pelo è particolarmente duro e scricchiolante sulla parte superiore del dorso.
Si raccorcia molto leggermente sugli arti pur restando ruvido. Il pelo piatto è da evitare in quanto rivela la mancanza di sottopelo. Il sottopelo è un’imbottitura fatta di peli fini e fitti che crescono sotto il pelo di copertura e formano con lui un mantello impermeabile.
- COLORE DEL PELO: Il mantello del Bovaro delle Fiandre è generalmente grigio, tigrato o carbonato. Il mantello nero zaino è ammesso, senza essere favorito. I mantelli chiari, detti “slavati” non sono ammessi. Una stella bianca al petto è tollerata.
TAGLIA E PESO
- Altezza al garrese: 62 – 68 cm per i maschi, 59 – 65 cm per le femmine (con tolleranza di 1 cm in più o in meno).
In tutti e due i sessi, la taglia ideale è la media fra i due limiti, cioè: 65 cm per i maschi, 62 cm per le femmine.
- Peso : circa
Da 35 a 40 Kg per i maschi
Da 27 a 35 Kg per le femmine
DIFETTI: Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerata come difetto e la severità con cui va penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità
DIFETTI GRAVI
• Cane pauroso
• Aspetto da molossoide, cane troppo pesante
• Corpo nettamente troppo lungo (leggera tolleranza per le femmine), troppo leggero
• Testa troppo massiccia, stop accusato, sutura metopica marcata, apofisi zigomatiche molto sporgenti
• Cranio arcuato, cranio stretto, cresta occipitale molto sporgente, difetto importante nel parallelismo cranio/muso
• Muso troppo lungo, tartufo appuntito
• Labbra molli, spesse e cadenti
• Mascelle a chiusura incrociata – cattiva chiusura
• Denti piccoli, malsani, male allineati
• Occhi chiari, globosi, sguardo atipico
• Orecchi integri arrotolati, pieghettati
• Collo cilindrico, giogaia
• Dorso molto insellato, molto cifotico
• Difetti importati agli appiombi, cane molto sotto di sé, garretti molto angolati
• Pelo serico, assenza di sotto pelo, mantello gonfiato, brillante, apprettato
• Mancanza di peli ornamentali sulla testa
• Difetti di depigmentazione (tartufo, labbra, palpebre)
DIFETTI ELIMINATORI
• Cane pauroso o pericolosamente aggressivo
• Mancanza evidente di tipicità
• Tartufo depigmentato e di un colore che non sia il nero
• Muso appuntito
• Enognatismo o prognatismo notevole
• Mancanza di denti che non sia un PM1
• Occhio gazzuolo o d’espressione stralunata
• Entropion. Ectropion, depigmentazione alle palpebre
• Mantello marrone cioccolato, bianco, pepe e sale, colore slavato, qualsiasi colore biondo che va dal chiaro al rosso anche carbonato.
• Taglia fuori dai limiti dello standard.
N.B. i maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.