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Bull Terrier Miniature: il “gladiatore” del popolo canino

Il Bull Terrier Miniature ha un carattere molto forte ed è sicuramente il cane più forte tra tutti i terrier. 

Con il passato bellicoso di cui è dotato il Bull Terrier, ci si potrebbe legittimamente domandare se si tratti di un animale davvero degno di confidenza. Ci si rassicuri! Non c’è che da visitare delle esposizioni canine, per constatare che le classi dei Bull Terrier sono disciplinate e assai poco rumorose.

Questi cani si mostrano, infatti, eccellenti cani da compagnia, obbedienti, sensibili, molto affettuosi ed eccellenti guardiani e sono anche chiamati ‘cane a muso lungo‘ per la loro tipica conformazione del muso (per alcuni questo fa del bull terrier un ‘cane brutto‘, per altri invece diventa un tratto originale e distintivo). Da notare come il nome a volte possa essere usato tutto unito (bullterrier miniature): questo e’ chiaramente un errore ortografico.

Fu un certo James Hinks a redigere per primo lo standard della razza nel 1850, selezionando la testa a forma di uovo. La razza fu esposta per la prima volta nella sua forma attuale a Birmingham nel 1862. Il Bull Terrier Club fu fondato nel 1887.

La cosa veramente interessante che riguarda la razza è che lo standard recita con precisione: “non ci sono limiti né di peso né di altezza, ma ci dovrebbe essere l’impressione di massima sostanza nella mole del cane, tenendo conto della qualità e del sesso. Il cane deve essere sempre proporzionato.” 

Il Bull Terrier è stato spesso criticato; lo si è, infatti, accusato di avere un carattere difficile, troppo impulsivo e talvolta addirittura cattivo, desumendo tutto ciò dal fatto che i suoi antenati furono temibili combattenti. Questo significa dare prova di una assoluta ignoranza della razza. Chi lo frequenta distinguerà, nell’espressione dei suoi piccoli occhi corvini, una dolcezza incontestabile e persino lo sfavillio di uno humour “tipicamente britannico”.

Ma vediamo meglio questi meravigliosi cani, considerati (non a torto) i “gladiatori” del popolo canino.

1. Origini

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Il Bull Terrier, che è chiamato anche White Cavalier, è una delle più vecchie razze di Terrier, poiché, dal 1822, il suo nome è menzionato da Pierce Egan negli "Annals of Sporting".

Il soprannome di questo cane, d'altra parte, non inganna sulle sue qualità e sulle sue di attitudini: "gladiatore del popolo canino", un soprannome che gli viene da molto lontano, quando combatteva con i tori, prima, e con gli altri cani, poi, nelle fosse dalle pareti rivestite di legno che si chiamavano pits.

Questo "sport", le cui origini risalgono al Medio Evo, fu assai popolare in Gran Bretagna. Per moltissimo tempo, questi spettacoli, conosciuti sotto il nome di bull baitings, non opposero di fatto che dei cani, e precisamente dei Bulldog, a dei tori (trattenuti da una solida cavezza).

Poi, nel XVIII secolo, sotto l'impulso dei re e dei signori, che si erano riservati l'esclusiva dell'impiego dei Mastiff, furono organizzati altri combattimenti molto più sanguinari, nei quali questi cani lottavano contro orsi e fiere. Con la rivoluzione industriale e lo sviluppo delle grandi città, dove vivevano minatori, operai metallurgici e tessili, il tradizionale campagnolo bull baiting si modificò notevolmente.

Il toro viene sostituito con ogni sorta di animali selvaggi o domestici - tassi, orsi, asini, cavalli, scimmie, talvolta leoni o leopardi - sempre nell'intenzione di rinnovare l'interesse degli spettacoli e di aumentare le somme impegnate nelle scommesse, ma anche di fare concorrenza ai popolarissimi combattimenti di galli e au rats killing matches, gare di cani da topi.

Questi combattimenti erano organizzati soprattutto a Londra, a Birmingham, nel Midlands e nel nord dell'Inghilterra. Nella capitale erano state costruite due arene: Westminster Pit e Paddington Pit.

Il celebre cinologo Raymond Triquet ci dà un'idea di quello che furono i programmi proposti all'inizio del XIX secolo (esattamente nel 1821), pubblicando il testo di un manifesto pubblicitario: "Combattimento tra un orso è un toro, combattimento tra due cani e, come principale attrazione, il combattimento della scimmia Jacco Macacco, già 13 volte vincitrice, contro una cagna".

Sebbene da nessuna parte sia menzionato il nome delle razze impegnate, si deve sapere che i cani da combattimento erano generalmente derivati da incroci tra i Bulldog e diversi Terrier, come il Fox, il Black and Tan Terrier (antenato del Manchester-Terrier) e, soprattutto, l'Old English White Terrier (Vecchio Terrier Bianco Inglese).

Questi esemplari, come scrisse Hamilton Smith nel 1843 nel suo "Naturalist's library", "erano i più testardi i più feroci che ci fossero". Secondo Clifford Hubbard, in "Dogs in Britain", "erano più grandi e più forti del Bull-Terrier di oggi e soprattutto con una festa molto diversa, vicina a quella dell'antico Bulldog"; erano, insomma, "dei bastardi particolarmente brutti", come precisa ancora Henry Davis in "The Modern Dog Encyclopedia".

Le molteplici denominazioni sotto le quali si designavano questi cani (Bull and Terrier Dog, Half and Half, Pit-Dog, Pit-Bull...) mostravano d'altronde ciò per cui la razza era servita: al Bulldog, giudicato troppo pesante, si era aggiunto del sangue Terrier, animale considerato testardo e agile.

2. Storia (parte A)

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Comunque sia, quando nel 1835 i bull baitings furono vietati dal Parlamento britannico, il Bull-Terrier sembrava già più vicino quello che noi conosciamo oggi.

Questo cane da combattimento, infatti, assomigliava molto a uno Staffordshire-Bull-Terrier, dalle orecchie tagliate molto corte e dalla sagoma spesso più importante: 45 cm al garrese per un peso di 20 kg.

Il divieto dei combattimenti tra animali, deciso dal governo di Sua Maestà, non mise tuttavia fine alle lotte fra i cani, per tre ragioni essenziali: non si poteva impedire ai Britannici di possedere quali cani, né di far loro praticare un addestramento intensivo, tanto più che l'aggressività dei cani era diretta esclusivamente contro i loro simili, e, infine, era difficile controllare i luoghi - granai, cortili di pub o cave (specialmente quella di Bodmin Moor in Cornovaglia) - dove si svolgevano i combattimenti.

Tanti combattimenti poterono così essere organizzati, senza reale rischio, fino gli anni 50. Alcuni cinofili, come R. Triquet, precisano che ne esistono ancora al giorno d'oggi nel nord dell'Inghilterra. Nel 1860 apparve il primo cane derivato direttamente dai Pit-Dog e degno di figurare nelle esposizioni.

Questo White Cavalier, che fu subito chiamato Bull-Terrier, apparteneva a un tale di nome James Hinks, mercante di cani residente a Birmingham. Si trattava di un esemplare dal mantello interamente bianco, con la testa più fine è più lunga di quella degli altri cani da combattimento.

Anche se James Hinks non viene mai la sua ricetta per creare un tale cane, non c'è ombra di dubbio che fu derivato da un incrocio tra un Bulldog e un Old English White Terrier, arricchito verosimilmente, in seguito, con sangue di Dalmata, o - in minor grado - con sangue di Greyhound, di Whippet e persino di Pointer.

I cinologi, infatti, hanno cercato di spiegare mediante questi diversi incroci, del resto abbastanza ipotetici, il profilo ovoide della testa (a forma di pallone da rugby), che doveva accentuarsi un poco più tardi. Alcuni di essi, come Edward Ash nessuno "Practical Dog Book", citarono anche un apporto del Collie.

J. Dhers, un celebre cinologo francese, diede un parere molto diverso da quello dei suoi colleghi britannici: "se ritrovo nel Bull-Terrier qualcosa del Dalmata o del Greyhound, colgo assai scarsa rassomiglianza con i Terrier Basset (si è parlato del Cairn e del West-Highlands-White-Terrier) e meno ancora con il Collie, la cui forma del cranio, qualunque cosa sia stata detta, non è quella del Levriero. Il cranio ovoide del Bull-Terrier mi sembra soprattutto ricordare quello del Whippet, lui stesso figlio di Terrier".

E occorre ammettere che l'analisi di Dhers si poggia su fatti indubitabili, poiché, verso il 1860, il Collie non aveva ancora la testa lunga fine di cui la razza si inorgoglisce oggi, così come pare certo che non si è sufficientemente insistito sul ruolo giocato dall'Old English White Terrier, che era stato abbondantemente incrociato con dei piccoli rilievi per affinare le loro linee.

Il fatto è che il "nuovo" Bull-Terrier attirò i frequentatori assidui delle esposizioni e gli amatori di originalità, in particolare una gioventù che un certo estetismo spingeva a uscire dai sentieri battuti scegliendo per compagno un cane che era stato quello dei minatori di fondo dei frequentatori di bettole.

Questa ricerca di eccentricità non mancò di suscitare la collera e le critiche dei difensori del Bull Terrier "antica maniera", che rimproveravano a Hinks di avere fatto degenerale questo celebre cane da combattimento per farne un esemplare da esposizione, dal mantello bianco immacolato e dalla testa elegante. Hinks propose allora ai suoi detrattori di opporre la sua cagna Pussy a qualsiasi altro Bull-Terrier da combattimento, promettendo al vincitore non meno di cinque sterline (una bella somma all'epoca!) e una cassa di champagne.

L'incontro fu organizzato presso Tuppers, a Long Acre, nel quartiere londinese di Convent Garden. In 30 minuti di accanito combattimento, Pussy mise a morte il suo avversario. L'indomani, aureolata della sua vittoria e assai poco segnata dall'incontro, la cagna ottenne il suo primo premio in un'esposizione canina: sì prospettava una bella carriera per la razza.

3. Storia (parte B)

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Alla fine del secolo scorso il Bull Terrier era ormai divenuto un fedele guardiano, per di più ben addestrato, e del tutto naturalmente la sua denominazione di "gladiatore" fu rimpiazzata da quelle di "gentiluomo".

Quanto agli antichi Bull-Terrier Non restarono loro che i combattimenti clandestini, la caccia ai topi nelle scuderie o al tempo di competizioni cronometrate, come pure la caccia al tasso e al cinghiale.

A quest'epoca, il Bull-Terrier creato da Hinks poteva ancora variare considerevolmente in volume, e, nonostante all'esposizione d'Islington David del 1863 fosse stata prevista una classe speciale per gli esemplari che pesavano meno di 12 libbre (circa 5,4 chili), i giudici premiavano ancora soltanto i cani di grandi grande taglia.

Nella sua opera "Modern Dogs" apparsa nel 1903, Rawdon Lee insorgeva contro una tale discriminazione, poiché il Bull Terrier in miniatura esisteva fin dagli esordi della razza. Similmente, solo alla fine del XIX secolo fu fissata la downface, cioè questa testa così particolare, senza alcun sto dal profilo che si incurva lentamente.

Un primo colpo di arresto doveva essere dato al Bull-Terrier nel 1895. A questa data, in effetti, il re Edoardo VII domandò al Kennel Club di vietare il taglio delle orecchie, cosa che toglieva una parte del suo fascino alla silhouette del Bull Terrier, fino ad allora provvisto di orecchie tagliate in punta (eredità di una pratica in voga per i cani da combattimento).

Tuttavia, gli allevatori non si scoraggiarono per questo e riuscirono, per selezione, a produrre cani con orecchie naturalmente diritte che, almeno in un primo momento, furono i soli - con queste orecchie semi piegate - a essere autorizzati.

Purtroppo, però, gli allevatori non avevano vinto la partita e si trovarono ben presto a confronto con un altro problema che, per l'avvenire stesso della razza, si ribellò ancora più preoccupante: un numero considerevole di Bull-Terrier era affetto fin dalla nascita da sordità.

Per arginare il progresso di questa infermità, oltre a fare uno sforzo per eliminare i soggetti che la trasmettevano, nel 1920 si rivide lo standard, mettendo un termine all'esclusività degli esemplari bianchi - sembra che il colore bianco fosse legato a questa tara (nonostante i genetisti abbiano rifiutato questa tesi) - autorizzando i Bull-Terrier dal mantello colorato.

Questa decisione permise non solo di risolvere il problema della sordità, ma anche di regolare quello della depigmentazione invadente, molto antiestetica, da cui la razza era afflitta. Infine, la più grande varietà di colori danno un'aggiunta di popolarità al Bull-Terrier. Nel 1943, dopo molte vicissitudini, la varietà "miniatura" fu aggiunta allo standard dal Kennel Club, ma essa non ebbe per questo fatto maggiore diffusione.

Sebbene la sua esistenza fosse molto antica - si può leggere, in effetti, nel catalogo di Cruft che "piccoli Bull-Terrier esistevano all'inizio del XIX secolo e che il Bull-Terrier in miniatura è derivato da questo antico piccolo Bull-Terrier e dal vecchio Toy-Bull-Terrier" -, essa era quasi in via di estinzione all'indomani della prima guerra mondiale. In queste condizioni di amatori del Bull-Terrier in miniatura non avevano altra soluzione che aumentare il suo peso, che fu, nelle esposizioni, portato a 18 libbre (circa 8,2 kg).

Il successo del Bull-Terrier arrivo a nessuno zenith dopo la seconda guerra mondiale, periodo durante il quale fu impiegato come cane poliziotto e come cane da caccia per grossa selvaggina in Africa, perché molto resistente ai climi tropicali.

In seguito il Bull-Terrier si è impiantato negli Stati Uniti e in tutti i paesi del Commonwealth: è una delle razze preferite nell'Africa del Sud, come in Germania, nei Paesi Bassi e in Belgio. Nato, quindi, per combattere prima con il toro e poi con i suoi simili, il Bull-Terrier è, tuttavia, sopravvissuto agli editti che ne hanno vietato un impiego certamente poco civile, per diventare un buon compagno dell'uomo.

4. Comportamento

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Con il passato bellicoso di cui è dotato il Bull-Terrier, ci si potrebbe legittimamente domandare se si tratti di un animale davvero degno di confidenza.

Ci si rassicuri! Non c'è che da visitare delle esposizioni canine, specialmente quelle Inglesi (poiché lo si incontra piuttosto raramente in Italia), per constatare che le classi dei Bull-Terrier sono disciplinate e assai poco rumorose. Questi cani si mostrano, infatti, benevoli verso i visitatori e persino amabili con il popolo canino.

Ma che sia devoto all'uomo non vuol dire che sia senza personalità; infatti, il Bull-Terrier è dotato di un temperamento particolare così come è originale suo aspetto estetico. E' prima di tutto un Terrier, cioè è estremamente vivace e diretto, ma è anche testardo, talvolta persino disobbediente, un po' come un bambino indisciplinato che accetta di piegarsi e di obbedire solo perché lo si ama molto.

Il padrone deve possedere un'autorità personale molto forte, per tenere sotto il proprio potere un Bull-Terrier; non deve, però, essere imperioso, duro, brutale, autoritario; deve imporsi, ma con gentilezza: i rapporti con il Bull-Terrier sono prima di tutto una questione di "feeling". Aggiungiamo anche che un tale cane, benché poco soggetto al dolore, si ricorderà sempre di una punizione ingiustificata, che potrà risvegliare in lui una certa aggressività.

Si dice anche che il temperamento virile e coraggioso del Bull-Terrier sì accordi bene a una personalità mascolina, il che non gli impedisce, certamente, di intendersi benissimo con numerose donne: ha semplicemente bisogno di attaccarsi al suo padrone; in cambio di ciò quest'ultimo deve donargli un gran affetto.

Questo cane allora sarà estremamente gentile, e lo si potrà raccomandare senza alcuna riserva come compagno dei bambini: il suo comportamento dinamico e franco ne farà il compagno di giochi sognato da un piccolo ragazzo turbolento, sul quale esso veglierà, istintivamente e accanitamente, rivelando persino delle risorse di dolcezza insospettate in un animale così intrepido.

Conviene educarlo fin dalla sua più tenera età, quando è più malleabile. Si comincerà a insegnargli il richiamo e ci si mostrerà assai fermi alla prima velleità di aggressività verso i suoi simili: non si deve - perché è un cane da combattimento - cedere alla tentazione di permettergli di battersi con un altro cane: questa sarebbe, sia per il padrone sia per l'animale, una strada infernale in cui ciascun incontro aumenterebbe la soglia di eccitabilità e l'accanimento alla lotta.

Ciò che il Bull-Terrier azzanna, non lascia più! Alcuni cinofili si sono domandati se occorra, una volta che la sua educazione sia ultimata, addestrare il Bull-Terrier alla difesa. Ma non è questo il modo di impostare il problema. All'evenienza, malgrado la sua taglia relativamente modesta, questo cane è un formidabile guardiano, sia delle persone sia dei loro beni.

Fiducioso verso l'uomo, non esiterà, in caso di aggressione, a impiegare tutte le sue forze. La sua bravura - alcuni parlano di temerarietà - e le sue reazioni di una rapidità fulminante ne fanno un cane particolarmente efficace, quando la situazione lo esige. Ma la questione interessante è quella di sapere se si è adatti ad addestrarlo; per questo compito occorre, infatti, conoscere bene la razza ed essere buoni specialisti: se non si è né l'una né l'altra cosa, é alquanto imprudente impegnarsi sulla strada dell'addestramento alla difesa.

Con il Bull-Terrier, come precisa un'addestratrice in un modo volutamente figurato, "si arriva rapidamente nella zona rossa, in cui il motore si imballa, in cui l'eccitazione del cane diviene troppo forte perché si possa frenare il suo ardore al combattimento. Si andrà così diritti verso l'incidente al primo avvenimento imprevisto".

Prudenza, dunque: è spesso preferibile lasciare il Bull-Terrier nel suo ruolo di "cane di famiglia" che gli va a pennello. Silenzioso, piacevole, pieno di humour, si accontenta, inoltre, di poco spazio, adattandosi perfettamente alla vita in appartamento.

Il Bull-Terrier è stato spesso criticato; lo si è, infatti, accusato di avere un carattere difficile, troppo impulsivo e talvolta addirittura cattivo, desumendo tutto ciò dal fatto che i suoi antenati furono temibili combattenti. Questo significa dare prova di una assoluta ignoranza della razza. Occorre convenire, al contrario, che può avere i difetti delle sue qualità, specialmente, come ha scritto J. Dhers, se è trattato, dalla sua giovane età, "da un bruto o da un maldestro".

Ma chi lo frequenta distinguerà, nell'espressione dei suoi piccoli occhi corvini, una dolcezza incontestabile e persino lo sfavillio di uno humour "tipicamente britannico". A similitudine dei cinofili francesi, sotto l'impulso di un club dinamico, gli Inglesi, i Tedeschi, i Belgi e gli Olandesi lo hanno adottato non come un cane snob, ma per la sua franchezza, la sua spensieratezza e la sua gioia di vivere.



5. Standard Bull-Terrier

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FCI Standard N° 11 / 05.01.2011
BULL TERRIER 
ORIGINE: Gran Bretagna
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 13.10.2010
UTILIZZAZIONE: Terrier
CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo 3 Terrier
Sezione 3 Terrier di tipo bull
Prova di lavoro facoltativa

ASPETTO GENERALE
Di forte costruzione, muscoloso, ben proporzionato e attivo con espressione acuta, determinata e intelligente. . È unico per la sua testa a forma di uovo con canna nasale discendente. Indipendentemente dalla taglia, i maschi
devono apparire mascolini e le femmine femminili.

COMPORTAMENTO – CARATTERE
Coraggioso, pieno di vivacità, con un carattere amabile e gioioso. Di temperamento calmo, è facile da gestire. Anche se ostinato, è particolarmente gentile con la gente.

TESTA: lunga, forte e piena di sostanza fino al termine del muso, ma non è grossolana. Vista di fronte ha forma di uovo ed è ben piena, con la superficie priva di cavità o depressioni. Di profilo mostra una curva gentile verso il basso, dalla sommità del cranio al tartufo

REGIONE DEL CRANIO
Cranio la sommità del cranio è piuttosto piatta fra un orecchio e l’altro

REGIONE DEL MUSO
Tartufo nero: all’estremità è inclinato verso il basso. Narici ben sviluppate
Labbra: di taglio netto, aderenti
Mascelle/Denti: la mascella inferiore è forte e profonda. I denti sono sani, puliti, forti, di buona misura e impiantati regolarmente. Si presentano con una perfetta, regolare e completa chiusura a forbice, cioè con gli incisivi superiori che si sovrappongono, a stretto contatto, agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle.
Occhi: appaiono stretti e triangolari, piazzati obliquamente, neri o di un marrone il più possibile scuro tanto da sembrare quasi neri; con sguardo penetrante. La distanza fra la punta del tartufo e gli occhi è visibilmente maggiore di quella dagli occhi all’apice del cranio. Gli occhi completamente o parzialmente blu, sono indesiderabili.
Orecchi: piccoli, fini e piazzati vicini tra loro. Il cane dovrebbe essere in grado di tenerli rigidamente eretti, quando puntano verso l’avanti. 

COLLO: molto muscoloso, lungo, col profilo superiore arcuato; si assottiglia dalle spalle alla testa e non ha giogaia

CORPO: ben tondeggiante, con marcata cerchiatura di costole e grande profondità dal garrese allo sterno, così che quest’ultimo è più vicino al terreno che non il ventre.
Dorso: corto, forte. La linea superiore è orizzontale dopo il garrese. Disegna una linea arcuata o leggermente convessa sui reni
Reni: ampi, ben muscolosi
Torace: largo se visto dal davanti.
Linea inferiore e ventre: dallo sterno al ventre, s’incurva verso l’alto in una linea elegante

CODA: corta, inserita bassa e portata orizzontalmente. Grossa alla base, si assottiglia in una punta fine

ARTI:

ANTERIORI 
Aspetto generale: il cane dovrebbe poggiare solidamente sugli arti, perfettamente paralleli. Nel cane adulto la lunghezza degli anteriori dovrebbe essere quasi uguale all’altezza del torace.
Spalle: forti e muscolose senza essere pesanti. Scapole ampie, piatte e tenute aderenti al torace; hanno una pronunciata inclinazione all’indietro del bordo anteriore, dal basso in alto, formando un angolo quasi retto col braccio.
Gomiti: tenuti diritti, e forti
Avambraccio: gli arti anteriori hanno il più robusto tipo di osso rotondo e di qualità.
Metacarpi: in appiombo
Piedi anteriori: rotondi e compatti con dita ben arcuate
POSTERIORI
Aspetto generale: posteriori paralleli se visti dal dietro
Cosce: muscolose
Ginocchio: ben angolato
Gambe: ben sviluppate
Garretto: ben angolato
Metatarsi: con ossatura corta e forte
Piedi posteriori: rotondi e compatti con dita ben arcuate

ANDATURA: in movimento il cane dà l’impressione di essere ben compatto, ricoprendo il terreno con passi facili falcate sciolte, con tipica aria briosa. Al trotto, gli arti si muovono restando paralleli, (visti dal davanti e da dietro), convergendo verso la linea centrale solo ad una maggiore velocità. Gli anteriori hanno buon allungo e i posteriori, per il loro movimento regolare a livello delle anche, e per la buona flessione delle ginocchia e dei garretti, danno forte spinta PELLE strettamente aderente su tutto il corpo

MANTELLO
PELO: corto, piatto, uniforme e duro al tatto, con una buona lucentezza. D’inverno ci può essere sottopelo dalla tessitura morbida.
COLORE: nei Bull Terrier bianchi, il mantello è di un bianco puro. La pigmentazione della pelle e le macchie sulla testa non sono da considerare un difetto. Per i Bull Terrier colorati, il colore deve predominare sul bianco. A uguale qualità per il resto, il tigrato deve avere la preferenza. Sono ammessi il nero tigrato, il rosso, il fulvo e il mantello tricolore. Il mantello bianco moschettato o trotato è indesiderabile. Il mantello blu e il mantello fegato (marrone) sono altamente indesiderabili.

TAGLIA E PESO 
Non vi sono limiti di peso o di taglia. Il cane deve dare l’impressione d’avere il massimo della sostanza rispetto alla taglia, tenendo conto della qualità del soggetto e del sesso.

BULL TERRIER MINIATURA
Lo Standard del Bull Terrier Miniatura è lo stesso del Bull Terrier, tranne che per quanto segue:
TAGLIA E PESO - L’altezza al garrese non deve superare i 35,5 cm. Il cane deve dare l’impressione d’avere della sostanza in rapporto alla sua taglia. . Non vi sono limiti di peso. In ogni caso, il cane deve essere sempre ben proporzionato.

DIFETTI: qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato come difetto e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità e agli effetti sulla salute e il benessere del cane

DIFETTI ELIMINATORI

  • Soggetto aggressivo o eccessivamente timido
  • Qualsiasi cane che presenti in modo evidente delle anomalie d’ordine fisico o comportamentale, sarà squalificato

 

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.






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