Il bulldog francese è un cane di piccola taglia che custodisce e comprende in sé tutte le doti del molossoide: compattezza, muscolatura, ossatura, carattere: insomma, come ben lo definisce lo standard, il Bouledogue francese è un “piccolo Ercole”!
I bulldog francesi sono dei cani stupefacenti sotto tutti i punti di vista. Questo animale, i cui antenati furono selvaggi combattenti, è oggi uno dei cani più affettuosi e più sensibili che ci siano. Coraggio senza frontiere ed esageratamente ottimistica coscienza nelle proprie forze, a fronte di una struttura fisica possente ma ridotta, lo rendono davvero tenero ed irresistibile!
FCI Standard N° 101 / 06.04.1998
ORIGINE: Francia
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 28.04.1995
UTILIZZAZIONE: Cane da compagnia, da guardia
CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 9 Cani da compagnia
Sezione 11 Piccoli Molossoidi
Senza prova di lavoro
1. Origine
Si sa precisamente che, nella sua forma attuale, il Bouledogue è apparso in Francia soltanto alla fine del XIX secolo, mentre le sue origini lontane rimangono molto dubbie e continuano a suscitare intense ma proficue discussioni fra i cinofili. Infatti 3 scuole si confrontano.
Secondo una prima il buldog francese sarebbe una versione miniaturizzata del Bulldog Inglese, ottenuta a partire da incroci di questa razza con dei piccoli Terrier. Il robusto Bulldog, in effetti, era stato selezionato per il suo valore nei combattimenti contro i suoi simili e contro i tori, "divertimenti" molto apprezzati dagli Inglesi fino alla metà del XVIII secolo. Ma la sua taglia divenne un handicap quando gli fu necessario convertirsi in cane da guardia e da compagnia, dopo che un'ordinanza del Parlamento di Londra mise fine a queste pratiche barbare.
Alcuni allevatori selezionarono, quindi, dei Bull sempre più piccoli. Battezzati English Toy-Bulldog, questi cani si resero assai rapidamente popolari nella regione di Nottingham, a tal punto che i merlettai, gravemente esposti ai rischi della crisi economica del XIX secolo, dovendo espatriare nella regione di Calais, portarono con sè i loro fedeli compagni, le cui piccole orecchie a forma di conchiglia non costituivano la minore delle loro caratteristiche. Incrociati con dei piccoli Terrier, gli English Toy-Bulldog avrebbero dato origine ai Bouledogue dalle orecchie diritte, i quali, dopo lunghe esitazioni, finirono con l'essere riconosciuti dal Kennel Club con il nome di French Bouledogue (noto anche come mastino francese).
Sostenuta da Pierre Mégnin, la seconda ipotesi concepita relativamente alle origini del bull dog francese, completa la precedente, più che contraddirla. Secondo questo famoso cinologo, i macellai e i facchini delle Halles della fine del XIX secolo avevano da molto tempo scelto per compagno il Doguin, un tipo di cane più piccolo rispetto al Dogue, ma anche meno ingombrante e soprattutto più agile. Questo animale si era guadagnato una solita reputazione presso i proprietari di arene da combattimento e gli organizzatori di giochi circensi tra animali, spettacoli sanguinosi che, secondo gli scritti di J. Dhers, appassionavano le folle: "Si vedevano combattimenti a Parigi, ma soprattutto nella regione del Sud-Ovest, a Bordeaux, a Toulouse e nei Pirenei.
Queste arene da combattimento erano dei baracconi da fiera dove si facevano combattere i cani tra loro, contro gli asini e soprattutto contro gli orsi". Verso la fine del secondo Impero, i Doguin furono progressivamente rimpiazzati dai Terrier-Boule (da non confondere con i Bull-Terrier), sorta di piccoli cani da topi dal corpo molto corto, ben strutturati, con la coda e le orecchie mozze, che, incrociati con dei Toy-Terrier, e verosimilmente con dei Carlini (cani piccoli, massicci e con il muso schiacciato), dovevano dare origine al Bouledogue Francese. Sembra, d'altra parte, che i Toy-Terrier importati dalla gran Bretagna e i Bouledogue nati nel quartiere delle Halles si siano vicendevolmente arricchiti, il che avrebbe permesso di fissare la razza e di stabilirne lo standard ufficiale nel 1898. L'apporto del sangue Carlino - per molto tempo contestato dagli amatori "storici"- spiegherebbe gli occhi assai particolari del Boule, come lo si chiama comunemente. Quanto alle sue orecchie diritte, sarebbe opportuno riconoscervi l'influenza dei Terrier.
Secondo l'ultima ipotesi il Bouledogue Francese sarebbe un discendente diretto del Dogue di Burgos, a sua volta parente prossimo del Dogue di Bordeaux. Tale idea, sostenuta da George R. Krehl, un cinologo inglese, sarebbe il risultato di una rigorosa inchiesta condotta sulle origini di questo "Francese" venuto, secondo il parere dei cinofili d'oltre Manica, per snaturare la razza nazionale. Il suo ragionamento si fonda sulla scoperta di una placca di bronzo colata nel 1625; essa mostra dei Dogue di piccola sagoma che ricordano i Bulldog britannici, ma acconciati in modo che la testa è sormontata da orecchie da pipistrello come il Bouledogue Francese con una leggenda (scritta in francese) che li identifica come Dogue di Burgos.
2. Storia
Qualunque sia la genealogia dei bulldogs francese, non c'è dubbio che questo cane conobbe nella Parigi delle Belle Epoque i suoi primi successi, che non dovevano essere mai smentiti. I macellai e gli intermediari per la vendita della carne dei macellai di La Villette furono i primi ad allevare il Bouledogue Francese, seguiti presto dai cocchieri, dai ciabattini, dai fruttivendoli, dalle guardie municipali, che si appassionarono al piccolo Boule. Si riunivano fuori dei caffè per confrontare gli esemplari migliori, si scambiavano consigli e soprattutto si sforzavano, spesso a prezzo di pesanti sacrifici, di produrre cuccioli più grossi.
Favorito della Parigi dei piccoli mestieri, il Bouledogue bazzicava per i quartieri popolari di Pantin, di Belleville e delle Halles: il suo fisico, la sua taglia ridotta, la sua sorprendente andatura e il suo carattere particolarmente attraente cominciavano ad imporsi e a sedurre sempre più i numerosi amatori dei cani dal muso schiacciato. Poco dopo, il Boule fece la sua comparsa nelle case chiuse, dove le tenutarie e le cortigiane della Belle Epoque, l'adottarono per il suo aspetto eccentrico. Immortalato nel 1901 da Toulouse-Lautrec nella tela "Il mercante di castagne", il Bouledogue Francese percorse a grandi passi, conquistandoli, gli Champs-Elysées, i grandi boulevard, il bois de Boulogne... Mistinguett, Colette, Mac Orlan, il re Edoardo VII e alcuni granduchi della corte di Russia soccombettero a loro volta al fascino di questo piccolo cane bizzarro, il cui corpo muscoloso e la cui marcia gagliarda evocavano immediatamente gli ercoli da fiera.
Questa infatuazione improvvisa, nutrita da tutta Parigi, doveva contribuire per una larga parte al successo del Bouledogue che, ancor oggi e nonostante la razza non si sia molto diffusa, gode di una buona notorietà, soprattutto all'estero. Nel 1880 iniziò l'autentica carriera cinofila del Bouledogue Francese, con la fondazione di una società che riuniva ogni settimana una cinquantina di amatori e di allevatori parigini. Nel 1885 un primo registro provvisorio fu iniziato. Nel 1887 il Bouledogue Francese partecipò per la prima volta sotto questo nome a un'esposizione ufficiale. L'anno successivo gli statuti del club furono elaborati sotto la guida di Marcel Roger, precursore dell'allevamento in Francia e primo presidente eletto.
Tuttavia, fu necessario attendere ancora 10 anni perché la società canina si interessasse davvero a questa razza. All'origine di questo riconoscimento, 2 uomini: il barone Carayon de Latour, che amava presentarsi in pubblico con i suoi Boule, e il mecenate americano Gordon Benett, che, assumendo la guida del club, doveva favorire la diffusione della razza negli Stati Uniti. Il ruolo del secondo fu determinante, se si crede a Pierre Mégnin, che mel 1922 gli rese un omaggio vibrante e meritato: "Allevatori di Bouledogue Francesi, rendete onore alla memoria di Gordon Benett, questo cinofilo americano che ha consacrato i vostri cani e ha fatto la vostra fortuna. Egli ha saputo portarli definitivamente alla ribalta".
3. Comportamento
Coraggio senza frontiere ed esageratamente ottimistica coscienza nelle proprie forze, a fronte di una struttura fisica possente ma ridotta, lo rendono davvero tenero ed irresistibile! Coloro che lo frequentano sono espliciti: il Bouledogue Francese è un cane stupefacente sotto tutti i punti di vista. Questo animale, i cui antenati furono selvaggi combattenti, è oggi uno dei cani più affettuosi e più sensibili che ci siano, uno dei più ricercati anche come cane da compagnia.
E' giocoforza riconoscere però che il Boule non ha un'ottima reputazione presso il grande pubblico. Le sue arcate sopracciliari prominenti e molto scostate l'una dall'altra, i suoi potenti muscoli masticatori, la sua faccia accigliata hanno ingiustamente contribuito a farlo sembrare un cane aggressivo. Comunque, numerosi artisti hanno vissuto in compagnia di questi cani, che stimavano moltissimo, e hanno voluto descrivere, con una frase o con molte pagine, il loro carattere eccezionale. Il Boule seduce fin dai primi incontri: lo sguardo penetrante di questo piccolo cane che viene tranquillamente ad annusare il nuovo venuto, poi l'accompagna ai quattro angoli della casa, spiega più di una storia d'amore.
Gentile per natura, ha bisogno della presenza dei suoi padroni; in compagnia di persone anziane o malate saprà restare calmo; condividerà con piacere i giochi, talvolta turbolenti, dei bambini; con gli ospiti, infine, non si mostrerà mai ostile e darà prova di esemplare cortesia. Come ha ben detto Colette, è un cane che non si piace se non in compagnia dell'uomo, un cane che preferirà sempre una dimora modesta ma accogliente a un palazzo dove sarebbe abbandonato a se stesso. Si dice ancora di lui che, come un essere umano, è capace di irritarsi, se non gli si presta abbastanza attenzione. E' sicuro che il Boule ha bisogno di comunicare: con il gioco, con le carezze, con gli scambi muti che tesse con il suo padrone.
E' un cane che si adatta assai bene alla vita d'appartamento e che può essere condotto in viaggio, anche se bisogna tener conto che sopporta male il caldo. Unico difetto, forse, di quello di non amare i bagni; ma il suo pelo corto è semplice da tenere pulito. Il Bouledogue non è certamente il tipo di cane da portate con noi al mare, nemmeno sotto l’ombrellone! Fedele alle sue origini, il Bouledogue Francese, soprattutto maschio, dà prova di sorprendente coraggio assai vicino talora alla temerarietà. E' così avidamente desideroso di corrispondere alle attese di coloro con cui vive, che può andare incontro a pericoli di cui ha raramente coscienza, a tal punto che il suo padrone deve talvolta intervenire per proteggerlo da se stesso. Naturalmente gentile, il Bouledogue Francese è divenuto nel corso degli anni, un cane da compagnia molto ricercato.
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4. Un allevamento difficile
L'espansione del Bouledogue Francese conosce e conoscerà sempre alcuni limiti, legati specialmente al fatto che la maggior parte dei cuccioli, poco numerosi in ciascuna cucciolata, viene al mondo per taglio cesareo a causa della grandezza della testa. L'allevamento del Boule implica perciò una buona esperienza. Si avrà interesse a selezionare delle riproduttrici che, senza allontanarsi dal tipo della razza, presentino caratteristiche adatte a facilitare il parto e che possano nutrire correttamente la loro progenie (perché i problemi di allattamento si aggiungono talvolta a quelli del parto). La cagna dovrà possedere una solida costituzione e una muscolatura forte, un bacino di buone proporzioni, senza tuttavia essere per questo troppo pesante o troppo lunga a livello delle reni.
Come precisò Henri F. Réant, ex presidente del Club dei Bouledogue Francesi: "L'allevamento del Bouledogue Francese comporta una certa difficoltà che ne aumenta l'interesse, assimilandolo a una specie di lotteria e liberandolo dal semplice motto: produzione - vendita! Se è opportuno scegliere gli esemplari con maggiori probabilità, occorre in più fare assegnamento sulla natura". Il compratore di un Boule, dunque, deve saper essere paziente, e non gli si può che consigliare di indirizzarsi a famosi allevatori, a veri appassionati che non saranno mai in numero eccessivo.
Altro punto debole della razza è la colonna vertebrale: lo sviluppo notevole dell’anteriore sul posteriore e la particolare forma della linea superiore predispongo- no specie il tratto lombare alla formazione di ernie che a lungo andare possono rendere difficoltoso il movimento. Da qualche anno tutto il mondo sembra scoprire la grande famiglia dei Dogue, esemplari poco amati della razza canina, che non piacciono generalmente al grande pubblico, a causa del loro muso schiacciato, caratteristico del "bouledoguismo".
Secondo il dottor Maurice Luquet il "bouledoguismo" si caratterizza per l'ineguaglianza in lunghezza delle mascelle, essendo la mascella superiore più corta di quella inferiore a causa dell'accorciamento congenito delle ossa. La mascella inferiore è prominente e si trova più o meno davanti a quella superiore. I Bouledogue sono così naturalmente prognati o, più esattamente, brachignati. Nel gergo cinofilo, si parla di "cane che discopre i denti", in cui il naso è rientrante.
5. Lo Standard del Bouledogue Francese
Il Bouledogue Francese appartiene al gruppo 9, cani da compagnia, molossoidi di piccola taglia.
Aspetto generale
Cane possente nella sua piccola taglia, brevilineo, compatto in tutte le sue proporzioni, con pelo raso, muso corto e schiacciato, orecchie diritte, coda naturalmente corta. Deve apparire reattivo, intelligente, molto muscoloso, dalla struttura compatta e dall'ossatura solida.
Comportamento
Piacevole cane da compagnia, da guardia. Particolarmente affettuoso con i suoi padroni e i bambini.
Taglia e peso
II peso non deve essere inferiore agli 8 kg e non superiore ai 14. La taglia deve essere proporzionata al peso.
Andatura
I movimenti sono sciolti. Gli arti si spostano parallelamente al piano mediano del corpo.
Testa
Deve essere molto grossa, larga e squadrata. La pelle che la ricopre forma pliche e rughe quasi simmetriche.
Tartufo - Largo, molto corto, all'insù, con narici ben aperte e simmetriche, dirette obliquamente all'indietro.
Muso - Molto corto, largo; presenta pliche concentriche, simmetriche, che discendono sul labbro superiore (la lunghezza è pari a circa 1/6 di quella del cranio).
Labbra - Spesse, un po' rilassate e nere. Il labbro superiore si congiunge al centro con il labbro inferiore in modo da nascondere completamente i denti, che non devono mai essere visibili. Il profilo del labbro superiore e' ben disceso e arrotondato. Non si deve vedere mai la lingua a bocca chiusa.
Mascelle - Larghe, squadrate, potenti. La mascella inferiore descrive un'ampia curva che termina davanti alla mascella superiore cingendola. Quando la bocca è chiusa, la proiezione della mascella inferiore (prognatismo) e' moderata dalla curvatura delle branche mandibolari. Questa curvatura è necessaria per evitare una proiezione eccessiva della mascella inferiore (cane con denti scoperti). Gli incisivi inferiori non devono mai essere dietro a quelli superiori (cane enognato). L'arcata degli incisivi inferiori e' arrotondata. Le mascelle non devono presentare deviazione laterale.
Guance - I muscoli delle guance sono ben sviluppati ma non sporgenti.
Stop - Profondo e accentuato.
Cranio - Largo, quasi piatto, con fronte molto convessa. Arcate sopraccigliari sporgenti, separate da un solco particolarmente sviluppato fra gli occhi. Il solco non deve prolungarsi sulla fronte come nel Bulldog inglese. Cresta occipitale molto poco sviluppata.
Occhi - Espressione sveglia. Piazzati bassi, abbastanza lontani dal tartufo e soprattutto dalle orecchie, di colore scuro, abbastanza grandi, ben rotondi, leggermente sporgenti, non lasciano intravedere nessuna traccia di bianco (sclerotica) quando il cane guarda dritto davanti di se'. Il bordo delle palpebre deve essere nero.
Orecchie - Di grandezza media, larghe alla base e arrotondate all'estremità. Attaccate alte sulla testa, ma non troppo vicine una all'altra, portate diritte. Il padiglione è aperto verso il davanti. La pelle deve essere fine e morbida al tatto.
Collo - Corto, leggermente incurvato, senza giogaia.
Arti anteriori
Appiombi regolari visti dal davanti e di profilo.
Spalle e braccia - Corti, spessi, hanno una muscolatura solida e visibile. Il braccio deve essere corto, il gomito ben aderente al corpo.
Avambracci - Corti, ben distanziati, rettilinei e muscolosi.
Carpi e metacarpi - Solidi e corti.
Piede - Rotondo, piccolo, detto 'piede da gatto', ben appoggiato al suolo, voltato leggermente in fuori. Le dita sono compatte; le unghie corte, grosse e ben separate. I cuscinetti plantari sono duri, spessi e neri. Nei tigrati le unghie devono essere nere. Nei bianco-tigrati, la preferenza andrà alle unghie scure, senza per questo penalizzare le unghie chiare.
Tronco
Petto - Leggermente aperto.
Torace - Cilindrico e ben disceso, costole 'a botte' molto arrotondate.
Dorso - Largo e muscoloso.
Reni - Corte e forti. La linea dorsale è progressivamente rilevata a livello delle reni per scendere rapidamente verso la coda. Questa forma, particolarmente ricercata, ha come causa la brevità delle reni.
Ventri e fianchi - Rilevati, ma non levrettati.
Groppa - Obliqua.
Arti posteriori
Gli arti posteriori sono forti e muscolosi, un pò più lunghi degli arti anteriori, cosi che il treno posteriore risulti elevato. Gli appiombi visti sia dal di dietro che di profilo sono regolari.
Coscia - Muscolosa, solida, senza essere troppo arrotondata.
Garretto - Abbastanza disceso, ne' troppo angolato nè troppo diritto.
Tarso e metatarso - Solidi e corti. Il Bouledogue deve nascere senza speroni.
Piede - Molto compatto.
Coda
Corta, attaccata bassa sulla groppa, attaccata ai glutei, spessa alla base, ritorta o naturalmente tronca, assottigliata all'estremita'. Anche durante l'azione, deve restare sotto l'orizzontale. La coda relativamente lunga (senza superare la punta del garretto), tronca e sottile, e' ammessa ma non ricercata.
Mantello
Pelo raso, serrato, brillante e soffice
-Colore fulvo uniforme, con o senza tigrature, o con macchie bianche limitate (bringeè).
-Colore fulvo, tigrato o no, con macchie di media grandezza o predominanti (caille).
Tutte le sfumature di fulvo sono ammesse, dal rosso al caffellatte. I cani completamente bianchi sono classificati come fulvi bringeè a macchia bianca predominante. Quando un cane presenta un tartufo molto scuro, occhi scuri, con bordi palpebrali scuri, alcune depigmentazioni del muso possono essere eccezionalmente tollerate in soggetti molto belli.
Difetti
- Tartufo chiuso o stretto (da russatore cro- nico).
- Brutta dentatura.
- Occhi chiari.
- Giogaia.
- Gomiti non aderenti al corpo.
- Garretto diritto o spostato in avanti.
- Coda rialzata o troppo lunga o anormalmente corta.
- Pelo troppo lungo.
- Depigmentazione delle labbra.
- Andatura scorretta.
Difetti gravi
- Denti visibili a bocca chiusa.
- Lingua visibile a bocca chiusa.
- Cane che 'batte il tamburo' (movimento rigido degli anteriori).
- Macchie depigmentate sul viso, tranne che nei soggetti fulvi a striature bianche o nei soggetti bianchi.
- Peso eccessivo o insufficiente.
Squalifiche
- Occhi eterocromi.
- Tartufo di colore diverse dal nero.
- Muso da lepre.
- Enognatismo.
- Prognatismo eccessivo con uno scarto di oltre 12 mm.
- Orecchie non portate diritte.
- Amputazione delle orecchie, della coda o degli speroni.
- Speroni ai posteriori.
- Mantello di colore nero, nero e focato, grigio topo, marrone.
- Criptorchidismo sia semplice che bilaterale.
- Cane anuro.
Nota: I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale, ben discesi nello scroto.
Note
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