Non neghiamolo: è sempre affascinante averlo al nostro fianco, attento ai nostri passi e alle possibili variazioni di andatura e direzione.
Pronto a fermarsi qualora decidessimo di interrompere la camminata e in attesa di poter ripartire, prendendo come riferimento le nostre gambe e i movimenti complessivi.
Il tutto senza la necessità di utilizzare il famoso guinzaglio, quasi ci fosse un filo invisibile che ci unisce senza pericolo di errore.
Un obiettivo, questo, da perseguire con pazienza e costanza: dobbiamo, infatti, spiegare al nostro cane che, anche senza la presenza di quella parte di stoffa o cuoio, ci si può muovere a “sei zampe”, in piena armonia, ovviamente in luoghi privi di pericoli.
Bisogna procedere per gradi, aiutando il più possibile il nostro amico ed evitando improbabili correzioni, evidenziando la correttezza dello starci accanto e facendo in modo che, se l’intenzione fosse diversa, il cane possa riprendere posizione in men che non si dica.
Nuove lodi, e premi, gli confermeranno la correttezza dell’azione compiuta. Ecco come insegnarlo al nostro cane, procedendo per gradi con pazienza e in sicurezza.
1. Prima al guinzaglio per insegnargli le regole di base
Insegnare al nostro amico a camminarci libero accanto richiede, innanzitutto, un corretto e preventivo addestramento al guinzaglio.
Il cane, infatti, deve aver già compreso che muoversi all’unisono significa osservare e rispettare la nostra andatura, senza eccessive trazioni o improvvise resistenze.
Che si decida di utilizzare una comoda pettorina o un collare a chiusura fissa, il risultato deve essere identico: il nostro amico deve aver fatto proprie alcune regole di base.
In primo luogo, deve aver capito che esiste un legame ben preciso tra lo starci accanto e le piacevoli conseguenze di questa scelta che consisteranno nel ricevere adeguate lodi, “condite” da qualche boccone posto vicino alla nostra gamba, e nella possibilità di proseguire la passeggiata.
Inoltre, il nostro amico deve avere ben chiara in testa la connessione tra il segnale vocale di partenza (per esempio “Andiamo”) e l’azione di seguirci adeguandosi alla nostra andatura.
Viceversa, dovremo avergli spiegato quali sono gli effetti di una sua eventuale trazione al guinzaglio, ossia il fatto che noi ci fermeremo immediatamente, eventualmente facendo precedere la nostra azione dal cosiddetto “segnale di rallentamento” (per esempio “Piano”).
In alternativa, per contrastare questa fastidiosa abitudine, ai primi cenni di eccessiva velocità da parte del cane possiamo invertire la direzione di marcia.
Quando il cane si sarà abituato a camminare insieme a noi, dobbiamo far sì che impari a stare al guinzaglio in luoghi diversi, si tratti di un parco cittadino, di una strada affollata o di un sentiero tra i boschi.
In termini tecnici, dobbiamo “generalizzare” il comportamento insegnato, testandolo in situazioni in cui vi siano distrazioni elevate quali la presenza di altri cani, persone in movimento o mezzi di trasporto come biciclette e auto.
Se, in tutte queste situazioni, il nostro amico si sarà dimostrato capace di “resistere alle tentazioni”, senza attivare risposte improvvise caratterizzate da balzi in avanti o da scatti d’inseguimento, allora saremo pronti a insegnargli un nuovo modo di camminarci accanto: libero.
2. Libertà... graduale
Passare dalla camminata con il guinzaglio a quella senza richiede alcune azioni progressive.
Infatti, è opportuno non sganciare immediatamente il nostro strumento di “controllo”: piuttosto facciamolo scivolare sul terreno oppure inseriamo un’estremità dentro il collare o sotto le strisce della pettorina.
Così facendo, il nostro amico non si sentirà subito totalmente libero, con il rischio che si dia a una corsa sfrenata. Disponiamo il guinzaglio come abbiamo appena detto proprio mentre stiamo camminando, in modo da mettere il cane nelle migliori condizioni per poterci camminare accanto.
Partiamo, quindi, con l’usuale camminata al guinzaglio per poi proseguire, con estrema indifferenza, con lo stesso guinzaglio posto in modo tale da non doverlo tenere nelle mani.
Nel momento in cui modifichiamo la posizione del guinzaglio, ripetiamo il segnale di camminata (“Andiamo”), per confermare al cane che il comportamento richiesto è il medesimo.
Percorsi alcuni passi, riprendiamo in mano il guinzaglio e proseguiamo con questa alternanza. Le prime volte, scegliamo luoghi poco frequentati, già conosciuti dal nostro amico e utilizzati in passato per introdurre nuovi comportamenti.
Con il passare dei giorni, allunghiamo i tempi senza guinzaglio, introducendo altre novità come i ripetuti cambi di andatura e di direzione. Non dimentichiamoci di premiare il comportamento corretto del nostro amico dispensando opportune lodi e rilasciando gustosi premi proprio in linea con la nostra gamba.
A ogni partenza, ripetiamo il segnale di camminata, per confermare al cane che proprio quello è il comportamento richiesto.
Se dovesse allontanarsi improvvisamente, spostandosi di lato o in avanti, è importante evitare qualsiasi “correzione” vocale; dobbiamo essere rapidi a recuperare il guinzaglio per impedire che il cane proceda da solo.
Subito dopo, come se nulla fosse accaduto, ricominciamo a muoverci con il guinzaglio nelle mani, attendendo qualche secondo prima di riprendere la procedura del guinzaglio “semilibero”.
In breve tempo, e con le dovute cautele, il nostro amico imparerà a camminarci accanto senza un collegamento diretto, avendo capito che in caso di velleità saremo pronti a riprendere il pieno controllo.
3. Le fasi successive. Il guinzaglio resta in tasca
Dopo aver ripetuto numerose volte, e con successo, i passaggi con e senza guinzaglio, possiamo dedicarci ai primi passi in “libertà condizionata”.
Tenendo il guinzaglio a portata di mano, pronunciamo il segnale di camminata e muoviamoci con il cane, aumentando sempre di più i tempi di deambulazione.
In questa fase è importante non eccedere, ritornando in alcuni momenti a utilizzare normalmente il guinzaglio all’interno della stessa sessione di lavoro.
Inoltre, per evitare che il processo di apprendimento diventi troppo gravoso, lavoriamo ogni volta per pochi minuti: due o tre sessioni ogni giorno saranno sufficienti per far comprendere al nostro amico questo nuovo modo di camminare insieme, senza stressarlo inutilmente.
Se poi avremo già insegnato al cane a sedersi accanto a noi ogni volta che ci fermiamo, potremo ottenere lo stesso comportamento senza l’ausilio del guinzaglio, divertendoci a variare direzioni, velocità e fermate.
Così facendo, il nostro amico sposterà l’attenzione su di noi, in attesa delle nostre decisioni, e riducendola verso l’ambiente esterno.
Se decidesse di staccarsi dal nostro fianco, possiamo richiamarlo immediatamente con il nome, battendo contemporaneamente la mano sulla nostra gamba di riferimento. Tutto ciò servirà ad aiutarlo a ripristinare il comportamento richiesto, dimenticando in un attimo i propositi precedenti.
Quando i tempi di resistenza e la correttezza delle risposte raggiungeranno livelli ottimali, potremo sganciare definitivamente il guinzaglio, mettendocelo a tracolla o in tasca. Anche in questo caso, l’operazione deve essere eseguita nel corso della camminata, come se nulla fosse.
I tratti da percorrere devono essere brevi, con molti complimenti e diversi bocconi. Il cane, infatti, deve stabilire una correlazione tra il fatto di essere libero e il piacere di starci accanto, senza cadere nella tentazione di andare altrove.
4. Bocconi a portata di mano (gratifichiamo i comportamenti corretti)
Richiedere al nostro amico di camminarci accanto senza l’ausilio del guinzaglio può essere difficoltoso nelle situazioni in cui le distrazioni esterne siano elevate.
Un ottimo modo per controbilanciare queste distrazioni consiste nell’eseguire le prime sessioni di addestramento alla presenza di altri cani, tenendo nelle mani gustosi bocconi.
Per renderci interessanti agli occhi del nostro cane, teniamo questi premi stretti tra i pugni, tanto nella mano sinistra che in quella destra.
Così facendo, ogni due o tre passi glieli potremo dare, in silenzio, all’altezza della nostra gamba, passandoli dalla destra alla sinistra quando quelli tenuti in quest’ultima mano saranno esauriti.
Con il passare dei giorni, riduciamo il numero di premi, richiedendo una quantità maggiore di passi tra un boccone e l’altro. Di fronte a questi “premi” così invitanti, il nostro amico capirà quanto sia vantaggioso rimanere accanto a noi, abituandosi al contempo a questa camminata in libertà.
Dopo aver ottenuto una ragionevole certezza di successo, potremo tenere i bocconi nelle tasche o in appositi “marsupi” impiegati per l’addestramento, e saremo più comodi.
Per evitare un eccesso di sicurezza, tanto in noi quanto nel cane, è opportuno “tornare indietro”, cioè lasciando per qualche tempo il guinzaglio pendente o utilizzandolo in modo tradizionale.
Così facendo il nostro amico manterrà i comportamenti insegnati, senza correre il rischio di perdere le basi iniziali. Arrivati a questo punto, non resterà che differenziare tempi e luoghi, divertendoci con altri amici a svolgere gli usuali esercizi compiuti in passato con il guinzaglio.
Si potranno, così, eseguire incroci tra i diversi binomi, camminate in linea e a debita distanza, momenti di superamento, di fermata e di ricongiungimento.
5. Attenzione ai pericoli!
Per quanto la camminata senza guinzaglio sia piacevole e gratificante, non possiamo mai dimenticare l’importanza della prevenzione dei pericoli.
Dobbiamo evitare di muoverci, con il nostro amico senza guinzaglio, in zone in cui il suo eventuale allontanamento possa essere rischioso: teniamoci quindi lontani da strade trafficate oppure da luoghi in cui ci siano situazioni poco chiare quali un dirupo o una difficile visione dell’ambiente intorno a noi.
Meglio scegliere qualche via sterrata, tenendoci lontani dal traffico cittadino. Per quanto l’addestramento sia stato oculato ed efficace, ci potranno sempre essere condizioni in cui il cane, per istinto, sia indotto ad allontanarsi da noi, quasi senza volerlo.
Se così accadesse, è necessario intervenire interrompendo il proposito con uno specifico “segnale di interruzione”, cui seguirà la richiesta di riposizionarsi accanto a noi.
A quel punto, dopo le lodi e i premi, è opportuno rimettergli il guinzaglio per il tempo necessario a ritrovare la giusta tranquillità. Infine, dobbiamo sapere che a norma di legge ci sono situazioni in cui il cane deve essere tenuto al guinzaglio, con particolare riferimento ai luoghi pubblici.
Inoltre, la scelta di insegnare la camminata senza guinzaglio dipende anche dalla tipologia di razza e dal periodo di sviluppo del nostro amico. Ci sono, infatti, soggetti più inclini a starci accanto e altri più votati all’allontanamento e all’indipendenza.
In merito all’età, poi, se ottenere un tale risultato nei primi mesi di vita è, in genere, facile, potremo trovare maggiori difficoltà nel periodo della pubertà, quando la necessità di staccarsi sarà quasi fisiologica. Raggiunta la cosiddetta maturità sociale, tutto diventerà meno difficoltoso.
Attenzione...La camminata senza guinzaglio non deve essere confusa con la cosiddetta “condotta” richiesta in alcune competizioni sportive come l’Obedience.
In questi casi, la posizione richiesta al cane, rispetto alla nostra gamba di riferimento, è molto rigorosa: la sua spalla deve trovarsi in linea con il nostro ginocchio e, se possibile, lo sguardo deve essere rivolto verso di noi. Stressante, se prolungato.
Al contrario, nel quotidiano camminare insieme è sufficiente che il cane si mantenga accanto a noi a una distanza variabile e senza che tutto il suo corpo si trovi oltre, o molto oltre, il nostro. Inoltre, il nostro amico può guardarsi attorno, oppure annusare a terra, senza perdere completamente l’attenzione nei nostri confronti.
Evitiamo, quindi, di esigere un comportamento eccessivamente “performante”, ben sapendo che una passeggiata o una scampagnata richiedono tempi molto più lunghi rispetto a quelli previsti dalle competizioni sportive.
Deve trattarsi, in altre parole, di un tranquillo e rilassato procedere a “sei zampe”, godendosi il panorama senza mai dimenticarsi l’uno dell’altro.