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Cani anziani: capire il loro comportamento per gestirli al meglio

Grazie ai progressi della medicina e alla sempre maggiore attenzione al benessere fisico e alla prevenzione delle malattie, i nostri cani raggiungono età molto avanzate, fino a poco tempo fa davvero inimmaginabili.

Le aspettative di vita del cane dipendono da alcuni fattori quali la taglia, la genetica, la presenza di patologie organiche o comportamentali, (alimentazione ecc.

La senescenza non è e non deve essere considerata una patologia, ma piuttosto un processo fisiologico.
Gradualmente, assistiamo a un declino delle funzioni organiche, una riduzione della memoria, della capacità di concentrazione e di apprendimento, della consapevolezza, una progressiva perdita delle capacità percettive sensoriali con la riduzione della vista e dell’udito.

Secondo studi scientifici i cani anziani, anche se appaiono meno reattivi, sono molto più stressati di quelli giovani e non sanno come segnalarcelo: spetta a noi capirli. Ecco cosa fare.

 

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1. Acqua e cibo, vista e udito, patologie e passeggiate

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I cani più anziani hanno necessità diverse di apporto di alcuni nutrienti, nonché di razione, rispetto a cani più giovani o cuccioli.

Chiedere sempre consiglio al veterinario di fiducia per garantire un corretto ed equilibrato apporto di acqua e cibo.

Il metabolismo rallentato dei cani anziani associato a un ridotto esercizio fisico aumenterà il loro peso corporeo che appesantirà articolazioni e schiena, cosa assolutamente da evitare.

I cani anziani possono subire alterazioni della vista e dell'udito, si muovono con più difficoltà e manifestano anche cambiamenti cognitivi. La casa va adattata al loro stile di vita.

Fanti gli accessori da usare: una pettorina con maniglia, ad esempio, sarà utile per sostenerli mentre camminano. Se il cane ha problemi di vista, la casa va mantenuta in ordine e i mobili non spostati per evitare che possa inciampare negli arredi.

Il cane anziano deve poter godere di una cuccia accogliente, calda in inverno e fresca in estate, un materassino in memory foam o adatto alle esigenze ortopediche, sistemato in un ambiente pulito e non umido e dove non si siano sbalzi improvvisi di temperatura.

Aumenta il rischio di patologie organiche quali insufficienze di organi o neoplasie, diabete, infezioni urinarie, ma anche problemi meno gravi e assai comuni collegati all'igiene orale con l'accumulo di tartaro, alterazioni dermatologiche per l'assottigliamento e la maggiore fragilità della pelle, caduta di pelo e tumori cutanei, riduzione del tenore muscolare, aumento di peso per calo metabolico e riduzione dell'attività fisica, problemi ossei e articolari con quadri di dolore a volte cronici. Le visite dal veterinario devono essere frequenti.

Il cane anziano si muove con maggiore difficoltà, è più lento. Va comunque stimolato a muoversi, in base alle sue capacità. Sì a passeggiate in orari freschi, non troppo lunghe, le gite fuori porta, nei posti che ama tanto, vanno sempre mantenute.

Magari non si farà più il trekking, ma sarà sempre possibile rilassarsi insieme in un bosco o su una spiaggia e, se ama nuotare, non esiste attività migliore, basterà asciugarlo sempre con attenzione.

Continuate a giocare insieme, la stimolazione mentale (piccoli problemi da risolvere) e quella olfattiva (cibo o oggetti da cercare) aiutano il cane ad avere motivazioni, obiettivi nuovi che stimolino le capacità cognitive.

Non aspettiamoci, però, le stesse performance di una volta e presentiamo loro dei giochi e dei problemi da risolvere in linea con le loro reali capacità, per non generare frustrazione ma, al contrario, incrementare la loro autostima.

 

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2. Coinvolgerli sempre perché aumento di stress e paure

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Il potenziale declino cognitivo li porta a modificare i loro pattern sociali, a scegliere di allontanarsi da situazioni rumorose e caotiche.

I proprietari li devono far sentire sempre parte integrante della famiglia pur rispettando la loro privacy.

Quando un cane invecchia ama stare con noi, sdraiarsi al nostro fianco e sentirci vicino.

Il nostro muoverci continuamente in casa e l'eventuale presenza di barriere architettoniche possono complicare i suoi spostamenti e farlo sentire isolato.

I nostri ritmi sono spesso eccessivi per loro. Quando andiamo al passo dei cani anziani, possiamo rallentare un po' anche noi, proteggerci dalla frenesia della vita, goderci le piccole cose, rallentando la mente, rimanendo nel “qui e ora".

I cani anziani ci insegnano a goderci ogni giorno, perché sappiamo bene che il tempo con loro sta per scadere e vogliamo godere di tutto ciò che resta.

Quando siamo con loro tutto il resto passa in secondo piano e la nostra relazione diventa centrale. È un meraviglioso insegnamento, ancora un altro, che dobbiamo ai cani.

Spesso nel cane anziano si assiste a un peggioramento delle reazioni di paura e stress nei confronti di stimoli sociali e ambientali, nonché alla comparsa di forme di ansia in contesti dove prima lo stesso era tranquillo.

Le paure peggiorano per diversi motivi: processo di sensibilizzazione, aumento nel tempo di una ripetuta esposizione allo stimolo senza potersi allontanare, aumento della sensibilità a stimoli sonori, impossibilità nel corso della vita di ridurre la sensazione di paura (per esempio, cani esposti a stimoli terrifici senza potersi nascondere).

Molti cani, inoltre, complice il declino delle capacità mentali e della percezione sensoriale, sentono con forza il bisogno della presenza del proprietario manifestando segnali di disagio quando esce di casa.

Un team di ricercatori dell'Università di Padova ha utilizzato lo “Strange situation test", ideato da Mary Ainsworth negli anni Settanta per valutare la qualità del legame di attaccamento dei bambini a chi si prende cura di loro, e ha analizzato le risposte dei cani nella condizione standard del test.

Quest'ultimo è considerato un “dramma in miniatura" in cui il bambino vive otto piccoli episodi progressivamente più stressanti ritrovandosi in una stanza nuova con la figura di attaccamento e un estraneo, poi unicamente con l'estraneo e poi del tutto solo.

Gli elementi chiave del test sono ciò che avviene quando entra l'estraneo, nonché gli atteggiamenti dei bambini alla riunione con la madre. In generale, si osserva che in situazioni potenzialmente stressanti il bambino con un attaccamento sicuro utilizza il genitore come una “ base sicura" e sembra acquisire sicurezza grazie alla sua vicinanza.

Al rientro della madre o di chi fornisce cure, il bambino con attaccamento sicuro si calma rapidamente e riesce a distrarsi e a tornare a giocare in tempi brevi proprio perché immediatamente rassicurato dalla presenza della madre.

 

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3. Studio su 50 cani...

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Questo stesso tipo di risposte è stato osservato in 50 cani - la metà dei quali anziana - con una variante.

Dall'analisi dei video sono emerse alcune differenze comportamentali tra i due gruppi: i cani anziani richiedevano molte attenzioni ai proprietari all'inizio del test, ma dopo agivano in modo più passivo nei confronti dell'estraneo e di quello che avveniva.

Pur dimostrando, come i cani adulti, un attaccamento al proprietario e apparendo più tranquilli in sua presenza, i cani anziani non facevano niente di particolare quando il proprietario si allontanava, a differenza dei cani adulti che dimostravano più palesemente il loro disagio.

Nonostante ciò, dalle analisi del cortisolo (considerato uno dei principali ormoni dello stress) a livello salivare mediante prelievi svolti all'inizio e alla fine del test, nonché in una situazione di routine familiare domestica, è emerso che i cani anziani avevano significativamente un livello di cortisolo più alto di quelli adulti dimostrando che, probabilmente, si trovavano in una condizione di stress maggiore rispetto ai cani dell'altro gruppo.

Quindi, nonostante i cani anziani, in condizioni di stress, assumano un comportamento più passivo, ciò non significa che stiano effettivamente vivendo meglio la situazione, ma solo che ci sia una soppressione di alcune reazioni comportamentali.

Al contrario, i cani anziani potrebbero vivere molto peggio rispetto a quelli adulti le situazioni di stress ma, avendo imparato a controllare meglio il loro comportamento, potrebbero solo essere meno palesi nel dimostrarlo.

Spetta ai proprietari, quindi, diventare il più empatici possibili e monitorare anche i segnali più sottili di stress (sbadigli, leccamenti delle labbra, orecchie indietro, respiro affannoso, ecc) per intervenire rapidamente e aiutare il cane a vivere meglio le situazioni potenzialmente stressanti, rassicurandolo e aiutandolo a rilassarsi.

C'è da dire che esiste una sorta di attenzione selettiva che porta gli anziani - sia persone che cani - a dare maggiore interesse e, quindi, a ricordare meglio, le cose positive piuttosto che le negative.

I cani anziani manifestano le medesime alterazioni cerebrali riscontrate nelle persone anziane con conseguenti effetti sulle capacità cognitive. Numerosi studi hanno dimostrato che i cani sono in grado di comprendere le emozioni umane e di correlarle al tono della nostra voce.

 

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4. Cani anziani: più sensibili a stimoli positivi, meno concentrati e scarso apprendimento ai comandi

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La ricercatrice Iris Smit, in uno studio pubblicato nel dicembre 2019, ha presentato a 46 cani anziani una serie di stimoli sonori, classificabili come neutrali (singhiozzo o tosse), negativi (pianto) o positivi (risate).

L’obiettivo era analizzare se anche nei cani di età avanzata esista il fenomeno “effetto positivo" descritto nelle persone anziane.

In una stanza dove il proprietario leggeva un giornale ascoltando la musica (per cui senza poter sentire i suoni), venivano presentati gli stimoli e misurata la reazione spontanea dei cani.

I risultati evidenziarono che i cani anziani rispondevano con maggiore lentezza rispetto ai giovani solo agli stimoli negativi.

Sono, quindi, come le persone anziane, pronti a elaborare e rispondere a stimoli positivi, mentre danno molte meno attenzioni a quello che hanno in passato associato a emozioni negative.

Nel cane anziano si assiste a un cambiamento della personalità e delle risposte emotive al pari delle persone. Secondo Lisa Wallis dell'università di Medicina Veterinaria di Vienna, la capacità di concentrazione e di attenzione dei cani cambia durante la loro vita come avviene nelle persone.

I test eseguiti su 145 Border Collie tra i 6 mesi e i 14 anni rilevarono che ciò che cambiava durante l'età era la capacità di mantenere l'attenzione. Quanto più i cani erano anziani, tanto meno sembravano interessati agli oggetti che venivano loro presentati.

Secondo i ricercatori del Senior family dog project della Eotvòs Lorànd University di Budapest, inoltre, i cani giovani sono più attivi ed eccitabili, mentre quelli di oltre dodici anni apprendono meno i comandi.

Dopo i dieci anni di età tende a ridursi l'aggressività verso gli altri cani e ad aumentare la paura verso stimoli non sociali. La ridotta responsività dei cani anziani all'addestramento cresce progressivamente con l'età e va di pari passo con la riduzione delle capacità sensoriali e con una ridotta interazione con i proprietari.

Secondo studi precedenti, quanto più i cani invecchiano tanto meno i proprietari interagiscono con loro. Forse è questa la causa della ridotta performance nel l'addestramento dei cani anziani, e ciò spiega quanto sia importante continuare a stimolarli per tutta la loro vita.

 

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5. L’Alzheimer dei cani

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Quanto alla “Sindrome da disfunzione cognitiva", patologia legata all'invecchiamento cerebrale dei cani anziani, simile all'Alzheimer nell'uomo, è una patologia difficile da diagnosticare in quanto i sintomi, peraltro spesso sottovalutati, possono essere rappresentativi anche di altre patologie sistemiche o del fisiologico declino sensoriale.

Tale patologia coinvolge fino al 60% dei cani di più di 11 anni d'età che cominciano a presentare un progressivo deterioramento delle interazioni sociali con un incremento delle richieste di attenzione o, al contrario, una maggior tendenza all'isolamento;
un disorientamento anche in ambienti noti e la comparsa di comportamenti strani quali lo scambiare l'armadio per la porta di casa, aspettare che si apra una porta dalla parte sbagliata, rimanere incastrati in angoli della casa, perdersi nel corridoio, camminare avanti e indietro senza motivo, ecc;
alterazioni nel cielo sonno/veglia con difficoltà ad addormentarsi e continui risvegli notturni;
perdita di apprendimenti acquisiti (spesso i cani cominciano a sporcare in casa), riduzione della capacità di memoria e apprendimento; comparsa di problematiche correlate all'ansia quali disagio in presenza di stimoli ambientali o sociali o difficoltà a rimanere soli in casa.

Stimolarli e' fondamentale! Con i cani anziani con deficit cognitivi il lavoro che il proprietario può mettere in atto è importantissimo. Come più volte ripetuto, l'elemento chiave è la stimolazione, sia fisica che mentale, in termini di passeggiate e giochi adatti all'età e allo stato fisico e cognitivo.

Fondamentale è anche aumentare la predicibilità delle interazioni sociali, per esempio, avvisando il cane prima di interagire con lui chiamandolo per nome o, in caso di sordità, con delicati colpetti, ma senza mai avvicinarsi e toccarlo all'improvviso e mantenere una routine fissa e regolare in modo da aiutarlo a mantenere i ritmi e a ricordare ciò che presumibilmente sta per avvenire.

Per quanto la disfunzione cognitiva non sia arrestabile ed è progressiva nel tempo esistono oggi molti spunti, che la ricerca arricchisce sempre più, su approcci alimentari, nutraceutici e farmacologici che possono rallentare l'andamento della malattia e migliorare incredibilmente la qualità della vita dei cani anziani.

La tempestività nell'intraprendere queste terapie è fondamentale, il benessere del cane anziano dipende fortemente da quanto il proprietario sarà attento ai cambiamenti, a volte inizialmente sottili, e pronto, ancora una volta ad esserci in quella relazione affettiva, arrivata alla fase più dolce e più matura.

 

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