La cura degli animali da compagnia è la parte più delicata della relazione che instauriamo con loro.
Da quando entrano nella nostra casa (e nel nostro cuore), prima di tutto abbiamo il dovere di provvedere alla loro salute.
Alimentazione, vaccinazioni, igiene e attività fisica sono gli aspetti più importanti dei quali occuparci. Naturalmente con il supporto di un medico veterinario in grado di consigliarci e a cui fare riferimento per la routine e per le eventuali emergenze.
Uno stile alimentare scorretto può causare seri danni ai nostri quattrozampe: obesità, rachitismo, calcoli o disfunzioni renali sono solo alcune delle malattie più frequenti correlate a una dieta inadeguata, senza dimenticare che un organismo privo di un corretto apporto nutrizionale presenta una minore resistenza alle malattie infettive, condizione rischiosa soprattutto nei cuccioli e negli animali anziani.
Ecco perché oggi, sul mercato, si trova una grande varietà di prodotti alimentari dedicati, studiati per prevenire o curare alcune malattie comuni (come, ad esempio, quelle urinarie dei gatti).
Inoltre sono disponibili anche alimenti pensati per rispondere alle esigenze nutrizionali nelle diverse età dei nostri animali o in grado di soddisfare le necessità di una specifica razza in base agli stili di vita.
Per esempio, un cane da pastore, di salvataggio o che pratica un’intesa attività fisica, ha un fabbisogno energetico maggiore rispetto a un cane che passa la giornata in salotto o nella cuccia sotto la scrivania del padrone. Anche in questo caso, l’esperienza del veterinario è preziosa. Sarà lui a guidarci nella scelta degli alimenti più indicati.
Diagnostica per immagini, radiologia endovascolare, medicina nucleare, laser terapia, chirurgia oncologia computerizzata, e ancora fisioterapia e riabilitazione post-operatoria: cani e gatti oggi possono contare su un’assistenza medica che nulla ha da invidiare a quella umana.
Negli ultimi decenni, infatti, la medicina veterinaria ha compiuto passi da gigante e oggi, grazie anche a strumentazioni e laboratori all’avanguardia, è possibile intervenire sulle malattie di cani e gatti come prima non era mai stato fatto.
Un progresso raggiunto anche grazie allo sviluppo di un nuovo modo di concepire il rapporto con gli animali da compagnia. Negli ultimi anni, è cambiato il rapporto con gli animali e oggi il veterinario, al centro di questo cambiamento, è diventato un fondamentale punto di riferimento per tutto ciò che riguarda la relazione tra uomo e animale da compagnia.
Visite dal veterinario, una scrupolosa igiene, una rigorosa somministrazione delle vaccinazioni: sono solo alcuni esempi delle cure necessarie al benessere e alla salute dei nostri animali. Vediamo allora come prenderci cura di loro nel modo migliore.
1. Scegliamo il veterinario
Il criterio di scelta del veterinario di riferimento deve tenere in considerazione la comodità di effettuare le visite programmate, ma anche il passaparola tra i proprietari di cani o gatti del quartiere, che è sempre molto utile.
Qualora l’ambulatorio non fosse proprio sotto casa, vi ricordiamo di individuare nei paraggi almeno una clinica veterinaria aperta 24 ore su 24 per le possibili urgenze.
Il veterinario deve ispirare fiducia ed essere capace di entrare subito in sintonia con noi per capire i nostri bisogni e soprattutto quelli del nostro animale.
È opportuno che il veterinario abbia una specializzazione nella cura degli animali d’affezione perché chi si occupa di animali da reddito non è detto che sappia riconoscere con altrettanta sicurezza i sintomi delle malattie del gatto o del cane.
Così come curare conigli, criceti, rettili, uccelli o pesci richiede competenze specifiche per nulla scontate. Infine è bene prestare attenzione alle caratteristiche dell’ambulatorio, che deve disporre di un’adeguata attrezzatura chirurgica e rispettare precise norme igieniche in tutti gli ambienti: sala d’attesa, sala delle visite e stanza per la degenza post operatoria.
La prima visita dal veterinario è indispensabile per verificare lo stato di salute del nostro nuovo amico, in genere un cucciolo, ed escludere la presenza di eventuali malattie. Questa attenzione è resa ancora più necessaria qualora in casa ci siano già altri animali o magari bambini con cui il contatto di solito si fa più stretto.
Durante la visita, il veterinario provvede a controllare occhi, orecchie, bocca e denti, nonché zampe e addome. Misura la temperatura corporea e successivamente predispone un libretto sanitario con i dati anagrafici, la razza e il programma vaccinale da seguire.
Bisogna considerare che, oltre alle direttive nazionali, ogni regione e soprattutto ogni comune hanno un proprio regolamento riguardo all’anagrafe di cani e gatti. Quindi è importante chiedere al veterinario quali sono le normative comunali e come assolverle per evitare di incorrere in spiacevoli multe.
Attenzione ai parassiti interni! I cuccioli di cane e gatto spesso sono affetti da parassiti interni, vermi e protozoi che colpiscono gli esemplari più giovani perché hanno una maggiore tendenza a mangiare o rosicchiare un po’ tutto ciò che trovano a terra.
I vermi si annidano in genere nell’intestino e mentre quelli cosiddetti “tondi” possono causare ostruzioni intestinali, i vermi “piatti” possono determinare infiammazioni della parete intestinale con conseguente diarrea, rigonfiamento della pancia e una generale perdita di lucentezza e consistenza del mantello.
I protozoi (come i coccidi o la giardia) sono invece microrganismi che si possono sviluppare nell’intestino provocando diarrea, perdita di peso o problemi digestivi. Solo tramite un’analisi microscopica delle feci, il veterinario può identificare il tipo di parassita e prescrivere il trattamento specifico.
L’antiparassitario, in genere una sorta di crema in tubetto da aggiungere alla pappa, di solito va somministrato mensilmente per primi sei mesi del cucciolo secondo le indicazioni mediche.
2. Come prevenire pulci e zecche e le vaccinazioni
La cura del mantello è fondamentale per prevenire la presenza di pulci e zecche.
Soprattutto con la bella stagione e le passeggiate nei parchi questi parassiti possono infilarsi nel pelo dei nostri amici.
Per questo nei mesi di febbraio, marzo e aprile è opportuno iniziare la prevenzione con collari o fialette antiparassitari.
Le pulci sono piccoli insetti di color giallognolo in grado di causare un grande prurito dal momento che per alimentarsi punzecchiano la pelle dell’animale e provocano fastidiose infezioni locali.
L’animale colpito si gratta e tende a mordicchiarsi o a leccarsi con insistenza nel tentativo di lenire l’irritazione. Se non eliminate, le pulci alla lunga possono provocare dermatiti allergiche importanti e in alcuni casi favorire lo sviluppo di altre malattie.
Nel caso il nostro amico ne fosse colpito, è opportuno applicargli antiparassitari specifici ma anche usare prodotti per la disinfestazione di cucce o ambienti. Altrettanto temibile è la puntura della zecca, una sorta di ragnetto scuro di qualche millimetro assai comune in campagna o in prossimità dei pascoli.
Quando colpisce, affonda la testa nella pelle del cane (in genere intorno al collo o dietro alle orecchie o anche sulle zampe) lasciando la restante parte del corpo all’esterno. Man mano che succhia il sangue, si gonfia divenendo a volte grossa come una lenticchia o un fagiolo.
Oltre a provocare reazioni infiammatorie, le zecche possono trasmettere malattie severe (come la piroplasmosi o la malattia di Lyme, contagiabili anche all’uomo) ed è quindi necessario rimuoverle al più presto.
Un’operazione tutt’altro che semplice perché mentre le si stacca è facile che la testa rimanga conficcata nella pelle del cane, causando infezioni e complicazioni. Almeno per la prima volta è meglio rivolgersi al veterinario per imparare come si fa.
I vaccini proteggono il cane o il gatto dalle malattie virali più gravi. Senza le vaccinazioni il nostro animale è esposto a seri rischi e soprattutto, in caso di contagio, può diventare un veicolo per la diffusione della malattia.
Per questo, il ministero della Salute raccomanda di vaccinare gli animali da compagnia, ma in alcuni casi (come per la rabbia pericolosa anche per l’uomo) rende la vaccinazione obbligatoria per evitare la diffusione.
3. Diversi tipi di cibo
Un’alimentazione adatta al nostro amico deve garantirgli una quantità bilanciata di proteine, grassi, carboidrati, vitamine, sali minerali e oligoelementi, ovvero di quelle sostanze come calcio, ferro o manganese che anche se presenti in piccole quantità sono indispensabili per un corretto sviluppo dell’organismo.
L’apporto generale delle sostanze nutritive deve essere calibrato in base all’età, alla razza, al sesso dell’animale e al fabbisogno energetico.
Non solo, va tenuto presente che ciascuna specie ha sue esigenze alimentari specifiche: i gatti ad esempio hanno bisogno di alimenti con una percentuale di proteine maggiore rispetto ai cani.
- Cibo fatto in casa
Niente avanzi o scarti di cucina. Chi decide di preparare a casa la pappa del proprio animale deve utilizzare materie prime selezionate, dosate nelle giuste proporzioni e cotte adeguatamente.
Si tratta di un compito piuttosto difficile e impegnativo che oltre a richiedere tempo (è molto utile la preparazione di porzioni monodose da congelare e cucinare al momento), necessita della supervisione di un nutrizionista che accerti il corretto bilanciamento degli ingredienti e prescriva, se necessario, l’aggiunta di vitamine o minerali per evitare carenze nutrizionali.
Quindi, se la scelta della pappa fatta in casa può garantire un controllo diretto delle materie prime, non è detto che sia conveniente da un punto di vista economico e pratico.
- Cibo confezionato
In commercio esiste una vasta gamma di prodotti studiati per rispondere a ogni esigenza del nostro animale. I prodotti di fascia alta, quelli delle grandi marche di pet-food, presentano le caratteristiche nutrizionali più indicate perché sono stati messi a punto dopo accurate ricerche scientifiche e sperimentazioni.
Realizzati con materie prime selezionate, non si trovano nella grande distribuzione ma sono reperibili solo nei negozi specializzati per animali o sulle piattaforme di e-commerce.
Sono piuttosto costosi, il che spesso ne riduce l’impiego. Decisamente più economici sono gli alimenti in vendita nei supermercati.
Ve ne sono di tante marche e la scelta dovrebbe tenere conto delle indicazioni nutrizionali riportate sull’etichetta e sull’origine delle materie prime.
- Cibo umido
Il cibo umido contiene in media l’80 per cento di acqua ed è preparato in razioni di 300-400 grammi giornalieri in scatolette o lattine e per i gatti anche in buste monodose.
La scelta di questo tipo di alimento è del tutto personale. Può essere indicata in particolare nel caso di un animale che presenta specifici problemi di masticazione.
- Cibo secco
Disponibile sotto forma di crocchette, il cibo secco ha in media meno del 14 per cento di acqua e contiene sostanze nutritive più concentrate. Di conseguenza va somministrato in un dosaggio minore rispetto al cibo umido.
Si tratta di un alimento adatto agli animali che amano sgranocchiare e che aiuta a prevenire lo sviluppo di tartaro ai denti, frequente soprattutto nei cani. Il secco, inoltre, facilita anche il transito intestinale.
Le crocchette vanno scelte in base alle dimensioni dell’animale: ve ne sono di grandi per cani di grossa taglia e in formato mini per cuccioli o piccoli Chihuahua.
Unica avvertenza: lasciare sempre a disposizione dell’animale una ciotola di acqua fresca per compensare il loro scarso contenuto di liquidi.
4. Più attenzione alla salute
Che oggi vi sia una maggiore sensibilità verso il benessere degli animali è evidente anche dai risultati delle ultime indagini sul rapporto che gli italiani hanno con cani e gatti (Assalco Zoomark Doxa 2019).
Nello scegliere di adottarne uno, vi è maggior senso di responsabilità e dedizione: valutiamo bene stile di vita, spazi e costi di mantenimento, ma soprattutto stiamo più attenti alla loro salute.
Oltre alla volontà di fornire a cani e gatti un tetto e un po’ di calore, oggi vi è anche una sensibilità crescente verso la qualità della loro vita. In caso di malattia, molti proprietari sono disposti a fare tutto il possibile per farli guarire o per non farli soffrire. In questo caso non esitano a ricorrere a cure palliative o terapie del dolore.
Centri specializzati come la Clinica San Marco sono ancora un’eccezione e vi convergono pazienti da tutta Italia. «Le patologie oncologiche sono tra le più trattate qui a Padova e possono essere curate grazie a un laboratorio per analisi tra i più grandi di Italia e a un centro di diagnosi per immagini che vanta una TAC con standard di qualità e rapidità elevati», dice Tommaso Furlanello, medico veterinario della Clinica San Marco di Veggiano.
«La Risonanza Magnetica 3Tesla (10 volte più potente di quelle diffuse in ambito umano e una delle poche presenti in Europa) consente invece di visualizzare dettagli minimi altrimenti non visibili per le dimensioni di un cane o di un gatto».
Infatti, rispetto alla chirurgia umana, quella veterinaria deve far fronte a rilevanti problemi di dimensione e alla grande variabilità dei pazienti: «Si pensi, ad esempio, al confronto tra un Alano e un Chihuahua, diversi non solo per dimensioni ma anche per i parametri del sangue».
In ambito veterinario, dopo la chirurgia anche la fisioterapia trova una crescente applicazione e i centri specializzati stanno sorgendo un po’ in tutta Italia. Come quella umana, mira al recupero delle funzionalità motorie a seguito di traumi post operatori o viene indicata per il trattamento di disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico.
Si tratta di un tipo di intervento molto efficace, che consente di ottenere risultati importanti. In particolare, la fisioterapia svolta in piscina permette al cane di muoversi senza scaricare il peso direttamente sulle articolazioni.
Per questo è molto opportuna per i soggetti in sovrappeso che devono dimagrire, ma anche per quelli anziani e che faticano a camminare ma necessitano di tonificare la muscolatura.
Purtroppo, accedere a cure veterinarie così avanzate è un privilegio che ancora pochi possono permettersi. Per quanto si faccia il possibile per venire incontro ai proprietari, i costi della strumentazione e della formazione professionale incidono moltissimo.
A questo si deve aggiungere anche il peso delle spese per i farmaci, come per esempio quelli antitumorali, che sono costosi e difficili da reperire. Per molte patologie, inoltre, non esistono medicinali specifici per animali e quindi si deve ricorrere a quelli per uso umano, che presentano problemi di dosaggio e anche di reperibilità.
Per il veterinario che si occupa di animali da compagnia l’attuale legislazione ostacola l’acquisto e la prescrizione di farmaci riservati agli umani. Questo vincolo crea dunque difficoltà, senza contare che il costo del farmaco può arrivare a dieci volte il prezzo di partenza.
Sottoscrivere un’assicurazione che copra le spese per l’animale di famiglia è una soluzione, ma per alcune razze predisposte a particolari patologie, come i bulldog o i carlini che per via del muso schiacciato spesso soffrono di gravi disturbi respiratori, la copertura assicurativa può essere ridotta.
Servirebbe piuttosto una maggiore presa di coscienza da parte delle associazioni cinofile e degli allevatori contro le selezioni troppo estreme, causa di gravi malformazioni fisiche. Di fronte a queste, anche il bisturi del migliore chirurgo ha poco valore.
5. Otiti e microchip
- Se si gratta l’orecchio, attenzione alle otiti
Un animale che si gratta l’orecchio con insistenza potrebbe avere in corso un’otite, ovvero un’infiammazione del condotto auricolare. Le cause sono molteplici, spesso riconducibili a un’infezione batterica o virale.
In questo caso il veterinario accerta l’origine e prescrive la terapia più appropriata. In altre situazioni, come spesso accade nei gattini, l’infezione all’orecchio è causata da acari, un tipo di parassiti esterni che si sviluppano nel canale auricolare e la cui presenza può essere riconosciuta dalla formazione di cerume scuro.
Il gattino che ne è affetto si gratta l’orecchio con le zampe e tende a strofinare il capo su muri e pavimenti. Si gratta l’orecchio e scuote la testa anche l’animale che ha un corpo estraneo all’interno del condotto.
È una situazione che può verificarsi soprattutto con la bella stagione nei cani con orecchie pendenti e pelo folto, in cui rimangono impigliati i cosiddetti “forasacchi”, spighe di grano che con il movimento tendono a scendere sempre più in profondità nell’orecchio.
- Obbligo di microchip per i cani
In Italia tutti i cani devono essere muniti di microchip sottocutaneo, un sistema di riconoscimento dell’animale in caso di smarrimento.
Ha rimpiazzato il tatuaggio che fino a qualche anno fa era impresso sulla coscia interna del cane e che oltre a richiedere l’anestesia spesso nel tempo si scoloriva divenendo alla fine illeggibile.
Il microchip, una capsula di vetro grande non più della punta di una matita, viene applicato sotto pelle all’altezza del collo in modo rapido e sicuro tanto che il cane sente solo un lieve pizzicore.
Dentro è registrato il codice a 15 cifre che identifica il cane. La lettura del codice può essere fatta presso i servizi veterinari della ASL comunale o presso gli ambulatori veterinari privati muniti di apposito lettore.
Attraverso la Banca dati dell’anagrafe nazionale è così possibile risalire al proprietario in caso di smarrimento. Il microchip è utile anche per verificare lo stato delle vaccinazioni e procedere ai richiami qualora venga smarrito il libretto cartaceo.
Oggi la banca dati dell’anagrafe degli animali d’affezione del Ministero del- la Salute, aggiornata mensilmente da ciascuna regione, riporta 11.749.374 cani provvisti di microchip presenti sul territorio nazionale. Info: http://www.salute.gov.it/anagcaninapublic_new/home.jsp