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Cani giovani e anziani: tutti i segreti per una perfetta alimentazione

Il cibo riveste un ruolo vitale per la nostra salute e per quella dei nostri animali. Affinché sia un cane sano e felice è necessario fornirgli cibo adeguato fin da cucciolo.

La scienza della nutrizione canina ha fatto enormi progressi negli anni recenti. Oggi sono disponibili alimenti commerciali che forniscono una dieta perfettamente bilanciata per i cani di tutte le età.

Le esigenze nutrizionali di un cane (cucciolo o adulto che sia) dipendono dalla sua taglia. Inizialmente, un cucciolo acquisisce peso molto rapidamente, ma tra i quattro e i sei mesi d’età la crescita ponderale rallenta (a quattro mesi nei cani di piccola taglia e a sei mesi nei cani di grossa taglia).

Come per molte cose, tanto la carenza quanto l’eccesso possono essere dannosi. Un cucciolo sovrappeso rischia di divenire un cane obeso e, soprattutto se di grossa taglia, di essere predisposto a malattie ossee e articolari. Per questo è importante pesarlo regolarmente, verificando che la crescita sia adeguata.

• Le esigenze nutrizionali di un cane dipendono dal suo stato fisiologico (cane in crescita o adulto, cagna gravida o in lattazione) e sessuale (sterilizzato o intero). Gli alimenti pronti per il consumo, che siano scatolette o crocchette, sono formulati per soddisfare le esigenze specifiche dei diversi stadi della vita.

• Il cane ha bisogno di una dieta costituita da proteine, carboidrati (zuccheri), lipidi (grassi), vitamine e minerali. Le proteine sono i mattoni dei tessuti, mentre carboidrati e lipidi forniscono energia. Il cucciolo, rispetto al cane adulto, ha bisogno di un maggior apporto proteico per la crescita dei tessuti e di lipidi per l’energia.

• Col passaggio dalla condizione di cucciolo a quella di adulto, le esigenze nutrizionali si modificano e la razione “da cucciolo” lascia il posto a quella “di mantenimento”. I cani sedentari o sterilizzati tendono a ingrassare con le diete di mantenimento e possono aver bisogno di una specifica dieta “light”. Sarà il veterinario a consigliare l’alimentazione più adatta per il proprio cane.

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È possibile scegliere di alimentare il proprio cane con alimenti fatti in casa oppure con cibo commerciale. Le aziende che producono cibo per cani basano oggi la composizione dei loro prodotti su standard scientifici comprovati.

Alcune persone non sono completamente convinte dei vantaggi offerti dall’alimento commerciale e preferiscono preparare in casa il cibo per il proprio cane. La dieta deve contenere proteine, carboidrati, grassi e vitamine indispensabili in quantità corretta.

Il veterinario potrà fornire i giusti consigli. Si deve fare attenzione, perché in alcuni casi gli errori involontari nella preparazione della razione casalinga possono causare problemi seri.

E’ necessario variare la dieta del cane? La risposta è: “no! I cani non hanno bisogno di variare e possono mangiare con entusiasmo lo stesso cibo per tutta la loro vita. Inoltre, improvvisi cambiamenti di alimentazione possono causare disturbi digestivi.

La quantità corretta di alimento da somministrare è indicata sulla confezione. In ogni caso, è importante controllare regolarmente il peso del proprio cucciolo e regolare la quantità di cibo in linea con la crescita ideale. Il veterinario conosce i fabbisogni nutrizionali del cane e può consigliare il cibo ideale per il proprio amico a quattro zampe.

Ecco tutti i segreti per una perfetta alimentazione di tutti i nostri cani, giovani e anziani.

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1. Alimentazione: le basi della sua nutrizione

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Il nostro amico con la coda è spesso un golosone che mangerebbe di tutto.

E noi, che siamo cinofili seri e appassionati, facciamo il possibile per nutrirlo correttamente, evitando cibi inadatti e di scarsa qualità. Ma è sufficiente? Forse no.

Oltre a questo, è utile anche conoscere cosa non deve mai mancare nella ciotola del nostro cane per un’alimentazione corretta ed equilibrata. Andiamo perciò a scoprire i principi nutritivi di base per il cane.

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- Le proteine: i “mattoni”. Il loro valore biologico dipende dal contenuto di aminoacidi.
Chiamate anche protidi, le proteine possono essere definite gli elementi base della sostanza vivente, in quanto partecipano ai processi di crescita, rinnovamento e rigenerazione dei tessuti organici.
Le ritroviamo, infatti, in qualunque organismo, sia esso animale o vegetale. Indispensabili per la vita, sono chimicamente costituite da azoto, carbonio, idrogeno, ossigeno e zolfo.
Gli elementi base delle proteine sono gli aminoacidi, che possono essere pertanto paragonati ai mattoni di una costruzione. Ma ora entriamo un po’ nel dettaglio.
Il cosiddetto “valore biologico” delle proteine dipende proprio dal loro contenuto in aminoacidi: questi ultimi sono in tutto una ventina, ma di essi quelli indispensabili alla vita sono circa la metà e questi devono essere obbligatoriamente presenti nell’alimento, dato che l’organismo del nostro cane non è in grado di “fabbricarli” per conto proprio.
All’interno dell’organismo, le proteine sono soggette a continui processi metabolici di rinnovamento, partecipando in definitiva alla costruzione della sostanza vivente.
Ma qual è l’aspetto più importante della nutrizione? Il momento dell’assimilazione, cioè quando l’organismo sintetizza le proteine a partire dagli aminoacidi che si liberano da quelle stesse proteine che sono state introdotte con il cibo.
Da questo processo dipendono crescita, rinnovamento della sostanza vivente e mantenimento della vita stessa. Dunque, è della massima importanza. I protidi sono presenti soprattutto nella carne e in altri alimenti di origine animale, come le uova, il latte o i formaggi, ma anche in alcuni vegetali, primo tra tutti la soia.
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- I grassi: l'energia
Chiamati anche lipidi, costituiscono per l’organismo del cane la principale fonte di energia di rapido impiego: anche per questo il nostro cane può tollerarne dosi molto elevate nella dieta, senza incorrere in problemi o malattie.
Oltre a fornire tale preziosa sorgente energetica, i grassi si aggregano nell’organismo a formare riserve utili per far fronte ai fabbisogni tipici di particolari situazioni, apportano elementi indispensabili alla vita, come le vitamine liposolubili, e contribuiscono a rendere la pappa più gradita.
Tra quelli più importanti ricordiamo gli acidi grassi poli-insaturi delle serie omega-3 e omega-6 che, non potendo essere sintetizzati dall’organismo, devono rientrare nella dieta: i primi, contenuti prevalentemente negli oli di pesce, hanno attività anti-infiammatoria, migliorano le prestazioni sportive, rallentano l’invecchiamento e favoriscono l’apprendimento nei giovani mentre gli acidi grassi omega-6, contenuti prevalentemente negli oli vegetali, migliorano l’attività riproduttiva e contribuiscono al benessere di cute e mantello.
Dopo l’ingestione, i grassi contenuti nel cibo vengono sciolti nel tratto digestivo dalla bile e dagli enzimi pancreatici; da lì si trasferiscono poi nei cosiddetti “torrenti” circolatorio e linfatico, per arrivare infine al fegato dove vengono metabolizzati.
I lipidi sono soprattutto presenti negli alimenti animali e negli oli: è importante che la razione del nostro amico a quattro zampe li contenga entrambi. I grassi cotti contenuti nei nostri cibi, però, sono inadatti.
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- Gli zuccheri: la riserva
Gli zuccheri o glucidi, chimicamente formati da carbonio, idrogeno e ossigeno, sono necessari come fonte energetica per essere trasformati in glicogeno, uno zucchero di riserva, conservato principalmente nel fegato e nella muscolatura o anche per andare a formare e accantonare, in caso la dieta ne fornisca molti, le riserve adipose.
Quando il cane mangia, i carboidrati contenuti nella pappa vengono scissi in monosaccaridi dall’intestino e da qui, mediante la circolazione sanguigna, passano al fegato, dal quale vengono nuovamente riversati nel sangue.
I più noti elementi di questo gruppo sono il glucosio, lo zucchero presente nel sangue e nei tessuti animali, il lattosio, contenuto nel latte, e il fruttosio, nella frutta.
Il più importante gruppo di carboidrati alimentari, invece, è costituito dagli amidi che, meglio di altri glucidi, promuovono lo sviluppo: detti anche fecole, sono contenuti soprattutto nei cereali e nella patata.
Il cane può efficacemente digerire e metabolizzare i carboidrati, purché correttamente cotti o trattati, presenta invece difficoltà nella digestione e assimilazione di quelli crudi o cotti solo parzialmente.
Quindi, se prepariamo noi la pap-pa, cuociamo a lungo pasta e riso. Nella foto sotto, zucchero e cioccolato. Lo zucchero dolcificante non è adatto ai cani mentre il cioccolato è tossico, quindi alla larga!

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2. Cani anziani: le cose da sapere per nutrirli

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Nella specie canina l’inizio della terza età ha luogo in momenti differenti della vita a seconda della razza, e quindi della taglia, d’appartenenza, tenendo poi conto delle variabili che caratterizzano ogni singolo individuo.

In linea di massima si può affermare che la vecchiaia di un soggetto di taglia gigante inizi dopo il compimento dei sette anni di vita, quella di un cane di stazza grande prenda avvio dopo gli otto-nove anni, a partire dal raggiungimento dei nove-dieci anni di età per un cane medio, successivamente ai dieci-undici anni in un soggetto di dimensioni ridotte.

La vecchiaia per i nostri amici con la coda è un momento fisiologico delicato: è doveroso, quindi, che noi proprietari le attribuiamo la giusta importanza venendo incontro alle loro esigenze.

 

- Cambiamenti in vista
Sono diversi i cambiamenti fisici che interessano l’organismo di un cane anziano. In particolare, la vista e l’udito calano sebbene, per fortuna, l’olfatto continui a essere ben funzionante e il naso vada così a sostituire per certi versi occhi e orecchie.
I denti si ricoprono di tartaro e possono mobilizzarsi fino a cadere, l’intestino tende a impigrirsi, fegato e reni svolgono il loro lavoro con efficacia minore di un tempo, il cuore può perdere qualche colpo, la produzione ormonale subisce alterazioni, le articolazioni si indeboliscono e possono così subentrare difficoltà locomotorie.
Tra i cambiamenti di comportamento che si registrano più facilmente con l’avanzare dell’età vi sono l’apparente perdita dell’entusiasmo vitale, la minore attività generale e l’alterazione del ciclo sonno-veglia: i cani possono tendere, pertanto, a dormire molto di più, anche se con periodi di sonno più brevi e meno profondi rispetto al normale.
I cambiamenti di umore possono essere all’ordine del giorno e talvolta sono in grado di rendere i nostri amici particolarmente irritabili o, al contrario, eccessivamente tranquilli.
La diminuzione delle funzioni sensoriali può ripercuotersi sulla loro vita di relazione: questo è il motivo per cui possono apparire più diffidenti e reattivi del solito, anche nei confronti dei componenti della famiglia.
Come nel caso degli esseri umani, poi, possono comparire manie, fissazioni, fobie e tic che li portano ad accentuare determinati aspetti del loro carattere.
Di tutto questo bisogna assolutamente tenere conto sia nella vita di tutti i giorni sia sotto l’aspetto nutrizionale: l’aggiunta di specifici integratori, infatti, può migliorare alcune delle situazioni che abbiamo appena descritto e regalare più vitalità ai nostri amici anziani.
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- Acidi grassi & Co
Numerosi cani anziani soffrono di problemi a carico delle articolazioni: la prevenzione di queste forme o il rallentamento della loro progressione possono essere affrontati con una buona alimentazione.
Per questo motivo i condroprotettori e gli acidi grassi essenziali della serie Omega 3 e Omega 6 non dovrebbero mai mancare nella ciotola di un soggetto che ha varcato la soglia della terza età.
L’invecchiamento cerebrale, legato ai processi organici di senescenza, non risparmia neppure i nostri cani: fenomeni quali la perdita di neuroni, l’atrofia cellulare e i depositi di sostanza amiloide (materiale proteico che si accumula in organi e tessuti), tutti riconducibili all’attività dei radicali liberi generati dai processi ossidativi, devono essere combattuti con l’integrazione nella dieta di particolari elementi nutritivi, come la fosfatidilserina, la piridossina, il tocoferolo, gli estratti di ginkgo biloba e di ginseng, il lievito di birra, il coenzima Q, l’acido alfa-lipoico e la L-carnitina.
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- Le proteine e i grassi?
I processi catabolici e in particolare, ma non solo, la perdita di massa muscolare che caratterizzano la vecchiaia devono essere adeguatamente supportati dalla costante disponibilità di proteine di qualità adeguata.
Non dobbiamo, però, mai esagerare con questi principi nutritivi, poiché una quantità eccessiva di protidi potrebbe affaticare i reni e il fegato nella loro funzione depuratrice dell’organismo. Il fabbisogno energetico dell’organismo canino anziano, inoltre, è ridotto rispetto a quello richiesto in altre fasi dell’esistenza.
Ciò non significa, tuttavia, che nella ciotola di un “senior” i grassi debbano essere drasticamente diminuiti: una certa quota lipidica, con grassi di origine sia animale sia vegetale, non deve mancare, in modo tale da assicurare la copertura dei fabbisogni individuali.
Molto importante è la costante disponibilità di fibre: da un lato aiutano il mantenimento della funzione peristaltica intestinale, che può facilmente essere rallentata nei soggetti non più giovani, apportando vari elementi, tra cui i frutto-oligo-saccaridi, capaci di selezionare positivamente la flora microbica enterica, mentre dall’altro garantiscono il senso di sazietà.
In commercio troviamo alimenti specifici per cani anziani: chiediamo al veterinario di indicarci i più adatti.
L’industria dei mangimi per animali ha compiuto nell’ultimo quarto di secolo progressi notevoli e l’idea di nutrire il proprio amico con la coda con una razione casalinga, basata sulla miscelazione di ingredienti freschi, oggi non è quasi più presa in considerazione da chi ha scelto un cane come compagno di vita.
Nei negozi che vendono articoli per animali c’è l’imbarazzo della scelta: l’offerta è davvero varia e variegata e le più importanti aziende leader nel settore del petfood hanno messo a punto alimenti umidi e secchi adatti alle necessità dei cani che hanno raggiunto e superato il traguardo della terza età.
Pertanto il compito per i pro- prietari risulta per certi versi più semplice, anche se l’importante, come sempre, è compiere una scelta accurata: non bisogna, dunque, affidarsi solo al fai-da-te o ai consigli di amici e conoscenti, ma compiere una valutazione insieme al veterinario di fiducia, ascoltando il suo parere professionale e facendo tesoro della sua esperienza.

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3. Cani grandi: cosa mettiamo nel loro “ciotolone”?

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Anche la composizione della popolazione canina italiana risente delle mode: negli ultimi tempi, per esempio, si è assistito a un incremento numerico delle razze di taglia nana, piccola e media.

Tuttavia, il numero di soggetti di grandi dimensioni presenti in Italia, soprattutto di quelli che vivono presso famiglie dotate di giardino o che abitano in aree extra urbane, risulta ancora piuttosto rilevante. Per convenzione, i cani di taglia grande hanno un peso compreso tra i 25 e i 40 chili.

Si tratta, per lo più, di alcune tipologie da pastore, tra cui prevale l’intramontabile Pastore Tedesco, dei Retriever, specialmente Labrador e Golden, il cui fascino è sempre attuale, di alcuni Molossi, in particolare il Bulldog Inglese, del Dobermann e di certi cani da caccia che oggi sono sempre più anche cani da famiglia, come Setter e Bracchi.

I cani di taglia grande hanno fabbisogni energetici minori rispetto ai loro simili di più ridotte dimensioni ma è fondamentale che il loro regime dietetico rispetti comunque le loro specifiche esigenze. Per questo motivo, è importante scegliere con cura e attenzione il cibo che gli diamo. Vediamo insieme cosa va bene per loro.

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- Proteine, grassi & Co.
Proteine, grassi, carboidrati, fibre, vitamine e sali minerali: ecco gli elementi base che non devono mai mancare nella ciotola di un cane adulto di taglia grande.
Ognuno di questi “mattoncini” ha il suo compito specifico: le proteine sono indispensabili per soddisfare i processi di rinnovamento della sostanza vivente; i grassi sono necessari per fornire all’organismo canino il “carburante” senza il quale non potrebbe funzionare; i carboidrati sono utili nell’espletamento di alcune funzioni fisiologiche; le fibre svolgono un ruolo benefico sulle funzioni gastrointestinali; le vitamine e i sali minerali concorrono al benessere generale.
Tutti questi elementi devono essere presenti nelle giuste proporzioni, per fornire al nostro amico adeguate percentuali energetiche quotidiane, evitando squilibri.
A questo proposito, è opportuno sottolineare come i risultati di uno studio recentemente compiuto su un gruppo di cani nutriti con un alimento ricco in proteine, energia, calcio e fosforo abbiano messo in luce una maggiore tendenza, con il trascorrere degli anni, allo sviluppo di problematiche osteo-articolari.
L’eccesso energetico, in particolare, favorisce un aumento dei depositi di grasso, che a loro volta causano sul lungo termine la tendenza al sovrappeso.
Come stabilire la giusta quantità di cibo allora? Dipende da vari elementi, per esempio fattori individuali, caratteristiche ambientali (temperatura, umidità e così via), attività fisica, età e condizioni generali di salute.
Ed è interessante notare come i nutrizionisti sottolineino che tra cani della medesima linea genetica, con uguale attività fisica e nelle medesime condizioni ambientali, la quota di alimento stabilita per il mantenimento del peso forma possa aumentare o diminuire addirittura del 50 per cento. Dunque, ciascun cane è storia a sé anche in tal senso.
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- Se prepariamo noi. Possiamo farlo ma non è facile calcolare le esatte quantità.
L’idea di nutrire il proprio amico a quattro zampe di taglia grande con cibo casalingo, utilizzando cioè ingredienti freschi, è sicuramente buona e certamente apprezzata dal cane, ma spesso non facile da realizzare nella pratica: occorre, infatti, un certo lavoro, così come un po’ di attenzione in più, nella preparazione della pappa.
Per quanto riguarda la carne e il pesce, che devono essere sempre scottati e privi di ossi e lische, la giusta razione quotidiana si aggira intorno ai 12-14 grammi per ogni chilo di peso del cane. In alternativa si possono utilizzare l’uovo sodo o i formaggi magri, per esempio la ricotta o la crescenza.
A questi elementi, che apportano proteine e grassi di origine animale, vanno mescolati i carboidrati (ideali sono la patata lessata, il riso stracotto o la polenta, nella dose di circa 10-12 grammi per ogni chilo di peso del cane) e i vegetali (quelli di più comune impiego sono le carote, le zucchine e i fagiolini, il cui quantitativo giornaliero deve essere approssimativamente di 9-10 grammi per ogni chilo di peso del cane).
Dunque, si capisce abbastanza facilmente perché, soprattutto in tempi recenti, la maggior parte dei proprietari di cani, di qualsiasi taglia, si sia orientata verso i mangimi industriali preconfezionati. Ma nulla impedisce di tornare al tradizionale, rispettando però le indicazioni del veterinario sulla pappa.
I mangimi industriali sono sempre più specializzati e sempre più apprezzati dal pubblico. L’alimentazione industriale costituisce per certi versi un’ottima scelta, sicura e controllata sotto l’aspetto igienico-sanitario, pratica sotto il profilo organizzativo, spesso ben gradita dal cane.
Le aziende mangimistiche hanno compiuto notevoli progressi, anche grazie alle ricerche svolte dai nutrizionisti. Oggi i veterinari sono concordi nel ritenere questa opzione più che affidabile.
Le diverse aziende propongono linee di prodotti particolarmente ricche, all’interno delle quali si possono trovare mangimi per ogni esigenza, non solamente in funzione della taglia d’appartenenza (alcuni mangimi, addirittura, sono stati formulati esclusivamente per particolari razze), ma anche dell’età o del momento fisiologico specifico.
La scelta del mangime più adatto al nostro amico risulta così più ampia e più semplice, anche se è sempre bene seguire i consigli del veterinario. La principale differenza tra i mangimi secchi e quelli umidi risiede nel contenuto idrico, ovviamente minore nel caso delle crocchette. Con queste, il cane berrà di più.
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- Buone regole “a tavola”: razioni leggere, più volte al giorno, in genere sono da preferire.
Lungo l’arco delle ventiquattro ore, un cane adulto di taglia grande deve ricevere due o tre pasti, che devono essere consumati interamente nel giro di una decina di minuti, massimo quindici. Non è necessario che queste razioni siano tutte uguali sotto il profilo quantitativo, però è opportuno che vengano offerte agli stessi orari. In linea di massima si può seguire la regola di dare al mattino un pasto più abbondante, seguito nel primo pomeriggio e alla sera da due razioni più leggere.
Questo favorisce da un lato i processi digestivi, dall’altro previene l’iper-produzione di succhi gastrici, talvolta responsabile di acidità, e contribuisce a fornire quote energetiche costanti nel corso della giornata. Inoltre, dare al nostro amico poco cibo alla volta aiuta a evitare l’insorgere di quei fattori predisponenti che sono alla base della sindrome dilatazione-torsione gastrica, un problema che riguarda in modo particolare i cani di grande mole e che può essere molto pericoloso perché, se non si interviene in tempi molto rapidi, l’esito è spesso mortale.
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4. Giovani: cosa possono mangiare?

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Siamo sempre alla ricerca del cibo migliore per il nostro amico. In realtà, non esiste l’alimento migliore in assoluto ma è possibile selezionare quello che maggiormente soddisfa le esigenze nutrizionali del nostro cane e anche nostre!

La scelta dell’alimento più adatto deve passare attraverso un’attenta valutazione del cane che consideri innanzitutto la sua condizione nutrizionale (magro o sovrappeso), l’età, lo stato riproduttivo, l’attività, la razza, il temperamento, eventuali problemi digestivi e poi anche i suoi gusti.

Per stabilire la quantità di cibo che dobbiamo dargli ogni giorno, possiamo certo seguire le indicazioni riportate sulle confezioni ma dobbiamo anche ricordare che queste dosi fanno riferimento al peso ideale del cane e non a quello reale, soprattutto se si tratta di soggetti magri o sovrappeso.

Inoltre, se il prodotto è per soggetti adulti e il nostro cane è sterilizzato, dobbiamo diminuire la razione giornaliera di circa un 20 per cento rispetto a quanto indicato.

Non dimentichiamo che i croccantini hanno un contenuto calorico più elevato (circa tre volte tanto) del cibo umido o fatto in casa. Possiamo chiedere consiglio al veterinario per adeguare le dosi alle reali esigenze del cane.

E gli avanzi? Gli avanzi della nostra tavola sono quasi sempre sconsigliati. Tutto quello che diamo di extra può squilibrare l’alimentazione del nostro amico in quanto le crocchette sono già bilanciate con tutti i nutrienti di cui i cani hanno bisogno: carboidrati, proteine, grassi, fibre, minerali e vitamine.

Esagerare con i premi, che in misura limitata possono essere dati, può non solo provocare obesità o inappetenza dei cani verso il loro cibo, ma anche far sì che il cane sviluppi un comportamento assillante e sia pronto a elemosinare sotto la tavola ogni volta che può.

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- Sì ai latticini
Molto amati dai cani, i latticini possono essere presenti in una dieta casalinga correttamente bilanciata. Stesso discorso per quanto riguarda yogurt e formaggi.
Questi ultimi, in particolare, possono essere usati quando ci sono condizioni patologiche che richiedono l'assunzione di diverse fonti proteiche per esempio se il cane soffre di patologie al fegato.
Tendenzialmente si prediligono quelli freschi a pasta molle, come ricotta, fiocchi di latte, mozzarella e crescenza. Bisogna fare particolare attenzione, però, al lattosio, che come accade nell’uomo può generare intolleranza.
Nelle prime settimane i cuccioli si nutrono con il latte della mamma, ma dopo i due mesi di età gli enzimi deputati alla digestione del lattosio si riducono drasticamente: questo potrebbe causare diarrea.
Tuttavia, con differenze che variano da cane a cane, è stato valutato che fino a 20 ml ogni chilogrammo di peso corporeo il latte non dovrebbe generare alcun problema gastroenterico.
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- Ossa e crudité: assolutamente da bandire
Le ossa, soprattutto se cotte, possono essere molto pericolose. Un cane abituato a mangiare croccantini, infatti, nel momento in cui si trova di fronte a una bistecca con l’osso è probabile che la ingurgiti velocemente senza frantumarla e masticarla bene.
Se l’osso viene ingerito intero, può causare perforazioni oppure bloccarsi nell’intestino, nello stomaco o peggio ancora a livello esofageo.
E nel caso in cui il cane non riesca a eliminarlo naturalmente, l’unica soluzione è intervenire chirurgicamente. Lo stesso discorso vale per le “ossicine” del pollo, in questo senso ancora più pericolose perché molto appuntite.
Per quanto riguarda la carne cruda, sia bistecche sia frattaglie dovrebbero essere evitate, anche se le fettine di prosciutto o di salame possono cadere facilmente nella ciotola del nostro cane o, peggio ancora, essere rubate dalla nostra tavola.
Dobbiamo fare attenzione, in particolare, alla carne di maiale cruda che contiene microrganismi (virus, parassiti e batteri) particolarmente rischiosi per il cane. Lo stesso vale per la carne avicola (pollo, tacchino e volatili), frequentemente contaminata da batteri patogeni come la salmonella.
Attenzione anche all’impasto del pane crudo perché la fermentazione del lievito può produrre etanolo determinando una sintomatologia simile all’intossicazione da alcol.

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5. Frutta e verdura: importanti anche per loro

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Frutta e ortaggi apportano grandi benefici e sostanze nutritive fondamentali per l’organismo dei nostri amici. Ecco come inserirli nella loro ciotola, per costruire una dieta bilanciata e adatta alle loro esigenze.

Non esiste, per il cane, una dieta migliore in assoluto ma solo quella più adatta alle necessità e al contesto in cui vive il nostro amico.

Possiamo studiare un regime nutrizionale specifico per le esigenze del cane sulla base di alcuni alimenti che abbiamo in casa ma soprattutto attraverso i prodotti commerciali, crocchette o cibo umido. Le diete di oggi si evolvono rapidamente, adattandosi ai nostri stili di vita.

Una guida esperta è necessaria per valutare la dieta migliore. Nella stagione estiva, o in quella invernale, per motivi diversi, cresce la voglia di alimenti leggeri e freschi e facciamo di tutto per incoraggiare i nostri figli ad assumere più frutta e verdura.

Perché non fare lo stesso con i nostri cani? Frutta e verdura sono un concentrato di sostanze dalle innumerevoli proprietà, un’alternativa sana agli spuntini rubati dalla tavola, ricchi di grassi saturi e appetibilizzanti.

Gli effetti benefici sono moltissimi, tanto che molti cibi per cani che si trovano in commercio hanno incluso frutta e verdura nelle loro formulazioni. Capiamo meglio.

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- Buone abitudini alimentari: impostiamole fin da quando sono cuccio
Chi ben comincia è a metà dell’opera. Iniziare a impostare buone abitudini alimentari fin da cuccioli è sicuramente l’approccio più giusto e semplice.
Più complesso, ma non impossibile, sarà modificare le abitudini alimentari di soggetti adulti molto selettivi o abitudinari. Inserire frutta e verdura nell’alimentazione dei nostri amici è importante, tanto che molti cibi in commercio li prevedono già tra gli ingredienti.
Un altro aspetto che è meglio non tralasciare riguarda le modalità con cui diamo la pappa al nostro amico. Per esempio, mai introdurre nella ciotola troppi alimenti diversi tutti insieme.
Non sarà altrimenti possibile identificare quale degli alimenti che abbiamo inserito non piace al nostro amico a quattro zampe oppure ha scatenato una ipotetica reazione avversa.
L’ideale sono i mangimi commerciali in cui sostanze diverse sono già mescolate nelle giuste dosi in base alle esigenze del cane. Frutta e verdura, così, non rischiano di essere “troppe” rispetto alle altre componenti di cui i nostri cagnoloni hanno bisogno per crescere e mantenersi.
L’apporto bilanciato di nutrienti, infatti, deve essere rispettato in ogni fase dell’esistenza del nostro amico, per evitare dannosi squilibri.
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- Mele, zucchine, spinaci & Co.
Non tutto è adatto all’alimentazione dei nostri cani. Ci sono frutti e ortaggi che fanno benissimo a noi esseri umani ma per loro possono essere fonte di vari problemi. Scopriamo allora quelli da evitare.
Alcuni alimenti sono estremamente tossici per i nostri amici e, se nei mangimi commerciali sono esclusi e possiamo stare tranquilli, dobbiamo fare attenzione che il nostro cane non li mangi di soppiatto, magari dopo averli sottratti dalla nostra tavola o dalla cucina, mentre prepariamo pranzi e cene: cipolle, aglio, scalogno, porri possono scatenare una grave anemia. Inoltre, le verdure vietate per il nostro cane sono tutte quelle che contengono acido ossalico, come spinaci, bietole, cicorie, lattughe.
Sono vietate o sconsigliate perché fissano il calcio a livello intestinale, complicandone l’assorbimento e favorendo la comparsa di calcoli renali. I funghi selvatici si dicono epatotossici, ossia velenosi per il fegato, mentre uva e uva passa sono nefrotossiche, ossia velenose per i reni.
Attenzione all’avocado, che provoca anche vomito e diarrea, mentre le noci di Macadamia, molto in voga attualmente anche nelle diete “umane”, nel cane provocano sintomi depressivi, tremori e vomito.
A che cosa, invece, possiamo dare il via libera? La frutta che possiamo dare al nostro amico, o farci rubare dal tavolo, con moderazione, è la seguente: mele, albicocche, banane, more, mirtilli, melone, pesche, pere, lamponi, fragole e anguria.
Per le verdure possiamo scegliere tra barbabietole, peperoni, broccoli, cavoli, carote, cavolfiore, sedano, ceci, cetrioli, melanzane, fagioli, fagiolini, finocchi, cavoli, lenticchie, piselli, patate, zucca, rape, zucchine. E ricordiamoci, nel caso volessimo dare pezzettini di frutta e verdura per merenda, di prediligere sempre i prodotti freschi e di stagione!
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- Come e quando. Qualche piccola regola
Dedichiamoci un minuto a capire come e quando è importante che il nostro cane mangi frutta.
Scegliere mangimi commerciali che ne contengono è una buona idea: forniscono le sostanze positive di frutta e verdura nel giusto dosaggio, favorendo un’alimentazione sana e variegata. La frutta può essere consumata anche “nature” ma in questo caso bisogna seguire qualche accorgimento “tecnico”.
Per esempio, ricordiamoci di rimuovere i noccioli e la buccia non commestibile. I momenti migliori in cui dare spuntini di frutta al nostro cane sono il mattino o le ore pomeridiane, lontano dai pasti, per favorire una buona digestione e quindi limitare lo sviluppo di spiacevoli fermentazioni.
È comunque sempre importante ricordarsi di non dare al nostro amico con la coda pezzi di frutta o verdura di grosse dimensioni o frutta intera che i soggetti più ingordi potrebbero ingoiare velocemente rischiando problemi ostruttivi alle prime vie respiratorie o all’apparato digerente.
La verdura può essere data cruda o cotta, bollita o al vapore, e somministrata sempre a pezzetti o come una purea per renderla più digeribile. E quindi... buona merenda a tutti!
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- Antiossidanti e vitamine. Frutta e verdura sono ricche di sostanze importanti: scopriamo quali
Perché frutta e verdura sono così importanti per il nostro amico? Perché apportano al suo organismo sostanze fondamentali come vitamine, sali minerali, fibre solubili e antiossidanti. Tra gli ortaggi che possiamo tranquillamente dare al cane ci sono le carote, ricche di ferro, calcio, fosforo e potassio, oltre che di vitamine A, B, C, D, E e K.
La vitamina E o tocoferolo è liposolubile, ovvero solubile in grassi e oli, protegge i tessuti dall’azione dei radicali liberi e aiuta nella prevenzione delle patologie cardiovascolari.
Importante anche la vitamina A che ha funzione antiossidante e stimolante delle difese immunitarie, oltre ad apportare benefici per la funzione visiva. Le zucchine sono fonte di potassio, vitamina E, luteina, zeaxantina, vitamina C e acido folico.
I broccoli, oltre alle già citate vitamine A, B, C, D, E e K, sono anche una fonte di ferro, fosforo, potassio e calcio (importante per il sistema scheletrico) e contribuiscono a purificare l’organismo. Tra i frutti ricordiamo la banana, ricca di potassio che aiuta a sostenere la condizione muscolare, e l’anguria, che contiene la vitamina B-16.
Tutte queste sostanze utili si trovano anche in alcuni dei mangimi in commercio, crocchette o umido, già bilanciate nelle giuste dosi. Ma se ci piace anche l’idea di dare noi stessi al nostro amico qualcosa di questo genere da sgranocchiare, allora facciamoci spiegare prima dal veterinario come farlo, se con prodotti crudi o cotti, in quali quantità e con quale frequenza: andremo sul sicuro.
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- Cani vegetariani? Una forzatura ingiusta e rischiosa
Con l’accrescersi dell’intensità del rapporto tra noi e i cani, si tende a volte a cercare di “modellare” il nostro amico sulla base delle nostre convinzioni e del nostro stile di vita.
Così, con il progressivo diffondersi di una mentalità più sensibile e rispettosa della vita non umana, che porta molti a scegliere un’alimentazione vegetariana, anche il cane, per alcuni, dovrebbe uniformarsi e nutrirsi, quindi, di alimenti non di origine animale.
Per quanto nobile sia la volontà di non avallare l’uccisione di esseri viventi a scopi alimentari, è bene ricordare che il cane, a differenza della nostra specie, è un diretto discendente del lupo... cioè un carnivoro.
È vero che, nel corso dei millenni di convivenza con noi, il cane ha modificato in parte le sue capacità digestive, ampliandole fino a includere alimenti che un lupo non mangia facilmente e che fatica a digerire (gli amidi, per esempio), ma è anche vero che le sostanze presenti nella carne rimangono essenziali per la sua salute e la sua qualità della vita.
In altre parole, il “cane vegetariano” è una forzatura ingiusta che non ha motivo di essere applicata e ancora meno per ragioni morali che sono solo nostre.
In natura il lupo (nella foto sotto), progenitore del cane, mangia quasi esclusivamente carne ma non disdegna alcuni tipi di frutta, in particolare bacche, soprattutto quando la fame incombe e non trova altro da mangiare.
Il cane ha sviluppato nei secoli un interesse maggiore verso cibi diversi da quelli del carnivoro originario dal quale discende e apprezza spesso anche alimenti come mele, mandarini, cavoli bolliti.
Alcuni soggetti, poi, vanno letteralmente “pazzi” per le ciliegie o le fragole... Se il veterinario è d’accordo, diamoglieli pure ma sempre in quantità modica.
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