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Cani molossi: adatti per la guardia e per vivere insieme a noi

Per millenni i molossi sono stati impiegati in compiti che richiedevano grande forza e molto coraggio.

Solo i più dotati riuscivano a sopravvivere nelle arene dove venivano fatti combattere, nelle battaglie in cui venivano impegnati alla stregua di terribili mezzi corazzati o all’attacco di briganti e fiere che tentavano di aggredire gli animali custoditi nei pascoli o nei recinti delle fattorie.

Con la loro possente muscolatura e la mitologica temerarietà, per millenni si sono battuti per proteggere il loro padrone e le sue proprietà, forgiando quell’ammirato carattere ardito e sicuro che ancora oggi li caratterizza.

Per questo tra i molossi troviamo alcune tra le più specializzate razze da guardia che esistano. Le caratteristiche che differenziano un cane da guardia di tipo molossoide sono insite nel temperamento che ha permesso solo ai migliori di salvare la vita e riprodursi.

I molossi sono sempre molto sicuri di sé; una sicurezza che, unita a un coraggio che pare non conoscere limiti, li porta a non assumere mai comportamenti eccessivamente nervosi o, peggio, isterici.

Anche quando devono intervenire per impedire un’intrusione nell’area posta sotto la loro sorveglianza o un’aggressione al padrone o a un membro della famiglia, la loro reazione è sempre lucida, impavida, controllata e, proprio per questo, terribilmente efficace…

I molossi posti a guardia di un giardino non corrono avanti e indietro lungo la recinzione ringhiando a chiunque passi, non abbaiano in continuazione al minimo rumore, ma stanno fermi, osservando con calma e attenzione quello che succede, pronti a intervenire se necessario con tutta la loro potenza.

Una delle considerazioni più importanti per chi desidera avere un molosso da guardia è certamente quella relativa alla collocazione del cane. Molti pensano che un buon cane da guardia debba sempre stare in giardino, collocazione ideale per proteggere sia la proprietà sia le persone. Sbagliato.

La sistemazione più indicata per avere la certezza che il nostro molosso faccia al meglio il suo lavoro è proprio dentro casa. Infatti, un cane lasciato in giardino può essere facilmente abbattuto da malintenzionati.

Peggio ancora, poi, se è tenuto alla catena, cosa che serve solo a renderlo più aggressivo verso tutti e a farlo eliminare senza difficoltà da eventuali intrusi. Tutti i molossi, indipendentemente dalla razza e dalla taglia, sono ottimi guardiani.

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Se si ha necessità di un esemplare molto specializzato, cercando all’interno di queste razze, bisognerà scegliere nella cucciolata i soggetti più promettenti. Sono quelli che fin da piccoli si dimostrano più arditi, curiosi, pronti al gioco e a reagire con calma se vengono manipolati un po’ bruscamente.

Questi cuccioli non fuggono per un rumore improvviso, ma si fermano a osservare quello che succede. Di solito vanno incontro ai visitatori spavaldi e curiosi. Con i fratellini hanno un atteggiamento dominante e quando è l’ora della pappa sono i primi a gettarsi sulla ciotola.

Questi cani sono abbastanza testoni: tenteranno di fare ciò che vogliono in ogni circostanza e questo li porta anche, qualche volta, a disobbedire. Iniziamo la prima educazione fin da quando il cane è cucciolo e, se non siamo esperti della materia, rechiamoci presso un buon centro specializzato.

Sono assolutamente da bandire nella fase educativa le maniere brusche o, peggio ancora, le percosse: il cucciolo perderebbe la fiducia in noi. Viceversa il cane deve vedere in voi una figura di riferimento, un leader, un capo branco autorevole e coerente, gentile ma inflessibile.

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Fate rispettare i comportamenti etologici di dominanza: siete voi che mangiate per primi, uscite per primi, decidete come e quando si gioca o si esce.

Fino a che il nostro molosso o il nostro guardiano non ha più di 10-12 mesi non sottoponetelo a sforzi eccessivi, per non mettere a rischio l’ossatura ancora fragile: molte displasie sono dovute proprio a questo tipo di disattenzioni. L’alimentazione riveste un ruolo importante nella crescita del molosso da guardia.

Non bisogna scordare che dopo ogni pasto sopravviene un periodo più o meno lungo di torpore, quindi, se il cane deve fare la guardia di notte, bisogna dargli un pasto abbondante di giorno, meglio se suddiviso tra mattino e mezzogiorno e lasciarlo digiuno la sera, affinché sia più sveglio e attento durante le ore notturne.

Al contrario, se la sorveglianza dovrà essere diurna il pasto principale va dato la sera. Se vogliamo che i cuccioli diventino ottimi guardiani, una volta portati a casa, dovranno frequentare molto i membri della famiglia, stare a contatto con il padrone, con i bambini e con le persone che abitualmente li accudiscono e frequentano l’abitazione.

Bisogna ricordare che i molossi sono cani coraggiosi che difendono le persone che amano e le proprietà che per loro hanno una valenza affettiva. Solo un cane pauroso aggredirà chi invade il territorio per proteggere se stesso.

Quindi, per avere un eccellente molosso da guardia, bisogna che sia anche un partecipe membro della sua amata famiglia. Ma perché scegliere un (piccolo o grande) Molosso? Scopriamolo insieme.

1. Vivere insieme ogni giorno

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Appena il cucciolo di molosso o guardiano entra in casa vostra sarà certamente un po’ confuso, ha lasciato tutte le sue certezze: la mamma, i fratellini, l’ambiente dove è vissuto per due o tre mesi e ora affronta con curiosità, ma anche con timore, la nuova avventura.

Tutti i cuccioli sono curiosi, tutti hanno bisogno di affetto e tenerezza e, per noi, anche se già abbiamo avuto altri cani, l’ingresso in famiglia di un cucciolo rappresenta sempre qualche cosa di eccitante e meraviglioso.

Affinché la convivenza che sta per iniziare sia un piacere per tutti, cane e padroni, è bene sapere come comportarsi con un piccolo di molosso, al quale si dovrà impartire per tempo l’educazione appropriata affinché, crescendo, divenga un cane educato e benvoluto da tutti, anche perché con la crescita, spesso, le sue dimensioni si fanno impegnative.

Anche se il paragone può sembrare azzardato, è un po’ come se arrivasse in casa un nuovo figlio.

- COSA FARE
Fin da quando entra in casa, il vostro molosso, grande o piccolo che sia, deve essere abituato a seguire delle regole.
Deve mangiare solo quando è ora (è bene suddividere il cibo in due pasti a orari regolari per evitare disturbi allo stomaco), fare i suoi bisogni solo dove gli è permesso e, soprattutto, deve imparare a non tirare quando passeggia al guinzaglio.
Quest’ultimo insegnamento, in particolare, è essenziale, non solo perché è sbagliato farsi trainare come se si stesse facendo sci d’acqua, ma perché molti di questi cani raggiungono taglie decisamente imponenti, diventando difficili da controllare e trattenere.
Questi insegnamenti vanno impartiti iniziando dalla più tenera età e dal primo momento di convivenza, senza modi bruschi, che otterrebbero l’effetto contrario, ma con fermezza e conoscendo la psicologia di questi cani, che è un po’ diversa da quella di altre razze.

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- QUANDO FARLO
La prima cosa da sapere è che i molossoidi hanno tempi di sviluppo fisico e psicologico più lunghi di quelli di molti cospecifici: se un lupoide è maturo a un anno e mezzo, per un molossoide ce ne vogliono due o tre per raggiungere lo stesso grado di maturità.
La seconda considerazione riguarda i tempi di apprendimento, infatti i molossoidi sono più lenti anche nell’imparare e, inizialmente, bisogna ripetere più volte il comando prima che vi sia la risposta.
Il vantaggio è che, una volta imparato quello che devono fare, non lo scordano più, anche se stanno molto tempo senza ripetere l’esercizio.
Questo significa, però, che quando hanno imparato a non sporcare in casa, a non tirare quando sono al guinzaglio, a non venire a chiedere cibo quando siamo a tavola, non scorderanno mai più quello che devono o non devono fare. Ovvia, poi, la raccomandazione: mai usare metodi violenti con loro.

- COME FARLO
La prima forma di addestramento consiste nel trasformare in gioco gli esercizi che inizierete a proporre al cucciolo. Quando fa qualche cosa che non va rimproveratelo con un secco “No”.
Se, invece, fa quello che volete accarezzatelo, complimentatevi con lui e dategli qualche bocconcino goloso accompagnato da un “Bravo”.
I premi e i rimproveri devono avvenire nel momento esatto dell’azione, altrimenti non servono. Quando passeggiate al guinzaglio, se il cucciolo tira, date uno strattone secco e fermate il piccolo ribelle; non fate mai il tiro alla fune con il cane, poiché lo prenderebbe come un gioco ripetendolo sempre.
Molto utile l’uso di apposite pettorine che consentono al cane di muovere la testa e di trattenerlo senza fargli male.
Fate, poi, socializzare il vostro molosso o guardiano facendolo incontrare con molti cani, evitando però che abbia esperienze negative con soggetti aggressivi.

- CONOSCERE IL MONDO
Per un guardiano-molosso è fondamentale essere educato a vivere nel contesto umano senza creare problemi.
Prima di addentrarci in questo argomento, però, bisogna ricordare che tutti i molossoidi, chi più chi meno, oltre ad avere, come già detto, una minore rapidità nell’apprendimento rispetto ad altre tipologie canine, hanno anche uno sviluppo fisico più lento, e alcuni di loro raggiungono la piena formazione solo dopo due, o persino tre, anni d’età.
Questo deve indurci a essere più pazienti rispetto ad altre razze. Se il nostro giovane guardiano o molosso sembrerà disattendere le nostre aspettative, consoliamoci con la certezza che una volta che ha imparato qualche cosa o appreso un comportamento, non lo scorderà mai più.
Non bisogna, poi, dimenticare la proverbiale testardaggine di questi grandi cani che, quando si mettono in testa una cosa, il più delle volte la fanno.
Quando vi seguirà tranquillamente cominciate a portarlo dove c’è gente e traffico; dove vi sono rumori sconosciuti, a volte anche forti, dove potrà iniziare a conoscere il mondo che poi diverrà per lui abituale.
Se il cucciolo di molosso si dimostra spaventato non sgridatelo e non insistete ma, con dolcezza, carezze, bocconcini e giochi rincuoratelo. Non alzate mai la voce e non obbligate mai il vostro piccolo allievo a fare cose delle quali ha paura.
Se teme il traffico, per attraversare la strada, inizialmente, prendetelo in braccio accarezzandolo con affetto.
All’inizio, dopo qualche minuto in mezzo alla folla o al chiasso, prendetelo in braccio e fate in modo che in ogni passeggiata vi sia anche un momento piacevole: magari un giretto al parco.

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- LA VOCE DEL PADRONE
Il modo migliore per ottenere risultati nell’educazione dei molossoidi è che, a insegnare, sia il padrone – magari con l’aiuto di un esperto educatore – poiché questi cani sono profondamente attaccati alle persone della famiglia nella quale vivono e solo per fare piacere al loro amico uomo s’impegneranno al massimo.
Altro particolare importante è quello di iniziare, sin da quando il cane ha pochi mesi, a insegnare i primi rudimenti dell'educazione.
Cominceremo con la condotta al guinzaglio quando il nostro cucciolone avrà tre o quattro mesi: senza però esagerare con le passeggiate ed evitando scale o salti, perché si tratta di cani la cui ossatura si consolida solo dopo i 12-15 mesi d’età.
Bisognerà sempre usare modi gentili e, se il piccolo allievo non vuole seguirvi attuando una “resistenza passiva”, invogliatelo con dei bocconi o con un gioco: in poco tempo vi seguirà.

- SEMPRE AL GUINZAGLIO
Un aspetto che, spesso, viene trascurato dai proprietari di un molosso o di un cane da guardia, specie se questi arriva a casa quando è un cucciolo di pochi mesi, è quello che riguarda la condotta al guinzaglio. In primo luogo va ricordato che, per legge, i cani devono essere sempre tenuti al guinzaglio in luoghi pubblici e, a volte, anche muniti di museruola.
La cosa migliore, e che eviterà molti possibili inconvenienti, è quella di rispettare questa normativa, ancor più se si tratta di un maschio con carattere dominante verso i suoi simili o di una femmina aggressiva.
In questi casi potrebbero facilmente nascere delle zuffe con conseguenze anche gravi.
Nella condotta al guinzaglio dobbiamo ricordarci che, se è sempre sbagliato abituare un cane a tirare mentre cammina con noi, lo è ancor più non correggere questa pessima abitudine sin da cucciolo.
Il nostro molosso e molti dei nostri cani da guardia raggiungeranno dimensioni e forza tali da rendere impossibile portarlo a passeggio da adulto se non ben educato a camminarci a fianco.
Un cane mal educato, sotto questo aspetto, potrebbe trascinarci con una forza enorme, anche perché lui esercita la spinta con quattro zampe ben stabili sul terreno, mentre noi la contrastiamo con due gambe in equilibrio precario.
Dovremo quindi abituare il cucciolo a indossare il collare o la pettorina con il guinzaglio già a casa, facendoglieli indossare anche indipendentemente dal fatto che si esca per una passeggiata o no.
Per insegnare al nostro cucciolo di molosso a non tirare sul guinzaglio dovremo, poi, armarci di grande pazienza.
Se, come è normale, inizierà a tirare in avanti cercando di esplorare il territorio o di correre libero, dovremo fermarci di colpo non appena il guinzaglio si tende; il cucciolo si sforzerà di avanzare, ma rimarrà sbilanciato: una sensazione sgradevole per lui che si ripeterà ogni volta che il guinzaglio si tenderà, questo già dovrebbe indurlo a non riprovarci.
Questo “stop and go” va fatto sempre, non solo ogni tanto, e dovrà essere accompagnata da un secco «no!» pronunciato a voce alta quando il cucciolo tira.
Ci vorrà molta costanza ma i risultati sono assicurati. Oltre alla semplice negazione, però, per insegnare al nostro guardiano o molosso a non tirare quando lo portiamo a passeggio bisognerà ricorrere anche a degli incentivi.
Giusto fermarsi immediatamente ogni volta che lui tira, richiamandolo accanto a noi e dandogli il no!
Giusto però, anche, quando ci fermeremo e richiameremo il nostro amico al fianco, e lui ubbidirà, premiarlo con qualche boccone prelibato che dovremo avere sempre con noi, specie nel primo periodo di addestramento, che potrebbe durare anche un anno o più.
Anche questa azione va compiuta ogni volta che si presenta il caso e con assoluta costanza, senza mai derogare una sola volta.
Oltre al bocconcino sono sempre gradite le carezze e una buona parola. I cuccioli sono molto sensibili alle coccole e noi, per loro, siamo il capobranco. È un metodo che, ben applicato, dà ottimi risultati.

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- IL BON TON
Prima di portare il nostro amico “in società”, è meglio fare in modo che sia ben educato. L’educazione, però, come per l’uomo, dovrebbe iniziare sin da cuccioli.
Una delle maggiori soddisfazioni per chi possiede un molosso è quella di poterlo portare in luoghi pubblici esibendolo e facendolo ammirare.
Naturalmente, per fare questo, è necessario che il nostro cane sia perfettamente educato e risponda a ogni nostro ordine prontamente e in modo perfetto.
Solo così non sarà un problema andare al bar o in un locale dove il nostro amico possa entrare o in casa di amici.
Dovrà essere addestrato a stare tranquillo accanto a noi; a non rispondere alle provocazioni di eventuali altri cani; a non chiedere con insistenza cibo se stiamo mangiando; a rimanere seduto o, meglio, sdraiato al nostro fianco senza muoversi.
Tutto questo si può ottenere eseguendo una serie di esercizi in modo da abituare il nostro molossoide a una vita di società fatta di incontri e di rapporti di ogni genere.

- PRIMA EDUCAZIONE
Prima di portare il nostro cane in un nuovo contesto sociale dovremo fare con lui qualche esercizio per abituarlo al rapporto con gli altri cani e con le persone.
In primo luogo dovremo, fin dai primi giorni che è con noi (ma deve avere almeno 60-90 giorni di vita e, quindi, tutte le vaccinazioni già attive, altrimenti sarebbe esposto al rischio di contrarre malattie), portare il nostro molosso in mezzo alla gente, fargli incontrare altri cani, fargli vedere persone e bambini che siano gentili con lui, che lo coccolino, che lo facciano giocare. In questo modo prenderà confidenza con la gente e non ne avrà più timore.
Ugualmente i cani che incontra dovranno essere gentili e ben disposti, in modo che incominci ad associare i suoi simili con situazioni piacevoli o, comunque, tranquille.

- QUANDO SBAGLIA
Dobbiamo sempre ricordare che anche noi, prima di divenire quello che siamo, abbiamo dovuto molto imparare e la vita non ci ha risparmiato lezioni. Anche al nostro amico a quattro zampe dobbiamo lasciare il tempo di imparare.
Certo i molossi di piccola taglia sono più facilmente gestibili, e un Carlino o un Bulldog o un Bouledogue Francese, possono essere controllati con facilità. 
Diverso è il caso di un molosso di grande taglia, perché ve ne sono alcuni che arrivano al quintale e, in questo caso, il cane deve essere perfettamente sotto controllo per evitare problemi.
Dobbiamo ricordare anche di non rimproverare aspramente il nostro amico in pubblico, perché, anche se può sembrare strano, molti di loro si “vergognano” a essere sgridati di fronte alla gente.

 

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2. Se si forma una coppia

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- OTTO ZAMPE... NON È FACILE
Spesso chi ha un cane desidera prendergli un compagno; è un pensiero naturale e positivo, ma nel caso dei molossi è bene fare alcune considerazioni di ordine sia generale che specifico per le singole razze.
In primo luogo bisogna sapere che se i nostri molossi non vivono in una casa con giardino, ma in appartamento, la gestione di un solo cane è ben diversa da quella di due o più soggetti, anche se di taglia piccola.
Diventano più impegnative le uscite, i viaggi, i costi di mantenimento e le spese veterinarie. Per contro il nostro amico potrà essere lasciato a casa con minori problemi poiché avrà compagnia. Inoltre, la nuova vita in due sarà più attiva e stimolante.
Quando si comincia a pensare di “prendere un compagno” al nostro molosso di casa la prima considerazione da fare è: il nuovo arrivato non dovrà essere un cane pauroso o timido, poiché sarà predisposto ad attaccare per difendersi dalla curiosità del “padrone di casa”.
In linea generale un maschio e una femmina possono stare assieme senza problemi: il maschio si comporterà un po’ da bullo, ma in realtà sarà la femmina a comandare.
Nella convivenza i momenti più delicati ai quali i padroni devono porre particolare attenzione sono quello della pappa (se i due soggetti dimostrano gelosia per il cibo è bene somministrarglielo separatamente) e quello delle coccole o dei bocconcini dati fuori pasto (sempre elargiti in misura uguale e con la stessa intensità affettiva).
Se si tratta di un maschio e di una femmina, bisogna anche fare attenzione a eventuali femmine in calore nelle vicinanze, poiché il nervosismo potrebbe aumentare.
La cosa importante è che il padrone assuma il ruolo di capobranco, stabilendo con chiarezza le regole di convivenza.

- SE SI FORMA UNA COPPIA
Se abbiamo già un molosso e desideriamo prenderne un altro di sesso opposto, è logico che sia da preferire un esemplare della stessa razza, altrimenti, nel periodo del calore della femmina, si potrebbero vivere momenti difficili, soprattutto se non si dispone di box separati in giardino e non si vogliono cucciolate miste.
Se la cucciolata è, invece, desiderata bisogna comunque sapere che, per salvaguardare la salute della femmina, gli accoppiamenti si fanno solo a partire dal secondo calore e a calori alterni.
Quindi, in ogni caso, ci si troverebbe di fronte a un bel problema da gestire con attenzione. Altrimenti tanto vale optare per la sterilizzazione.
Se è vero che la convivenza tra un maschio e una femmina sterilizzati non dà solitamente grandi problemi, lo stesso non si può dire di due soggetti dello stesso sesso.
Generalmente le femmine convivono meglio tra loro rispetto ai maschi, anche se non è sempre così. Molto dipende dalla razza.
Se il nuovo arrivato è cucciolo e il “padrone di casa” è più avanti negli anni, in fase di crescita si stabilirà, naturalmente, una sorta di gerarchia che permetterà una convivenza pacifica.
Il padrone dovrà comunque fare attenzione a essere imparziale con l’affetto e i complimenti, facendo particolare attenzione a imporsi come capobranco.
Il primo incontro è molto importante. A meno che non si tratti di soggetti di sesso diverso, e salvo alcune rare eccezioni che riguardano qualche razza di molossi, almeno uno dei due soggetti dovrebbe essere un cucciolo.
L’ideale sarebbe un adulto di qualche anno e un cucciolo di pochi mesi. Il primo incontro dovrebbe avvenire all’aperto, non in casa, per evitare di risvegliare pericolosi istinti di difesa del territorio.
molossi-10- 800x400Se i due sono di sesso diverso, sorvegliate comunque per una mezz’ora il comportamento dell’adulto. I primi minuti saranno i più difficili.
Una volta passati i primi istanti, se l’adulto dimostra affettuosità nei confronti del cucciolo, non vi saranno più problemi. Se avete un molosso ormai avanti negli anni, l’idea di affiancargli un giovane compagno è ottima.
Inizialmente il vecchio cane resterà un po’ perplesso di fronte all’esuberante vitalità del nuovo venuto e, forse, sarà contrariato e geloso di dover dividere l’affetto dei padroni con quel piccolo scalmanato.
Poi, però, se i padroni sapranno fargli capire che il nuovo arrivato non gli sottrarrà il loro affetto, inizierà ad apprezzare l’allegria del monello; sopporterà i pungenti morsi coi dentini da latte e le giocose ringhiate, ritrovando un po’ d’allegria della sua passata gioventù.

- QUESTIONE DI TAGLIE
Decidendo di prendere un altro molosso, la riflessione sulla taglia dei due soggetti è importante.
I molossi come i guardiani vanno da taglie piccole, di pochi chili, a giganti che possono superare il quintale ed essere alti oltre 80 centimetri al garrese.
Un colosso di questa mole può anche vivere in un appartamento, purché abbastanza grande, ma due sarebbero certamente troppi, senza contare le difficoltà legate alle passeggiate quotidiane, i viaggi, il veterinario. Perciò niente scelte impulsive, ma solo decisioni ragionate.

- COPPIE MISTE
Nella decisione di prendere un molosso o un guardiano da far convivere con un cane di altro tipo è di fondamentale importanza l’analisi delle caratteristiche di entrambe le razze interessate.
Vi sono molossi (Mastino dei Pirenei, Carlino, Bulldog Inglese) che non hanno difficoltà a vivere assieme ad altri soggetti, anche dello stesso sesso, mentre per altri (American Staffordshire, Cane Corso) generalmente tale convivenza si traduce in zuffe pericolose.
È necessaria, quindi, molta prudenza. Al primo cenno d’intolleranza è bene rivolgersi a esperti della razza.

 

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3. Evitare zuffe e risse

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- EVITARE ZUFFE E RISSE
Quello del rapporto tra i molossi e gli altri cani è un argomento importante che, spesso, viene trascurato da chi intende acquistare uno di questi animali, specie se si desidera un maschio.
Infatti, vi sono razze molossoidi che non hanno problemi di convivenza con i loro simili, mentre altre, invece, richiedono molta attenzione per evitare che semplici zuffe divengano scontri cruenti e pericolosi.
I molossi, generalmente, sono cani dominanti e difficilmente si sottomettono: tutt’al più non accettano le provocazioni, oppure non attaccano briga per primi, ma quanto al sottomettersi, cioè dimostrare di riconoscere la superiorità dell’altro cane che incontrano, è pressoché impensabile.
Soprattutto i maschi non accettano prepotenze e aggressioni; ma anche le femmine, pur essendo per struttura psicologica meno aggressive, non permettono a nessun loro simile di imporsi con brutalità.
Quindi, quando porteremo a passeggio il nostro molosso o guardiano, dovremo fare molta attenzione agli incontri con altri cani e dovremo imparare a conoscere bene le reazioni che a questi incontri si manifestano.
I molossi, come tutti gli altri esseri intelligenti, vanno molto a simpatie e antipatie e, se qualche cane si è comportato in modo aggressivo verso il nostro amico, dovremo stare attenti a evitare nuovi incontri ravvicinati tra i due, altrimenti la rissa sarà certa.
È sufficiente accordarsi con il proprietario di quel cane, e con quelli degli altri con i quali nascono problemi, sugli orari e sugli itinerari, così il problema sarà facilmente superato.
Come detto, le femmine sono meno rissose ma, per contro, le loro antipatie possono andare anche verso cani dell’altro sesso, mentre i maschi, di norma, salvo alcune eccezioni, le riservano solo agli altri maschi.

- LE RAZZE PIÙ LITIGIOSE
Naturalmente non è possibile stabilire in assoluto quali siano i molossi più litigiosi perché, all’interno di ogni razza, esistono differenze individuali che possono modificare di molto le reazioni tipiche.
Tuttavia, vi sono razze come, per esempio, l’American Staffordshire Terrier, il Dogo Canario, il Cane da Pastore dell’Asia Centrale, il Cane da Pastore del Caucaso e altre dal forte temperamento, che sono più predisposte ad aggredire i loro simili.
Altri molossi sono, invece, mediamente molto più socievoli (tenendo presente che anche tra queste razze esistono soggetti che hanno comportamenti opposti a quelli descritti).
Tra i più “tranquilli” abbiamo il Bulldog, il Carlino, il Boston Terrier, il Dogue de Bordeaux, il Terranova e altre ancora.
Dobbiamo ricordare però che tutti i molossi reagiscono con determinazione alle aggressioni di altri cani.

- SOCIALIZZAZIONE FONDAMENTALE
Per evitare che il nostro molosso, anche se abbastanza mansueto, divenga aggressivo a sproposito, e per rendere meno litigiosi quelli dominanti, è necessario fare ben socializzare il nostro amico fin da quando è cucciolo ed entra per la prima volta in casa nostra.
Far socializzare un cane significa fargli incontrare molte persone che abbiano un comportamento amichevole e piacevole e anche farlo giocare con molti suoi simili di diverse razze che non lo aggrediscano e siano giocosi, per fargli capire che con loro ci si può divertire e stare bene.
Certo, quando raggiungerà la maturazione sessuale, il nostro molosso vedrà nei simili dello stesso sesso, specie il maschio, dei concorrenti e, se appartiene a una razza aggressiva, sarà inevitabile che diventi dominante, ma lo sarà molto meno di un cane non socializzato.

 

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- REGOLE DA SEGUIRE
Come sappiamo è la legge italiana che prevede che i cani, nei luoghi pubblici, debbano essere tenuti al guinzaglio: basterebbe già seguire questa norma per evitare la maggior parte delle zuffe che, se le razze coinvolte sono aggressive e forti, possono anche avere conseguenze gravi.
Appena, poi, si presenta l’occasione di un incontro con un cane con il quale non sappiamo se il nostro amico andrà d’accordo, dovremo cambiare strada.
Tuttavia, nonostante tutte le attenzioni, potrebbe esservi una zuffa. In questo caso non dovremo perdere la calma e nemmeno tirare i due contendenti per staccarli o far loro del male.
Un buon sistema è quello di far mancare l’aria ai cani stringendo loro il guinzaglio attorno al collo per alcuni secondi, in modo che, per respirare, debbano aprire la bocca lasciando così la presa. Prevenire, comunque, è sempre meglio che curare.

- A SPASSO IN CITTÀ
Tutte le razze di tipo molossoide possiedono un coraggio proverbiale e gli esemplari adulti, se si tratta di soggetti provenienti da allevamenti seri e competenti, non si spaventano facilmente come, invece, può accadere a cani di altre razze.
Tuttavia, se viviamo in città o dobbiamo andarci di frequente con il nostro molosso, è bene abituarlo al traffico fin da quando è cucciolo, perché anche i molossi più temerari possono essere infastiditi e intimoriti dai rumori, dai movimenti veloci e caotici delle auto e dei camion in città.
Quindi, appena acquistato il nostro cucciolo e subito dopo averlo fatto abituare al nuovo ambiente, quando saremo sicuri che anche le vaccinazioni sono ormai efficaci, dunque dopo circa un mese dall’inoculazione... sarà, al fine, giunto il momento di iniziare a portare il piccolo in mezzo al traffico.
La prima esperienza andrà fatta in un luogo dove la situazione non è estremamente stressante, magari anche dove c’è un bel giardino con aiuole, in modo che il nostro amico viva sì la sua prima esperienza in mezzo a un po’ di confusione, ma in contemporanea a una situazione piacevole, incontrando altri cani e giocando con loro.
In questo modo riusciremo a far abituare gradualmente il nostro molosso a una situazione meno tranquilla di quella che vive a casa. Importante, poi, sarà portare di sovente il cucciolo a fare un giro per le strade; iniziando da quelle meno caotiche e, quindi, aumentando a ogni uscita, dandogli comunque sempre modo di giocare e di distrarsi.
Naturalmente, tutto questo andrà fatto tenendo sempre al guinzaglio il nostro cane, per evitare che si allontani da noi, che infastidisca le persone o, peggio ancora, che si getti nel traffico con pericoli gravi per sé e per gli altri.

- LA PRIMA ESPERIENZA
Specialmente nelle prime esperienze tra automobili, camion e motorini, il cucciolo potrà rimanere spaventato dal frastuono e dalla confusione e tenterà di fuggire tirando il guinzaglio per andare lontano dal rumore; oppure si accuccerà a terra e si rifiuterà di proseguire, mostrando un’espressione triste e spaventata.
Se questo dovesse accadere non dovremo per nessuna ragione forzare il nostro amico con strattoni e rimproveri e, ancor meno, dovremo trascinarlo in malo modo cercando di indurlo a camminare: tali comportamenti avrebbero solo il risultato di fare spaventare ancora di più il cane e, se la situazione dovesse ripetersi per periodi prolungati, ciò potrebbe causare addirittura una fobia nel nostro amico che, divenuto adulto, potrebbe mostrare segni di nervosismo in presenza di qualsiasi rumore forte o situazione caotica.

- COME COMPORTARSI
Il giusto comportamento da adottare se il nostro cucciolo di molosso dovesse dimostrarsi spaventato dal traffico durante le prime passeggiate dovrà essere improntato ad amore e pazienza.
Il nostro cucciolo si fida di noi e se ha paura ha bisogno di essere rincuorato con parole gentili.
Se si ferma e tira per allontanarsi, fermiamoci anche noi, parliamo dolcemente, sorridendo, facciamogli qualche carezza, diamogli qualche cosa di buono che ci siamo portati da casa per allentare la tensione.
Se proprio non vuole muoversi non tiriamolo, prendiamolo invece in braccio, parlandogli con affetto, portiamolo in braccio con noi per un pezzo di strada fino a un giardino dove, dopo avergli ancora fatto qualche complimento, lo metteremo a terra.
Da cuccioli, molti cani hanno paura del rumore e della confusione... anche i molossi.
Dando sempre per scontato che il nostro amico sia ben disposto verso il genere umano, e questo è possibile grazie al buon lavoro di selezione dell'allevatore e alla vasta e accurata socializzazione condotta a suo tempo, non avrà alcun timore a incontrare estranei per strada in nostra compagnia.
In tal caso, gestiamo correttamente questi eventi come segue.
Quando la persona ci viene incontro e ci chiama, diamo il comando “Piede” al nostro amico, ovviamente dopo averglielo insegnato, così da averlo sotto controllo e concentrato su di noi prima di arrivare a contatto con il nostro interlocutore.
Giunti a pochi passi dalla persona che stiamo per incontrare, il cane tenderà ad avvicinarla per compiere quello che è il rito di contatto per la sua specie: annusare.
Lasciamo che lo faccia, perché così soddisferà la sua naturale curiosità verso l’estraneo, ma subito dopo chiamiamolo per nome e chiediamogli di mettersi accanto a noi, e anche questo va insegnato.
Appena lo fa, diciamogli “Bravo” per confermargli di aver eseguito correttamente e, le prime volte, gratifichiamolo subito. In seguito, potremo allungare i tempi.
Scambiamo le parole necessarie con il nostro interlocutore mentre il cane sta seduto tranquillo e poi, terminata la chiacchierata, diciamogli nuovamente “Piede” per riprendere la camminata in modo composto.
Dopo di che, lasciamo pure che si muova come crede, visto che ha adempiuto ai suoi “doveri sociali” di cane ben educato.

 

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4. I molossi "metropolitani"

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Le razze adatte a vivere con noi nei centri urbani, magari anche in appartamenti di piccole dimensioni, sono piuttosto numerose; e non è detto che tra queste vi siano soltanto quelle di piccola taglia.

Vi sono molossi che, pur avendo le caratteristiche fisiche per poter vivere in città (la taglia, il pelo corto e inodore, il bisogno di stare sempre molto a contatto con il padrone, e così via), possiedono però un carattere che potrebbe causare qualche problema e, quindi, hanno bisogno di un padrone di polso, esperto e che sappia bene come gestire tale prerogativa.

Ma quali sono i più adatti alla vita in città? Ecco una panoramica.
- Il Boxer è molto indicato e si trova bene anche in casa. Ha bisogno di stare a contatto con il padrone e i membri della famiglia (meglio se ci sono bambini). Potremo portarlo con noi ovunque, perché non arreca alcun disturbo.
- Il Bulldog Inglese è senza dubbio tra le razze più adatte. Non teme il freddo, ma quando le temperature sono elevate va portato a passeggiare solo nelle ore meno calde. Meglio se in casa c’è l’aria condizionata.
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- Anche il “cugino” francese è molto adatto alla vita cittadina, perché ama stare con il padrone, con la sua famiglia e anche in mezzo alla gente.
- Il Carlino è un dolcissimo amico, che ci seguirà ovunque con piacere.
- Lo Staffordshire Bull Terrier, piccolo ma potentissimo molosso, è l’ideale per la città, perché le dimensioni contenute permettono di portarlo sempre con noi. Nonostante la mole è molto forte e ha una presa di tutto rispetto: per questo è un eccellente guardiano.
- Anche lo Shar Pei, dal curioso e originalissimo aspetto, vive molto bene in città e in appartamento. Il temperamento dignitoso e apparentemente distaccato nasconde un carattere molto affettuoso e un grande bisogno di stare sempre con i suoi padroni.
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- Potrà sembrare strano ma anche il gigantesco Alano non solo può vivere in città, ma anche in appartamento, perché di fatto non ha bisogno di molto moto e quando è a casa se ne sta tranquillo senza fare danni. Per la strada la sua presenza si nota di sicuro.
- Ottima scelta anche un altro colosso, il San Bernardo, perché molto tranquillo, dolce e protettivo senza essere reattivo e con scarse necessità di movimento una volta adulto. Ma attenzione al caldo perché è un “montanaro”.
- Altrettanto adatto si rivela il Bull Mastiff: la mole è decisamente importante, tuttavia può vivere in appartamento perché non è molto agitato e possiede la flemma tipica di quei molossi molto sicuri di sé.
- Infine, ricordiamo il Bovaro del Bernese che, nonostante il folto mantello, può vivere in appartamento senza dare molto disturbo. Va spazzolato regolarmente e portato a passeggiare almeno tre o quattro volte al giorno, ma in casa è tranquillo.

Se viviamo con il nostro molosso in città, saremo obbligati a portarlo a passeggiare almeno tre o quattro volte al giorno. Questo significa che dovremo mettere in conto di dovergli dedicare un certo tempo, con qualsiasi clima, in qualsiasi condizione noi dovessimo venire a trovarci, specialmente se viviamo da soli e non possiamo fare affidamento su altre persone.

Vi sono norme di comportamento che non sono stabilite dalle ordinanze municipali o dalle leggi, ma che fanno parte di una “etichetta” non scritta, né obbligatoria, che permette di farci riconoscere (il nostro molosso e noi) come esseri civili e bene educati.
Tra queste regole una delle più importanti è quella di far “sporcare” in un giardino il nostro amico prima di portarlo a passeggio per le vie della città.
Nessuno lo vieta, ma è estremamente sgradevole che il cane alzi la zampa o si accucci (se è una femmina) per fare pipì sui portoni delle case, oppure vicino alle vetrine dei negozi.
Anche i monumenti vanno sempre rispettati, come i luoghi di culto, i cippi in memoria dei caduti o le lapidi in ricordo di qualche evento.

Se con il nostro molosso viviamo in città, qualunque sia la sua taglia, dovremo comunque fargli fare una buona dose di movimento.
Questo perché il moto mantiene in forma la sua muscolatura e vivo l’interesse del cane. In città gli stimoli sono molti e certamente una bella passeggiata divertirà il nostro molosso; inoltre, se avremo la possibilità di portarlo in qualche giardino (in tutte le città ve ne sono ormai di attrezzati) potrà incontrare altri suoi simili con i quali giocare e socializzare.

 

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5. Piccoli e da compagnia

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I molossi si sono formati a seguito di una selezione effettuata dall’uomo per ottenere cani con caratteristiche di forza, dimensioni e coraggio tali da poter essere utilizzati nei compiti più impegnativi.

Inizialmente tali compiti furono prevalentemente la caccia alla selvaggina grossa e pericolosa, specie leoni e altri feroci predatori che facevano molti danni aggredendo il bestiame al pascolo, arrivando anche a uccidere gli esseri umani.

In seguito i molossi furono impiegati in guerre, combattimenti e lavoro. In certi casi, specie nei Paesi orientali come Cina e Giappone, i molossi furono, invece, ridotti a dimensioni più contenute divenendo, in molti casi, pregevoli e ricercati cani da compagnia.

È il caso del Carlino che, pare ormai accertato, è originario proprio della Cina. Anche in Europa, dove esistevano da secoli i molossi di grande taglia, nel Settecento, probabilmente per mezzo di incroci con i piccoli molossi orientali che iniziavano a giungere nel nostro continente, presero a diffondersi anche molossi di piccola taglia, che divennero assai ricercati come cani da compagnia.

Oggi, pur non essendo molte, nel panorama delle razze molossoidi ve ne sono diverse che sono esclusivamente dedite alla compagnia dell’uomo e sono quindi adatte a vivere in appartamento, senza dare problemi nel contesto familiare.

Si tratta di molossi formatisi in Europa e negli Stati Uniti che, spesso, in passato, hanno svolto compiti utili all’uomo sotto il profilo pratico e che, ora, con uguale dedizione e amore per il padrone, lo sostengono e consolano nelle difficoltà della vita con il loro profondo amore.

Quasi tutte queste razze hanno un mantello a pelo corto (fanno eccezione il Griffoncino Belga e quello di Bruxelles che lo hanno moderatamente lungo e con barba e baffi molto sviluppati) che riduce al minimo le cure necessarie per tenerli in ordine e puliti (saranno sufficienti un paio di spazzolature a settimana), rendendoli particolarmente adatti alla vita in appartamenti anche piccoli.

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Carlino a parte, tutti i molossi considerati da compagnia, pur nelle dimensioni ridotte, hanno conservato il coraggio indomito degli antenati di mole ben maggiore.

È un aspetto del loro carattere che deve essere tenuto presente dai loro padroni, perché questi molossi conservano, oltre al coraggio, anche un’assoluta sicurezza di sé derivante dal fatto che si credono ancora imbattibili.

Se non si sta attenti, dunque, può accadere non solo che alcuni di essi accettino le provocazioni di altri cani anche molto più grossi di loro, ma che giungano perfino a cercare la rissa per affermare la propria dominanza in un territorio.

Dobbiamo pertanto conoscere bene le reazioni del nostro piccolo ma intrepido molosso per evitare che si cacci in qualche guaio. Sostanzialmente un molosso da compagnia è molto simile agli altri cani che svolgono la stessa funzione.

Tutti questi cani hanno in comune, oltre all’amore smisurato che provano per il padrone e per le persone di casa, anche un temperamento ardente e battagliero, grazie al quale non esitano ad affrontare avversari anche molto più grossi di loro.

Questa è una caratteristica che nonostante la mole, nella maggior parte di queste razze ridotte, li rende ottimi guardiani della casa o dell’automobile.

Alcune razze, come lo Staffordshire Bull Terrier, il Boston Terrier, il Bouledogue Francese e il Bulldog, sono portate non solo ad avvisare con il loro abbaiare insistente e furioso che c’è qualche cosa di strano, ma giungono perfino ad aggredire i malintenzionati con ardore e determinazione.

Andrà sorvegliata con attenzione la dieta dei molossi che vivono in casa, perché molti soggetti di queste razze sono assai voraci e tendono a ingrassare, specie se, oltre a vivere in appartamento, fanno anche poco movimento... proprio come i loro padroni.

Il cibo dovrà essere nutriente ma non somministrato in quantità esagerata. In caso di sedentarietà prolungata anche le unghie vanno fatte accorciare, ma fatelo fare da una persona esperta.

Salvo lo Staffordshire Bull Terrier, che ha una costruzione fisica potente ma normale, tutti gli altri molossi da compagnia presentano una struttura che richiede un po’ di attenzione. Tutti, infatti, hanno una canna nasale molto corta e questo sconsiglia di sottoporli a sforzi eccessivi quando il clima è caldo.

Il Bulldog è il più delicato, seguito dal Bouledogue Francese, dal Carlino, dal Boston Terrier e, infine, dai Griffoncini del Belgio.

Nonostante ciò, se tenuti con cura, questi cani vivono anche 14-17 anni (il Bulldog un po’ meno, ma ciò è dovuto al peso considerevole in confronto alle dimensioni e a qualche problema ereditario che riguarda l’apparato respiratorio e quello circolatorio) e in buone condizioni e salute.

 

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