A parte gli episodi legati ad aggressioni o difesa, il cane ha la necessità etologica di utilizzare i denti e di stringerli su qualcosa.
Scopriamo perché e come soddisfare questa vera e propria esigenza nel modo migliore per lui e anche per noi, con notevoli vantaggi.
1. Facciamolo mordere, ne va del suo benessere
Il bisogno di mordere, da parte del cane, nasce dal fatto di appartenere al gruppo dei predatori, le specie animali che, in natura, devono cacciare per sopravvivere.
Ciò significa individuare una preda, avvicinarsi, inseguirla e attaccarla per ucciderla, con i denti, per poi nutrirsene, sempre utilizzando la bocca.
E quella del nostro cane è ben attrezzata allo scopo: dispone di ben quarantadue denti, affilati, robusti e di significative dimensioni.
Denti idonei ad afferrare, lacerare, tagliare e triturare, anche le ossa. Denti in grado di esprimere una forte pressione grazie ai muscoli temporali e ai muscoli masseteri, capaci di esercitare una forza sorprendente, anche nei cani d ii piccola taglia.
Non potrebbe essere altrimenti, se pensiamo che il lupo ha sviluppato abilità di caccia e uccisione che gli hanno permesso di sopravvivere per millenni, nonostante le infinite difficoltà, e che ha trasmesso in tutto o in parte queste doti al suo solo "figlio" domestico, il cane.
Nessuna sorpresa, quindi, se il nostro amico, pur non dovendo cacciare per sopravvivere, tende istintivamente a mordere e masticare diversi tipi di oggetti di vario genere, inclusi mobili o vestiti.
Sta a noi insegnargli ciò che può essere "attaccato" senza problemi e cosa, invece, non va utilizzato per mantenere allenato... l'arsenale di caccia.
Abbiamo capito che mordere appartiene ai comportamenti istintivi del cane addirittura per discendenza, ma al di là di ciò, perché al nostro amico, di solito, affondare i denti ripetutamente su qualcosa anche di inanimato, come un legnetto per esempio, sembra dare tanta soddisfazione?
In fondo, quasi mai il cane riesce a predare qualcosa di vivo e molti non ne hanno neppure un vero desiderio, accontentandosi, in apparenza, del semplice contatto duraturo e "violento" tra la loro dentatura e qualcosa di abbastanza solido.
La risposta è che si tratta di una questione di benessere psicofisico, dunque della massima importanza.
Ecco perché è essenziale, per la maggior parte dei cani, avere la possibilità di mordere spesso e con la forza che ritengono opportuno usare, che varia da individuo a individuo per ragioni legate alla razza o tipologia, al temperamento, all'età e all'esperienza vissuta.
2. Morsi e cervello. Appagamento e relax sono i benefici per il cane
Per il nostro amico, mordere significa poter essere cane e dare sfogo a tutta la forza che riesce a esprimere.
Così facendo il piacere è doppio: al momento dell’azione morsicatoria e anche dopo, perché mordere per un po’ di tempo, soprattutto giocando con noi, favorisce una condizione di rilassamento fatta di respiri profondi e, in alcuni di casi, di un sonno ristoratore.
Queste conseguenze si devono al fatto che, mordendo, il cane attiva nel cervello alcuni neurotrasmettitori del piacere e dell’appagamento come la serotonina e la dopamina, oltre a determinare una maggiore produzione di ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”, anch’esso foriero di senso di soddisfazione e gratificazione profonde.
Ancora, mediante i giochi di morso si riduce l’innalzamento di alcuni ormoni dello stress, come il cortisolo, permettendo al cane di affrontare i diversi stimoli della quotidianità con maggiore serenità.
Queste considerazioni sono valide per la totalità dei cani, anche se in alcune razze e tipologie il bisogno di mordere diventa addirittura vitale.
In particolare, nei cani detti “da presa” e in quelli da pastore predisposti al lavoro, l’urgenza di mordere si colloca tra i bisogni che è necessario soddisfare per avere le basi di una vita degna di essere vissuta.
3. Indirizzare il morso. I vantaggi di giocare insieme
Vista l'importanza di mordere per il cane, è chiaro che dobbiamo offrirgli questa opportunità con frequenza più o meno elevata in base al suo personale "indice di gradimento", tenendo però presente che gli studi sull'argomento collocano questa attività ai massimi livelli di apprezzamento per la maggior parte dei cani.
E se già mordere gli piace così tanto, farlo giocando con noi sarà ancora più gratificante, mentre il vantaggio sul nostro fronte sarà di poter controllare il morso del nostro amico, una possibilità molto preziosa.
In un pet shop troveremo trecce di stoffa robuste, manicotti di juta imbottiti (i "salamotti") e anche palline collegate a una corda intrecciata. Sono i cosiddetti "tiramolla" e vanno tutti bene, purché di dimensioni adatte alla bocca e alla forza del cane.
La cosa importante è "gestire" questo gioco introducendo regole ben precise.
Muoviamo la "preda" sul terreno, facendola strisciare davanti al muso del cane, che facilmente la afferrerà dal lato libero iniziando la contesa che, in natura, avvierebbe con un suo simile per una preda vera o un legnetto. Iniziamo la "sfida" muovendo a destra e a sinistra il tiramolla.
Dopo qualche momento fermiamoci e restiamo immobili, meglio se rialzando il busto e avvicinando l'oggetto alla gamba.
Se il cane lascia, lodiamolo e diamogli un boccone, che potremo usare anche per invogliarlo ad aprire la bocca. Il primo passo è compiuto, ora vediamo come proseguire.
4. Gestiamo il comportamento. Serve il segnale di interruzione
Ripetendo il gioco più volte, il cane impara ben presto che, quando ci immobilizziamo, conviene lasciare per ricevere il boccone.
A quel punto introduciamo un segnale di interruzione quando ci fermiamo (il più classico è "lascia"), in modo che il nostro amico associ il suono al gesto di aprire la bocca, cui seguirà il boccone oppure... la ripresa del gioco, di per sé validissimo rinforzo.
Dopo un po' di tempo, il segnale di interruzione sarà sufficiente a fargli lasciare la presa e potremo trasferirlo, pian piano, a situazioni diverse, assumendo così nel tempo il controllo della presa del nostro cane e, evolvendo la cosa, anche di molte altre sue azioni.
Inoltre, giocare con il tiramolla spesso diventa il modo più efficace per gratificare un comportamento eseguito dal cane. Infatti, tanto nei percorsi di educazione di base quanto nelle attività cinofilo-sportive, il tiramolla è impiegato come rinforzo in alternativa o in aggiunta al cibo.
Il gioco diventa così un potente rinforzo primario, ossia uno stimolo idoneo a procurare piacere senza la necessità di preventive associazioni con altri stimoli. Un vero asso nella manica, per chi saprà utilizzarlo al meglio!
5. L'autocontrollo. Il gioco lo aumenta moltissimo
Un altro enorme vantaggio che deriva dal gioco in questione è che il cane aumenta in modo esponenziale il suo autocontrollo.
Per capirlo, proviamo a fare un parallelo con uno sport in cui siamo noi a utilizzare le nostre “armi naturali”, cioè la boxe.
Allenandoci con un altro pugile, impariamo a controllare sempre più accuratamente non solo la direzione dei colpi ma anche la potenza, fino a gestirla con notevole accuratezza, anche perché sappiamo che si tratta di un allenamento sportivo e non vogliamo certo mandare al tappeto il nostro partner, se siamo persone dotate di cervello.
Per il cane equilibrato avviene qualcosa di simile: sapendo di trovarsi in una contesa giocosa, una sorta di “allenamento” , farà sempre più attenzione a dove piazza i suoi denti sul tiramolla, per non colpire le nostre mani collocate spesso ai due estremi mentre la sua bocca afferra il centro dell’oggetto, e anche alla forza da impiegare nei diversi momenti.
La prova? È molto raro che un cane abituato a giocare in questo modo ci ferisca per sbaglio, anche se è molto eccitato dalla contesa. Il suo autocontrollo permane comunque, proprio come per un buon pugile.