Il Cavalier King Charles e’ un cane da compagnia nella migliore accessione del termine, si rivela un cane tranquillo ed equilibrato, dall’aspetto apparentemente innocente; in realtà, i soggetti di questa razza sono cani vivaci, attivi, allegri, esuberanti, impavidi, mai timidi o aggressivi.
Assai socievole, dà l’impressione di avere come scopo riconosciuto, nella vita, quello di farsi degli amici: con gli altri cani ogni incontro è un occasione per trovare un compagno di gioco; persino con il popolo felino è molto accomodante e le controversie non saranno mai affari suoi. Ma è soprattutto con i bambini che mostra la sua inalterabile gioia di vivere, il suo gusto permanente per il gioco, persino quando diventa vecchio (cane conosciuto pure come Cavalier King Toy).
Tenuto conto della sua taglia, può essere affidato, per le passeggiate, anche a dei bambini piccoli. Il Cavalier, ha certamente un aspetto “british” e chic, una storia delle più prestigiose che gli permettono di non deturpare gli interni più lussuosi, ma è soprattutto un piccolo cane familiare per eccellenza.
FCI Standard N° 136 / 12.01.2009 CAVALIER KING CHARLES SPANIEL
ORIGINE: Gran Bretagna
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE 04.11.2008
UTILIZZO : Cane da compagnia
CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 9 Cani da compagnia
Sezione 7 Spaniels inglesi da Compagnia
Senza prova di lavoro
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1. Origine
A questo cane dal carattere facile è stato attribuito un nome molto complesso, ma che ha il merito di riassumere le sue origini e la sua storia. Il Cavalier King Charles fa parte degli Spaniel, detti anche Épagneul. Suo "cugino", il King Charles Spaniel, è d'altronde spesso catalogato, dagli autori francesi, con il nome di "Épagneul Nain Anglais". A partire dal Rinascimento gli Épagneul sono diventati, dopo gli antichi cani pechinesi, i cani da compagnia più ricercati sulle due sponde dell Manica.
Gli Épagneul Nain furono i prediletti di Carlo I, Carlo II, Enrichetta Maria d'Inghilterra, della dolce Maria Stuarda e delle tremenda Elisabetta I. Un terribile aneddoto narra che Maria Stuarda (1542-1587) venne accompagnata alla morte dal suo Épagneul Nain, che aveva l'abitudine di rannicchiarsi sotto le sue gonne e che si trovò in questa posizione anche quando la regina venne condotta al patibolo. A dir la verità numerose razze rivendicano questo tragico onore, poché Maria Stuarda possedeva numerosi cani. In Francia, Enrico III è rappresentato in un dipinto con un Épagneul che gli sarebbe stato portato dall'Italia; Luigi XIV e il delfino avevano anch'essi per compagni dei King Charle Spaniel.
Questi cani dovevano il loro nome al re d'Inghilterra Carlo II (1630-1685), che aveva una vera passione per gli Épagneul in miniatura e ne possedeva molti esemplari. Essi circolavano liberamente nei palazzi reali, specialmente a Whitehall, ed erano per questo considerati cani del tutto privilegiati. Compaiono in tutti i dipinti che ritraggono il sovrano, che li portava con sé dovunque andasse, "anche quando si occupava degli affari di Stato", aggiungeva con riprovazione lo scrittore Samuel Pepys (1633-1703). Carlo II non manifestava d'altronde che un interesse molto modesto per il proprio incarico e preferiva spesso la compagnia dei suoi piccoli cani.
Gli Épagneul King Charles si dividevano in numerose "famiglie", a seconda del loro colore. Uno dei gruppi più celebri, possedeva un mantello bianco e arancio, detto "Blenheim" (il tono arancio si è evoluto nel corso del tempo verso una sfumatura più sostenuta, bruno vivo). Blenheim è una città della Baviera, sulla riva nord del Reno; nel 1704 John Churchill, duca di Marlborough, capitano generale delle armate britanniche, vi riportò una decisiva vittoria sull'armata francese nel corso della guerra di successione spagnola.
Marlborough aveva come cani prediletti dei piccoli Épagneul bianchi e arancio; sua moglie, la duchessa Sarah, aspettava invano sue notizie quando, tenendo sulle ginocchia una femmina Épagneul che attendeva dei piccoli, appoggiò con forza un pollice sulla fronte dell'animale. Quando i cani nacquero, ci si rese conto che avevano tutti sulla fronte una macchia arancione, il "segno del pollice della duchessa Sarah". Quando giunse la notizia della vittoria del duca, i piccoli Épagneul bianchi e arancione che avevano un segno distintivo sulla fronte, furono chiamati "Blenheim". Questo segno esiste tuttora nella varietà attuale Blenheim, con il nome di "lozenge" (losanga).
2. Storia
Gli Épagneul King Charles, amati da personalità assai prestigiose, vissero un'epoca di splendore fino al momento in cui l'aristocrazia inglese si infatuò di un nuovo venuto, dall'aspetto assolutamente sorprendente, il Carlino. La razza King Charles Spaniel si dovette adattare alle esigenze dei tempie la sua testa acquisì una fisionomia del tutto differente a causa del Carlino, ma anche, a partire dalla metà del XIX secolo, dei primi Épagneul Giapponesi (Tchin) e Pechinesi, che detronizzarono il Carlino nelle preferenze della "high society". Una trasformazione radicale, come confermava il cinologo francese Stonehenge nel 1879: "La ridotta lunghezza del loro muso non ha più nulla a che vedere con l'antico standard".
E che si trattò di una trasformazione rapida, considerato che possediamo un quadro del celebre pittore di animali Landseer, datato 1830 circa, intitolato "King Charles Spaniel", o "i favori del principe", e raffigurante 2 cani dal muso allungato. E' probabile che al fenomeno della moda se ne sia sovrapposto un altro. A causa della rarità a quell'epoca, le razze da compagnia finirono per indebolirsi; gli apporti degli Épagneul asiatici dal muso corto e del Carlino furono indubbiamente tanto necessari quanto benefici per quegli "animali fiabeschi finiti chissà come fra i cani", per utilizzare l'espressione del giornale "The Field" a proposito degli Épagneul King Charles.
Il desiderio di ritrovare l'aspetto dei King Charles del XVII secolo si concretizzò solo negli anni 20. E fu, più precisamente, nel 1926 che da un americano di Long Island, Roswell Elridge, nacque l'iniziativa di incoraggiare gli allevatori che ricercavano il tipo originale, dal muso allungato, dallo stop poco marcato e con un cranio che non si arrotondava a cupola; egli offrì, infatti, un premio di 25 sterline, nel quadro dell'esposizione del Cruft, per 5 anni. Questo premio si rivolgeva soltanto ai King Charles della varietà Blenheim, che presentavano, inoltre, la caratteristica losanga. Gli allevatori inglesi raccolsero la sfida e, in capo a qualche anno, fu possibile rivedere dei King Charles così come apparivano nei celebri quadri di Hogarth e di Gainsborough.
Gli inizi furono, tuttavia, difficili, perché gli allevatori esitavano a riprendere in senso inverso il lavoro che li aveva portati agli esemplari a naso corto. Tenuto conto dei risultati, nel 1928 fu redatto uno standard, che prendeva per modello l'esemplare che più si avvicinava ai cani rappresentati sugli antichi quadri, un certo Ann's Son, appartenente alla signorina Mostyn Walker. Si decise allora di dare il nome di Cavalier King Charles ai cani di questo tipo "ritrovato" per poterli distinguere dai King Charles, dal nado piatto e dal cranio a cupola, che ancor oggi costituiscono una razza a parte. In conclusione, che avessero il muso appiattito o allungato, il nome degli esemplari dei 2 tipi alludeva sempre al re Carlo... In certe nazioni, come gli Stati Uniti, i 2 cani si ritrovano sotto la comune denominazione Toy English Spaniel (Épagneul Toy Inglesi).
Il Kennel Club ha, peraltro, tenuto a consacrare nel 1945 la distinzione fra il King Charles Spaniel, detto familiarmente "Charlie" e il Cavalier King Charles Spaniel. La distinzione è comunque andata a vantaggio del Cavalier King Charles, che riscuote maggior successo del "cugino". Dal 1928 il Cavalier King Charles Spaniel ha disposto di uno speciale Club della razza riconosciuto dal Kennel Club, ben prima, dunque, che venisse prospettata un'iscrizione separata. A partire dal 1946 sono stati, inoltre, attribuiti titoli di campione distinti per le 2 razze.
Uno degli elementi che ha determinato la popolarità del Cavalier King Charles è stato senza dubbio il suo ingresso nella vita della famiglia real inglese. Nel 1960, infatti, la principessa Margaret e il marito Lord Snowdon, hanno adottato un Cavalier King Charles, a cui hanno dato il nome di Rowley, alludendo forse a un lontano antenato della principessa, Old Rowley. La consacrazione in ambiente cinofilo è giunta grazie a un esemplare chiamato Alansmere Aquarius. A 17 mesi questo Cavalier King Charles fu giudicato come il migliore della sua razza presso l'esposizione del Cruft del 1973, successivamente il migliore del gruppo Toy e, infine, "Best in Show". Era al tempo stesso il primo Cavalier King Charles Spaniel a vincere questo titolo e anche il primo Toy. Oggigiorno in Inghilterra è fra le 5 razze più popolari.
3. Comportamento
La razza ha mantenuto, dello Spaniel, l'adattabilità, la gentilezza, le proverbiali capacità di affetto, ma il suo formato è ridotto: il peso si situa, infatti, tra i 5 e i 9 chilogrammi per una taglia media che oscilla fra i 32 e i 36 centimetri; ciò ne fa un cane poco ingombrante, senza comunque essere miniatura. E' sufficientemente robusto - lo standard insiste sulla necessità per il Cavalier di essere ben strutturato - per seguire i suoi padroni nelle passeggiate. All'occorrenza può rivelarsi un autentico piccolo sportivo: questo affascinante "oggetto" di lusso ricorda senza dubbio che i suoi antenati furono, un tempo, stimati cacciatori. E' d'altra parte dotato di un udito molto fine.
Il Cavalier è quindi assai più che un "carpet-spaniel" (letteralmente, un "Épagneul da tappeto"), un Épagneul da salotto; mostra la sua vera natura quando lo si poggia a terra, dove ha un comportamento che non è in nulla quello di un grazioso gingillo. Ha certamente un aspetto "british" e chic, una storia delle più prestigiose che gli permettono di non deturpare gli interni più lussuosi, ma è soprattutto un piccolo cane familiare per eccellenza. Assai socievole, dà l'impressione di avere come scopo riconosciuto, nella vita, quello di farsi degli amici: con gli altri cani ogni incontro è un occasione per trovare un compagno di gioco; persino con il popolo felino è molto accomodante e le controversie non saranno mai affari suoi. Ma è soprattutto con i bambini che mostra la sua inalterabile gioia di vivere, il suo gusto permanente per il gioco, persino quando diventa vecchio. Tenuto conto della sua taglia, può essere affidato, per le passeggiate, anche a dei bambini piccoli.
Né esclusivo né geloso, è la testimonianza vivente dell'adagio secondo il quale più si è folli, più ci si diverte. Ma non è perciò esageratamente esuberante o troppo eccitabile. Lo si educa facilmente perché non è testardo, comprende in fretta e ha un'ottima memoria. Gli Inglesi amano farlo partecipare a delle prove di obbedienza (programma d'obbedienza), nelle quali ottiene buoni risultati. Con un pizzico di pazienza e un po' di fermezza, unite al buon senso, si farà del Cavalier King Charles un cane che non crea difficoltà. Ordinariamente il Cavalier abbaia poco, ma un soggetto lasciato troppo spesso solo, che si annoia, potrà divenire abbaiatore, perché ama soprattutto la compagnia e sopporta a fatica una solitudine prolungata. Anche se non deve essere preso per un cane da guardia, segnalerà facilmente un rumore inusuale, la presenza di un visitatore o del postino, senza mai svolgere un ruolo difensivo, perché la sua gentilezza e la sua amabilità sono tali che sembra non possa trattare qualcuno come nemico.
Il Cavalier, fatto per portare la gioia in un gruppo, non ha evidentemente la vocazione di diventare capo di una muta o di prendere sul serio la difesa del territorio. Il pelo del Cavalier King Charles, setoso, lungo ma non arricciato, talvolta leggermente ondulato, abbondante senza essere spesso, non abbisogna di cure fastidiose. Una spazzolatura regolare seguita da un colpo di pettine è del tutto sufficiente. Tuttavia, è a prezzo di un tale mantenimento, anche sommario, che il Cavalier avrà l'acconciatura curata tale da essere ammirato. 2 o 3 volte alla settimana si spazzoleranno con attenzione maggiore le orecchie, le ascelle, l'interno e la parte posteriore delle cosce. Le orecchie saranno frequentemente controllate, in particolare durante la bella stagione, come pure gli spazi intradigitali che sono, secondo lo standard, ben "impiumati" e cioè forniti di peli: delle "spighette", o spighe di graminacee,molto dure, possono alloggiare in queste regioni del corpo se il cane passeggia in campagna e provocare cisti, fistole interdigitali o traumatismi del canale auricolare.
Cane da compagnia nella migliore accessione del termine, il Cavalier King Charles si rivela un cane equilibrato, rimasto al riparo da esagerazioni morfologiche (miniaturizzazione estrema). Le sue qualità comportamentali spiegano il suo successo, immenso in Gran Bretagna, insorgente in Francia: soddisfa, in effetti, pienamente tutti coloro che, avendo fatto l'esperienza sia di razze da tasca, esclusivamente da appartamento, sia di cani dalla forte personalità ma difficili da tenere, sia di cani dalla sontuosa apparenza ma che esigono in cambio cure attente e quotidiane, amano ritrovare nel Cavalier King Charles i tratti che apprezzano senza sopportarne gli inconvenienti.
4. I colori e la toelettatura del Cavalier King Charles
La razza può presentare 4 tipi di mantello ben distinti: monocolore rosso (rubino), nero ravvivato da macchie fulve (detto anche Prince Charles), bianco a macchie rosso vivo (detto Blenheim) e bianco a macchie nere e fulve (detto un tempo King Charles). Originariamente considerati razze separate - almeno le ultime 2, le più antiche -, questi tipi sono oggigiorno semplici varietà di colore all'interno di una sola razza. Il problema degli incroci fra soggetti di colori differenti, normali in seno a una stessa razza, si pone in questo caso, dato che esistono da un lato mantelli di un solo colore (senza macchie bianche) e, dall'altro, mantelli estremamente variegati di bianco.
L'incrocio fra questi 2 tipi dà invariabilmente origine a un certo numero di cuccioli dal mantello intermedio, non desiderabili. Sono esemplari detti "mal marcati", che possiedono una grande stella bianca sul torace e macchie bianche sulle dita o sulla parte bassa delle zampe. I cani dal mantello corretto, ma nati da un genitore di un solo colore e da un genitore variegato di bianco, possono avere, nella loro discendenza e per molte generazioni, una certa proporzione di soggetti mal marcati. Questa situazione non è esclusiva del Cavalier; si ritrova, infatti, anche fra altre razze, tra cui il Cocker.
Gli incroci fra esemplari dal mantello diverso devono essere ben ponderati dagli allevatori, a causa delle leggi della genetica. In generale non sono desiderabili; bisogna, tuttavia, notare che nel Cavalier le varietà a mantello monocolore (rubino e Prince Charles) sono poco diffuse e in pochi lignaggi distinti. Così, in Gran Bretagna, dove la razza è molto popolare, il Blenheim bianco e rosso rappresenta i 3/4 del totale degli esemplari, mentre la maggior parte degli esemplari restanti è formata dai cani tricolori.
Le cure di mantenimento del mantello del Cavalier King Charles non sono né complesse né fastidiose. Il pelo deve essere spazzolato a fondo ogni settimana, Per questo, deve essere usata a tale scopo una spazzola dolce per le frange delle orecchie, degli arti e della coda. Successivamente va passata il pettine coi denti fini. Secondo l'attività del cane e lo stato del suo pelo, la spazzolatura e la pettinatura possono essere frequenti. Le orecchie saranno controllate ogni settimana e gli occhi dovranno essere puliti e sorvegliati ogni giorno, perché essendo grandi e rotondi, sono esposti alle aggressioni esterne.
La toeletta per le esposizioni deve essere assai ridotta e discreta. Non si devono in alcun caso usare le forbici, perché il pelo tagliato ricrescerebbe arricciato, il che costituirebbe un difetto. Al contrario, occorre prendere le forbici per togliere il pelo fra i cuscinetti, ma senza tagliare i peli intorno ai piedi: questi devono rimanere ben "impiumati", secondo il termine impiegato nello standard.
5. Standard del Cavalier King Charles
ASPETTO GENERALE
Attivo, grazioso e ben proporzionato, con un’ espressione gentile
COMPORTAMENTO-CARATTERE
Sportivo, affettuoso, assolutamente senza paura. Allegro, amichevole, non aggressivo; non ha alcuna tendenza al nervosismo.
TESTA
REGIONE DEL CRANIO
Cranio quasi piatto fra gli orecchi
Stop modesto
REGIONE DEL MUSO
Tartufo narici nere ben sviluppate senza macchiette color carne.
Muso la lunghezza dalla base dello stop alla punta del tartufo è circa 3,8 cm. Si restringe verso l’estremità. Il muso è ben pieno sotto gli occhi. Il muso che tende ad essere appuntito non è desiderabile.
Labbra ben sviluppate ma non pendenti.
Mascelle – Denti : mascelle forti, con una perfetta, e regolare e completa chiusura a forbice; denti superiori strettamente sovrapposti agli inferiori e impiantati perpendicolarmente alle mascelle.
Occhi larghi, scuri, rotondi ma non sporgenti; ben distanziati.
Orecchi lunghi, inseriti alti, con molte frange.
COLLO di moderata lunghezza, leggermente arcuato.
CORPO
Dorso orizzontale
Rene corto
Torace moderato; buona cerchiatura delle costole.
CODA: lunghezza della coda è proporzionata a quella del corpo, bene inserita, portata allegramente ma mai molto sopra il livello della linea dorsale. Il taglio della coda prima era facoltativo. Non ne doveva essere rimosso più di un terzo.
ARTI
ANTERIORI di ossatura moderata, diritti.
Spalle ben oblique
POSTERIORI di moderata ossatura
Ginocchio ben angolato
Garretti: nessuna tendenza a garretti vaccini o cagnoli.
PIEDI compatti, provvisti di buoni cuscinetti e con abbondante pelo
ANDATURA sciolta ed elegante, con molta spinta del posteriore. Anteriori e posteriori si muovono parallelamente visti sia dal davanti che dal dietro.
MANTELLO
PELO lungo, serico, senza riccioli. È permessa una leggera ondulazione. Moltissime frange. Non va assolutamente toelettato.
COLORE i colori riconosciuti sono:
- Black and Tan : nero corvino con focature sopra gli occhi, sulle guance, nella parte interna degli orecchi, sul petto e arti e la parte inferiore della coda. Il color fuoco deve essere brillante. Macchie bianche indesiderabili.
- Ruby (rubino). Monocolore rosso intenso. Macchie bianche indesiderabili.
- Blenheim: macchie castano intenso ben separate su sfondo bianco perla. Macchie equamente divise sulla testa, lasciando lo spazio fra gli orecchi per una macchia a losanga molto apprezzata (caratteristica unica della razza)
- Tricolore: nero e bianco ben distribuiti, divisi, con focature sugli occhi, guance, interno degli orecchi e delle gambe, e sulla parte inferiore della coda.
Qualsiasi altro colore o combinazione di colori è altamente indesiderabile.
PESO
Peso: 5,4 – 8 kg.
Si desidera un piccolo cane ben proporzionato fra questi due pesi.
DIFETTI
Qualsiasi deviazione dai punti di cui sopra dovrebbe essere considerata difetto, e la severità con cui va considerata deve essere in proporzione alla sua gravità, e ai suoi effetti sulla salute e sul benessere del cane.
N.B. : I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali
completamente discesi nello scroto
Note
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