“Mi è stata diagnosticata una rara patologia neurologica chiamata “sindrome della persona rigida”.
Con queste parole la celeberrima cantante Céline Dion ha annunciato di dover interrompere i concerti. Malattia neurologica invalidante caratterizzata da rigidità progressiva del torace e degli arti, spasmi muscolari dolorosi, gravi alterazioni dell’andatura e fobie incontrollabili, la sindrome della persona rigida colpisce una persona su un milione.
Circa due terzi dei pazienti sono donne e l’esordio avviene attorno ai 45 anni. Si tratta nella maggior parte dei casi di una malattia autoimmune, causata cioè da un malfunzionamento del sistema immunitario.
Se questa è una malattia rara, nel loro complesso le malattie autoimmuni non lo sono per nulla: in Europa risultano colpite ogni anno 4mila persone su 100mila (dati dell’Istituto superiore di sanità).
Stiamo parlando di una vera emergenza sanitaria: un gruppo di patologie diverse tra loro, che colpiscono diversi organi, tutte in crescita specialmente nel mondo occidentale e nel corso degli ultimi dieci anni.
Si ritiene che circa il 5-7 per cento della popolazione mondiale soffra di una malattia autoimmune.
La spiegazione di questa crescita va trovata nella migliore capacità di diagnosi ma anche in una migliore sopravvivenza dei pazienti, permessa da migliori terapie. La scienza è al lavoro per produrre cure efficaci e per prevenirle.
1. Fuoco amico. Più organi colpiti insieme
Le malattie a oggi considerate autoimmuni sono moltissime. Quale che sia l’organo colpito, un aspetto le accomuna: il sistema immunitario, preposto a difenderci da agenti patogeni quali virus e batteri, attacca parti del corpo sane scambiandole per minacce esterne.
Nella sindrome dell’uomo rigido, ad esempio, l’attacco è diretto verso alcuni neuroni. Il perché di questa sorta di autolesionismo è ancora oggi in larga misura sconosciuto.
I progressi della ricerca, però, hanno chiarito i meccanismi fondamentali che ne sono alla base. Fra questi, la selezione delle cellule T a livello del timo, organo centrale del sistema immunitario situato nel torace, dietro allo sterno.
Quando qui qualcosa va storto si può generare questo “fuoco amico” in cui il corpo aggredisce se stesso. Ciò può avvenire per mezzo di anticorpi analoghi a quelli che ci difendono dalle infezioni, ma che nelle malattie autoimmuni sono diretti contro cellule, tessuti o organi sani: sono i cosiddetti autoanticorpi.
È quanto capita anche nella malattia di cui soffre Céline Dion, che tuttavia a differenza delle altre malattie autoimmuni è una patologia difficile da trattare e ancora oggi poco compresa dalla comunità scientifica.
Alcuni autoanticorpi, come in questo caso, sono diretti contro un singolo tipo di tessuto o organo, altri invece, come nel caso della sindrome della persona rigida, sono diretti verso componenti comuni a tutte le cellule.
Così nel primo esempio si manifestano malattie autoimmuni organo-specifiche (cioè che ne colpiscono uno solo), mentre nel secondo si vengono a manifestare malattie autoimmuni sistemiche, come capita nel lupus eritematoso sistemico che colpisce contemporaneamente pelle, articolazioni, sistema nervoso e alcuni organi interni.
Vista la loro diffusione, le malattie autoimmuni costituiscono un fardello notevole per chi ne è affetto e per l’intera società, anche in termini di costi pubblici. Quelle che colpiscono muscoli e scheletro rappresentano in particolare un grave problema di salute perché rappresentano la seconda causa di anni trascorsi con disabilità.
Peraltro si stima che al mondo quasi 20 milioni di persone soffrano di artrite reumatoide, una delle malattie autoimmuni più note.
2. Colpiscono di più le donne. L’utilità evolutiva
Le donne rappresentano circa l’80 per cento dei pazienti. Se l’artrite reumatoide è due volte più frequente nelle donne, le tiroiditi autoimmuni interessano addirittura 5 donne per ogni maschio.
Questa discrepanza è legata a fattori genetici che riguardano i cromosomi sessuali X e Y, ma anche al ruolo degli estrogeni, che agiscono da regolatori del sistema immunitario.
Va poi considerato che il sistema immunitario della donna deve essere pronto, durante la gravidanza, a difendere il feto da minacce esterne: ciò potrebbe concorrere a renderlo eccessivamente “reattivo” rispetto a quello maschile.
Di certo una componente genetica esiste, alla base di queste malattie: avere un gene “sbagliato” tra quelli che regolano il sistema immunitario aumenta il rischio di sviluppare una patologia autoimmune. Non sappiamo ancora tutto, ma il ruolo dei geni è ben dimostrato dalla concordanza nei gemelli monozigoti, ovvero con lo stesso DNA.
Se uno dei due ha una malattia autoimmune, in poco meno della metà dei casi anche l’altro gemello sarà affetto dalla stessa malattia. Un’altra dimostrazione viene da studi condotti su specifiche popolazioni. Ad esempio in Sardegna l’incidenza di alcune malattie autoimmuni, in particolare lupus e sclerosi multipla, è più elevata rispetto al resto d’Italia.
Ciò sembra essere legato, come dimostrano studiosi di un centro di eccellenza del CNR che nell’isola si occupano specificamente di questo tema, a una particolare anomalia genetica che riguarderebbe la sintesi del fattore di necrosi tumorale alfa, ovvero una delle armi con cui il sistema immunitario si scaglia contro virus e batteri, ma anche contro le parti sane del corpo.
Come mai nel corso dell’evoluzione questa anomalia genetica si è mantenuta? Probabilmente perché ha avuto paradossalmente un vantagio evolutivo. Avere un sistema immunitario che funziona di più, seppur a rischio di sbagliare bersaglio, poteva essere un bene quando si viveva in condizioni selvagge.
Nel passato la Sardegna era infatti particolarmente flagellata dalla malaria e il gene alterato, causa delle malattie autoimmuni oggi così diffuse nella regione, era importante nella resistenza a questa grave infezione. Peraltro alcune infezioni sembrano essere in grado esse stesse di scatenare l’insorgenza di alcune malattie autoimmuni: è il caso di certe malattie reumatiche che si manifestano dopo infezioni virali.
La spiegazione? Alcuni virus hanno caratteristiche biologiche simili a componenti sane dell’organismo, come appunto le articolazioni, contro cui il sistema immunitario si scaglia quindi per un semplice errore di riconoscimento.
3. Inquinamento e “troppa” igiene
Come abbiamo detto queste patologie sono particolarmente diffuse nel mondo occidentale, mentre sono quasi ancora sconosciute nei Paesi africani.
Una recente ricerca pubblicata sulla rivista RMD Open ipotizza il ruolo dell’inquinamento. Secondo lo studio, potrebbe infatti innescare un’iperattività adattativa del sistema immunitario con conseguente infiammazione diffusa a tutto l’organismo che porta all’insorgenza di queste patologie.
Altre ipotesi chiamano invece in causa il fatto che in Occidente il sistema immunitario è meno allenato a sconfiggere virus e batteri, dal momento che viviamo sin da piccoli in ambienti più igienici.
La cosiddetta “ipotesi dell’igiene” afferma che l’autoimmunità derivi quindi da una pigrizia del sistema immunitario tipica di chi non vive più in ambienti rurali. Sebbene non esistano prove definitive, i dati su malattie infiammatorie come l’asma bronchiale sono convincenti.
Anche la prevalenza del diabete di tipo 1 sembra confermare questa teoria: dati del progetto europeo Diabimmune mostrano come questa patologia che insorge nell’infanzia sia cresciuta enormemente negli ultimi 50 anni proprio nei Paesi industrializzati: «Aver ridotto la presenza batterica negli alimenti e nell’ambiente ha tolto al sistema immunitario gli stimoli necessari a imparare a lavorare adeguatamente, specie nella primissima infanzia», commenta David Hover su ScienceDaily.
Inoltre oggi supponiamo che il microbiota intestinale, ovvero il patrimonio di virus, batteri e altri microorganismi che risiedono nel nostro apparato digerente, sia il vero mediatore tra ambiente, cibo e immunità. La flora intestinale rappresenta la palestra in cui il sistema immunitario impara a funzionare in modo appropriato.
La cosiddetta Western diet, cioè l’alimentazione dei Paesi sviluppati fatta di prodotti industriali, ricca di grassi e zuccheri e povera di fibre, altera il microbiota predisponendoci a malattie, il prezzo da pagare per il benessere che abbiamo raggiunto.
4. Quale specialista cura queste malattie? Ci sono rimedi?
Chi soffre di una malattia autoimmune si rivolge allo specialista dell’organo colpito: il neurologo per la sclerosi multipla, l’endocrinologo per la tiroidite o il reumatologo per l’artrite reumatoide.
Spesso si preferisce un approccio multidisciplinare per la frequente coesistenza di più malattie autoimmuni nello stesso individuo e di patologie correlate.
Il 20% delle persone con una malattia autoimmune ha infatti problemi che coinvolgono altri distretti corporei. Chi ha già ricevuto una diagnosi ha un rischio più alto rispetto ai soggetti sani di contrarre una seconda malattia autoimmune. Ad esempio chi è affetto dalla sindrome della persona rigida, ha frequentemente anche il diabete di tipo 1, una tiroidite o la vitiligine.
In passato le uniche terapie contro le malattie autoimmuni erano costituite da farmaci che agivano a valle del meccanismo patologico, cioè controllando l’infiammazione prodotta dal sistema immunitario che attacca i vari organi del corpo: principi attivi antinfiammatori, corticosteroidi (cioè derivati del cortisone) oltre a immunosoppressori che depotenziavano in modo indistinto l’attività immunitaria.
Oggi invece sono disponibili farmaci più selettivi che “bloccano” le specifiche armi che il sistema immunitario impiega per attaccare il corpo. Tra queste ci sono il fattore di necrosi tumorale alfa e alcune interleuchine.
Uno dei sogni ancora non realizzati nella terapia delle malattie autoimmuni è quello di rieducare il sistema immunitario a funzionare correttamente, ma a oggi questo obiettivo non è ancora stato raggiunto.
5. Le malattie autoimmuni sono un centinaio e colpiscono diversi organi e apparati
Le malattie autoimmuni note sono circa un centinaio e possono colpire organi diversi. Ecco alcuni esempi suddivisi per apparato.
- SISTEMA NERVOSO
⋅ Sclerosi multipla
Colpisce la mielina, cioè la guaina che circonda e isola le fibre nervose. Causa sintomi diversi a seconda dall’entità e dalla sede della lesione: stanchezza, perdita di sensibilità di parti del corpo, disturbi alla vista, all’equilibrio e alla deambulazione.
- PELLE
⋅ Psoriasi
Sono colpiti i cheratinociti, le cellule più abbondanti sulla pelle, che proliferano in modo incontrollato causando lesioni quali placche e papule su varie parti del corpo.
⋅ Vitiligine
Vengono colpiti i melanociti, cioè le cellule che producono il pigmento da cui dipende il naturale colorito della pelle. Si manifesta con aree depigmentate, cioè senza colore. Può essere localizzata in varie parti del corpo oppure universale: in questo secondo caso la pelle perde completamente o quasi completamente il proprio colore.
⋅ Alopecia areata
A essere colpiti sono i follicoli piliferi. Si manifesta con perdita di peli e capelli a chiazze. Può essere universale quando sono colpiti tutti i follicoli.
- ARTICOLAZIONI
⋅ Artrite reumatoide
Sono colpite le articolazioni, principalmente di mani e polsi, ma anche di spalle, ginocchia, anche, caviglie e gomiti. Si può manifestare con rigidità, dolore e ingrossamento delle parti colpite fino alla perdita della funzionalità.
⋅ Artrite psoriasica
Per molti versi simile all’artrite reumatoide, ha alcune caratteristiche distintive e si presenta in soggetti affetti da psoriasi o in parenti di primo grado di persone con psoriasi.
⋅ Spondilite anchilosante
A essere colpita qui è principalmente la colonna vertebrale e secondariamente anche le grandi articolazioni. Produce rigidità e dolore e, se non trattata, può dar luogo ad anchilosi: in pratica le vertebre si fondono l’una con l’altra.
- APPARATO DIGERENTE
⋅ Malattie infiammatorie croniche intestinali (malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa)
Sono colpite le pareti dell’apparato gastrointestinale. Nella prima può essere colpito qualsiasi tratto, dalla bocca all’ano, nella seconda solo il colon e il retto. Si manifestano in modo diverso l’una dall’altra, ma sempre con dolore addominale, diarrea (anche con sangue), dimagrimento dovuto a malassorbimento dei nutrienti, ulcere, fistole e stenosi (restringimenti dell’intestino), causa di occlusioni.
- GHIANDOLE
⋅ Tiroidite autoimmune
A essere colpite sono le cellule di questa importante ghiandola, con conseguente ipertiroidismo o ipotiroidismo, cioè un’eccessiva o un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei. Tra queste patologie ci sono il morbo di Basedow-Graves e la tiroidite di Hashimoto. Possono produrre ingrossamento del collo, affaticamento, aumento di peso, stitichezza, ciclo mestruale irregolare, depressione, alterazioni della memoria.
⋅ Sindrome di Sjögren
A essere attaccate sono le ghiandole che secernono liquidi come quelli lacrimali e salivari, ma anche le ghiandole sudoripare e quelle responsabili della secrezione vaginale. Si presenta con secchezza delle parti del corpo in cui le ghiandole non funzionano. Se non trattata, può portare a un aumento del rischio di sviluppare il linfoma non-Hodgkin, un tumore delle ghiandole linfatiche.
- PANCREAS
⋅ Diabete di tipo 1
A essere colpite sono le cellule beta del pancreas, la cui funzione è quella di produrre insulina. Si manifesta quindi con la stessa sintomatologia del più noto e diffuso diabete di tipo 2. Appare però sin dalla prima infanzia (un tempo si parlava infatti di diabete giovanile) ed è insulino-dipendente.
- MALATTIE MULTIORGANO
⋅ Sclerosi sistemica
Caratterizzata da alterazioni vascolari del microcircolo e da fibrosi (cioè ispessimento e indurimento dei tessuti) diffuse in varie aree del corpo, si manifesta con anomalie a livello cutaneo, articolare e a carico di diversi organi interni come esofago, intestino, polmoni, cuore e reni.
⋅ Lupus eritematoso sistemico
Anche questa patologia può colpire numerosi organi con sintomi estremamente diversificati: dolore e deformazione delle articolazioni, eruzioni cuneate specialmente sul viso, pleurite, infiammazione del pericardio, cioè della membrana che sta attorno al cuore, disturbi renali e a carico del sistema nervoso centrale. È definito il “grande imitatore” a causa della sua capacità di manifestarsi con sintomi simili a quelli di molte altre malattie.