Ama il fresco e l’ombra: fatica a vivere a lungo nelle località marittime soprattutto se esposto al sole che, insieme al sale, lo secca presto.
Il ciclamino è sempre di moda! Perché è ricco di virtù: costa poco, si trova in vendita da fine estate a inizio primavera, la fioritura dura da settembre a marzo (6 mesi!), è poco ingombrante, esiste in tante misure, in questa stagione può stare sia al sole sia all’ombra, ha mille colori e forme di fiori e foglie diversi ogni anno, è a bassa manutenzione, muore quasi solo se deliberatamente vogliamo ucciderlo.
Quale altra pianta assomma tutti questi pregi? Certo, sterminarlo può essere facilissimo, anche in una sola settimana dall’acquisto.
Basta fare errori, ossia quelle azioni che il ciclamino proprio non gradisce. Sapere in anticipo quali sono consente di evitarle e di garantire la lunga durata promessa.
1. Errore n. 1 e 2
- Errore n. 1: il LUOGO d'acquisto
Non tutti i punti vendita sono ugualmente affidabili: il top delle piante sane lo troviamo nei garden center, vivai, fiorai e spesso nei mercatini rionali o ambulanti e nei banchetti di beneficienza.
Viceversa gli esemplari più scadenti sono quelli dei centri brico, supermercati, discount, camioncini abusivi a bordo strada ecc..
Sono piante di scarsa qualità e trattate senza riguardo né competenza (tradotto: vengono annegate o muoiono di sete).
- Errore n. 2: cosa si ACQUISTA
Il momento dell'acquisto, nel caso del ciclamino più che per altre piante, è fondamentale: nella grande massa delle serre, esistono piante che stanno meglio e altre che sono già "malaticce" perché, per genetica propria o imperizia del coltivatore, hanno già subito insulti che ne minano la sopravvivenza.
Se le acquistiamo, tempo 2 settimane e muoiono, non per colpa nostra (ma a causa del Fusarium, vedi oltre).
Un ciclamino in perfetta salute deve essere pieno di bocci ma con pochi fiori già aperti, e soprattutto dai colori integri, senza macchie o ingiallimenti né sui petali né sulle foglie.
Gli steli fiorali devono essere ben eretti, non sdraiati sulle foglie.
La pagina inferiore delle foglie deve essere liscia e pulita, non farinosa o "muffosa", così come il cuore centrale, il tubero da cui partono gli steli fiorali.
2. Errore n. 3, 4 e 5
- Errore n. 3 : DOVE si mette
Il ciclamino è una pianta da esterni, che sta bene fra 1 e 15°C: ama il freddo, altrimenti non fiorirebbe adesso!
Se lo teniamo in casa, anche solo per qualche giorno, entro 3 settimane al massimo, pur annaffiandolo, abbasserà foglie e fiori, e ci saluterà definitivamente.
Mettiamolo subito sul davanzale, sul balcone, sul terrazzo, in giardino o, al limite, sul pianerottolo luminoso: non sopporta proprio li riscaldamento, tanto da riempirsi di ragnetto rosso in pochi giorni.
Le piante acquistate in settembre-ottobre devono stare all'ombra, perché il sole è ancora troppo forte e caldo per una specie da sottobosco come il ciclamino: lo fa appassire e seccare in pochi giorni.
Da novembre in poi, invece, via libera anche a esposizioni soleggiate sino alla fine di febbraio, quando gli esemplari devono ritornare all'ombra.
- Errore n. 4: lasciarlo fuori al GELO
Da 0 °C in giù, oppure se nevica, il ciclamino gela.
Teniamo d'occhio il meteo: quando è prevista una discesa a zero o sotto, oppure nevischio anche con 1 °C sopra zero, i vasetti vanno ritirati in una stanza senza riscaldamento, e rimessi fuori non appena la temperatura/perturbazione passa.
In mancanza, va bene anche la soglia della porta finestra o l'androne buio dell'edificio, purché sia per poche ore.
Se lo lasciamo fuori con gelo e/o neve, le foglie e i boccioli si lessano e la pianta muore.
- Errore n. 5: RINVASARLO
Il ciclamino, da buon tubero, non ha bisogno di essere rinvasato, perché le dimensioni del contenitore di vendita sono quelle giuste per la taglia dell'esemplare.
Possiamo rinvasarlo solo se vogliamo creare una cassetta o una ciotola con più soggetti: cacoliamo le dimensioni in modo che le foglie arrivino solo a sfiorarsi ma senza chiudere completamente la superficie della terra.
E scegliamo piante tutte della stessa taglia. Sul fondo mettiamo 3 cm di argilla espansa e colmiamo con un buon terriccio universale.
3. Errore n. 6
- Errore n. 6: COME si annaffia
Ogni piantina deve avere il sottovaso, perché è li che va annaffiata.
In primo luogo perché così possiamo capire se effettivamente ha bisogno d'acqua (se assorbe un bicchiere in meno di 5 minuti, aveva sete, ma basta cosi; se viceversa il bicchiere rimane nel sottovaso, li ciclamino sta annegando).
In secondo luogo perché se bagniamo il terriccio, bagniamo anche il tubero e la base di foglie e steli fiorali, spalancando la porta alla muffa grigia o botrite, nemico n. 1 del ciclamino (vedi qui sotto).
- Nemico fungino: MUFFA GRIGIA
Oltre alla letale fusariosi, l'altra crittogama nemica del ciclamino è la muffa grigia (Botrytis cinerea) che si manifesta con marciumi e muffa di colore grigio chiaro e scuro, ben visibile, a partire dalla base delle foglie, lungo i boccioli appena formati e fino a coprire il tubero.
Viene causata dall'errata innaffiatura (direttamente sul terriccio, bagnando anche il tubero e la base degli steli) o dalla scarsa aerazione ambientale (piante rinvasate o coltivate troppo vicine le une alle altre: serve spazio fra di loro).
Bisogna strappare tutte le porzioni colpite e irrorare un preparato a base di sapone molle o di propoli (o un anticrittogamico chimico ad ampio spettro).
Tuttavia, per esperienza è molto difficile salvare ciclamini colpiti da muffa grigia e altre malattie fungine...
- Nemico animale: ACARO DEL CICLAMINO
Non confondiamo il ragnetto rosso (Tetranychus), che dà decolorazioni fogliari e sottili ragnatele, con il terribile acaro pallido del ciclamino (Phytonemus pallidus): questo provoca la comparsa di una polvere biancastra o grigiastra localizzata sulla pagina inferiore delle foglie che appaiono stentate e indurite.
La pianta attaccata va subito eliminata, soprattutto se si possiedono altri ciclamini sani, perché l'acaro è molto contagioso e le piante non sono recuperabili in alcun modo.
4. Errore n. 7
- Errore n. 7: QUANTO si annaffia
Non è possibile indicare quanto va annaffiato un ciclamino, perché dipende dalle dimensioni della pianta, dalla temperatura ambientale, dall'insolazione, dal vento, dal tipo di terriccio e di vaso (plastica o terracotta)..
Si annaffia quando il terriccio, tastato col dito in superficie, è asciutto, possibilmente prima che le foglie incomincino a essere morbide (segnale di siccità); se addirittura si sdraiano verso il basso, cosi come gli steli fiorali, è probabile che la pianta stia morendo di sete (ma tastiamo sempre prima il terriccio per accertarci dell'umidità).
Ovviamente, se l'esemplare sta in pieno sole (solamente fra novembre e febbraio, altrimenti si brucia), oppure se la giornata è stata ventosa, il terriccio si asciuga più in fretta.
Consiglio pratico: un giorno sì e uno no tastiamo il substrato e valutiamo se annaffiare. Se il terriccio è ancora bagnato o umido non si annaffia MAI, perché si rischia di far partire un irreversibile marciume radicale.
La dose d'acqua è di mezzo bicchiere per i ciclamini taglia mini o midi e un bicchiere per quelli maxi. Sempre nel sottovaso! Già che ci siamo, aggiungiamo ogni 10 giorni una dose di concime liquido per piante fiorite.
5. - Εrrore n. 8
- Εrrore n. 8: non RIPULIRLΟ
A bassa manutenzione non significa non fare la pulizia periodica che è necessaria su tutte le piante.
Sul ciclamino significa, almeno una volta a settimana, staccare gli steli sfioriti: la corolla cade e rimane il gambo con una "pallina" all'apice che, se lo stelo rimane sulla pianta, si ingrossa per formare il frutto con i semi.
Questa è un'operazione molto dispendiosa per il tubero che concentra le energie nei frutti a scapito dei nuovi boccioli, e la fioritura cessa.
Gli steli sfioriti vanno staccati impugnandoli alla base e ruotandoli finché non si staccano da soli. Già che ci siamo, eliminiamo anche tutte le foglie gialle o secche, sempre stacando il gambo alla base.
- L'evento INEVITABILE
Quando lo comperiamo il ciclamino di solito è molto bagnato, con terriccio quasi fradicio: aspettiamo ad annaffiare finché il substrato non si sia asciugato.
Tuttavia, anche se non bagniamo subito (e se non bagniamo troppo in generale), capita che, entro 7-10 giorni, le foglie e i fiori si affloscino.
La prima reazione è quella di bagnare a dismisura, pensando che si tratti di sete. Ma foglie e fiori non si rialzano. E magari l'acqua rimane nel sottovaso. Allora ci si insospettisce, e finalmente si tasta il terriccio: è completamente inzuppato!
I gambi appaiono traslucidi, e se si toccano si sfaldano, come marciti. Foglie e fiori non si rialzeranno più, e non ne verranno prodotti di nuovi, perché il tubero e marcito.
La colpa e di un'annaffiatura eccessiva nel punto vendita, dove l'asfissia radicale è stata complicata dall'instaurazione di funghi (Fusarium oxysporum cyclaminis) agenti del marciume radicale (insanabile).
E un evento che può capitare anche in seguito a casa, a causa di un eccesso d'irrigazione: per questo è cosi importante tastare sempre il terriccio per decidere se somministrare o no acqua, ed è fondamentale fornirla nel sottovaso per monitorare quanto la pianta ha sete.