Le piante sono spesso suscettibili agli attacchi di insetti parassiti.
Questi ultimi devono la loro nutrizione e quindi la loro sopravvivenza proprio alla capacità di trascorrere l’intera vita sulle piante: sui rami, sui frutti, sulle foglie o sulla corteccia degli alberi.
Tra i parassiti più temibili occorre ricordare anche la cocciniglia, insetto ad elevato potere infestante per la stragrande maggioranza delle piante, sia ornamentali, che da frutto.
In natura esistono diverse specie e sottospecie di cocciniglia, alcune sono olifaghe, cioè prediligono solo alcune piante, mentre altre sono polifaghe, cioè si nutrono di qualsiasi pianta.
Queste elevata variabilità morfologica rende le cocciniglie altamente dannose, sia per le piante ornamentali che per quelle coltivate a fini produttivi.
Non tutte le cocciniglie sono pericolose: i maschi dell’insetto, ad esempio, servono solo all’accoppiamento, ma esistono anche altre specie che non danneggiano la pianta e che non emettono nemmeno melata.
In natura esistono però delle specie di cocciniglie molto infestanti per la piante. Tra queste, le cocciniglie cotonosa e farinosa. La cocciniglia cotonosa predilige le piante ornamentali, gli agrumi ed i legumi.
Oggi cercheremo di scoprire meglio questi insetti, ed in particolare, parleremo del loro ciclo vitale, delle diverse specie esistenti in natura, delle piante colpite e di tanto altro ancora.
1. Caratteristiche
La cocciniglia è un insetto parassita appartenente al genere Rhynchota e alla famiglia delle Coccoidee.
Anche se il suo nome sembra tenero e delicato, quasi simpatico a dir la verità, il suo comportamento è molto dannoso per le nostre piante, sia per i danni diretti che per quelli diretti che la cocciniglia è in grado di provocare.
Questo insetto comprende una notevole varietà di esemplari, alcuni con caratteristiche morfologiche, colore e modalità di attacco completamente differenti.
L’appartenenza a diverse specie di cocciniglia fa sì che esistano insetti molto pericolosi per le piante ed altri totalmente innocui.
Anche la classificazione tra cocciniglie polifaghe ed olifaghe viene effettuata in riferimento a diverse specie di insetto.
La cocciniglia si presenta con un corpo ovale, con un dorso convesso, testa quasi invisibile e zampette laterali.
Viste al microscopio, le cocciniglie sembrano dei piccoli ovetti che camminano sulle piante. L’insetto ha dimensioni piccolissime, di pochi millimetri, mentre solo alcuni esemplari delle zone tropicali possono raggiungere i tre centimetri.
Le femmine di cocciniglia sono generalmente più grandi dei maschi, i quali, anche nelle zone calde del pianeta, non riescono a superare quasi mai il centimetro di lunghezza.
Gli esemplari maschi sono alati, mentre le femmine sono senza ali, cioè attere.
2. Ciclo vitale
La riproduzione della cocciniglia avviene sia per via sessuata che per partenogenesi( asessuata).
La riproduzione asessuata avviene ad opera di femmine ermafrodite che possiedono sia gli organi riproduttivi femminili che quelli maschili.
I maschi dell’insetto vengono solamente usati per la riproduzione sessuata, completando così definitivamente il loro ciclo vitale. Dopo la riproduzione, infatti, i maschi di cocciniglia muoiono.
Le nuove generazioni di insetto si sviluppano dal grembo della femmina, dalle uova deposte all’esterno, o da uova che si schiudono direttamente nel grembo della madre.
Per questa peculiarità si dice che le cocciniglie possono essere vivipare ( nascita dal ventre della madre), ovipare ( nascita dopo la deposizione delle uova) ed ovovivipare (nascita da uova contenute nel grembo materno).
Le larve di cocciniglia si chiamano neanidi ed hanno l’aspetto di insetti di dimensioni infinitesimali. La larva attraversa tre stadi di sviluppo che le consentono di diventare adulta.
La capacità riproduttiva delle cocciniglie è molto elevata: in un anno le femmine di alcune specie possono deporre da 400 a 500 uova, dando vita a tre generazioni di neanidi.
In base alla specie di appartenenza, le cocciniglie possono avere il dorso di colore bianco, rosso, marrone o giallo.
3. Infestazione e sintomi pianta
Le cocciniglie infestano la pianta trascorrendo quasi tutta la loro vita su di esse.
A nutrirsi delle piante e quindi a danneggiarle, sono le femmine, mentre i maschi alati, si spostano da una pianta all’altra solo per accoppiarsi.
Per favorire l’accoppiamento, le femmine emettono dei ferormoni molto potenti. Dal ciclo riproduttivo nasceranno tante neanidi, che, a loro volta, danneggeranno la pianta nutrendosi delle sue parti vegetali.
La cocciniglia si nutre della pianta grazie a un apparato boccale succhiante e pungente che sottrae la linfa vegetale. A nutrirsi della linfa, sono sia le cocciniglie adulte, che le neanidi.
Gli insetti sostano a lungo sulla corteccia, sulle foglie, sui rami e sui frutti delle piante, causando danni diretti ed indiretti. I primi sono provocati dall’azione succhiante della cocciniglia, mentre i secondi derivano da funghi e virus che vengono inoculati nella pianta durante la nutrizione dell’insetto.
L’infezione da cocciniglia si manifesta essenzialmente con sintomi sulle foglie. Queste appaiono ingiallite, accartocciate o con un colore simile alla bruciatura. L’attacco della cocciniglia sui frutti non provoca danni gravi, ma solo problemi di tipo estetico, visto che i frutti appariranno più piccoli del normale.
I danni maggiori derivano dall’azione succhiante dell’insetto sulle foglie e sulla corteccia. A lungo andare la pianta mostrerà un indebolimento generale bloccando progressivamente il suo sviluppo. I sintomi appena descritti fanno parte dei danni provocati direttamente dalla cocciniglia( danni diretti).
Altrettanto temibili sono i danni indiretti, ovvero quelli che si manifestano come conseguenza dell’azione infestante dell’insetto. La cocciniglia emette anche una sostanza zuccherina ( la melata) che si deposita sulle foglie e sulla corteccia impedendo alla pianta di compiere la fotosintesi.
Il blocco dell’attività fotosintetica rende la pianta più suscettibile agli attacchi di malattie fungine, tra cui la fumaggine. Questa patologia si manifesta con la presenza di una patina color carbone sulle foglie.
Con il blocco della fotosintesi, la pianta smette di crescere, si ammala e quindi muore. Le punture delle cocciniglie sulle foglie costituiscono anche un veicolo per batteri e parassiti, i quali possono facilmente penetrare all’interno del tessuto vegetale portandolo alla necrosi.
La necrosi vegetale da malattie batteriche e virali è quasi sempre causa di morte per le piante.
4. Piante colpite e cause infestazione
Le cocciniglie possono essere polifaghe ed olifaghe.
Le prime si nutrono di qualsiasi pianta, le seconde solo di alcune specie; ecco perché si dice che questi insetti colpiscono qualsiasi specie di pianta.
Le cocciniglie possono infestare i legumi, le piante ornamentali, come la magnolia, gli agrumi, l’olivo, la vite, il fico, kaki, l’olmo, il susino e il ribes.
Come si può notare, la cocciniglia predilige moltissime specie di piante e ciò ne accresce sensibilmente la pericolosità.
La proliferazione della cocciniglia è causata dai climi caldi e secchi. Gli insetti adulti e le neanidi non sono in grado di resistere alla pioggia ed alle temperature rigide. Resistono al freddo, le femmine fecondate e questo rende veramente difficile riuscire a debellare completamente l’insetto.
Anche alcune soluzioni colturali possono favorire l’infestazione delle cocciniglie, come ad esempio tenere le piante da appartamento in ambienti troppo riscaldati e con un bassissimo livello di umidità. Anche l’eccessiva esposizione solare, le scarse irrigazioni e le potature errate possono predisporre le piante agli attacchi della cocciniglia.
Non tutte le cocciniglie sono pericolose: i maschi dell’insetto, ad esempio, servono solo all’accoppiamento, ma esistono anche altre specie che non danneggiano la pianta e che non emettono nemmeno melata.
In natura esistono però delle specie di cocciniglie molto infestanti per la piante. Tra queste, le cocciniglie cotonosa e farinosa.
La cocciniglia cotonosa predilige le piante ornamentali, gli agrumi ed i legumi. L’insetto si presenta con un dorso di colore bianco ed una testolina difficile da identificare. La cocciniglia cotonosa danneggia le piante producendo enormi quantità di melata che causano la comparsa di altre malattie, come la fumaggine.
La cocciniglia farinosa colpisce le piante ornamentali, la vite, il fico e gli agrumi. L’insetto presenta un corpo di colore bianco e numerose zampette che ne consentono il veloce spostamento su tutta la pianta.
Questa cocciniglia produce una cera biancastra che crea uno scudo sul suo corpo, nella parte dorsale. Quando sulla pianta si muovono parecchie colonie, si può notare una sorta di manto biancastro sulle parti vegetali colpite.
Altre specie di cocciniglia, quelle con dorso rossastro, possono colpire il kaki, l’olmo, il susino, il ribes, le piante ornamentali e la vite. Quelle marroni possono infestare l’olivo, mentre quelle gialle vivono sui rami e sui fusti degli alberi senza produrre melata.
5. Lotta
La lotta alla cocciniglia è molto impegnativa, perché l’insetto possiede dei naturali meccanismi di difesa che neutralizzano sia l’azione degli insetti predatori che quella degli insetticidi.
La melata prodotta dalla cocciniglia crea, infatti, sulla pianta, una sorta di patina che attira le formiche, insetti che contribuiscono alla sopravvivenza del parassita.
Le sostanze cerose emesse da alcune specie di cocciniglia creano, invece, uno scudo che impedisce l’azione degli insetticidi o l’avvicinamento di insetti predatori. In ogni caso, la lotta alla cocciniglia si effettua con metodi sia chimici che naturali.
La lotta chimica si serve di prodotti con un certo livello di tossicità. In passato si usavano gli oli minerali, insetticidi estratti dal petrolio. Questi oli potevano essere scuri, gialli e bianchi. I primi, detti antracenici, erano molto tossici, così come quelli gialli, e venivano usati per combattere le cocciniglie cotonose.
Per la loro elevata tossicità, questi prodotti sono stati banditi dall’agricoltura. Attualmente si usa solo l’’olio bianco che, per la sua parziale efficacia, viene addizionato ad altri insetticidi.
I rimedi chimici contro la cocciniglia vanno spalmati sulla pianta a fine inverno, quando le gemme sono ancora gonfie e quando si stanno per schiudere le uova con le neanidi, che rappresentano lo stadio dell’insetto più sensibile alla lotta chimica.
L’olio bianco può danneggiare le piante, ecco perché viene spesso sostituito con derivati del piretro o con la naftalina.
Altro prodotto da usare per le cocciniglie, il sapone molle. Si tratta di una miscela di sali potassici, acqua e glicerina, efficace sugli insetti con apparati boccali succhianti. Il sapone molle, pur rientrando tra i composti chimici, non è tossico.
Bisogna evitare però di scegliere quelli addizionati con coloranti o sgrassanti sintetici, i quali possono “bruciare” le foglie della pianta.
La lotta biologica contro la cocciniglia si pratica usando insetti predatori del parassita, come alcuni imenotteri, acari, scarafaggi e coccinelle. Le neanidi delle piante da appartamento si possono rimuovere con cotone imbevuto di alcool.
Anche la pioggia lava via il parassita e quando piove è utile collocare le piante da appartamento all’esterno( non quelle grasse) per far agire l’acqua.
Lavare le piante da interno e rimuovere la polvere può rappresentare anche un utile trattamento preventivo contro la possibile comparsa delle cocciniglie.
Se questi insetti parassiti attirano le formiche con la melata, sul tronco della pianta, a una certa altezza dal suolo, si può attaccare una carta appiccicosa che le cattura.