Come cambiare gli aspetti che ci piacciono meno del nostro carattere

Il bambino timidissimo che diventa un adolescente scatenato e ribelle.

Il giovane che dopo un’esperienza di lavoro all’estero torna trasformato agli occhi di chi lo conosceva come solitario e riservato.

La donna che dopo la morte del compagno scopre la bellezza delle piccole cose della vita fino a diventare paradossalmente più estroversa e vitale di prima.

Spesso riteniamo che il nostro carattere sia immutabile, ma non è così: la personalità è una maschera (la parola deriva da un termine greco che indica proprio quella dell’attore) che ci rappresenta, ma che può cambiare nel corso degli anni.

1. Come smettere di fumare

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Richard Wiseman, psicologo dell’Università dell’Hertfordshire (Regno Unito), ha pubblicato Cambio vita in 6 comode lezioni in cui lo studioso del comportamento umano spiega che il motore del cambiamento sono i comportamenti.

Secondo Wiseman, infatti, la chiave della trasformazione è nella teoria del “come se”.

Per modificare il nostro modo di essere dobbiamo agire come se fossimo già cambiati.

Infatti, Wiseman spiega: «L’idea di una personalità immutabile è pericolosa: ci rende difficile ogni cambiamento. Un fumatore che si definisce tale senza pensare che non lo è sempre stato difficilmente abbandonerà il vizio».

Certo esistono elementi stabili, nella nostra personalità: «Se un individuo molto timido si sottopone a un test sull’introversione a vent’anni probabilmente avrà lo stesso risultato a quaranta», aggiunge Wiseman.

Il nostro modo di essere ha infatti una base biologica già a partire dai primi mesi di vita: «Questi strati profondi sono poco modificabili», aggiunge lo psicologo.

«Alcuni studi sull’interazione con la madre mostrano ad esempio che già a pochi mesi si può capire quale sarà la personalità di un bambino alcuni anni dopo».

La maggior parte degli studi dà importanza al ruolo di due neurotrasmettitori cerebrali, la serotonina e la dopamina. Sembra, ad esempio, che il carattere ansioso sia associato alla carenza di una particolare proteina che regola la concentrazione di serotonina.

Certo la personalità è influenzata anche dall’ambiente e dalle esperienze. Tra fratelli ad esempio è spesso evidente il fenomeno della deidentificazione, che spinge quelli dello stesso sesso a seguire strade opposte: se uno è coscienzioso e studioso spesso un altro è ribelle e svogliato.

La ragione? Il desiderio inconscio di distinguersi per non competere sullo stesso piano. Oggi sappiamo che c’è una ragione evolutiva: per la sopravvivenza della specie conviene che i suoi membri abbiano personalità variegate.

In questo modo, per ogni evenienza, ci sarà sempre qualcuno con il carattere giusto per affrontarla. Secondo alcune teorie se una persona è introversa non diventerà mai estroversa: potrà solo variare il livello di introversione.

Sempre di più però oggi gli psicologi enfatizzano il ruolo dell’ambiente: «Gli eventi della vita possono portare allo scoperto aspetti della personalità fino a quel momento mai espressi».

2. Gli eventi che ci trasformano

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Uno studio di una decina di anni fa pubblicato dal Journal of Personality and Social Psychology aveva mostrato ad esempio che in generale la disponibilità verso gli altri tende ad aumentare costantemente nell’età adulta, in particolare tra i 30 e i 40 anni, ossia nel periodo in cui mediamente ci troviamo a occuparci dei figli.

Sono infatti gli eventi che ci aiutano a cambiare. Un nuovo lavoro, la rottura e ricostruzione dei nuclei familiari, la morte di una persona cara ci spingono a metterci in discussione e a immaginarci in una nuova vita.

Fatti di questa portata sono però solo un detonatore: perché il cambiamento avvenga servono nuove abitudini, che questi eventi ci spingono ad adottare. Basta osservare le vite di molti personaggi celebri.

Non si finisce mai di imparare! Paludati giornalisti diventati brillanti presentatori televisivi oppure attori disimpegnati diventati seriosi politici: in tutti loro il cambiamento di personalità è la conseguenza di un modo diverso di comportarsi, e non viceversa.

«Se infatti la morte di un caro, il matrimonio o un trauma non dovessero cambiare i nostri comportamenti, probabilmente nemmeno il nostro carattere ne risentirà», precisa Wiseman. Anche un percorso di psicoterapia è un valido aiuto al cambiamento.

Ovviamente chiunque può trasformarsi anche senza. «Ci sono fasi della vita, infatti, che sono una psicoterapia esse stesse, come l’adolescenza. E in un certo senso lo è un po’ tutta la vita con i continui cambiamenti che ci richiede». L’importante è saperli cogliere.

3. Dieci consigli che ci rendono più forti

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Secondo lo psicologo Richard Wiseman esistono dieci piccoli e grandi cambiamenti che possiamo intraprendere rapidamente per modificare la nostra personalità. Ve li presentiamo.

1. Metterci a dieta /1.
Spingere via un oggetto (come se lo si odiasse) induce a detestarlo, mentre tirarlo verso di sé (come se lo si amasse) suscita sentimenti più positivi nei suoi confronti. Un suggerimento utile quando vogliamo non farci tentare da cibi che ci fanno male.

2. Metterci a dieta /2.
Mangiamo con la mano non dominante, la sinistra per i destrorsi e la destra per i mancini. Così ci comportiamo come se stessimo compiendo un’azione insolita, prestando attenzione
a ciò che facciamo più che al gusto. Conseguenza: ingeriremo meno cibo.

3. Aumentiamo la forza di volontà.
Quando sentiamo il bisogno di evitare una sigaretta, ad esempio, proviamo a stringere il pugno e tendiamo il bicipite. Contrarre i muscoli trasmette al cervello un senso di rigidità e di forte volontà.

4. Aumentiamo la tenacia.
Chi si siede con la schiena diritta incrociando le braccia mostra una perseveranza quasi doppia rispetto agli altri. Ma percepisce anche maggiore sicurezza in se stesso.

5. Aumentiamo la fiducia in noi stessi.
Assumiamo la “posa del potere”: seduti contro lo schienale, la testa alzata e mani intrecciate dietro la nuca. Altrimenti in piedi, ben stabili, le spalle indietro e il petto infuori.

6. Evitiamo di rimandare.
Per sconfiggere la tendenza a rimandare basta comportarsi come se fossimo interessati al compito da svolgere. Non pensiamo ad altro e iniziamo ad agire.

7. Stimoliamo la creatività.
Comportiamoci in modo inedito, ad esempio camminando qua e là. E proviamo a comportarci come se fossimo artisti, in modo volutamente irrazionale. Così la parte più creativa di noi avrà la meglio.

8. Miglioriamo la capacità di persuasione.
È stato scoperto che chi annuisce con la testa ha maggiori probabilità di ottenere approvazione da parte del proprio interlocutore.

9. Miglioriamo la capacità di negoziazione.
Basta creare uncontesto di cordialità con l’interlocutore, ad esempio offrendogli una tazza di tè. Il calore spinge l’altro a una sensazione di maggiore benessere che avrà influenze positive anche su noi.

10. Riduciamo il senso di colpa.
Se proviamo rimorso, laviamoci le mani o facciamoci una doccia. In diversi esperimenti, i partecipanti che avevano compiuto un’azione immorale e che poi si erano puliti le mani si sono sentiti meno colpevoli degli altri.

Nella foto sotto, la posizione del potere. Mani incrociate dietro la nuca, schiena appoggiata alla sedia e petto in fuori: aiuta a far crescere la fiducia in noi.

4. Scopri quanto sei aperto alle novità

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Una delle classificazioni più adottate oggi per definire la personalità di un individuo fa uso delle cosiddette big five, le 5 grandi dimensioni che sarebbero, in misura diversa per ogni persona, alla base della personalità di ciascuno.

Ognuno di noi è quindi un cocktail di tutti e cinque gli ingredienti, ma in dosi diverse.

Le persone più predisposte al cambiamento hanno l’ingrediente 1 in dosi massicce.

1 Apertura mentale.
È la caratteristica dominante in chi è creativo, aperto alle novità, curioso e quindi predisposto al cambiamento.
«Chi ha un’idea flessibile di se stesso tende ad adattarsi maggiormente», precisa Richard Wiseman.
Per questo i cambiamenti di personalità sono più facili fino ai trent’anni: da giovani siamo recettivi e disposti a metterci in discussione.
Requisito fondamentale è infatti non aver perso fiducia nel mondo.

2 Estroversione.
È la caratteristica dominante in chi è estroverso, aperto agli altri, fiducioso delle persone.

3 Amicalità.
È la caratteristica dominante in chi è gradevole agli occhi degli altri, simpatico, socievole.

4 Coscienziosità.
È la capacità dominante in chi svolge i compiti assegnati con senso del dovere e rispetto delle regole.

5 Stabilità emotiva.
È la capacità dominante in chi è in grado di non farsi prendere da nevrosi e atteggiamenti infantili e di eccessiva debolezza emotiva.





5. Gesti e ambiente ci influenzano molto

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Per modificare il nostro modo di essere basta comportarsi come se fossimo già cambiati. In sintesi è questa la teoria dello psicologo britannico Richard Wiseman: «Il principio del “come se” è in grado di trasformare radicalmente le convinzioni ideologiche degli individui», spiega.

Per dimostrarlo, nel suo Cambio vita in 6 comode lezioni Wiseman suggerisce un semplice esperimento. Provatelo anche voi.

L’ESPERIMENTO DEL POLLICE E DEL MEDIO


Sollevate il pollice come se voleste fare un segno di approvazione e poi leggete il seguente capoverso.
Donald era in una situazione difficile. Negli ultimi mesi aveva vissuto in un appartamento in affitto, ma ora voleva traslocare. Il contratto di locazione era scaduto, ma il proprietario si rifiutava di restituirgli la cauzione.
Dopo aver chiesto più volte il denaro, Donald si infuriò sempre di più. Un giorno perse il controllo, telefonò al padrone di casa e lo coprì di insulti.
Cosa pensate di Donald? Approvate il suo comportamento? Probabilmente sì, influenzati dalla positività del gesto stesso.

 


Ora alzate il dito medio come se voleste fare un gestaccio a qualcuno e rileggete il testo di Donald. Come giudicate il protagonista e il suo comportamento questa volta? Probabilmente in modo negativo.
Nella maggior parte dei Paesi occidentali, il dito medio sollevato è un segno offensivo mentre il pollice alzato è un gesto più lusinghiero. Normalmente in ciascuno dei due casi il fatto che una persona vi piaccia oppure no influenza i vostri gesti.
Ma potrebbe essere vero anche il contrario? Questo esperimento, basato su uno studio di Jesse Chandler dell’Università del Michigan, porta a dire di sì: la vostra diversa reazione a Donald è influenzata dal gesto che avete fatto durante le due letture.

Secondo Wiseman questa è la dimostrazione di come il corpo, le nostre azioni e i nostri comportamenti influenzano i pensieri. E, a lungo andare, la nostra personalità. Se vogliamo cambiare non serve pensare di cambiare: molto meglio iniziare a farlo comportandoci in modo diverso da subito.








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