Network, canali e piattaforme streaming.
La tecnologia permea sempre più la vita quotidiana e favorisce l’integrazione tra telecomunicazioni e informatica, multimedialità e interattività.
Il futuro della televisione è in continua evoluzione e non solo è difficile prevedere quello che accadrà di qui a venti anni, ma anche solo a cinque.
I progressi tecnologici sono infatti all’ordine del giorno e lasciano intravedere cambiamenti degni della fantascienza più sfrenata. Alcune linee di tendenza sono però già evidenti.
Ma la televisione è destinata davvero a scomparire? E come sarà la televisione del futuro? Scopriamolo insieme.
1. Benvenuta tv digitale
In Italia tutto è cominciato il 4 luglio 2012.
In questa data storica si è consumato il passaggio definitivo dalla tradizionale televisione analogica terrestre – quella dei Mike Bongiorno, dei Corrado e dei Pippo Baudo – alla televisione digitale.
Un processo che ha interessato sia la televisione satellitare sia quella via cavo e che non riguarda solo noi, ma tutto il mondo: hanno cominciato nel 2006 i Paesi Bassi, mentre la Colombia ha completato lo switch-off, come viene definito in gergo il processo, nel 2017. Tanti altri Stati seguiranno.
L’introduzione della tv digitale ha comportato novità importanti, come avere un maggior numero di canali e programmi disponibili (multicanalità), nuove tipologie di contenuti e di servizi, migliore qualità audio/video, la possibilità di partecipare attivamente e immediatamente ai programmi televisivi con semplici azioni, minore inquinamento elettromagnetico.
Soprattutto, però, ha aperto l’era della “convergenza tecnologica”, ossia la possibilità di consumare i contenuti televisivi indipendentemente dal mezzo perché possono essere diffusi su tutte le reti disponibili, in maniera sempre più personalizzata (on demand) e interattiva.
In questo modo, la passività che contraddistingue il consumo della televisione tradizionale viene sostituita dall’interattività, garantita dall’integrazione del linguaggio televisivo con la navigazione in Rete attraverso nuove piattaforme distributive di contenuti.
2. La televisione del futuro
Sarà olistica, intelligente e IoT. Che cosa significano queste parole?
- Per televisione olistica si intende una televisione che prevede un sistema di schermi connessi a tutte le piattaforme di distribuzione dei contenuti: Digitale Terrestre, Satellite e Internet.
La fruizione è time-shifted (spostata nel tempo): significa, ad esempio, che si può vedere dall’inizio un programma già iniziato, personalizzandone l’avvio.
Per fruirla si dovranno usare strumenti avveniristici: come i caschi virtuali, ad esempio gli Oculus Go, visori sviluppati da una società acquisita nel 2014 da Facebook, che permettono di accedere a piattaforme di video-streaming con programmi sia in diretta sia on-demand come Hulu e Netflix, con il valore aggiunto di fruire di ogni contenuto su uno schermo virtuale.
- Per televisione intelligente, invece, si allude all’integrazione tra il televisore, gli elettrodomestici di casa e tanti altri dispositivi reciprocamente connessi grazie all’intelligenza artificiale.
In pratica, una serie di funzionalità software sempre più sofisticate consentirà di automatizzare il funzionamento di diversi dispositivi in maniera integrata e coordinata.
Sarà così possibile, ad esempio, possedere un televisore con Assistant integrato (l’assistente vocale di Google) in grado di dialogare automaticamente con gli amplificatori wireless, in modo da sfruttare la qualità audio degli stessi durante la visione di un film.
Il televisore potrà dialogare anche con altri strumenti, come la lavatrice e l’asciugatrice, impostando su richiesta programmi per sincronizzare i cicli di lavaggio durante la proiezione di un programma, o come il frigorifero che, in virtù di uno schermo integrato, permetterà di visualizzare le ricette realizzabili in base al cibo presente al suo interno e dialogare, a sua volta, con il forno, preordinando tempi e modalità di cottura.
I televisori dotati di intelligenza artificiale saranno in grado di mostrare notizie e previsioni meteo in tempo reale, servendo, al tempo stesso, da pannello di controllo per gli altri dispositivi connessi presenti nelle nostre case come telecamere, aspirapolveri, sistemi di riscaldamento, luci, climatizzatori e fotocamere.
Sfruttando la connettività, sarà possibile scattare una foto con il proprio smartphone e impostarla come sfondo del televisore o dell’intera parete allo spegnimento di questo.
In prospettiva, il televisore potrà integrarsi e connettersi con il sistema smart della casa per cui ogni utente potrà programmare funzioni e servizi all’interno della propria abitazione da remoto in modo da poter fruire del suo programma preferito con le stanze riscaldate e la cena già pronta e servita da un robot.
Il tutto, mentre altri dispositivi svolgono le faccende domestiche in silenzio.
- Infine il televisore del futuro potrà contare anche sul cosiddetto Internet delle cose (o IoT, acronimo di Internet of Things), un neologismo che rimanda all’estensione di Internet al mondo degli oggetti fisici.
In pratica, grazie a Internet, gli oggetti non saranno più inerti, ma acquisteranno intelligenza incamerando e comunicando dati grazie al collegamento alla Rete.
Il televisore potrà non solo trasmettere suoni e immagini, ma anche monitorare il clima domestico, “spiare” eventuali intrusioni, comunicare messaggi e appuntamenti, avvertire di eventuali malfunzionamenti.
Il tutto sarà facilitato dall’impiego di un unico telecomando smart in grado di sin- cronizzarsi con tutti gli altri dispositivi presenti in casa.
Una sorta di centralina internet capace di telecomandare qualsiasi oggetto presente in casa (luci, termostati, ventilatori, prese elettriche, persiane ecc.) semplicemente puntandolo nella sua direzione.
Sebbene tutto ciò sembri avveniristico, molti commentatori sono dell’idea che una convergenza così massiccia metterà a dura prova la nostra privacy e potrà essere utilizzata da malintenzionati per penetrare subdolamente nei nostri sistemi smart e usufruire dei nostri servizi, accedendo a informazioni che ci riguardano e alle nostre password.
Un problema non di poco conto, con cui avremo probabilmente a che fare nel prossimo futuro.
3. La tv è destinata a scomparire?
E se la televisione scomparisse?
Questa domanda non è così peregrina se si pensa che il più grosso cambiamento di questi anni è lo spostamento di quella che noi chiamiamo ancora “televisione” su Internet.
La fusione di televisione, telefonia e computer ha generato infatti un prodotto lontanissimo dalla televisione tradizionale con caratteristiche uniche e in costante evoluzione.
Tra i siti streaming ci sono sia servizi gratuiti, che si basano sulle inserzioni pubblicitarie, sia servizi a pagamento, che richiedono la sottoscrizione di un abbonamento periodico o il noleggio di titoli singoli.
Le piattaforme consentono una fruizione dislocata e flessibile, cioè non più ancorata a supporti e orari predefiniti e personalizzabile in qualsiasi misura.
La fruizione è possibile sia da computer sia da dispositivi come tablet, smartphone e Smart tv. Di conseguenza non esiste più un palinsesto fisso, cioè una programmazione stabile a cui attenersi rigidamente.
È lo spettatore a crearsi un palinsesto secondo i propri bisogni. Così non è più l’utente passivo di un tempo, ma un consumatore attivo.
Addirittura può diventare un prosumer, ovvero produttore e consumatore, in quanto può contribuire attivamente, in virtù dei mezzi tecnologici oggi disponibili a tutti a prezzi ridotti, a proporre contenuti da diffondere sul Web.
Se questo è vero, ha senso parlare ancora di televisione?
4. Il boom delle serie tv e che cosa significa "streaming"
Il boom delle serie tv
Nel frattempo, una delle conseguenze di questo spostamento è evidente dall’affermazione di alcuni contenuti a scapito di altri: la frontiera attuale della televisione sono sicuramente le serie tv.
Negli ultimi anni, sono diventate talmente numerose e di qualità da divenire appetibili a ogni canale e piattaforma streaming. Anche più del cinema.
Le serie tv, infatti, si adattano più facilmente ai tempi e al pubblico moderni, e, grazie alla possibilità di essere fruite da qualsiasi supporto, riescono a occupare ogni tempo morto.
Tutti possono guardarle sul treno, in bagno, in una pausa di lavoro. Inoltre, la digitalizzazione dei contenuti consente nuovi comportamenti, destinati sicuramente a diventare più frequenti, come il binge watching, cioè il vedere intere serie, puntata dopo puntata, stagione dopo stagione, senza soluzione di continuità e senza interruzioni di pubblicità.
Il fenomeno è nato con l’affermazione di Netflix ed è stato immediatamente condiviso da altre piattaforme streaming come Infinity, TIMvision, Hulu, Chili, Amazon Prime e altre ancora.
Si tratta di un comportamento in crescita che qualcuno già definisce “potenzialmente patologico” e che potrebbe avere conseguenze imprevedibili.
Che cosa significa "streaming"?
Nel gergo delle telecomunicazioni, per streaming s’intende un sistema di trasmissione di segnali audio e video tramite Internet, che permette di guardare o ascoltare i contenuti senza attendere che siano completamente scaricati su un supporto.
Può essere in diretta (live), come per le trasmissioni disponibili sul sito della Rai, o su richiesta (on demand) come sulle piattaforme quali Netflix e Infinity. Può essere, infine, gratis o a pagamento.
In tempi recenti lo streaming si è coniugato con l’OTT (Over the Top Television), una modalità di distribuzione di contenuti televisivi dalla rete Internet senza banda dedicata e qualità garantita, mediante l’utilizzo di applicazioni incorporate nei televisori.
La diffusione dei contenuti OTT è fruibile senza la mediazione di gestori di rete.
5. Un giorno la tv trasmetterà anche gli odori e 4 tipologie di trasmissione, 4 tipologie di televisione
Un giorno la tv trasmetterà anche gli odori
Sembra futuristico, ma è qualcosa già sperimentato nel passato.
L’inventore svizzero Hans Laube è infatti passato alla storia per aver creato, nella prima metà del XX secolo, Smell-O-Vision, un sistema in grado di diffondere odori nelle sale cinematografiche per far “sentire con il naso” allo spettatore gli odori evocati nel film.
Il sistema fu applicato solo una volta, nel 1960, in occasione della proiezione del film Scent of Mystery (“Profumo di mistero”), prodotto da Mike Todd Jr., e consentiva di iniettare nell’aria 30 diversi tipi di odori, innescati dalla colonna sonora.
In anni più recenti, lo sviluppo della tecnologia digitale applicata agli odori ha tentato di applicare le suggestioni del sistema Smell-O-Vision alla televisione.
Attualmente alcune compagnie come Aromajoin sono impegnate nella produzione di dispositivi intelligenti in grado di connettersi a televisori, PC e smartphone per offrire rappresentazioni olfattive di ciò che l’utente vede o ascolta.
Le sfide più importanti riguardano la sincronizzazione della traccia olfattiva con quella sonora e visiva, le modalità di diffusione degli odori, i possibili rischi per la salute della percezione di odori sintetici.
Al momento questi problemi non sono stati ancora risolti, ma c’è chi giura che il futuro della televisione sarà olfattivo.
4 tipologie di trasmissione, 4 tipologie di televisione
A seconda del metodo di trasmissione usato per raggiungere gli spettatori, la televisione si distingue in:
- terrestre, quando si avvale di un insieme di onde radio emesse da trasmettitori situati sulla superficie terrestre;
- satellitare, quando le onde radio sono emesse da trasmettitori collocati su satelliti artificiali;
- via cavo, se il metodo di trasmissione del segnale non avviene via etere ma si serve di un cavo per telecomunicazioni;
- via IPTv, se il servizio televisivo viene fruito tramite Internet (protocollo IP).
Inoltre, la televisione può essere:
- analogica, se i segnali sono trasmessi in maniera continua e non numerabile;
- digitale, se il segnale viene tradotto nel cosiddetto sistema binario, che comprende due semplici valori (0 e 1);
- lineare, se segue un modello centralizzato di diffusione da uno a molti, senza che lo spettatore possa intervenire;
- interattiva, se lo spettatore può interagire con ciò che vede in tv.