Come te la cavi con le persone attorno a te, il tuo partner, i figli, i genitori, i fratelli e i colleghi di lavoro? Ritieni che i rapporti con loro siano generalmente buoni o piuttosto tesi con ampi margini di miglioramento?
Sebbene, quando parliamo di relazioni, pensiamo subito al partner, i legami e le interazioni con le altre persone presenti nella nostra vita sono altrettanto signifificative.
“Le relazioni sono fondamentali per la nostra salute e felicità, e danno signifificato e scopo alla nostra vita”, conferma la dottoressa Jessamy Hibberd, psicologa clinica e scrittrice.
“Siamo esseri sociali, e i nostri antenati avevano bisogno di stare insieme e vivere in armonia in gruppo per sopravvivere. Ciò sottolinea l’importanza dell’inclusione sociale, e gli studi in questo campo dimostrano che la mancanza di supporto sociale ha conseguenze altrettanto negative sulla nostra salute quanto il fumo. L’isolamento sociale è associato a un rischio maggiore di sviluppare malattie e morire prematuramente, mentre le relazioni positive offrono benefifici a lungo termine per la salute e la longevità”.
Se una relazione non funziona come dovrebbe, potremmo finire per provare rabbia, risentimento, sensi di colpa o tristezza generale, a seconda della situazione e dell’effetto che tale relazione esercita su di noi.
Quando una relazione è seriamente compromessa – a causa di un tradimento, di gravi disaccordi o di altri fattori come la dipendenza da droghe o alcol – l’aiuto di un professionista spesso rappresenta l’opzione migliore per provare a recuperarla, tramite consulenza individuale oppure, preferibilmente, terapia di coppia o di gruppo.
Sfortunatamente però, nonostante tutti gli sforzi possibili, a volte la cosa migliore da fare è mettere la parola fine (una soluzione più facile per alcuni tipi di relazione rispetto ad altri, ovviamente).
La buona notizia è che, quando si tratta di problemi quotidiani o modelli di comunicazione inefficaci che tutti probabilmente abbiamo sperimentato nella nostra vita con le persone a noi prossime, possiamo fare molto per migliorare le cose.
Qui di seguito esaminiamo cinque fattori da tenere in considerazione per sviluppare relazioni migliori.
1. L’importanza dell’ascolto
Forse è uno degli strumenti più potenti a nostra disposizione per migliorare sensibilmente le relazioni: l’ascolto attivo è molto più che stare semplicemente seduta ad annuire, chiedendoti quando verrà il tuo turno di parlare o quando potrai continuare a fare quello che stavi facendo.
Ed è anche ben più che stare lì a borbottare distrattamente “uh uh” armeggiando con il cellulare mentre il tuo interlocutore sta cercando di raccontarti la sua giornata.
“Siamo sottoposti a così tante pressioni e distrazioni che talvolta è veramente difficile concentrarsi pienamente, persino in presenza delle persone a noi più vicine. Tuttavia, è molto importante che gli altri si sentano ascoltati e compresi”, conferma la dottoressa Hibberd, autrice di The Imposter Cure.
I segnali fisici che testimoniano l’ascolto attivo includono un buon contatto visivo (senza però fissare intensamente l’interlocutore, atteggiamento questo che potrebbe risultare intimidatorio), una postura aperta (sporgersi verso l’altra persona evitando di incrociare braccia e gambe) e la consapevolezza del momento giusto per replicare o tacere.
Inoltre, dovresti provare a trattenerti dall’interrompere ripetutamente o dal sovrastare la storia di qualcuno con la tua, come ad esempio “Dici di aver passato una brutta giornata, ma in realtà non è niente. Aspetta di sentire la mia!”.
Piuttosto, quando il tuo interlocutore finisce di parlare, dimostragli che hai ascoltato attentamente riassumendo ciò che ha detto senza esprimere alcun giudizio, e invitalo a proseguire.
“Quindi, oggi sei deluso perché non hai ricevuto i riscontri che speravi e per i quali hai lavorato duramente?”.
Nonostante sembri semplice, l’ascolto attivo richiede una certa pratica (è un’abilità che si apprende, ad esempio, durante la formazione da terapeuti), ma vale sicuramente la pena per la differenza che può fare in qualsiasi tipo di relazione.
2. Il giusto equilibrio
Il dottor John Gottman, esperto di relazioni, terapeuta e scrittore, ha studiato a fondo il segreto di relazioni sane e durature e ha notato che le coppie di questo tipo manifestano cinque interazioni positive per ciascuna negativa.
Il dottor Gottman ritiene persino di essere in grado di prevedere se un matrimonio è destinato a terminare con un divorzio sulla base del magico rapporto 5:1.
“Morale della favola: benché una certa soglia di negatività sia necessaria per una relazione stabile, è la positività a nutrire l’amore”, afferma sul suo sito web. Per interazione si intende un semplice gesto amorevole – come toccare la mano del partner – o l’ascolto attivo, come già detto.
L’interazione negativa, invece, è un atteggiamento neutrale, come ad esempio tralasciare di fare commenti in merito a qualcosa che il partner ci mostra, oltre a tutte quelle affermazioni sprezzanti o critiche come alzare le spalle per esprimere disinteresse o roteare gli occhi al cielo con aria sarcastica.
Il dottor Gottman insiste sul fatto che le coppie debbano dimostrare sempre apprezzamento e rispetto reciproci, un atteggiamento questo che spesso si perde nel corso del tempo.
Sebbene la sua teoria dell’equilibrio sia stata sviluppata in modo mirato per le coppie, alcuni aspetti si applicano anche ad altre relazioni, dal momento che tutti hanno bisogno di manifestazioni di apprezzamento, e tutti possiamo essere consapevoli se diamo le altre persone per scontate.
3. Tempo prezioso
Se non trascorriamo “tempo di qualità” insieme agli altri, è facile perdere di vista ciò che sta accadendo nelle loro vite, persino quando viviamo sotto lo stesso tetto.
In questo caso, vengono meno altresì le esperienze positive condivise a cui attingiamo per far fronte a momenti difficili o esperienze negative, una situazione che può ricordare due navi che si incrociano di tanto in tanto o che, addirittura, finiscono in rotta di collisione non appena il mare si fa burrascoso!
“Per ‘tempo di qualità’ non intendiamo necessariamente molte ore; in alcuni casi, può trattarsi anche solo di mezz’ora o dieci minuti”, spiega la terapeuta familiare e di coppia Dee Holmes, consulente senior per Relate.
“Il segreto sta nella capacità di gestire quel tempo e tenere lontane le distrazioni. Se il tuo partner o i tuoi figli desiderano la tua compagnia o la tua attenzione, ma non puoi fare a meno di rispondere a una telefonata urgente o precipitarti a un appuntamento, sii sincera e di’ loro che sarai disponibile in seguito. Tuttavia, è buona pratica ritagliarsi del tempo regolarmente per i membri della famiglia. Ad esempio, quando i tuoi figli tornano a casa da scuola, potresti decidere di dedicare loro mezz’ora di tempo senza interruzioni, oppure concentrarti sul tuo partner dopo il lavoro, magari istituendo l’abitudine di bere una tazza di tè insieme”.
Sebbene il “tempo di qualità” passi anche attraverso la visione di un programma TV o un film insieme, Holmes sottolinea l’importanza di stare insieme svolgendo un’attività anziché stare semplicemente vicino a qualcuno.
“Vedo bambini che vanno a scuola incollati ai loro smartphone come zombie, mentre prima avrebbero chiacchierato con gli amici camminando accanto a loro”, osserva.
“Allo stesso modo, in famiglia ci si ritrova spesso nella stessa stanza, tutti su dispositivi diversi, senza alcuna comunicazione, e questo atteggiamento viene spesso denunciato da chi viene in terapia. Si potrebbe stabilire un limite salutare all’uso dei social media, come ad esempio il divieto di controllare lo smartphone a tavola o in certi orari del giorno. Naturalmente, i limiti possono variare per ciascun membro della famiglia”.
La dottoressa Hibberd concorda sull’importanza del tempo speso insieme e sul modo migliore di investirlo. “Fare esperienze insieme è importante nelle relazioni, sia che si tratti di qualcosa di importante sia che si tratti di qualcosa di semplice, come un pasto o una battuta divertente”.
4. Spiegazione e comprensione
Probabilmente ti è capitato di notare qualcuno che se ne va in giro sbattendo le porte con un’espressione addolorata e arrabbiata sul viso, e a quel punto ti sei chiesta se sei stata tu a infastidire questa persona e hai pensato bene che ti convenisse stare alla larga da lei.
Più tardi, hai scoperto che questa persona era semplicemente stressata per qualcosa che non riguardava te, oppure voleva farti capire di essere stanca e aver bisogno di aiuto, ma tu non hai capito.
“Quando insorgono delle difficoltà in una relazione, chiedo ai pazienti se ne hanno discusso con le persone interessate, e loro spesso mi rispondono che si aspettavano che gli altri lo sapessero già”, spiega Dee Holmes di Relate.
“Ma non possiamo presumere che gli altri, anche quelli più vicini a noi, ci leggano nel pensiero. Potrebbero interpretare una situazione in modo completamente diverso, o non avere il minimo sospetto che qualcosa in particolare rappresenti per te un problema, dal momento che non era così in una relazione precedente. Non sottovalutare mai il potere delle spiegazioni”.
La dottoressa mette anche in luce i problemi di comunicazione che si verificano quando si utilizzano i servizi di messaggistica o WhatsApp, dove non si fa ricorso né al tono di voce né al linguaggio del corpo come strumenti di supporto alla comunicazione.
Tuttavia, in alcune circostanze, la scrittura si rivela un mezzo utile per aprire vie di comunicazione.
“Per una situazione in famiglia che continua a causare problemi o discussioni, si può suggerire a tutti di scrivere tre potenziali soluzioni per poi sedersi e discuterne.
A volte, scrivere una lettera a un partner, un genitore o un amico può essere un esercizio utile se si tratta di un argomento difficile da affrontare faccia a faccia, o se temi che il tuo interlocutore possa interromperti nel bel mezzo del discorso”.
5. Gioco di ruolo
Hai mai notato delle differenze nelle interazioni che hai con persone diverse? Hai appurato che ciascuna di queste interazioni fa emergere dei lati diversi di te? Bene, allora, sei entrata nel magico mondo dell’Analisi Transazionale, o AT.
Questa teoria, nata negli anni ’50, viene utilizzata da alcuni terapeuti per spiegare perché pensiamo, ci sentiamo e ci comportiamo in un certo modo, in particolare quando si tratta delle relazioni con gli altri.
In parole povere, la teoria prevede tre sotto-personalità note come stati dell’Io – Genitore, Adulto e Bambino – tra i quali spaziamo regolarmente (con alcune ulteriori suddivisioni all’interno di queste macro-categorie, come Genitore affettivo e Genitore negativo).
Secondo questa teoria, assumiamo ruoli diversi a seconda della persona con cui interagiamo e di come ci sentiamo in quel momento, perciò è facile rimanere intrappolati in schemi e ruoli inutili.
Acquisire consapevolezza di questo processo ci consente di cambiare marcia e innescare una reazione in grado di migliorare le interazioni e le relazioni. Ad esempio, se sei costantemente infastidita dal fatto che il tuo partner non svolge la sua parte di faccende domestiche, rischi di assumere il ruolo del genitore negativo e anche farti scappare un’affermazione rabbiosa ed emettere giudizi.
Passando allo stato razionale Adulto dell’Io, potremmo invece replicare: “Questa settimana ho svolto io la maggior parte delle faccende domestiche e sono davvero stanca. So che anche tu stai lavorando tanto, ma avrei proprio bisogno del tuo aiuto stasera”.
Questo atteggiamento dovrebbe (auspicabilmente) invitare l’altra persona a rispondere da adulto, anziché comportarsi come un bambino capriccioso o assumere a sua volta un ruolo negativo e rinfacciarti tutte le cose che non hai fatto nel corso della settimana, con il rischio che la conversazione sfoci in un litigio.
Le nostre relazioni – con i parenti, il partner, i figli, gli amici o i colleghi – sono esperienze meravigliose che arricchiscono la nostra vita. Acquisendo maggiore consapevolezza di questo potenziale, riusciremo a ricavare il meglio da ciascuna di esse.
Note
COLTIVARE LE AMICIZIE
Chi trova un amico trova un tesoro, ma quando i ritmi di vita sono frenetici, come si fa a mettersi d’accordo per frequentarsi?
Nell’era in cui vantiamo centinaia di “amici” su Facebook, è sempre più facile che le amicizie diventino più virtuali che reali.
In passato, inviavi cartoline e biglietti, mentre oggi pubblichi un messaggio sbrigativo del tipo “Buon compleanno”; oppure tu e un amico vi scambiate messaggi da mesi ma non parlate da un anno nemmeno al telefono, figuriamoci di persona.
Se questa situazione ti suona familiare, vale la pena di fare un piccolo sforzo per riportare un’amicizia nella vita (reale).
Una telefonata inaspettata anche solo per chiedere se va tutto bene, un biglietto o, meglio ancora, darsi appuntamento per incontrarsi (senza però poi annullarlo o posticiparlo all’infinito) possono fare la differenza, così come mostrare un sincero interesse nei confronti di ciò che sta succedendo a un amico, anziché limitarti a raccontare solo ciò che riguarda te.
Non sai mai quando avrai bisogno dei tuoi amici, quindi coltiva le relazioni e dimostra loro quanto sono importanti per te, anziché indurli a pensare che ti rivolgi a loro solo in caso di necessità.