Con l’ipertensione si verifica una curiosa circostanza; si tratta di una delle alterazioni dell’organismo più pericolose per la salute – è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari – ma la maggior parte delle persone non la considera particolarmente dannosa.
Sicuramente per questo solo il 30% degli ipertesi si sottopone a cure, secondo la Siia, la Società Italiana Ipertensione Arteriosa.
L’OMS l’ha definita un problema globale e la comunità scientifica ha da tempo dimostrato con numerosi studi che il suo controllo – anche quando non è particolarmente alta – è la migliore salvaguardia per la salute.
– La massima o sistolica misura la pressione massima del sangue nelle arterie. È ipertensione se questa è al di sopra dei 140 mmHg, anche se molti medici consigliano di non superare i 130 mmHg.
– La minima o diastolica valuta la pressione del sangue quando il cuore riposa, ovvero tra un battito e un altro. Viene considerata ipertensione a partire dai 90 mmHg, sebbene ci siano esperti che stabiliscono il limite a 85 mmHg.
Il 40% degli italiani al di sopra dei 35 anni ha la pressione alta e la maggior parte di essi non lo sa. Tra i soggetti dai 65 anni in poi, fino al 70% soffre di ipertensione. Però, si può riuscire a controllarla. Vediamo come.
1. Quello che influisce sulla pressione e i 3 errori che fanno abbassare la guardia
Quello che influisce sulla pressione
- È stato dimostrato che la pressione arteriosa sistolica aumenta progressivamente con l’età (le arterie si induriscono fisiologicamente con il tempo) e per questo a 65 anni il numero di soggetti ipertesi aumenta in modo particolare.
- Influiscono in una certa percentuale anche i fattori genetici (ci sono 29 aree del DNA che hanno a che fare con il rischio ipertensivo), che, però, danno solo una tendenza all’ipertensione, ma non ne determinano l’insorgenza.
- Il fattore più importante è però lo stile di vita, che comporta l’innalzamento o meno della pressione nell’arco dell’esistenza, poiché lo stile di vita incide sugli ormoni, le varie sostanze che circolano nel sangue, l’attività cardiocircolatoria.
Così ne risente la tua salute se ignori il problema
C’è chi pensa che avere la pressione massima un po’ elevata non sia pericoloso. Tuttavia, se questo valore si trova leggermente al disopra della massima raccomandata, l’organismo già ne soffre. Tuttavia, è stato provato che anche qualsiasi sforzo per abbassare la pressione sanguigna si ripercuote positivamente sulla salute.
Eccone i vantaggi:
- Si abbassa il rischio di ictus
Uno studio internazionale co-diretto dal prof. Alberto Zanchetti dell’Istituto Auxologico Italiano afferma che abbassando solo di 2 mmHg la pressione, il rischio di ictus diminuisce del 10 per cento. Si riduce anche la probabilità di aneurismi.
- E quello di infarto
Lo studio del prof. Zanchetti afferma che con l’abbassamento di 2 mmHg il rischio si riduce del 4 per cento. Inoltre, la pressione sanguigna elevata sottopone il cuore a uno sforzo superiore al nomale e tutto questo può nel tempo provocare insufficienza cardiaca. È infatti dimostrato che la riduzione della pressione è un potente mezzo per ridurre l’insorgenza di scompenso cardiaco.
- Più salute anche per i reni
Con la pressione alta, anche i vasi sanguigni del rene si danneggiano. Ciò, a sua volta, può peggiorare l’ipertensione. L’unico modo per rompere questo circolo vizioso è cercare di abbassare gradualmente la pressione sanguigna. Così si ridurrà il rischio di insufficienza renale.
Nelle donne è più pericolosa
Ci sono donne che pensano che l’infarto colpisca il sesso maschile e pertanto non danno alla propria ipertensione l’importanza che merita.
Anche se gli uomini tendono ad avere una pressione sistolica più alta delle donne, il problema si eguaglia tra i sessi intorno ai 60 anni, soprattutto dopo la menopausa.
Ciò è dovuto al calo degli estrogeni (ormoni femminili) che hanno proprietà vasodilatatorie. L’aumento di peso che si può avere è un altro fattore che contribuisce all’aumento della pressione nella donna.
Da sapere: Le ultime ricerche hanno dimostrato che una pressione arteriosa elevata è più pericolosa nella donna. Infatti, secondo quanto evidenziato da uno studio pubblicato sulla rivista Therapeutic Advances in Cardiovascular Disease, anche se l’incidenza di questa patologia nel sesso femminile a partire dai 60 anni di età è la stessa dell’uomo, sembra che nelle donne possa causare un danno maggiore nell’organismo.
Può essere un segnale che qualcos’altro non va
- I reni non lavorano bene.
L’ipertensione può danneggiare i reni, ma a volte succede il contrario: è un problema renale che causa l’ipertensione. Infatti il rene lavora eliminando il sodio accumulato nell’organismo. Pertanto, se non funziona a dovere, può innalzarsi la pressione arteriosa.
- Soffri di apnee notturne.
A volte l’ipertensione è riconducibile alle apnee notturne. Infatti quando si ha un piccolo arresto respiratorio il contenuto di ossigeno nel sangue diminuisce e l’organismo reagisce liberando ormoni che stimolano la circolazione contraendo le arterie.
Ecco i 3 errori che fanno abbassare la guardia
- La pressione è entro i limiti della norma.
I ricercatori dell’American College of Cardiology hanno recentemente osservato che trovarsi per molti anni al limite dei valori considerati normali predispone alle cardiopatie. Hanno studiato più di 2500 uomini e donne per un periodo di 25 anni e hanno scoperto che chi aveva la pressione un po’ più elevata, ma all’interno dei valori normali, tra i 18 e i 30 anni, aveva poi un rischio maggiore di incorrere in problemi di cuore. - È alta, ma di poco.
Se qualche volta la tua pressione sistolica (la massima) è un po’ più elevata, anche se hai meno di 40 anni o non ti succede sempre, è significativo. Lo suggerisce una ricerca dell’Università Statale di New York, secondo la quale questo dato risulta predittivo di malattia cardiaca. Inoltre, secondo la Facoltà di Medicina dell’Università Autonoma di Madrid, il 90 per cento dei soggetti con livelli elevati di pressione a 50 anni di età andrà incontro a ipertensione. - I tuoi valori oscillano, ma non sempre sono elevati.
Dopo aver studiato la pressione di 26.000 soggetti per alcuni anni, i ricercatori statunitensi dell’Università dell’Alabama sono giunti alla conclusione che gli individui che hanno grandi oscillazioni nella pressione arteriosa (di più di 14 mmHg) corrono il 25% in più di rischio di andare incontro a insufficienza cardiaca, rispetto a chi mantiene livelli stabili.
2. La misurazione perfetta in casa
La misurazione perfetta in casa
Non solo chi non ha sintomi deve fare controlli periodici della pressione.
Anche chi ha una diagnosi o chi ha normalmente la pressione alta deve misurarla periodicamente (non solo quando ci si sente male).
Si calcola che fino al 20% dei casi di ipertensione si controlli grazie al fatto che il paziente misura regolarmente la pressione a casa. Ecco come misurarla correttamente.
IL BRACCIO: Deve stare a riposo sul tavolo.
IL BRACCIALE: 2 cm al di sopra del gomito.
I VESTITI: Meglio che non stringano il braccio.
DETTAGLI IMPORTANTI:
Il tuo atteggiamento: scegli un momento in cui sei tranquilla e puoi rimanere serena e senza parlare durante la misurazione.
Se assumi antipertensivi: non misurare la pressione subito dopo aver preso i farmaci. Misurala prima della colazione o prima di cena.
Mezz’ora prima della misura evita caffè, alcol e tabacco. Cerca di avere la vescica vuota prima di procedere alla misurazione.
Dopo: segna su un quadernetto la massima, la minima e il polso, insieme alla data e all’ora della misurazione. Ripeti più volte la misurazione.
Un’ipertensione reale? Cosa può accadere
Spesso l’ipertensione passa inosservata (perché è asintomatica) e si ignora che il proprio organismo abbia un problema. Alcune persone notano degli sbalzi di pressione quando questa viene misurata, ma alle volte è una falsa indicazione.
Esistono fattori che possono alterare i risultati della misura, tanto da indicare una “falsa” ipertensione. Per esempio, una persona non ipertesa va dal medico per un controllo, come quello della pressione, ma diventa ansioso.
Difatti, questa circostanza è così comune da essere chiamata “ipertensione da camice bianco”. Gli esperti raccomandano di controllare la pressione almeno ogni due anni in tutti i soggetti adulti; ogni anno se la pressione è stata al di sotto di 120/80 mmHg all’ultimo controllo o se è risultata di 120-139/80-89 mmHg.
Quando misurare la pressione
La pressione arteriosa non è costante, è influenzata dal sistema nervoso e si modifica con variazioni della respirazione e della frequenza cardiaca. In alcune circostanze, quindi, può innalzarsi o, al contrario, può calare durante il sonno.
Queste non vengono considerate alterazioni della pressione (a meno che le oscillazioni non siano molto marcate e non corrispondano a quelle situazioni che ne provocano una variazione). Perciò la pressione arteriosa viene misurata sempre a riposo.
Una misura affidabile: essere rilassati è fondamentale per non alterare la misura. Non provare mai la pressione dopo un’attività che possa averla alzata e riposa seduta per 5 minuti prima di misurarla.
Come oscilla a seconda di quanto stai facendo:
ATTIVITÀ | SISTOLICA (MASSIMA) | DIASTOLICA (MINIMA) |
A RIPOSO | È stabile | È stabile |
GUARDANDO LA TV | Si alza di 0,3 mmHg | Si alza di 1,1 mmHg |
CONVERSANDO | Si alza di 6,7 mmHg | Si alza di 6,7 mmHg |
MANGIANDO | Si alza di 8,8 mmHg | Si alza di 9,6 mmHg |
VESTENDOTI | Si alza di 11,5 mmHg | Si alza di 9,7 mmHg |
LAVORANDO | Si alza di 16 mmHg | Si alza di 13 mmHg |
DORMENDO | Si abbassa di 10 mmHg | Si abbassa di 7,6 mmHg |
3. Controlla il sale con i nostri consigli
Uno dei primi consigli per controllare la pressione è ridurre il consumo di sale nell’alimentazione, poiché questo contribuisce alla riduzione di elasticità delle arterie.
Può non essere così semplice, però, ridurne il consumo, in quanto, come affermano gli esperti di ipertensione, questa sostanza dà una certa “dipendenza”, poiché attiva aree dell’ipotalamo correlate con la sensazione di piacere.
Conviene pertanto seguire un programma che permetta di ridurre lentamente la quantità di sale nell’alimentazione, fino a raggiungere quelle raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (5 grammi al giorno, ovvero un cucchiaino raso). Tieni sempre presente che in Italia assumiamo in media 11 grammi di sale al giorno.
- CONSIGLIO 1: Elimina quello nascosto nei cibi che assumi senza saperlo
Si stima che il 75-80% dell’assunzione totale di sale provenga dai prodotti confezionati e precotti e solo una minima parte derivi dal pizzico che si aggiunge nel piatto.
INDIVIDUALO COSÌ
Si capisce che alcuni prodotti (come le patatine fritte, i sottaceti e gli affumicati, il prosciutto e la pancetta) ne contengono molto.
Ma non dimenticare che anche formaggi stagionati, i cibi pronti, il pane e pure i dolci (biscotti, pasticcini, cereali della colazione) contengono molto sale. Se consumi verdure in lattina, cola il liquido e sciacquale bene.
Sicura che sia poco salato? Controlla le etichette e rinuncia ai prodotti che hanno più di 300 mg di sodio per etto (è quasi un grammo di sale!). Scegli alimenti poveri di sodio (ovvero con non più di 120 mg di sodio). Se viene indicato che il prodotto è “a scarso contenuto di sodio” significa che non contiene più di 40 mg di sodio. Se c’è scritto che non contiene sale vuol dire che ha meno di 5 mg di sodio. - CONSIGLIO 2: Riduci anche quello che aggiungi a tavola
Ridurre il consumo di sale in cucina è possibile solo se riesci a eliminarlo senza rinunciare al sapore.
INSAPORIRE SENZA AGGIUNGERE IL SALE
Carne. Rendi più appetitosi il vitello e il maiale con chiodi di garofano, pepe, alloro. Le carni bianche migliorano con curry, salvia e dragoncello. Negli stufati puoi usare alloro, aglio, basilico, timo e origano.
Pesce e verdura. Esalta il sapore del pesce sostituendo il sale con qualche goccia di limone e prezzemolo tritato. La noce moscata, l’aneto e il rosmarino sono ottimi per le verdure.
SALE “SENZA SODIO”?
Sale aromatizzato. È un preparato a base di erbe aromatiche (come il timo, il rosmarino o l’aglio) e ortaggi freschi(come il peperoncino, la cipolla, il sedano). Apporta solo 1 mg di sale ogni 10 grammi di prodotto.
Sali modificati. Sono sali trattati industrialmente dai quali viene estratto fino al 70 per cento di sodio. In caso di diabete o cardiopatie, rivolgiti al medico prima di usarli.
L’alimentazione giusta che mantiene elastiche le arterie
La Dieta Mediterranea, secondo lo studio europeo “Prevenzione con la Dieta Mediterranea”, riduce del 28% il rischio di sindromi metaboliche (ipertensione, ipercolesterolemia, glicemia e trigliceridi alti). Questa dieta, infatti, è ricca di alimenti protettivi.
CEREALI
Il consumo di cereali integrali è correlato direttamente con un minor rischio di ipertensione arteriosa. Fanno bene anche i legumi e la frutta secca non salata.
FRUTTA E VERDURA
Contiene molti nutrienti protettivi, soprattutto un tipo di avonoidi (antocianine) che riducono la rigidità delle arterie.
MIRTILLI
Uno studio dell'Università dell’East Anglia dimostra che il consumo di una porzione settimanale di mirtilli riduce il rischio di ipertensione del 10 per cento.
SPINACI
Un recente studio dell’Istituto Karolinska di Stoccolma ha dimostrato che i nitrati contenuti negli spinaci hanno un effetto vasodilatatore delle arterie.
DUE INFUSI CHE TI AIUTANO:
- EQUISETO
È una pianta ricca di potassio che riduce la pressione nei soggetti che tendono a trattenere i liquidi. Serve a prevenire e controllare l’ipertensione. Evitala se soffri di insuf cienza renale.
- BIANCOSPINO
Protegge le pareti arteriose. Si impiega in casi di ipertensione lieve che non si tratta con farmaci antipertensivi.
Quale tipo di grassi usi?
Si raccomanda di diminuire l’assunzione di alimenti ricchi di grassi saturi, poiché un eccesso di queste sostanze può incrementare il tasso di colesterolo nel sangue, facendo perdere alle arterie la loro elasticità. Non abusare di carne rossa, latticini interi, pasticceria e cibi precotti.
Al contrario, fa molto bene il pesce, soprattutto quello azzurro, ricco di acidi grassi omega 3 con azione protettrice del cuore. Contribuisce a ridurre la pressione arteriosa anche usare sempre l’olio di oliva extra vergine per cucinare.
4. Se i farmaci non aiutano, controlla le tue abitudini!
Se soffri di ipertensione e fino a ora non sei riuscita a controllarla con un corretto stile di vita, è probabile che il medico ti abbia prescritto anche dei farmaci (ci sono diverse alternative come i diuretici, gli inibitori del sistema renina-angiotensina, i calcioantagonisti, i betabloccanti), che vanno presi ogni giorno.
La causa più frequente di ipertensione resistente è la non aderenza degli ipertesi alle prescrizioni terapeutiche. È essenziale perciò assicurarsi che la prescrizione di almeno tre farmaci a piene dosi sia seguita bene dal paziente.
Un’ipertensione resistente ai farmaci può derivare da cause psicologiche? Occorre anche assicurarsi che l’ipertensione apparentemente resistente non sia dovuta a una reazione emotiva; occorre pure escludere le cause secondarie d’ipertensione: per esempio, ipertensione endocrina, da restringimento dellearterierenali, da abuso di farmaci o sostanze come la cocaina.
PERCHÉ POSSONO NON AVERE EFFETTO?
Secondo un recente studio, il 90 per cento dei pazienti che hanno ricevuto una diagnosi di ipertensione non segue lo stile di vita raccomandato per ridurre la pressione, e circa il 50 per cento di costoro non porta a termine le terapie che sono state prescritte.
Spesso vengono abbandonate perché si fa fatica a seguire una terapia che non dà cambiamenti che vengono percepiti direttamente dall’individuo (anche se la pressione migliora, non te ne accorgi) o perché la sensazione è che la terapia non funzioni.
Pensa, però, che nella maggior parte dei casi prendere i farmaci non correttamente o non seguire abitudini sane è il motivo per cui la loro azione è bloccata.
- Prendili sempre alla stessa ora.
Siccome la pressione cambia in ogni momento della giornata, è fondamentale prendere i farmaci sempre alla stessa ora. Segui bene le istruzioni del medico, perché a volte conviene prenderli in un momento particolare della giornata.
- Non bere succo di pompelmo alla mattina. Può interagire con alcuni antipertensivi (i calcioantagonisti) aumentandone l’effetto.
- Controlla le interazioni. Esistono in commercio molti farmaci che possono influire sull’efficacia degli antipertensivi. Informa il tuo medico su tutto ciò che stai assumendo, anche i preparati naturali, perché esistono delle piante (come l’erba di San Giovanni o iperico) che possono interagire coi farmaci.
CHE COSA SI FA SE L'IPERTENSIONE E' RESISTENTE? A volte l’ipertensione non si riesce a controllare perché è resistente. Significa che si deve ricorrere a trattamenti più specifici per riuscire a regolare la pressione arteriosa.
- Quando c’è un sospetto. Il medico inizia ad approfondire, se sospetta un’ipertensione resistente, quando nota che il paziente iperteso non ha risposto alla cura (non riesce a controllare l’alterazione con una combinazione di 3 tipi di antipertensivi diversi, somministrati nelle dosi adeguate).
- Che cosa si ricerca? Prima di diagnosticare un’ipertensione resistente, si verifica che i valori misurati in casa siano gli stessi, se si sta seguendo correttamente la terapia, se ci sono dei farmaci che interagiscono con gli antipertensivi o se l’ipertensione non sia originata da un’altra alterazione.
- Che cosa si fa? Una volta confermata la resistenza, in ultima analisi si può ricorrere alla denervazione renale; si inserisce uno speciale catetere nelle arterie renali (attraverso un’arteria femorale, come in una coronarogra a), il quale disattiva le fibre nervose implicate nell’ipertensione.
5. Scopri le 7 abitudini che ti aiutano a controllarla
Le ricerche internazionali hanno indicato che il 15 per cento dei casi di ipertensione arteriosa si possa risolvere solo adottando piccoli cambiamenti nello stile di vita. Ecco le misure da adottare.
- 1 Cerca di ritornare al tuo peso ideale
Recentemente si è scoperto che l’obesità porta all’ipertensione. La ricerca, pubblicata sulla rivista Cell, suggerisce che l’eccesso di grasso nel corpo aumenti la presenza nell’organismo di un ormone chiamato leptina (ovvero l’ormone che invia al cervello il segnale di sazietà per smettere di mangiare).
Ebbene, i ricercatori hanno visto che questo stesso ormone possiede, tra le sue funzioni, quella di regolare la pressione arteriosa e quanta più leptina c’è in circolo, più la pressione aumenta. - 2 Se hai già la pressione alta, smetti di fumare
Smettere di fumare è la maniera più efficace di prevenire malattie cardiovascolari associate nel paziente iperteso. Secondo gli esperti, gli ipertesi che abbandonano quest’abitudine nociva prima dei 40 o 50 anni hanno un’aspettativa di vita simile ai non fumatori. - 3 Fai esercizio, anche se poco
Secondo gli esperti, l’aumento dell’attività fisica e dell’esercizio moderato svolgono nella maggior parte dei casi effetti benefici sulla pressione arteriosa, e ciò anche quando non si osservano ancora dei cambiamenti nel peso corporeo.
Attività come camminare, ballare, nuotare ogni giorno, per 30 minuti, possono risultare sufficienti per ottenere dei benefici. - 4 Non abusare degli antinfiammatori
Quando assumi troppi antinfiammatori, e spesso ciò avviene senza un motivo sufficientemente valido, l’organismo produce meno prostaglandine, cioè quelle sostanze che possiedono proprietà vasodilatatorie e che aiutano ad abbassare la pressione arteriosa.
Questi farmaci vanno prescritti sempre dal proprio medico e non devi prenderli di tua iniziativa. - 5 Regalati qualche minuto di tranquillità
Essere sempre ansiosi favorisce la produzione di adrenalina, una sostanza che mette l’organismo in allerta. Ciò comporta un aumento del ritmo cardiaco e una contrazione dei vasi sanguigni, che portano a un aumento della pressione.
È stato provato che anche una leggera depressione può arrivare ad innalzare la pressione arteriosa. Le tecniche di rilassamento come lo yoga fanno tutto il contrario e ti aiutano a controllare la pressione. - 6 Il contributo del fattori ambientali
Una sostanza che viene impiegata abitualmente nelle bottiglie di plastica o nelle lattine, il bisfenolo A, potrebbe contribuire all’aumento della pressione, secondo quanto afferma l’Università Nazionale di Seul. Si raccomanda di preferire prodotti contenuti in barattoli di vetro.
Uno studio dell’Università Brown afferma che vivere vicino a strade molto trafficate può aumentare il rischio di ipertensione (a causa dell’inquinamento) fino al 22% nelle donne in menopausa. Lo stesso vale per il rumore. - 7 Dormi bene e a sufficienza
Durante il sonno la pressione sanguigna si abbassa gradualmente per qualche ora. Per questo motivo riposare poco o male finisce per peggiorare l’ipertensione.