Sul monte Corcovado, a protezione di Rio de Janeiro. È il Cristo Redentore, una tra le statue più alte del mondo.
Fortemente voluta dalla comunità cristiana, l’imponente statua del Cristo Redentore, con le sue braccia aperte e il volto sereno, si erge su Rio a protezione di tutti i suoi abitanti.
Inaugurata nel 1931, la statua è stata inclusa nello speciale elenco delle nuove meraviglie del mondo insieme al Colosseo, l’unica italiana, al Taj Mahal, a Machu Picchu, a Chichén Itzá, a Petra e alla Grande Muraglia cinese.
Scopriamo insieme Cristo Redentore: il simbolo per eccellenza del Brasile e i suoi mille segreti.
1. Avere 85 anni e non dimostrarli
A quota 710 metri sul livello del mar, in cima al monte Corcovado, il Cristo Redentore, con le sue braccia spalancate e accoglienti, e un’altezza di quasi 40 metri, domina il panorama di Rio de Janeiro.
Di notte la statua è illuminata e visibile da ogni parte della città. Ai suoi piedi, si gode di una panorama mozzafiato.
Una vista stupenda e suggestiva che fa capire perché Rio de Janeiro sia chiamata la “cidade maravilhosa”, la città meravigliosa. Nella classifica mondiale delle statue più grandi, occupa il quarto posto.
Pesa qualcosa come 1.145 tonnellate ed è ricoperta da una pietra particolare, chiamata saponaria, che ha lo scopo di rendere più robusta e solida la struttura.
L’inaugurazione è avvenuta il 12 ottobre del 1931. Dodici ottobre, il giorno delle scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492.
Una data che per molti ha assunto un valore simbolico. Ogni anno, milioni di persone visitano il Cristo.
Tra le personalità più importanti arrivate a Rio per vedere la statua, ci sono san Giovanni Paolo II e Albert Einstein. Tra coloro che hanno legato il proprio nome al Corcovado c’è anche Guglielmo Marconi.
Nel giorno dell’inaugurazione, lo scienziato fece partire un segnale radio da Roma, un impulso che accese l’illuminazione. Un evento che, a quei tempi, venne considerato assolutamente prodigioso.
2. Costruzione meticolosa
- Celebra il centenario dell’indipendenza
L’idea di un’enorme statua che sovrastasse Rio de Janeiro risale al 1921, quando un gruppo di persone, denominato Circulo Carioca, bandì un concorso per realizzare un monumento celebrativo dei 100 anni dell’indipendenza del Brasile dal Portogallo, avvenuta il 7 settembre 1822.
L’architetto e ingegnere brasiliano Heitor da Silva Costa si aggiudicò il bando.
Ci vollero, però, dieci anni perché il progetto raggiungesse la sua versione definitiva.
Il successo si deve principalmente allo scultore di origini franco-polacche Paul Landowski.
A realizzare la statua più famosa del Sud America è stato, quindi, un francese, così come un francese ha realizzato la Statua della libertà, simbolo di New York e degli Stati Uniti.
- Costruzione meticolosa
La rappresentazione del Cristo Redentore costò all’epoca 250mila dollari, ovvero circa 2,2 milioni di euro, una cifra che, seppur elevata, oggi non sarebbe sufficiente per la realizzazione di un’opera così imponente. I lavori ebbero come supervisore l’ingegnere Heitor da Silva Costa.
Un gruppo di tecnici analizzò il progetto di Landowski, propendendo per una struttura in calcestruzzo e pietra saponaria, in luogo dell’acciaio indicato dallo scultore francese: il metallo è più adatto alla costruzione di strutture a forma di croce, fu la valutazione.
Venne, inoltre, deciso di ricoprire lo strato esterno del monumento con un materiale malleabile e, allo stesso tempo, resistente a condizioni climatiche estreme.
Il volto della statua, bello e sereno, è opera dello scultore romeno Gheorghe Leonida. Nel complesso, oltre a essere imponente, il Cristo è una scultura di notevole pregio artistico.
3. Trasportata a piccoli pezzi e panorama mozzafiato
- Trasportata a piccoli pezzi
La statua del Redentore fu trasportata a pezzi, dalla Francia in Brasile.
I blocchi raggiungessero l’attuale posizione per mezzo del Ferrocarril del Corcovado, un treno che serve per raggiungere la cima del monte inaugurato nel 1884 e, quindi, più antico della statua stessa.
Per raggiungere il monumento dalla fermata ferroviaria, occorreva salire a piedi 222 gradini, che costituivano una barriera architettonica insuperabile per molti visitatori.
Dal 2002 sono stati installati tre ascensori panoramici e ben otto scale mobili, infrastrutture che consentono oggi di accedere agilmente alla statua.
- Panorama mozzafiato
Il treno, salendo, attraversa buona parte della foresta che si trova nel cuore di Rio.
Propone, così, un panorama eccezionale, soprattutto ai passeggeri che siedono sulla parte di destra, il lato che permette di guardare a valle.
Il bosco che si vede intorno al Corcovado costituisce il Parco nazionale del Tijuca che divide a metà la città.
Incluso nelle nuove sette meraviglie del mondo, il Cristo Redentore di Rio de Janeiro è certamente uno dei monumenti più emozionati al mondo da visitare. Non a caso, sono milioni i turisti che arrivano ogni anno ai suoi piedi.
A rafforzarne il già enorme significato religioso c’è la cappella sul retro che contiene, a sua volta, una piccola statua: è una madonna nera, rinvenuta da alcuni pescatori, come vuole una della tante leggende che si narrano attorno al Cristo.
4. Simbolo di protezione e statua dei miracoli
- Simbolo di protezione
Anche il finanziamento dell’opera ebbe un forte significato. Il popolo brasiliano è molto religioso.
Rio de Janeiro aveva bisogno di un simbolo e di una protezione. Furono, così, in molti a dare un contributo personale per la realizzazione del Redentore.
Sono numerosi i volontari che chiesero donazioni con il porta a porta, durante un evento chiamato “Settimana del monumento”.
I soldi necessari alla realizzazione della statua furono elargiti per la maggior parte da cristiani. Ammirando l’imponenza e la straordinaria bellezza della statua, dalla città, possiamo senz’altro affermare che il loro sforzo è stato ampiamente ripagato.
- Statua dei miracoli
Tra le tante leggende che si narrano sul Cristo Redentore di Rio de Janeiro, ce n’è una bellissima che la riguarda molto da vicino.
Nella cappellina che si trova alle spalle del monumento è custodita la statua di una madonnina nera.
La leggenda racconta - fatto che in molti giurano sia vero - che dopo numerosi giorni di pesca infruttuosa, mentre tiravano le reti, alcuni pescatori raccolsero il corpo della madonnina, al quale mancava la testa.
Decisero, così, di rigettare un’ultima volta le reti, raccogliendo anche il volto della piccola statua. La gettata successiva vide le reti riempirsi di pesce, tanto da far parlare di un vero miracolo.
- Come e dove
Rio de Janeiro - Brasile
- VISITARE IL CRISTO
Sul sito web www.paineirascorcovado.com.br è possibile consultare le varie possibilità, con punti di partenza diversi, per giungere sul monte Corcovado. In alternativa, si può consultare il sito della linea ferroviaria (www.tremdocorcovado.rio).
- DOVE MANGIARE
Le possibilità sono sconfinate e, in generale, economiche. Per intenderci, nei ristoranti non di lusso con 7-10 euro a testa si mangiano aragoste e gamberi. Il vino, invece, è quasi sempre piuttosto caro.
5. Redentore di Maratea
Durante un viaggio in Brasile, mentre sorvolava Rio de Janeiro, il conte Stefano Rivetti di Val Cervo rimase colpito dal Cristo del Corcovado.
Al rientro in Italia, l’industriale laniero biellese decise di affidare al professor Bruno Innocenti, ordinario di scultura presso l’Istituto d’Arte di Firenze, la realizzazione della grande statua del Cristo Redentore poi edificata sul Monte San Biagio e divenuta il simbolo di Maratea, la bellissima cittadina della Basilicata che si affaccia sul Tirreno all’altezza del Golfo di Sapri.
La statua, di cui il conte fece dono alla popolazione, con tanto di atto ufficiale, ne manifesta la fede religiosa e l’amore per questa terra.
Numerosi furono gli scambi di idee circa il significato che la statua dovesse esprimere. Osservata da lontano, doveva essere rivolta verso il mare, ma con lo sguardo all’entroterra.
La tunica e il piede sinistro, lasciato visibile e posto in avanti, conferisce dolcezza e slancio rispetto all’osservatore.
Le braccia in alto, leggermente piegate e l’accenno del manto sulle spalle, hanno la funzione di rafforzare la direzione dello sguardo.
Nell’intento del conte, infine, il monumento doveva rappresentare la rinascita di Maratea e del sud. La statua è stata eretta nel 1965.