Un fenomeno molto diffuso tra i ragazzi è purtroppo l’utilizzo dei moderni media per mettere in atto vari tipi di soprusi e molestie nei confronti dei coetanei.
La mancanza di interazione faccia a faccia e la possibilità di assumere identità online fittizie non fanno altro che favorire questo tipo di comportamenti.
Sia a livello familiare che scolastico si possono utilizzare alcune specifiche strategie di intervento.
Scopriamole insieme.
1. Il cyberbullismo
Il cyberbullismo può essere considerato una forma di prevaricazione perpetrata su minori da parte di altri minori attraverso i nuovi mezzi di comunicazione (e-mail, sms, blog, chat).
Il cyberbullo pubblica per esempio foto, video o informazioni private della vittima, diffondendo maldicenze attraverso sms o posta elettronica, oppure mettendo in atto minacce ripetute tramite il cellulare o gli strumenti elettronici.
Nel cyberbullismo rientra anche il fenomeno del sexting, ovvero l’invio di testi, immagini e video a sfondo sessuale: spesso i ragazzi non sono consapevoli di scambiare materiale pedopornografico illegale, tantomeno considerano gli effetti devastanti sui coetanei ritratti e coinvolti.
Altre azioni messe in atto dal cyberbullo sono:
• inviare messaggi online violenti e volgari miranti a suscitare controversie verbali all’interno di un forum o di una chat pubblica;
• denigrare qualcuno all’interno di un social network, tentando di distruggerne la reputazione;
• escludere volutamente una persona da un gruppo online, allo scopo di emarginarla. Quest’azione è presente spesso nel cyberbullismo femminile;
• effettuare telefonate anonime;
• ricattare qualcuno millantando di possedere presunte informazioni compromettenti;
• agire attraverso il cosiddetto happy slapping: il termine indica la ripresa, con videotelefono, macchina fotografica o videocamera, di scene violente per mostrarle ad amici o diffonderle.
Le conseguenze psicologiche del cyberbullismo colpiscono l’area individuale e relazionale delle vittime con possibili effetti sull’autostima e sull’identità personale: si possono riscontrare difficoltà scolastiche, ansia, attacchi di panico, depressione e, nei casi più gravi, idee di suicidio.
Per questi motivi si rendono necessarie specifiche strategie di intervento che coinvolgano, oltre ai minori, anche le famiglie e le istituzioni.
2. Vittime e cyberbulli
Per quanto riguarda le vittime, gli obiettivi dell’intervento psicologico si concentrano su quelle strategie che consentono alle giovani vittime di agire in modo adeguato rispetto a eventuali situazioni di cyberbullismo, lavorando anche sull’autostima e sulla consapevolezza della propria identità.
Una strategia educativa molto importante riguarda la capacità di gestire lo stress e l’ansia senza farsi travolgere e riuscendo a far fronte agli eventi.
In questo caso sono molto importanti alcuni fattori che favoriscono nel bambino e nell’adolescente una maggiore tolleranza allo stress (oltre che una maggiore autostima):
• la presenza di una relazione affettiva stabile con i genitori o altro adulto significativo di riferimento;
• la possibilità di vivere in contesti educativi positivi (famiglia, scuola e strutture educative);
• il confronto con una figura di riferimento (per esempio un insegnante) che possa essere presa come modello da seguire;
• la possibilità di fare esperienze (per esempio uno sport o un’attività in cui ottenere dei buoni risultati) che contribuiscano ad aumentare la fiducia in sé stessi e le capacità di controllare le situazioni problematiche.
Nel trattamento psicologico rivolto ai cyberbulli, invece, viene messo l’accento sulla competenza metacognitiva, ossia sulla capacità di sviluppare idee e sentimenti adeguati nei confronti di atteggiamenti violenti come l’impulsività e l’aggressività.
Vengono, inoltre, valutati anche altri elementi come le relazioni familiari e affettive, l’abuso di sostanze, la vita sociale e scolastica: ciò serve a individuare le dimensioni della personalità che tendono alla regressione evolutiva e a favorire la responsabilità circa i propri comportamenti mentre si è connessi.
3. Genitori più consapevoli
Gli sforzi di prevenzione dovrebbero mirare a modificare le norme e le credenze sul cyberbullismo che spesso viene percepito ancora come “non pericoloso” o come “un gioco”.
Per esempio, l’atteggiamento più comune da parte di alcuni genitori è il fare finta di niente «perché tanto avviene online e non nella realtà».
Dal momento che molti sono ancora all’oscuro dei numerosi e potenziali effetti negativi dei telefoni cellulari e di internet, bisognerebbe mirare ad un accrescimento della loro consapevolezza.
I genitori infatti dovrebbero diventare più sensibili ai fattori di rischio psicosociale e ai sintomi associati al cyberbullismo al fine di individuare eventuali colpevoli e vittime e intervenire in modo efficace.
I genitori possono monitorare l’utilizzo di internet da parte dei loro figli fin dall’infanzia e quindi aiutarli a capire che cosa è accettabile nella comunicazione online e sui telefoni cellulari e cosa non lo è.
Ecco alcune indicazioni per i genitori:
• navigare insieme ai propri figli discutendo degli eventuali problemi che si presentano è un modo per essere partecipi alle esperienze online dei ragazzi, i quali hanno bisogno di essere ascoltati e di prendere parte al dialogo;
• vietare di utilizzare i diversi dispositivi è una modalità inefficace: meglio insegnarne le potenzialità e i rischi e far crescere le capacità digitali dei ragazzi. in tal modo potranno difendersi ed essere più consapevoli di poter essere aiutati;
• insegnare a non fornire dati personali (nome, cognome, età, indirizzo, numero di telefono, nome e orari della scuola, nome degli amici, ma anche indirizzo e-mail), che possono renderli facilmente individuabili e raggiungibili;
• assicurarsi che i figli sappiano che le persone che incontrano online non sono sempre quelle che dicono di essere; le informazioni date potrebbero essere false e le foto contraffatte;
• insegnare a utilizzare correttamente le impostazioni sulla privacy dei vari social network;
• inserire nel computer filtri di protezione per prevenire lo spam, i pop-up pubblicitari, l’accesso a siti pornografici e a pagamento come quelli di gioco d’azzardo;
È anche essenziale fare attenzione ad alcuni segnali di rischio:
- il/la ragazzo/a si sente turbato/a dopo l’utilizzo del computer;
- usa il PC a tarda notte;
- è preoccupato/a se non può usare il computer;
- usa diversi account online o account di altre persone.
Si consiglia, inoltre, di mettere il computer di casa in aree comuni (per esempio in soggiorno o in cucina), piuttosto che nelle camere da letto dei ragazzi, così da avere un maggior controllo della navigazione dei propri figli.
La presenza del genitore dovrebbe essere costante almeno fino ai 12 anni; dopodiché l’aiuto è fondamentale soprattutto per includono: identificare i messaggi inappropriati sul cellulare e per evitare situazioni poco chiare online.
4. Interventi a scuola, cinema e psicodramma
Interventi a scuola
Le lacune nella percezione e nella conoscenza del cyberbullismo possono essere valutate a scuola mediante focus group, incontri di classe, indagini, ed essere inviate agli insegnanti, al personale scolastico, ai genitori e agli studenti per comprendere la gravità del fenomeno.
Ciò è importante per verificare e accertarsi che i docenti, i genitori e gli studenti comprendano più chiaramente la portata e la gravità del cyberbullismo e le conseguenze della violazione delle regole della scuola in materia di molestie, intimidazioni e bullismo.
Ulteriori raccomandazioni a scuola includono:
• collaborare con i servizi di Polizia Postale;
• integrare con lezioni sull’uso di internet all’interno del curriculum scolastico;
• prevedere lezioni e discussioni in aula: strategia consigliata per affrontare il cyberbullismo direttamente con gli studenti;
• favorire il mutuo aiuto e il confronto tra gli studenti delle scuole secondarie di ii grado, che dovranno essere adeguatamente formati e specializzati su questo argomento, e gli studenti delle scuole secondarie di i grado e delle scuole primarie;
• favorire la discussione in classe, riportando testimonianze e notizie di cronaca: il lavoro di gruppo è molto utile in quanto i ragazzi hanno bisogno di trovare storie che possano essere condivise e che diano senso personale e soggettivo al proprio vissuto;
• ideare percorsi sull’educazione sessuale e affettiva in tutte le scuole di ordine e grado;
• incoraggiare l’attività fisica per sostenere un’adeguata immagine corporea soprattutto nei casi di sexting.
L’alleanza educativa tra scuola, famiglia, agenzie educative risulta perciò fondamentale nel promuovere insieme la costruzione di ambienti caratterizzati da un benessere educativo che si esplica nella prevenzione, nell’eliminazione del rischio, nella trasformazione del problema e nel potenziamento delle capacità comunicative, fisiche e affettive. In tal senso vengono favoriti la risoluzione e la gestione di conflitti ed emozioni, la capacità di collaborazione con gli altri, e l’integrazione tra vita online e vita offline nei bambini e negli adolescenti, riportandoli a una dimensione unica e non scissa, capace di gestire internet e i social Network in maniera più costruttiva.
Cinema e psicodramma
Un’importante funzione può averla anche il cinema: un mezzo di comunicazione capace di coinvolgere e di soddisfare i bisogni di identificazione, di curiosità e di educazione dei ragazzi, creando così le premesse per un lavoro collettivo d’utilità psicologica, pedagogica e sociale. In particolare si possono creare dei laboratori e delle giornate a tema da effettuare principalmente a scuola con queste finalità:
• utilizzare il linguaggio audiovisivo per diffondere l’esperienza presso altri coetanei, genitori e scuole;
• realizzare dei cortometraggi insieme ai ragazzi.
Anche lo psicodramma, che consente di immedesimarsi nei vari ruoli, di cyberbullo e di vittima, e di scrivere sceneggiature e dialoghi, può essere utile in questo senso.
La trama delle storie potrà rifarsi a episodi realmente accaduti, permettendo ai ragazzi di esplorare le varie caratteristiche dei personaggi e nello stesso tempo di interrogarsi sull’uso che viene fatto quotidianamente della tecnologia.
Uno degli obiettivi più importanti di questa tecnica riguarda il fatto che può creare i presupposti per un cambiamento positivo nelle interazioni comportamentali degli adolescenti, come per esempio la difesa di una vittima.
La rappresentazione scenica, permettendo un’espressione più libera dei comportamenti inadeguati, favorisce una presa di coscienza delle conseguenze del cyberbullismo, facilitando lo sblocco di situazioni dannose e ripetitive e conducendo al superamento delle paure e dei conflitti interiori attraverso l’adozione di nuovi approcci nella relazione con i coetanei.
5. Dialogo, confronto e alcuni suggerimenti pratici
Dialogo e confronto
Gli episodi di cyberbullismo avvengono con più frequenza nella classi del biennio della scuola secondaria di II grado.
Agli studenti di queste classi si possono proporre attività in forma anonima, come, per esempio, scrivere brevemente su un foglio i loro pensieri, le loro emozioni e le loro esperienze sul cyberbullismo.
Ciò permette di mettere nero su bianco quello che nella realtà non esprimono e non dicono per paura di venire giudicati e/o di essere ridicolizzati.
Oltre alla creazione di cortometraggi, anche la compilazione di questionari e di schede relativi alle aggressioni online consente una maggiore comprensione delle dinamiche e delle responsabilità dei soggetti coinvolti nel bullismo elettronico.
Questo è necessario per la prevenzione dei comportamenti di prepotenza che mira alla responsabilizzazione dei ragazzi nelle relazioni tra i pari.
Il coinvolgimento dei genitori e la collaborazione scuola-famiglia, inoltre, è importante nel costruire occasioni di condivisione delle strategie educative: ciò crea effetti positivi in quanto, oltre a favorire la riflessione, il dialogo e il confronto, determina la partecipazione attiva anche degli adulti.
Laddove si presentano problemi di interazione nella lasse, si possono, infine, proporre programmi di autocontrollo emotivo, come la gestione dell’aggressività e il rafforzamento dell’autonomia che permette agli alunni di saper gestire situazioni di particolare ansia e/o diminuire il rischio di mettere in atto azioni devianti.
ALCUNI SUGGERIMENTI PRATICI
Le vittime hanno anche bisogno di strategie efficaci per fronteggiare direttamente gli attacchi dei cyberbulli:
• non rispondere ai messaggi del cyberbullo, ma segnalare l’accaduto ad un adulto in cui si ha fiducia (genitore, insegnante, educatore);
• conservare le “prove” (foto, video, messaggi, chat);
• cambiare account e password e, se necessario, anche il numero di telefono, selezionando le persone a cui verrà dato. È anche importante utilizzare una password lunga, costituita da numeri, lettere, simboli e segni di punteggiatura. Ogni password deve essere differente per ogni account;
• bloccare e ignorare i contatti indesiderati;
• registrare e archiviare le conversazioni offensive.