Quando due cani si incontrano per la prima volta, in molti casi possiamo assistere a uno spettacolo molto affascinante: un dialogo condotto in assoluto silenzio o quasi. Eppure i cani si parlano eccome…
Se l’incontro avviene in un luogo considerato “neutrale” perché non è incluso nel territorio di nessuno dei due cani, altrimenti le cose potrebbero andare facilmente in modo diverso, di solito assistiamo a questa scena: i due si avvicinano, a volte con un po’ di titubanza e in altri casi con fare deciso, si fermano a un paio di metri di distanza, si esaminano a vicenda per qualche istante e poi, come per incanto, decidono se avvicinarsi ulteriormente per una presentazione in piena regola mediante le classiche annusate delle zone più“delicate”, se andare ognuno per la propria strada, se darsi alla pazza gioia o, ancora, se affrontarsi in “duello”.
Ma che cosa si dicono con il linguaggio del corpo? Scopriamolo insieme.
1. Segnali grandi e piccoli. Per capire il cane bisogna osservarlo bene
Tra i principali indicatori del comportamento che verrà probabilmente adottato, quelli che noi esseri umani siamo in grado di individuare più facilmente sono costituiti dal portamento della coda, dall’inclinazione delle orecchie, dal pelo e dalla direzione dello sguardo.
- Una coda portata alta, simile a una bandiera, segnala un atteggiamento “forte” o comunque un cane molto sicuro di sé mentre portata normalmente indica maggiore disponibilità all’incontro;
se invece si muove freneticamente da un lato all’altro... è ovvio che il portatore di quella coda sia felice di fare conoscenza!
Quando la coda è nascosta tra le zampe posteriori o addirittura ripiegata verso il ventre, segnala paura e/o intenzione di sottomettersi.
- Se visibilmente arretrate e appiattite sul cranio, le orecchie preannunciano sia timore, se la coda è tra le zampe, sia l’intenzione di attaccare, se la coda si allunga all’indietro muovendosi lentamente da un lato all’altro a bilanciare il corpo, che si raccoglie pronto a scattare.
- Il sollevamento del pelo nella zona immediatamente dietro la testa e lungo il dorso è una chiara indicazione di timore ma anche di possibile belligeranza; tuttavia, non è detto che debba verificarsi per forza uno scontro, perché molto dipende dall’atteggiamento dell’interlocutore.
- Lo sguardo piantato negli occhi dell’altro cane significa sicurezza e disponibilità a un confronto, anche duro. Uno sguardo sfuggente, al contrario, è indice di intenzioni pacifiche oppure di insicurezza e anche di possibile sottomissione o fuga, e saranno soprattutto coda e orecchie associati allo sguardo a darci indicazioni utili.
Tutto questo, naturalmente, vale a grandi linee e comunque non per tutti i cani: quelli senza coda, per esempio, sono privi di un importante strumento comunicativo, mentre altri che hanno la coda indirizzata verso l’alto o ripiegata sulla schiena per ragioni morfologiche danno informazioni ambigue.
Poi, le razze con orecchie lunghe e pendenti non danno indicazioni molto precise, almeno ai nostri occhi, con questa parte del corpo, anche se osservando bene è facile notare che una piccola sezione delle orecchie, quella vicina al cranio, tende a sollevarsi comunque e questo indica attenzione, mentre se si solleva ma arretra indica predisposizione allo scontro.
Dettagli, è vero, ma la comunicazione canina si basa soprattutto su tanti piccoli segnali. Un buon cinofilo, quindi, dev’essere un buon osservatore!
2. La mimica facciale. Problemi legati alla diversa morfologia
Una parte molto significativa della comunicazione tra cani è affidata a micromovimenti dei muscoli del volto e del muso.
Chiunque viva da tempo con uno o più cani sa benissimo che questi nostri amici sono in grado di cambiare espressione in modo piuttosto evidente e capire quando hanno la “faccia felice” oppure l’aria depressa è abbastanza facile.
Ma i segnali di cui parliamo sono assai meno eclatanti, secondo i ricercatori che li studiano, ed è molto difficile percepirli per noi bipedi, mentre vale il contrario per gli altri cani, purché socializzati correttamente verso i loro simili.
Mi spiego meglio: per decifrare la mimica facciale di un cane molto diverso da se stesso, il nostro amico deve avere avuto modo di frequentare soggetti di tante razze e tipologie, altrimenti la “lingua” gli risulterà difficile da capire.
Pensiamo per esempio a un Cane Corso che incontra un Pastore Tedesco: la morfologia dei loro volti è molto differente, come evidenziano le due foto sotto, e così anche la leggibilità dei movimenti dei muscoli facciali, quindi se non hanno conoscenza delle reciproche espressioni... il fraintendimento è molto probabile!
Secondo alcune osservazioni scientifiche, i cani con mantello monocolore nero o bianco, anche solo sul muso e sul volto, sembrerebbero avere problemi di comunicazione con i propri simili di colori diversi.
Il problema potrebbe essere dovuto alla mancanza dei contrasti di luce e ombra che invece si verifica sui musi multicolore quando il cane utilizza i muscoli facciali per cambiare espressione.
In pratica, in base a tali osservazioni, i cani monocolore comunicano con la mimica facciale ma i loro simili non riescono a vederla chiaramente. E questo spiegherebbe perché spesso, in effetti, i cani bianchi o neri sembrano meno apprezzati dai loro simili con mantello di altri colori.
3. Perché litigano? Contrasto tra natura e mondo dei bipedi
In ogni caso, può darsi benissimo che due cani si comprendano perfettamente ma che le loro scelte non siano di tipo pacifico, quindi potrebbero litigare, scontrandosi anche duramente.
Per quanto possa non piacerci, tutto ciò fa parte della normalità canina, poiché vi sono fattori del tutto naturali che possono indurre allo scontro, in particolare tra cani non sterilizzati dello stesso sesso: in natura, infatti, i soggetti fisiologicamente e psicologicamente adatti alla riproduzione non convivono tra loro ma si creano ciascuno una famiglia, che noi chiamiamo “branco”.
Invece nel nostro mondo questi soggetti sono spesso costretti a condividere lo spazio ma per loro non è facile accettare la cosa, essendo innaturale. E attenzione: anche soggetti sterilizzati possono avere comportamenti competitivi di questo genere, se l’intervento è avvenuto tardi, perché le abitudini acquisite negli anni sono dure a morire.
In altri casi, infine, il contrasto può nascere per ragioni che non hanno nulla a che fare con la sessualità e coinvolgere soggetti sterilizzati per tempo. La causa è semplice: anche i cani hanno simpatie e antipatie e anche tra loro ci sono i “bulli”. Infine, spesso è la mancanza di socializzazione intraspecifica (cioè tra cani) in età giovanile a indurre comportamenti aggressivi non mediati.
Altri motivi di scontro tra cani possono essere innescati da quelle che noi definiamo “gelosie” e che per certi aspetti tali sono, se vogliamo semplificare il concetto. Accade per esempio quando il proprietario di un cane dedica molte attenzioni al cane di qualcun altro oppure, tra cani che convivono, per questioni legate a distribuzione del cibo, accesso ai giocattoli, scelta dei luoghi di riposo e così via.
Un altro fattore in grado di condizionare negativamente un incontro tra cani è il guinzaglio, perché non consente ai nostri amici di muoversi liberamente e quindi di comunicare correttamente. Ecco perché è rischioso far fare conoscenza ai cani quando sono legati.
4. Fermare lo scontro. Non tutti i cani sanno interpretare il messaggio
Abbiamo visto che ci sono tante possibili ragioni perché due cani che si incontrano entrino in contrasto. Ma allora, come mai è abbastanza raro che le cose precipitino fino a conseguenze serie?
Perché, per fortuna, i nostri amici hanno ereditato dal lupo alcuni comportamenti in grado di bloccare uno scontro.
Il più noto ed evidente tra questi è la cosiddetta “postura di sottomissione”, cioè quando il cane si sdraia sulla schiena e si mette a pancia all’aria mostrando ventre e gola. Il messaggio, chiarissimo, è il seguente: “Non voglio più lottare con te. Sono indifeso e innocuo. Hai vinto”.
Spesso questo gesto funziona, perché fa appello alla coscienza sociale del cane, molto sviluppata in diversi casi.
Purtroppo, però, questa postura non può avere effetto sui soggetti che non hanno avuto modo di apprenderla appieno perché sottratti troppo presto alla madre e ai fratellini, cioè prima dei 56 giorni di vita.
E ci sono anche cani selezionati per non accettare segnali di resa e/o non emetterli: sono i cani da combattimento, particolarmente pericolosi per i loro simili anche per questa ragione.
5. Da dove arriva? Competenze sociali molto evolute
L’origine della grande abilità canina nella comunicazione mediante il linguaggio del corpo è la stessa di quasi tutte le loro altre numerose doti: il lupo, che è il loro progenitore diretto.
Questo predatore magnifico è anche il più evoluto tra tutti i Canidi e la prova viene dal fatto che le sue capacità di convivenza sociale sono elevatissime, anche superiori alle nostre.
Infatti, nelle zone del mondo dove vi è l’ambiente ideale, non sono rari i casi di branchi di lupi costituiti da 10-15 individui e, in circostanze particolari, si può arrivare a una quarantina di soggetti che vivono insieme per il periodo in cui vi sono abbastanza prede per tutti.
Tra i lupi della stessa “famiglia” gli scontri veri e propri sono molto rari e la ragione è facile da capire: uno o più membri feriti in risse indebolirebbero fortemente il branco, che è una struttura sociale molto unita e che fa proprio della coesione il suo punto di forza per sopravvivere in un ambiente assai ostico come è la natura selvaggia.
Ebbene, proviamo a immaginare se noi fossimo costretti a convivere con una decina di parenti e amici nello stesso spazio e a lottare ogni giorno per procurarci il cibo e difendere il territorio: liti, rancori e in certi casi anche percosse sarebbero all’ordine del giorno!