Lui ha capelli corvini e occhi di ghiaccio. Lei è una bionda determinata dallo sguardo magnetico.
Sono l’enigmatico Diabolik e la sua fedele compagna Eva Kant, che da 55 anni formano la coppia di ladri più temuta del fumetto italiano.
E’ infatti passato più di mezzo secolo da quando le sorelle Giussani, Angela e Luciana, due intraprendenti signore milanesi, la inventarono.
L’esordio in edicola risale al 1962 con un primo albo emblematicamente intitolato Il re del terrore.
Un’idea geniale che ha avuto un grande successo: lo dimostra anche l’attuale tiratura media mensile del fumetto: 200mila copie.
Oggi scopriremo diverse cose molto interessanti su Diabolik… come ad esempio che fu inventato per intrattenere i pendolari in treno. Era lungo quanto bastava per essere letto in un solo viaggio, e fu distribuito nelle edicole ferroviarie del Nord Italia. Buona lettura!
1. Un pragmatico criminale
Furono molte meno invece le copie che vennero distribuite il 1° novembre 1962 in alcune edicole del Nord Italia, in particolare in quelle delle stazioni ferroviarie, al prezzo di 150 lire cadauna.
Angela Giussani era già nel campo con suo marito, l’editore Gino Sansoni, titolare della Casa Editrice Astoria.
Fu lei, osservando i pendolari alla stazione Nord di Milano, ad avere l’intuizione che cambiò la sua vita: creare un fumetto tascabile da leggere durante il viaggio in treno.
Il caso ci mise lo zampino facendole capitare in mano una copia del romanzo nero Fantômas di Marcel Allain e Pierre Souvestre, che divenne una perfetta fonte d’ispirazione.
"Doveva essere un’incarnazione del male, ma di fatto è divenuto un eroe" spiega Andrea Carlo Cappi, autore di un saggio sull’argomento intitolato Fenomenologia di Diabolik e di un ciclo di romanzi originali con protagonista la coppia criminale.
Sin dal primo numero del fumetto, infatti, è chiaro che Diabolik non è un ladro gentiluomo o un Robin Hood moderno, bensì un “pragmatico criminale” che progetta e porta a segno furti memorabili.
Uscita dopo uscita, però, nel fumetto si delinea la psicologia del personaggio e si scopre che anche Diabolik ha un suo senso dell’onore e un’etica che lo porta ad assumere posizioni ben precise.
Nonostante la sua vocazione criminale e la mancanza di scrupoli, infatti, odia chi se la prende con i più deboli, come ma osi, narcotrafficanti, strozzini e aguzzini, e dà valore all’amicizia e alla riconoscenza.
Un’attitudine che trova espressione anche nella quotidiana sfida con il suo acerrimo nemico, l’ispettore Ginko, che vive “ossessionato” dal desiderio di catturarlo.
2. Il suo torbido passato e specialista in gioielli
- Il suo torbido passato
Sei anni dopo il 1962 si sentì il bisogno di dare un passato a questo personaggio di successo.
Così, il 4 marzo 1968, uscì un albo intitolato Diabolik, chi sei? nel quale veniva svelata la sua storia.
Diabolik sarebbe stato l’unico superstite di un naufragio quando era ancora un neonato e sarebbe approdato in una fantomatica isola orientale, sede di un’organizzazione criminale internazionale che faceva capo a un boss detto King.
Qui era cresciuto, educato alla legge del crimine, apprendendo le arti marziali e mettendo a punto un procedimento per creare perfette maschere di plastica.
Quando aveva scoperto che King voleva ucciderlo per impossessarsi della sua innovativa tecnica, non ci aveva pensato due volte: aveva eliminato King e si era sostituito a lui sottraendogli tutte le ricchezze e fuggendo dall’isola.
Da quel momento il suo nome sarebbe diventato solo e unicamente Diabolik, proprio come la pantera nera imbalsamata che King ostentava come simbolo del proprio potere.
- Specialista in gioielli
La “seconda vita” di Diabolik si svolge a Clerville, località creata dagli sceneggiatori e abitata da persone benestanti dedite all’acquisto di preziosi nelle numerose gioiellerie locali.
Qui il geniale ladro porta a termine i suoi incredibili colpi affiancato dalla fedele Eva Kant.
Anche il passato di questa donna è alquanto misterioso: accusata della morte del marito, Lord Anthony Kant, grazie alla sua scaltrezza era riuscita a scampare la ghigliottina.
Il successivo incontro con Diabolik sancirà per lei l’inizio di una nuova esistenza, caratterizzata dall’amore e dalla complicità. Ma Eva Kant è anche il contraltare di Diabolik e sa frenare i suoi eccessi.
Negli anni il personaggio assume un ruolo sempre più importante e diventa maggiormente autonomo pur restando sempre fedele al suo uomo.
Lo dimostra l’episodio intitolato L’ombra della morte (1994) in cui è la protagonista quasi assoluta della storia.
3. Italiani sotto shock
A oltre mezzo secolo dal suo esordio, Diabolik è ancora un successo, il che permette di riconoscere alle sue creatrici il merito di aver inventato qualcosa di unico nel panorama fumettistico italiano degli anni Sessanta.
«Quando uscì, Diabolik colse un momento fortunato per il giallo e il fumetto in edicola», dice ancora Cappi.
«Inoltre, proponendo la formula innovativa del “fumetto nero”, si conquistò presto un posto speciale nella cultura popolare che ha mantenuto per decenni restando sostanzialmente sempre fedele a se stesso, nonostante la lenta evoluzione dei personaggi».
Il fatto è sorprendente anche per i contenuti del fumetto, decisamente poco “politicamente corretti” nell’Italia del passato, controllata dalla Democrazia Cristiana.
Benché non abbia mai rappresentato nulla di troppo violento o di sessualmente esplicito, Diabolik è comunque riuscito nell’intento di procurare uno shock agli italiani: i due protagonisti convivono come marito e moglie senza essere sposati e sono dei veri e propri criminali, capaci di uccidere pur di portare a termine i loro colpi.
Sono insomma due tipi amorali. Nonostante ciò, i loro estimatori non sono mai rimasti infastiditi. Al contrario si sono sempre sentiti coinvolti al punto di attendere con ansia ogni successiva avventura.
Il fumetto creato da Angela e Luciana Giussani è stato quindi una forma di trasgressione liberatoria e socialmente accettabile che ha anticipato le rivoluzioni culturali del ’68 e probabilmente questo è uno degli aspetti che continua ad attrarre lettori.
4. Lo leggono uomini e donne e il suo nome è ispirato a quello di un vero assassino?
Diabolik lo leggono uomini e donne!
«Oggi non esiste un acquirente medio. Si va dal lettore casuale, che compra un albo ogni tanto, all’appassionato che non perde un’uscita», conclude Cappi.
«Credo che Diabolik sia un prodotto trasversale tra fasce di età, preparazione culturale, persino orientamento politico, senza distinzione di genere. Infatti piace anche alle donne: è tra i fumetti che hanno il maggior numero di lettrici».
Ma il suo nome è ispirato a quello di un vero assassino? Via Fontanesi 20, Torino: è qui che prende il via la storia di “Diabolich”, l’efferato assassino realmente esistito che si dice abbia ispirato le sorelle Giussani nella scelta del nome per il loro personaggio.
Nel febbraio 1958, a Torino, l’operaio della Fiat Mario Giliberti, 27 anni (foto sotto), fu colpito da 11 coltellate e morì dissanguato sul pavimento della sua camera da letto nel retrobottega di un calzolaio.
L’assassino, che non verrà mai identificato, scrisse una lettera a polizia e giornali firmandosi Diabolich e fornendo il movente del delitto: «Un tempo eravamo molto amici e portavamo la divisa comune, poi lui mi tradì come un cane. Adesso sta bene così».
Fu arrestato un sospetto, ma gli indizi trovati a suo carico non furono sufficienti. Diabolich aveva ucciso ed era riuscito a farla franca.
5. Grace Kelly e il cinema
- Per disegnare Eva Kant si ispirò a Grace Kelly
Il 18 agosto 2017 è morto Sergio Zaniboni (foto sotto), importante fumettista torinese, famoso per aver disegnato il logo storico delle figurine Panini e per aver definito graficamente Eva Kant.
La fonte d’ispirazione per la bionda e affascinante compagna di Diabolik fu la modella torinese Cristina Adinolfi, anche se Andrea Carlo Cappi, nel suo Fenomenologia di Diabolik, sottolinea la somiglianza della criminale con un’altra figura di grande fascino ed eleganza, Grace Kelly.
Nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera, Zaniboni ha disegnato oltre 300 avventure di Diabolik oltre a numerose copertine.
Nel 1990 si aggiudicò il prestigioso premio Anafi – Associazione nazionale amici del fumetto e dell’illustrazione, seguito, nel 2000, dal premio Yellow Kid come migliore disegnatore.
- Diabolik è arrivato al cinema con un film e una parodia. E in TV?
Diabolik ha avuto anche una versione cinematografica: diretta da Mario Bava nel 1968, aveva per titolo Diabolik. Protagonisti, John Phillip Law nei panni del geniale ladro, Marisa Mell in quelli di Eva Kant, Michel Piccoli per l’ispettore Ginko.
Un anno prima era giunto nelle sale Arriva Dorellik, parodia comica delle gesta di Diabolik interpretata da Johnny Dorelli.
In occasione del cinquantesimo anniversario del primo numero del fumetto (2012) fu infine annunciata la produzione di una serie tv, ma nonostante indiscrezioni e voci, finora non è stata realizzata.