Fare affari online senza preoccuparsi di organizzare un magazzino e di spedire la merce è possibile, grazie al dropshipping.
Possiamo accordarci con un fornitore per vendere la sua merce su Internet in cambio di una percentuale… a tutto il resto penserà lui.
Nato circa 15 anni fa negli Stati Uniti, il dropshipping non è altro che una tipologia di e-commerce. Negli ultimi anni sta spopolando in tutto il mondo, Italia compresa.
Letteralmente dropshipping significa “spedizione a goccia”: indica un sistema nel quale si vende qualcosa che in realtà non si possiede.
Per farlo bisogna prendere accordi con un fornitore (o dropshipper), stipulando un contratto nel quale ci impegniamo a vendere i suoi prodotti online, in cambio di una commissione che va a costituire il nostro guadagno.
Possiamo scegliere di realizzare un sito e-commerce tutto nostro oppure, più semplicemente, aprire un negozio su eBay. Nella maggior parte dei casi non dovremo investire del denaro per iniziare.
Quali sono i vantaggi? Nel dropshipping non c’è alcun rischio di invenduto perché gli ordini vengono gestiti direttamente dal fornitore della merce.
Questo significa che non dovremo investire dei soldi affittando un magazzino e neppure spendere per acquistare i prodotti prima di averli venduti. A occuparsi delle spedizioni è sempre il fornitore.
Il dropshipping ha avuto un grande successo a livello internazionale, soprattutto a partire dalla crisi del 2008, perché ha dato la possibilità ai commercianti al dettaglio di iniziare (o continuare) a fare affari online, senza dover spendere soldi che non avevano.
Mentre ai produttori e ai grossisti ha consentito di lavorare senza veder diminuire drasticamente il volume delle vendite.
Oggi scopriremo tutti i trucchi, i segreti e le insidie del dropshipping per guadagnare senza rischi.
1. Come scegliere i prodotti, il fornitore e i principali rischi del dropshipping
- Come scegliere i prodotti
Facciamo subito una precisazione: il dropshipping non è un modo per fare soldi facili online (a dirla tutta di tecniche del genere non ne esistono).
La "spedizione a goccia" rappresenta però un valido strumento per arrotondare le proprie entrate e può persino diventare la nostra occupazione principale.
Perché la nostra attività di dropshipping possa avere successo è importante prima di tutto scegliere una nicchia di mercato che non sia già satura.
Facciamo una ricerca online provando a identificare una categoria merceologica che non sia facile da acquistare sul Web. Per trovare una buona fonte di ispirazione prendiamo in considerazione sia i siti italiani sia quelli stranieri ricordandoci che, se il nostro negozio sarà in lingua italiana, ci rivolgeremo ad acquirenti che sono nostri connazionali.
Di conseguenza potrebbero avere esigenze e gusti diversi, per esempio, rispetto agli internauti americani.
Vendere prodotti molto diffusi per i quali saremmo costretti ad affrontare una concorrenza spietata non avrebbe alcun senso: faremmo fatica a posizionarci sui motori di ricerca e quindi anche a vendere, perché nessuno ci troverebbe.
Aprire un negozio di dispositivi tecnologici in dropshipping sarebbe una follia: difficilmente riusciremmo a ottenere un margine di guadagno accettabile.
Ecco un esempio che fa al caso nostro: www.clariusaudi.com è un e-commerce che vende spartiti musicali sul Web.
In realtà non si tratta di un'attività in dropshipping, ma potrebbe esserlo e va a collocarsi in una nicchia di mercato precisa e poco sfruttata online, soddisfacendo le necessità di un gruppo definito ma non così ristretto di persone: tutti gli studenti e i professori di musica che studiano e lavorano in Italia.
Per il nostro negozio dobbiamo cercare un'idea che abbia le stesse caratteristiche. - Quale fornitore?
Scegliere i fornitori con cui fare affari è un passo cruciale, per niente facile.
Se possibile, iniziamo selezionandone 3 o 4, per non complicarci troppo la vita. Più avanti, se sarà il caso, ne aggiungeremo di nuovi.
Perché sia affidabile il nostro dropshipper deve garantire un servizio veloce ed efficiente ai clienti.
Esistono 3 tipologie di fornitori ai quali possiamo rivolgerci: intermediari, stockisti e grossisti. - I PRINCIPALI RISCHI DEL DROPSHIPPING
Nessuna attività è priva di ostacoli e insidie. Nel caso del dropshipping non rischiamo di investire inutilmente molto denaro, ma potremmo comunque dovercela vedere con:
• fornitori poco organizzati o sleali
• concorrenza spietata
• difficoltà a far conoscere il proprio negozi
2. Gli intermediari e gli stockisti
- Gli intermediari
In Rete esistono molti intermediari che possono aiutarci a selezionare i fornitori più adatti alle nostre esigenze.
Ovviamente, se scegliamo di affidarci a questo tipo di servizio, la fase di ricerca del partner sarà molto più facile e veloce ma dovremo mettere in conto che avremo dei costi aggiuntivi.
Di solito una fee d'iscrizione al servizio e/o un sovrapprezzo sul costo base di ciascun articolo all'ingrosso.
In pratica, queste aziende ci mettono direttamente in contatto con i grossisti disposti a fare affari sfruttando il dropshipping, fornendoci una lista di prodotti da caricare sul nostro sito.
Piattaforme come www.youdroop.com sono semplicissime da utilizzare.
Basta selezionare i prodotti, che ci interessano, esportarne foto e descrizione all'interno del nostro negozio online e aspettare che i clienti ne facciano richiesta.
L’ordine viene passato all'intermediario che lo gira al fornitore in modo automatizzato ed efficiente.
In questo modo avviare il nostro negozio in dropshipping è semplicissimo ma saremo costretti ad abbassare le nostre entrate, riducendo il ricarico sul prezzo finale del prodotto, già gravato dal sovrapprezzo applicato da parte dell'intermediario rispetto al costo all'ingrosso.
Propendere per un intermediario può essere una buona scelta se il dropshipping non è la nostra unica fonte di guadagno e se vogliamo entrare in un mercato che non conosciamo. - Gli stockisti
Gli stockisti acquistano merce all'ingrosso da più produttori per venderla a chi si occupa di commercio al dettaglio, come abbiamo intenzione di fare noi con il nostro e-commerce in dropshipping.
Ovviamente anche loro, come gli intermediari, applicano un sovrapprezzo alla merce rispetto al suo costo iniziale, ma non ci chiedono di solito di sostenere altre spese come fee legate al servizio e si occupano sempre di spedire il prodotto a destinazione.
Il vantaggio di affidarsi a uno stockista è che potremo avere un catalogo molto ampio (se questa è la nostra intenzione) ma rischiamo di proporre articoli uguali a migliaia di altri siti, addirittura allo stesso prezzo!
Farsi scegliere dai potenziali acquirenti sarà quindi molto difficile.
3. I produttori e le commissioni
- I produttori
Se vogliamo che i nostri guadagni non siano troppo risicati, proviamo a cavarcela da soli, facendo un'accurata ricerca online e contattando telefonicamente i produttori e i distributori più interessanti.
Non sarà facile perché queste aziende spesso non si fanno pubblicità online.
Bisognerà chiamarli uno a uno e fissare un appuntamento per parlare a quattr'occhi. Inoltre, dovremo guadagnarci la loro fiducia perché accettino di lavorare con noi nelle modalità previste dal dropshipping.
Ciascuna delle aziende selezionate potrà offrirci poche decine di prodotti e non migliaia di articoli.
In questo caso però potremo più facilmente offrire prodotti a prezzi finali molto competitivi, perché non ci saranno da considerare commissioni di servizio e ricarichi, come accade invece con gli intermediari e gli stockisti.
Prendiamo in considerazione anche l'opportunità di contattare negozianti che si vogliono liberare delle rimanenze di magazzino per fare spazio agli articoli nuovi o perché stanno chiudendo l'attività, potremmo ottenere prezzi stracciati.
Per ciascuno dei fornitori dovremo sottoscrivere un contratto commerciale da stilare con cura. - Le commissioni
Il fornitore, oltre a essere affidabile, deve offrire la merce a un prezzo che ci consenta di ritagliare per noi una buona commissione sulle vendite, altrimenti non avrebbe senso buttarsi in questa avventura.
Ciò significa che il prezzo del prodotto fatto a noi dal dropshipper non deve essere troppo alto, altrimenti non riusciremo mai a vendere la merce.
La commissione media di un rivenditore in dropshipping è pari al il 15-20% del prezzo iniziale di ciascun prodotto. Ricordiamoci però che il suo importo va necessariamente a influire sul prezzo di ciò che vendiamo: il 20% su una maglietta che paghiamo al dropshipper 12 euro e proponiamo al cliente finale a 14,40 € non è la stessa cosa del 20% su uno strumento musicale etnico che ne costa a noi 350 e metteremmo in vendita a 420 €.
La nostra entrata in questo caso è più interessante ma rischiamo di non riuscire a vendere. Per essere concorrenziali, potremmo essere costretti a guadagnare di meno.
4. Ma quanto ci costa e l'alternativa già pronta
- Ma quanto ci costa?
Come abbiamo già sottolineato, operare in dropshipping può essere "a costo zero" fino a quando non si vende qualcosa, perché non dobbiamo investire nell'affitto di un magazzino e neppure nel suo riempimento!
Come al solito però niente è mai davvero gratis al 100%, soprattutto quando si tratta di fare affari.
Se non abbiamo un sito e-commerce già pronto all'uso dobbiamo crearlo.
Per chi non se la sente di mettere in piedi da solo un e-commerce usando strumenti come WordPress e i suoi plugin (piccoli programmi che aggiungono al sito funzioni aggiuntive), esistono diversi servizi per realizzare in pochi passaggi un e- commerce a basso costo.
Sconsigliamo di affidarsi a quelli totalmente gratuiti, perché di solito impongono troppe limitazioni che ci impedirebbero di avere la libertà necessaria a vendere online con continuità ed efficacia.
Un esempio è www.shopify.com che a partire da 110 euro all'anno, consente di creare e gestire un negozio online configurabile a seconda delle proprie esigenze.
Il vantaggio di questi siti è che sono veloci da costruire e facili da mantenere e che nel prezzo del servizio è spesso compreso anche il dominio (nome dell'e-commerce e spazio su server), oltre al database dove andremo a caricare tutti i dati relativi ai nostri prodotti.
Ricordiamoci solo di controllare che queste voci siano davvero comprese e che non ci siano extra costi nascosti.
Teniamo poi sempre presente che alcune funzioni di configurazione avanzate di solito sono a pagamento e che molti servizi trattengono per sé una piccola percentuale sulle vendite, pari all'1-2%.
Alcuni intermediari di dropshipping offrono tra i loro servizi anche il sito e-commerce, appoggiandosi a un partner, è il caso di www.bazarissimo.com che lavora in coppia con Storeden, www.storeden.com. - L'alternativa già pronta
Per chi non se la sente di creare un e-commerce c'è sempre la possibilità di vendere tramite marketplace, inserendo i propri prodotti nelle vetrine di colossi come Amazon ed eBay (ma ne esistono molti altri, benché meno conosciuti).
Su eBay, ad esempio, basta registrarsi come venditore e aprire un negozio pagando un tanto al mese.
A ciascun oggetto che mettiamo in vendita vengono applicate delle tariffe d'inserzione e quando vendiamo dobbiamo riconoscere a eBay una commissione sul prezzo finale.
Per saperne di più http://ebay.eu/1R563xF. Se invece siamo interessati ad Amazon http://amzn.to/2gCPMDH.
5. La normativa fiscale e i trucchi per aver successo
- La normativa fiscale
L'attività di dropshipping rientra in quella più generale dell'e-commerce.
Per il fisco non ci sono differenze tra un negoziante online che opera in dropshipping e uno che acquista la merce dal fornitore gestendo magazzino e spedizioni.
E’ necessario aprire una partita IVA ed essere iscritti al registro delle imprese per vedere nel rispetto della legge. Poi bisogna iscriversi alla gestione Inps commercianti (spesa minima annua pari a 4.000 euro, che aumenta in base al reddito annuo dell'attività).
Infine bisogna presentare la certificazione di inizio attività o SCIA, presso lo sportello del comune SUAP dove ha sede legale la nostra azienda.
Per maggiori informazioni e consigli è fondamentale rivolgersi a un commercialista esperto nei regimi fiscali applicati a chi commercia online.
Anche per quanto riguarda la modalità di fatturazione valgono le stesse regole previste per i negozi e-commerce.
Le fatture del dropshipper vengono registrate tra gli acquisti mentre ad ogni ordine andato a buon fine si fa corrispondere una fattura di vendita oppure una registrazione nei corrispettivi e un ricevuta (la fattura non è obbligatoria).
La faccenda si fa molto complicata quando la merce viene acquistata da un fornitore estero. Entrano in gioco anche gli oneri doganali (per merce che ha valore superiore a 22 euro).
Questi di solito sono a carico del cliente finale (che quindi deve esserne informato) perché è lui che riceve direttamente la merce, ma in realtà è chi ha acquistato dal dropshipper estero (cioè noi) che avrebbe l'obbligo di versare l'IVA sull'oggetto arrivato sul suolo italiano.
È uno dei classici casi di "dilemmi fiscali all'italiana". Meglio scegliere solo dropshipper che operano nel nostro Paese. - I trucchi per aver successo
Per guadagnare con il dropshipping non dobbiamo dimenticarci di scegliere con cura le tipologie di prodotti da vendere: più sono difficili da trovare online, più facile sarà fare affari.
Altra cosa fondamentale: selezionare fornitori affidabili che consegnino in fretta e senza fare pasticci.
Poi bisogna valutare con attenzione il margine di ricarico da applicare a ogni prodotto. Meglio calibrarlo in base al costo di partenza dell'articolo per non rischiare di essere poco concorrenziali.
Infine, bisogna investire nella pubblicità online per far conoscere il nostro negozio. Non è necessario spendere grosse cifre, prendiamo in considerazione la possibilità di iniziare con 150 euro di annunci su Facebook o Google.
Se non ce la sentiamo di selezionare da soli i fornitori più adatti al nostro e-commerce possiamo affidarci a una piattaforma come:
• www.youdroop.com
• www.bazarissimo.com
• www.sincreo.it
• www.newcart.it
• www.brandsdistribution.com