La vita dei cani è profondamente cambiata nel corso degli ultimi anni.
Da ausiliari in tante attività indispensabili, la maggior parte di loro è divenuta membro effettivo della famiglia in cui vive e tale è considerato dalla stragrande maggioranza dei proprietari.
Sul cane si riversano oggi aspettative diverse rispetto al passato, anche recente, quando il suo ruolo era ancora in buona parte legato a esigenze come la guardia, la pastorizia, la difesa del proprietario, per esempio.
Oggi la maggior parte dei cani vive una vita meno impegnata e più inserita nella dinamiche famigliari.
Tantissimi cani seguono la loro famiglia ovunque, , in vacanza per esempio, tanto da aver spinto alberghi e altre strutture ad accettare sempre di più la loro presenza.
E quanti di noi portano con sé il proprio amico ogni volta che possono? Al bar, al ristorante (anche in questo caso, sono sempre di più quelli che li accettano), nei negozi eccetera.
Ma perché questo sia possibile, è necessario che il cane sappia come comportarsi per essere ben accetto. Ecco perché educarlo è indispensabile. Ma non è la sola ragione, come vedremo.
1. Perché educarlo? Per il suo bene e anche per il nostro
Se è vero che il cane viene vissuto sempre più come un componente della famiglia, ed è una cosa bellissima, è altrettanto vero che spesso non riceve le informazioni necessarie a questo ruolo nei tempi e nei modi adeguati.
Ecco allora che tanti problemi, grandi e piccoli, vanno a guastare il rapporto tra i proprietari e il loro amico, che a volte viene messo in disparte o addirittura abbandonato perché non soddisfa le aspettative di chi lo ha scelto.
Educare il cane alla vita che si troverà a condividere con noi, quindi, è necessario in primo luogo per lui, perché non debba andare incontro a disavventure anche serie o al trauma di essere rifiutato, che per un animale sociale è il peggior evento possibile.
Ma educarlo serve anche a noi, per poter godere davvero dell’incredibile contributo che il cane è in grado di dare alla nostra vita e a quella dei nostri famigliari: affetto incondizionato, compagnia, empatia, lezioni di vita, divertimento, gioco, contatto con una creatura ancora naturale.
Perché rinunciare a tutto questo, se in fondo basta poco per avere accanto un amico ben inserito nella nostra vita e nella nostra società? Quel poco è soprattutto educazione e cioè,
sostanzialmente, fornire al cane strumenti di autocontrollo e capacità di apprendere.
Attraverso l’educazione applicata con sistemi basati sulle conoscenze etologiche possiamo controllare facilmente il comportamento del cane, ottenendo molti vantaggi per tutti.
Per esempio, se il nostro amico risponde sempre e prontamente al richiamo quando è libero, possiamo lasciarlo muovere e sfogare ovunque ci siano spazi adeguati (dalle aree cani cittadine a prati, boschi eccetera), migliorando nettamente la sua qualità di vita, perché il cane non è nato per muoversi al guinzaglio e ha un grande bisogno di esplorare, annusare e investigare il territorio.
Quindi, se possiamo lasciare libero il nostro amico sapendo che, all'occorrenza, verrà subito da noi al richiamo, lui vivrà meglio e noi ne beneficeremo perché sarà più tranquillo e appagato, una volta a casa.
Viceversa quando è al guinzaglio, situazione molto frequente per ovvi motivi, se è capace di camminare tranquillamente al nostro passo senza tirare, la passeggiata sarà serena e non ci innervosiremo. Di conseguenza, il cane uscirà più spesso e più a lungo.
Ancora, se di fronte a stimoli come altri cani, gatti, bambini che si avvicinano, bici che passano eccetera il nostro cane rivolge lo sguardo a noi in attesa di sapere come comportarsi e non prende iniziative autonome, il rischio di incidenti cala drasticamente e aumenta sia la sua sicurezza sia la nostra tranquillità.
Si potrebbe continuare a lungo sui vantaggi pratici derivanti dall’avere un cane educato, ma questi esempi dovrebbero bastare a convincere chiunque.
2. Quando iniziare?
- Il più presto possibile
Analizzate alcune delle ragioni più forti per decidere di educare il cane, passiamo al “quando” iniziare, perché questo aspetto ha la sua importanza.
Infatti, esattamente come accade per noi, i soggetti giovani sono più portati ad apprendere anche nella specie canina.
Un bambino è in grado di imparare una lingua straniera in tempi rapidissimi rispetto a un adulto e, oltretutto, ciò che apprende si radica profondamente e permane. Lo stesso avviene nei cani.
Ecco perché si consiglia di iniziare l’educazione di base non appena possibile, cioè quando il cucciolo è efficacemente protetto dalle vaccinazioni e può frequentare serenamente altri cani e relativi ambienti. Il luogo deputato, infatti, è un centro cinofilo (vedremo poi come sceglierlo). L'età ideale, dunque, corrisponde ai 3-4 mesi.
- E se è più grande? Nessun problema: impara lo stesso
Ovviamente, non tutti prendono un cucciolo. L’adozione di un soggetto con qualche mese in più oppure adulto o anche anziano non è certo una cosa rara.
Bene, se il nostro amico non è più un cucciolo, magari da un pezzo, nessun problema perché tutti i cani sono in grado di imparare le regole base, basta sapere come insegnargliele e avere la pazienza necessaria perché le apprendano.
Inoltre, è importante anche tenere presente che i cani adulti e anziani che si trovano in canile spesso provengono da un’esperienza in famiglia e possiedono già alcune delle competenze del caso, acquisite durante la loro convivenza precedente.
Altro fatto non secondario: nel caso dell’adozione di cani anziani, quasi sempre l’impegno richiesto per gestirli sarà minore perché meno attivi e vivaci, per via dell’età. In ogni caso, tutti i cani possono essere educati, con il giusto metodo e un valido educatore cinofilo a supportarci.
- Il metodo giusto: rispetto del cane e dell’etologia
Per insegnare qualsiasi cosa a un cane, cucciolo, adulto o anziano, ci sono diverse tecniche ma il metodo di base è sempre lo stesso e la definizione tecnica è “apprendimento strumentale” o “condizionamento operante”.
Si basa su ciò che etologi e studiosi hanno appreso e sviluppato a partire almeno dai primi anni Ottanta.
Il concetto, ridotto all’osso, è il seguente: “se un’azione porta a conseguenze positive, è molto probabile che venga riproposta”. La cosa è talmente ovvia, visto che vale anche per noi bipedi, da far sembrare impossibile che non sia stata colta prima...
In ogni caso, questo concetto del tutto naturale viene sfruttato indirizzando il comportamento del cane mediante l’uso dei “rinforzi”, cioè cose che il cane apprezza e che riceve per aver compiuto un comportamento funzionale alle nostre esigenze.
Un esempio facile da capire riguarda l’insegnamento del “seduto”, uno dei comportamenti più comunemente richiesti al cane per averlo sotto controllo.
- Fallo sedere: così è facile e veloce
Il movimento che indurrà il cane a sedersi viene presentato, inizialmente, portando una mano che tiene un boccone tra pollice e indice prima sul naso e poi sopra la sua testa; ciò normalmente induce il cane ad alzare lo sguardo per seguirla e, per via della sua struttura fisica, a sedersi.
Se il movimento della nostra mano è associato al suono-segnale “siedi” e se il cane effettua il movimento desiderato, seguirà la “ricompensa” (il boccone), che ha lo scopo ben preciso e molto importante di rinforzare tale comportamento, tanto che viene definito proprio “rinforzo”.
Attraverso la ripetizione della sequenza si verifica nel cane l’associazione del suono-segnale, per esempio “siedi,” all’azione di sedersi: si tratta di una “associazione tra eventi”, l’apprendimento graduale di un comportamento conseguente a una nostra richiesta precisa, che verrà perfezionato nel tempo eliminando via via il boccone dalla mano, poi riducendo l’ampiezza e la dimensione del gesto, poi togliendo il gesto stesso, per impiegare infine il solo suono-segnale.
Funziona, presto e bene. E per qualsiasi comando, se decliniamo il metodo correttamente.
3. Soltanto bocconi?
Per gratificare il cane durante l’educazione non abbiamo solo i bocconi a disposizione (che comunque devono essere molto gustosi per essere davvero significativi), anche il gioco ha ottime qualità di “ rinforzo”.
Conviene puntare su due tipi di gioco in particolare, adatti alle esigenze naturali e istintive del cane: un gioco di caccia e un gioco di ruolo.
Nel primo caso, parliamo di caccia alla... pallina. Anzi, alle palline. Ne servono due, uguali per non creare preferenze nel cane.
Una la lanciamo, vicino a noi, e l’altra la teniamo in mano facendo capire al nostro amico che se lascia la prima arriverà la seconda, e così via fino a quando non avrà imparato che riportare la pallina è il solo modo perché venga lanciata ancora. A quel punto ne basterà una sola.
L’altro gioco è il “tiramolla”, con una treccia o un altro oggetto adatto (si trovano nei pet shop). Riproduce un gioco che i cani fanno volentieri tra loro con un ramo o un altro oggetto trovato per caso e di solito è molto apprezzato.
Tra l’altro, serve anche a insegnare il comando “ Lascia”, estremamente importante. L'educatore ci spiegherà più a fondo tutto ma è bene sapere che l’attrezzatura che serve per l’educazione non è certo complessa né costosa, però è necessaria.
L’ultimo rinforzo a nostra disposizione per l’educazione del cane è definito “sociale” ed è costituito dalla nostra approvazione per il comportamento corretto del nostro amico: lodi, coccole e atteggiamento gioioso sono importanti per il cane, perché in questo modo comprende che siamo soddisfatti di lui e questo, per un animale altamente sociale, è essenziale.
Sentirsi apprezzato e vedere che la sua collaborazione è fonte di gioia per noi che siamo, o dovremmo essere, il suo “leader”, lo spinge a impegnarsi anche di più.
Tuttavia, rispetto agli altri rinforzi che abbiamo citato il “sociale” non è il più significativo, per la maggior parte dei cani, ma è comunque molto importante ed è sempre utile quando, per qualsiasi ragione, non abbiamo a disposizione bocconi o giocattoli.
4. Educazione é anche prevenzione. Move educarlo?
- Educazione é anche prevenzione: meno rìschi di problemi comportamentali
Un aspetto importante ma poco considerato dei vantaggi derivanti dall’educazione del cane riguarda la valenza che questa ha nella prevenzione dei problemi comportamentali.
Oltre a una predisposizione genetica o alle carenze di socializzazione e abituazione del cane, la terza causa più comune dei problemi comportamentali sono i traumi che un soggetto può subire nel corso della vita, per le cause più diverse.
Anche il cane più sereno ed equilibrato, infatti, può avere la sfortuna di subire un'aggressione da parte di un altro cane o di un essere umano, oppure essere vittima di un incidente stradale, per esempio.
Eventi come questi lasciano sempre il segno, esattamente come accade a noi. Infatti, gli esperti di comportamento canino così come gli psicologi che si occupano degli esseri umani consigliano sempre di lavorare per affrontare e superare le conseguenze di un evento traumatico.
Ma prevenirlo è ovviamente molto meglio. E un cane educato, che non prende iniziative potenzialmente pericolose, ci ascolta, non scappa e torna al richiamo ha molte meno chance di subire un trauma.
- Dove educarlo? Il centro cinofilo adeguato
In Italia ci sono davvero tanti centri cinofili dove possiamo educare il nostro cane guidati da istruttori esperti e appassionati. Ma, come sempre, è essenziale scegliere bene.
I criteri sono pochi, in realtà, ma rispettarli è fondamentale per il successo dell’educazione e per il benessere del nostro amico. Eccoli:
• istruttori o educatori con brevetto in regola rilasciato da una delle principali associazioni di categoria (Fise, Csen, Apnee eccetera);
• metodi che non ammettono violenza fisica o psicologica sul cane, basati sul “rinforzo positivo";
• percorso educativo personalizzato in base alle esigenze del cane e del proprietario ma con classi collettive, per favorire e ampliare la socializzazione del cane;
• supporto in caso di problemi comportamentali: il centro deve annoverare tra i suoi operatori un esperto con formazione specifica o collaborare con un veterinario specializzato in comportamento.
5. Cosa gli serve sapere?
- Poche informazioni ma tutte essenziali
L’ educazione di base per un cane non è molto ampia ma ci sono cose che deve assolutamente imparare, per il suo bene e per il nostro.
La più importante in assoluto è tornare immediatamente quando lo chiamiamo. Le ragioni sono evidenti: un buon “richiamo” evita che il cane si metta in pericolo o crei problemi ad altri.
La seconda cosa è il “ lascia”, cioè aprire la bocca se ha preso qualcosa che non doveva o, meglio ancora, evitare che lo faccia anticipando la sua azione e bloccandola.
Questo comando, se ben appreso e associato al richiamo, diventa perfetto per scongiurare qualsiasi azione indesiderata del nostro amico, anche se non ha niente a che fare con l'afferrare qualcosa.
Il terzo comando è il “vicino”, cioè un segnale che indichi al nostro amico di restare a brevissima distanza da noi, al guinzaglio e senza.
Utilissimo per evitare che il cane si allontani e finisca così dove non dovrebbe, per esempio quando siamo a passeggio in luoghi pubblici dove non tutti gradiscono eventuali “feste” o “ispezioni olfattive”. Molto importante anche insegnare al cane a camminare correttamente al guinzaglio, senza tirare.
Non è bello andare a spasso a rimorchio di un “trattore” (anche i cani piccoli riescono a trainarci, se vogliono) e, se è vero che il cane deve avere la possibilità di annusare quando è in passeggiata, visto che si tratta di un’esigenza naturale insopprimibile, è anche vero che può imparare a investigare il territorio tranquillamente e che, in alcuni momenti, per esempio attraversando la strada, farlo non è possibile.
- Due istruzioni accessorie utili ma non fondamentali
Il “seduto” e il “terra”, spesso insegnati per primi da alcuni educatori, in realtà sono comandi che hanno un’importanza relativa e non sono altrettanto difficili da “radicare” nel cane rispetto a quanto citato finora.
Sono posizioni utili per mettere il cane sotto controllo per esempio per strada, se incontriamo qualcuno (il “seduto”), oppure se ci vogliamo fermare a bere un caffè (in questo caso, serve il “terra”), dunque è bene insegnarle ma senza pensare che un cane possa mantenere queste posizioni molto a lungo, il “seduto” in particolare, senza un percorso di abitudine che viene da sé negli anni.
Al contrario, se l'educazione di base costituirà le fondamenta necessarie alle successive attività cinofilo-sportive, come Rally Obedience, Obedience o Agility, allora questi due comandi diventano essenziali e vanno correttamente insegnati fino a ottenere sempre una risposta precisa e duratura da parte del cane.
- Prima di tutto ottenere la sua attenzione
Per insegnare qualcosa, qualsiasi cosa, al nostro cane, prima di tutto dobbiamo imparare a ottenere la sua attenzione e poi la sua concentrazione.
In realtà, è questo il primo passo da compiere in un percorso di educazione di base. Un educatore all’altezza del compito lo sa e provvede di conseguenza. Se così non fosse...meglio cambiare “ maestro”.