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Estate 2014 a Parigi: qualche suggerimento

La mobilitazione dei lavoratori “intermittenti” dello spettacolo comincia a far tremare la Francia. Spettacoli e festival tra i più attesi del calendario annuale rischiano di essere messi in forse dallo sciopero dei lavoratori dello spettacolo, in protesta contro il nuovo accordo che ridurrebbe le tutele per i precari.

Brividi corrono lungo la schiena degli organizzatori e, ovviamente, anche dei sindaci, dato che la macchina estiva dei festival è una delle più importanti fonti di entrate per il settore della cultura, in un’economia che è sempre più in sofferenza. Lo stesso direttore del Festival di Avignone – uno degli eventi più importanti del Paese, dopo il Festival di Cannes – si è rivolto direttamente al Primo Ministro francese chiedendo che sia sospesa l’approvazione della nuova norma e vengano riaperte le trattative.

Ma non facciamoci prendere dal panico. Che siate solidali o meno con i lavoratori francesi, se avete in programma un viaggio a Parigi per l’estate la cosa importante è non farsi cogliere impreparati. Dopo aver prenotato il vostro soggiorno (chi è in cerca di offerte può dare un’occhiata qui), tenete allora sotto controllo il sito continuamente aggiornato dagli stessi lavoratori del settore, su mobilitazioni, adesioni ed eventi a rischio.

In secondo luogo, abbiate sempre pronta un’allettante alternativa, nel caso in cui l’evento tanto atteso salti. A Parigi non vi mancheranno le cose belle da fare e da vedere – basta solo avere lo spirito giusto e un minimo di organizzazione.

Tra i luoghi più in voga – e che forse non avete mai sentito – vi è il Wanderlust, “the new Mecca of Parisian hype”, progettato dagli architetti Jakob&MacFarlane e diventato uno degli emblemi della rinascita del tredicesimo arrondissement di Parigi. Questo spazio eclettico e multidisciplinare vanta la più grande terrazza della capitale, affacciata sulla Senna e con un’incomparabile vista della città. All’interno troverete mostre, workshop, eventi culturali, ma anche un ristorante e un nightclub unico.

Per esplorare le altre attrattive del rinato 13 arrondissement, date un’occhiata a questo articolo. Ma sono infiniti i quartieri e i luoghi da scoprire: e allora, passeggiate, perdetevi per strade, parchi e giardini della città. Anche di sera, grazie a iniziative come Grand Paris à la belle étoile, l’occasione per trascorrere la notte sotto le stelle in un parco parigino.

Chi è affamato di cultura, poi, non sarà deluso dalla programmazione di mostre per l’estate. Dall’esposizione che il Museo d’Orsay dedica a Van Gogh (fino al 6 luglio) a “Impressionist in Private”, al Museo Marmottan Monet, che mostra capolavori poco conosciuti dal grande pubblico.

Per rimanere in tema di impressionismo, da non perdere l’originale proposta nel Château d'Auvers, che ospita la mostra “From Impressionism to Street Art”, uno sguardo innovativo attraverso il lavoro di Arnaud Rabier-Nowart, che presenta la sua versione “graffiti” dell’opera di Van Gogh (fino al 21 settembre). “Great Black Music” è invece l’imperdibile appuntamento nella Cité de la Musique: un vero e proprio viaggio multimediale nel mondo della cultura della black music. E questo è solo un assaggio di ciò che vi aspetta. Consultate la sezione eventi del sito ufficiale di Parigi per trovare quello che fa per voi.

Vediamo qualche spunto al riguardo.

1. Museo d’Orsay - “Vincent van Gogh / Antonin Artaud. Le suicidé de la société” (fino al 6 luglio 2014)

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Il famoso Museo d’Orsay dedica al pittore olandese  un'esposizione intitolata “Vincent van Gogh / Antonin Artaud. Le suicidé de la société”.

La mostra parigina, prende spunto dal saggio dello scrittore, poeta, attore, pittore francese Antonin Artaud che nel 1947, in occasione di una retrospettiva dedicata a Van Gogh si scagliò contro il sistema psichiatrico, responsabile dell'alienazione dei folli e geloso della loro genialità.

Un libro di riscatto del grande impressionista morto suicida per colpa della società ma anche di Arnaud stesso che percorse lo stesso cammino di follia di Van Gogh, fuori e dentro dai sanatori.

Nel 1947  il suddetto scrittore, visitò la retrospettiva dedicata al pittore olandese Vincent Van Gogh e scrisse, dietro consiglio dell’amico Pierre Loeb, il famoso saggio che oggi dà il titolo alla mostra. A legare i due artisti, ora come allora, l’insegna della follia che campeggia sulle vite di entrambi.

A partire dal 1936, per otto anni, Antonin Artaud fu internato in diverse cliniche dove fu sottoposto a ben 51 elettroshock. Contraddicendo la tesi dell’alienazione, Artaud volle dimostrare come la lucidità suprema di Van Gogh in realtà turbasse le normali coscienze, le quali spinsero l’artista al suicidio.

Mai tanti van Gogh insieme a Parigi dall'esposizione del 1947: il Museo d'Orsay crea l'evento riunendo (fino al 6 luglio 2014) 45 capolavori del pittore olandese, oltre a sei disegni e lettere  e una selezione di opere grafiche del poeta- disegnatore. 

2. Wanderlust, “the new Mecca of Parisian hype” (13esimo Arrondissement)

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Meno turistico di altri quartieri parigini, il tredicesimo arrondissement vale la pena di essere conosciuto. 

Tra i luoghi più in voga – e che forse non avete mai sentito – vi è il Wanderlust, “the new Mecca of Parisian hype”, progettato dagli architetti Jakob & MacFarlane e diventato uno degli emblemi della rinascita del tredicesimo arrondissement di Parigi. Questo spazio eclettico e multidisciplinare vanta la più grande terrazza della capitale, affacciata sulla Senna e con un’incomparabile vista della città.

All’interno troverete mostre, workshop, eventi culturali, ma anche un ristorante e un nightclub unico. Per esplorare le altre attrattive del rinato 13 arrondissement, date un’occhiata a questo articolo

Ci sono le gallerie  come Triple V, Air De Paris, e Christophe Daviet-Thery. Nelle vicinanze la Fondazione Rosenblum & Friends sostiene e organizza mostre tematiche semestrali di giovani artisti che fanno parte della collezione privata di Chiara e Steve Rosenblum.

Alla "Manufacture des Gobelins/ Galerie des Gobelins" potete ammirare nelle sue collezioni permanenti il Mobilio Nazionale e trovarvi tutti i mobili, arazzi, tessuti e altro commissionati per i palazzi ufficiali della Repubblica Francese per tutte le residenze presidenziali.

Ma sono infiniti i quartieri e i luoghi da scoprire: e allora, passeggiate, perdetevi per strade, parchi e giardini della città. Anche di sera, grazie a iniziative come Grand Paris à la belle étoile, l’occasione per trascorrere la notte sotto le stelle in un parco parigino. 

3. Museo Marmottan Monet - "Impressionnistes en privé", (fino al 6 luglio 2014)

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La mostra "Impressionnistes en privé" al Museo Marmottan Monet (al 6 luglio 2014), offre l'opportunità di scoprire opere giunte da collezioni private e perciò, per la maggior parte, mai viste prima.

Tra questi capolavori, una monumentale Plage de Bénerville, dipinta da Eugène Boudin, o questa giovane sconosciuta ritratta da Berthe Morisot, una rarità dato che l'artista, spesso insoddisfatta, ha distrutto moltissimi dei suoi quadri. Una "Meule" di Pissarro o l'eccezionale "Petite danseuse de 14 ans" scolpita da Degas, sono anch'essi esempi di pezzi di collezioni private degni dei più grandi musei. 

Marianne Mathieu, vicedirettrice del museo Marmottan Monet e curatrice della mostra "Impressionnistes en privé", ha dichiarato a proposito che "la scelta dei quadri è stata realizzata presso 50 prestatori in tutto il mondo, e che tale mostra ripercorre la storia dell'impressionismo. Il percorso esplora innanzitutto gli esordi dell'impressionismo con paesaggi di Corot, Jongkind o Eugène Boudin. Arrivano in seguito gli anni 1870, con una decina di pitture che coprono la carriera di Monet, Pissarro, Morisot, ecc. Poi, vi è il periodo chiave del 1880-1890 dove emerge l'identità creatrice caratteristica dei suoi membri. Per chiudere la manifestazione, viene concentrata tutta l'attenzione sull'opera ultima dei maestri che vanno oltre i limiti dell'impressionismo. Si pensi a Nymphéas di Monet, che apre la strada ad altre rivoluzioni moderne come l'astrazione."

4. Château d'Auvers - “From Impressionism to Street Art" (fino al 21 settembre 2014)

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A soli trenta minuti da Parigi, il castello di Auvers è situato nel cuore del paese di Auvers-sur-Oise, dove Vincent Van Gogh trascorse i suoi ultimi settanta giorni di vita. Oltre a Van Gogh un gran numero di pittori elesse Auvers come luogo d'ispirazione prediletto. Sono da ricordare Cézanne, Charles-François Daubigny, Camille Pissarro, Jean-Baptiste-Camille Corot.

Una vera e propria cittadina degli artisti impressionisti, a cominciare proprio dal castello, che propone un percorso multimediale - “Viaggio al tempo degli Impressionisti” - per riportare i visitatori in quel mondo di tavolozze dai vividi colori, che contraddistinse quell’epoca di rivoluzione pittorica.

Un viaggio sulle tracce di Daubigny, Pissarro, Cézanne, Van Gogh: sala dopo sala, gli spettatori attraverseranno ambienti che evocano i temi più cari agli Impressionisti. Proiezioni di oltre 500 tele, effetti speciali visivi e sonori, musiche e canzoni popolari dell’epoca, estratti di vecchi film, presentazioni di foto d’archivio, di oggetti e costumi… Una vera full immersion nell’ambiente artistico parigino del XIX secolo.

In particolare, fino al 21 settembre 2014,  Château d'Auvers ospita una mostra di Arnaud Rabier alias Nowart, artista emblematico della street art francese e incantato dal genio olandese. 

I visitatori del castello potranno ammirare quaranta dipinti dell'artista creati appositamente per questo straordinario evento attraverso i quali l’artista urbano dialoga con van Gogh e alcuni grandi maestri dell’Impressionismo.  

Oltre alle suddette opere, i visitatori potranno guardare alcuni video e proiezioni realizzati in strada, attraverso i quali potranno immergersi completamente  nel mondo dell'artista. Da non perdere!



5. Cité de la Musique “Great Black Music” ((fino al 24 agosto 2014)

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La Cité de la Musique, dall’11 marzo al 24 agosto 2014, offre un’originale esposizione, Great Black Music, per celebrare la “musica nera” che ha attraversato secoli e continenti e che occuperà  novecento metri quadrati di spazio espositivo.

Dalle esibizioni dei griot mandinghi alla melodia dei bluesman del delta del Mississippi, dai bassifondi di New Orleans ai club di Manhattan, dai ritmi yoruba alla nascita dell’afrobeat, dalla periferia di Kingston, dove apparirono ska e reggae, fino al Bronx, terra dell’hip hop.

L’esposizione si propone di riunire come in un puzzle i pezzi che caratterizzano questo genere musicale sulla base di un gran numero di archivi audiovisivi, strumenti e moduli di formazione, dispositivi digitali interattivi.

Fela Kuti, Marley, Miles, Coltrane, Billie Holiday, Celia Cruz, Miriam Makeba, James Brown, Michael Jackson, Belafonte, Aretha Franklin, Ella Fitzgerald, Youssou N'Dour...questi artisti americani e africani hanno lasciato un segno nella storia della musica del XX secolo.

All’ingresso dell’esposizione, ogni visitatore può prendere uno smartguide dotato di cuffie che funziona con un’applicazione sviluppata proprio per la mostra della Great Black Music, dando la possibilità di poter interagire con ogni installazione, e ascoltare la diversa musica di ogni sala tematica; e se la canzone piace basterà farlo sapere al "tablet" che alla fine della visita invierà per mail l'intera playlist delle canzoni scelte.






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