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Far rilassare il proprio cane: elemento fondamentale per la sua salute

In un mondo frenetico come il nostro, la parola “rilassamento” è divenuta sinonimo di ecce­zionalità, essendo sempre più difficile potersi dedicare al ripo­so di mente e corpo.

Al termine di ogni giornata dovremmo avere la possibilità di rilassarci, davanti al­la televisione, immersi nella lettu­ra di un buon libro, chiacchieran­do con i nostri famigliari, ma spes­so c’è chi non ha questa possibili­tà perché gli impegni glielo vieta­no e perché gli strumenti informa­tici e l’onnipresente smartphone ci rendono perennemente disponibi­li, se non troviamo il coraggio di eclissarci almeno in quelle ore.

E la qualità della vita ne risente. Il relax è fondamentale anche per il cane, soprattutto nell’ottica di una corretta crescita psicofisica, non­ché per trovare il giusto equilibrio comportamentale nella vita di tutti i giorni.

Rispetto a noi, però, non è solo la fine della giornata il mo­mento più indicato per il relax ca­nino ma anche e soprattutto le di­verse fasi diurne, e non necessa­riamente coinvolgendo il sonno.

Per il nostro amico, rilassarsi si­gnifica restare tranquillo in una situazione di veglia, evitando inutili disturbi anche da parte di famigliari ed amici; e anche es­sere in grado di mantenere un sufficiente equilibrio all’interno di contesti altamente stimolanti, senza farsi coinvolgere in flussi emozionali dispendiosi in termi­ni energia.

In due parole, per il cane rilassarsi vuol dire “stare be­ne”, con se stessi e con gli altri. Approfondiamo la cosa.

 

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1. Gli animali insegnano. Il non agire ha un valore notevole

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Numerosi studi effettuati su­gli animali in natura han­no evidenziato un peculia­re carattere comune: essi dedica­no molte delle ore di veglia a fa­re... pressoché nulla!

Ciò ha desta­to molti interrogativi circa l'utili­tà di questo "non fare" e le rispo­ste si sono trovate nella funziona­lità di una tale scelta.

Riposare sen­za dormire, infatti, vuol dire recu­perare le forze necessarie alle atti­vità fondamentali alla sopravviven­za, evitare di ritrovarsi in situazio­ni pericolose e, non ultimo, adatta­re mente e corpo all'ambiente cir­costante.

Per quanto il cane sia il prodotto "artificiale" della selezio­ne umana, porta in sé il patrimonio genetico del progenitore selvatico; sulla base di questa derivazione dal lupo, anche per il nostro amico è importante disporre di intervalli di tempo dedicati esclusivamente al relax nell'arco della giornata.

Na­turalmente, tale rilassamento "at­tivo" dovrà essere la conseguenza di un'opportuna attività psicofisica, perché solamente dopo aver sod­disfatto tali esigenze si potrà dare spazio al risposo adattivo.

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Raggiun­ta una condizione di equilibrio tra l'agire e il non agire, il nostro cane dimostrerà un'invidiabile capacità di stabilizzarsi rispetto ai numero­si stimoli circostanti, dentro e fuo­ri casa.

Non dobbiamo dimenticare che ogni organismo vivente è por­tato a raggiungere un doppio risul­tato: vivere il più a lungo possibile e, qualora la nicchia ecologica di riferimento lo permetta, riprodursi.

Ancora una volta, il cane dome­stico persegue questo duplice fine "utilizzando" anche la nostra pre­senza. Siamo noi, infatti, a pren­derci cura della sua salute e a deci­dere se, quando e con chi sarà ac­coppiato. O almeno così dovrebbe essere.

In questo modo, se gli equi­libri vengono rispettati, ci trovere­mo di fronte ad un individuo sere­no dinanzi agli accadimenti della quotidianità, escludendo l'attiva­zione di reazioni sproporzionate o pericolose.

La prima causa dei co­siddetti "problemi del comporta­mento" si trova, infatti, nell'insuf­ficiente garanzia di "zone mentali" di rilassamento.

 

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2. Azioni "autocalmanti" e tecniche antistress

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- Azioni "autocalmanti". Grattarsi aiuta la concentrazione, lo facciamo anche noi

Nel codice genetico di cia­scun cane si trovano rac­chiuse numerose strategie di rilassamento.
Vengono espres­se attraverso azioni "autocalman­ti", dirette a ritrovare un equili­brio nel momento in cui esso ven­ga per qualsiasi ragione alterato.
Una delle più importanti consiste nell'isolamento dal mondo circo­stante mediante l'impiego dell'ol­fatto; in altre parole il nostro ami­co, vivendo una condizione di di­sagio, inizierà ad annusare il ter­reno come se il suo olfatto aves­se scovato qualcosa di particolar­mente interessante, che probabil­mente in realtà non c'è.
Quando gli aspetti negativi si sa­ranno dissolti, il cane riprenderà a connettersi con l'ambiente come se nulla fosse accaduto.
Se invece gli sorgesse un dubbio sul da farsi, grattarsi ripetutamente potrebbe consentirgli di raggiun­gere la giusta concentrazione... proprio come facciamo noi nella stessa situazione di dubbio, grat­tandoci la testa in attesa di un'i­dea risolutiva!

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- Tecniche antistress. Il cane è un abile negoziatore

Un altro modo per affronta­re al meglio nuovi contesti che creano un po' di ten­sione consiste nello scrollare l'in­tero corpo, come quando il nostro amico è appena uscito dall'acqua.
Quest'ultima attività è diretta a ri­durre il livello di adrenalina pro­dotta dall'organismo ed è tipica di situazioni improvvise ricche di sti­moli.
Sbadigliare, leccarsi le lab­bra e far fuoriuscire la lingua come un rettile diventano altre "armi" da utilizzare contro gli stati di stress, mentre il volgere lo sguardo altrove significa voler allontanarsi, almeno con la mente, da richieste o esigen­ze troppo invadenti e dispendiose.
Da questo punto di vista le "azio­ni di calma" sono da intendersi co­me forme di "autotutela", essendo­ci nell'organismo forme sofisticate di allarme volte a evitare l'insorge­re di stati di malessere.
Una ripro­va di quanto il cane cerchi di rag­giungere e mantenere un sufficien­te rilassamento si ritrova nel suo modo di interfacciarsi con i diver­si interlocutori, si tratti del proprie­tario, di estranei o di altri conspe­cifici.
Ci si riferisce ai "segnali di negoziazione", considerati un pun­to nevralgico della comunicazione. Nel caso di possibili conflitti, infat­ti, il nostro amico proporrà un'im­mediata pacificazione con messag­gi di non belligeranza.
Tipico è il "look away", consistente nello spo­stare la testa evitando ogni perico­loso incrocio di sguardi.

 

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3. Serve una tana e qualcosa da masticare. Per favore, non disturbare

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Un sufficiente stato di rilas­samento deve essere ga­rantito soprattutto in ca­sa.

Tutti i nostri cani sono costan­temente sollecitati da stimoli di ogni tipo: dal suono del campa­nello all'arrivo di visitatori, dai giochi dei bambini alle inevitabili comunicazioni verbali tra i mem­bri della stessa famiglia.

Poter di­sporre di una zona di tranquilli­tà, quasi si trattasse di una "cam­pana di vetro", diventa perciò in­dispensabile.

Spesso, la semplice "cuccia" con base morbida non è sufficiente e può servire meglio al­lo scopo un ambiente circoscritto e con poca luce, per esempio un kennel (o trasportino), proporzio­nato alla taglia del nostro amico.

Non va utilizzato con la porticina chiusa perché è il cane a decide­re quando posizionarsi all'interno.

In questo modo, dinanzi al verifi­carsi di situazioni eccitatorie, sa­rà lui ad evidenziare il desiderio di isolarsi per un po' e in quei mo­menti nessuno dovrà interrompere questo stato di distacco dal mon­do: una sorta di stanza privata conla scritta immaginaria "do not di­sturb", perpermettergli di evitare condizioni di potenziale disagio. Una tana, in altri termini.

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La collocazione della zona di relax è fondamentale: da evi­tare le zone centrali di una stanza e gli spazi di passaggio; be­ne invece un angolo della stanza stessa, riparato dalla luce ma da dove il cane possa osservare ciò che avviene intorno a lui.

Evitiamo quindi l'errore, piuttosto comune, di indurre un isolamento forzato, esiliando il cane in punti dell'abita­zione dove il collegamento con la famiglia viene completamente in­terrotto: un animale sociale come il cane interpreterà il trasferimen­to come una sorta di esclusione, non comprendendone il motivo.

La stessa dinamica di protezione dal mondo va adottata all'interno della macchina: oltre ad evitare perico­losi urti dovuti a improvvise frena­te, l'impiego di un kennel per l'au­to garantirà una sufficiente tran­quillità durante i viaggi e nei momenti di sosta.

In entram­bi i casi, casa e auto, può es­sere utile dare al nostro cane qualcosa da masticare: un os­so sterilizzato, un contenitore in gomma ripieno di gustosi boc­coni o un altro genere di prodotto adatto, di buona durata; l'impiego dei muscoli masseteri e temporali garantirà un ulteriore supporto alla tranquillità emozionale del nostro amico.

 

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4. Camminate utili e il "tappeto magico"

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- Camminate utili. Trasferire l’attenzione lo aiuta

Nel caso in cui il nostro ca­ne si trovi a disagio in un contesto ricco di stimoli, può darsi che si metta a cammi­nare, apparentemente senza me­ta.
Lasciamolo fare, perché sta at­tivando la sua parte cinestesica, cioè sta trasferendo l'attenzione sul movimento anziché in direzio­ne delle informazioni ambientali che lo turbano.
Infatti, è stato di­ mostrato che la deambulazione ri­petuta permette agli animali di ri­trovare il proprio equilibrio grazie agli appoggi e alle levate dei sin­goli arti.
Dopo ripetuti spostamen­ti in direzione opposta allo stimo­lo percepito come negativo dal nostro amico, potremo effettuare il "test dell'attenzione", consisten­te nel fermarci improvvisamente attendendo una reazione del ca­ne.
Nel caso ci guardasse inten­samente, lodiamolo e premiamolo per poi proseguire oltre, effettuan­do altri mini "check in" e rinfor­zando nuovamente il contatto visi­vo spontaneo.

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- Il "tappeto magico". Silenzio e movimenti lenti

Uno strumento particolar­mente efficace per mettere il cane a proprio agio è il "tappetino del relax", un quadra­to di stoffa o altro materiale faci­le da portare con noi dove il cane può collocarsi nelle situazioni più disparate, dimenticando ciò che ruota attorno a lui.
Se aggiungeremo alcuni respiri profondi quando si piazza, la tran­quillità di reazione andrà per la maggiore, eliminando ogni velleità contraria. Ovviamente, è necessario insegnargli a usarlo ma spes­so funziona molto bene.
Un'altra tecnica di gestione del­lo stress si riferisce al nostro mo­do di impiegare la comunicazione posturale; se ci muoveremo lentamente, in totale silenzio, l'inte­ro sistema eccitatorio si placherà d'un tratto, rendendo il cane più incline ad ascoltarci.
Allora potre­mo accarezzarlo profondamente, partendo dalle facce laterali del tronco fino al posteriore. L'even­tuale messa a terra aumenterà la tranquillità e anche questa deci­sione potrà essere premiata.

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5. Si chiama "omeostasi". In cerca dell’equilibrio perduto

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Il termine omeostasi è stato co­niato da W.B. Cannon, fisiolo­go statunitense, per descrivere il concetto di "equilibrio relativo" dell'organismo rispetto alle mo­dificazioni presenti nell'ambien­te esterno.

Anche il cane presenta una propria "omeostasi" che cerca di mantenere inalterata nonostan­te i possibili cambiamenti prodot­ti dai diversi contesti in cui si vie­ne a trovare.

Ogni qualvolta si veri­fichino eventi potenzialmente pre­disposti a causare un'alterazione omeostatica, il nostro amico attiva i comportamenti ritenuti più funzio­nali a un repentino ripristino dell'e­quilibrio.

Una delle migliori strate­gie consiste nel garantirsi rilassa­mento e benessere, perché solo in questo modo l'approccio al mon­do potrà essere adottato nel giu­sto senso.

Ulteriori studi hanno di­ mostrato come l'omeostasi sia col­legata ad alcuni centri del cervel­lo presso la regione dell'ipotalamo, comprensiva delle aree dedi­cate agli stati emozionali e umora­li.

Minori saranno le perturbazioni emozionali, maggiori le probabili­tà di rimanere rilassati, con l'effetto finale di un adeguato adattamento alle inevitabili variazioni della vita.Non è lo stesso anche per noi?

 

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