Federico García Lorca nasce a Fuente Vaqueros, in provincia di Granada, il 5 giugno 1898 da Federico García Rodríguez, agricoltore, e Vicenta Lorca Romero, maestra.
Ha un fratello, Francisco, e due sorelle, Concha e Isabel.
Trascorre l’infanzia, funestata da diversi malanni, nella campagna della pianura di Granada, quella campagna che ispirerà le sue prime poesie e che egli avrà sempre nel cuore.
Nel 1915 si iscrive alla Facoltà di Lettere, e in seguito, più per accontentare il padre che per vocazione, anche a quella di Giurisprudenza. Nel 1918 esce a Granada il suo primo libro, Impresiones y paisajes, prose poetiche ispirate dai suoi viaggi.
Nell’anno successivo entra in amicizia alla «Residencia de Estudiantes» con Pepín Bello (suo amico fraterno con cui dividerà la propria stanza), Luis Buñel e Gregorio Martínez Sierra. Sul Renovación di Granada è pubblicata la sua prima poesia, «Granada (elegía humilde)».
Il 15 giugno del 1921 pubblica il suo primo libro di poesia, Libro de poemas, presso Maroto di Madrid. Due anni dopo la situazione politica spagnola si fa drammatica: il generale Primo de Rivera, d’accordo con il re Alfonso XIII, instaura la dittatura militare.
In quell’anno si verifica l’incontro, che successivamente si trasformerà in una grande amicizia, con Salvador Dalí . Nel 1925 scrive Mariana Pineda e ne dà lettura in casa di Dalí a Cadaqués (diventerà un grande amico anche con la sorella del pittore, Ana María).
Tra il 1929 e 1930 va a New York (dove risiede come studente presso la Columbia University) e a Cuba (ove s’interessa al folclore locale assai simile a quello andaluso).
A fine anno (1930) torna in Spagna ove il clima politico è tesissimo; cade la dittatura di Primo de Rivera. Il 14 aprile 1931 cade anche la monarchia di Alfonso XIII e viene proclamata la Repubblica.
Lorca pubblica il Poema del cante jondo; progetta un teatro popolare gratuito e ambulante, che si attuerà l’anno dopo, «La Barraca».
Le rappresentazioni del suo teatro ambulante sono avversate dagli estremisti della destra, che da allora lo individueranno come loro avversario. Nel frattempo Lorca scrive Bodas de sangre, che viene rappresentata l’anno dopo al teatro Beatríz di Madrid.
Nel gennaio 1934 è a Montevideo ove partecipa ad un omaggio al pittore Barradas e si lega in amicizia col poeta Alfredo Mario Ferreiro. A marzo è di nuovo a Buenos Aires; conosce Pablo Neruda.
Alla fine del mese torna in Spagna e trova la patria in preda a gravi disordini. L’anno successivo scrive La casa de Bernarda Alba, che sembra riprodurre il clima di sangue di quei tempi.
In giugno insieme ad altri poeti partecipa alla manifestazione in onore di Pablo Neruda in occasione della pubblicazione a Madrid di Residencia en la tierra.
Il 18 febbraio 1936 le elezioni fanno registrare il trionfo delle sinistre; il Fronte Popolare ottiene il potere, ma l’opposizione non si arrende.
Il 12 luglio la situazione precipita per l’assassinio di Calvo Sotero, capo della destra; il 16 il poeta lascia Madrid diretto a Granada nella vecchia casa paterna, ritenendo così di star lontano dai tumulti.
Ma il 17 scoppia la guerra civile e il 20 Granada è in mano ai ribelli con a capo il generale Miguel Campins e il sindaco, cognato del poeta, viene arrestato; sarà fucilato.
Il 22 la resistenza dei repubblicani nel vecchio quartiere dell’Albaicín viene stroncata con un bombardamento: inizia la repressione, con arresti e fucilazioni in massa di tutte le persone note come elementi di sinistra, compiuta oltre che dai militari (passati sotto il comando del generale Gonzáles Espinosa), dal governo civile del comandante Valdés, da falangisti, poliziotti e «squadracce nere».
Il poeta non sa cosa fare; potrebbe passare in una «zona rossa», ma ritiene di stare ugualmente al sicuro in casa di amici falangisti, i Rosales, e da loro si trasferisce verso il 9 agosto.
Ma ormai il suo nome è nella lista di Valdés; il 16 agosto viene arrestato, e non dalle «squadracce nere», ma dai poliziotti mobilitati per ordine del governo civile. Tre giorni dopo, all’alba del 19 agosto, insieme a un maestro elementare e due banderilleros, è fucilato a Viznar.
Oggi vi proponiamo 5 meravigliosi “Sonetti dell’amor oscuro”, ovvero, come commentava Vicente Aleixandre, “Amore e morte. I termini di riferimento dell’obscuro sono questi. Gli undici famosi Sonetos del amor obscuro nascono all’insegna di un’ispirazione che non ammette alternative. Sono un «prodigio di passione, di entusiasmo, di felicità, di tormento, puro e ardente monumento all’amore, in cui la prima materia è la carne, il cuore, l’anima del poeta preso da macerazione».
Leggiamoli insieme.
1. Sonetto del dolce lamento
Sonetto del dolce lamento
Temo di perdere la meraviglia
dei tuoi occhi di statua e la cadenza
che di notte mi posa sulla guancia
la rosa solitaria del respiro.
Temo di essere lungo questa riva
un tronco spoglio, e quel che più m'accora
è non avere fiore, polpa, argilla
per il verme di questa sofferenza.
Se sei tu il mio tesoro seppellito,
la mia croce e il mio fradicio dolore,
se io sono il cane e tu il padrone mio
non farmi perdere ciò che ho raggiunto
e guarisci le acque del tuo fiume
con foglie dell'autunno mio impazzito.
Soneto de la dulce queja
Tengo miedo a perder la maravilla
de tus ojos de estatua, y el acento
que de noche me pone en la mejilla
la solitaria rosa de tu aliento.
Tengo pena de ser en esta orilla
tronco sin ramas; y lo que más siento
es no tener la flor, pulpa o arcilla,
para el gusano de mi sufrimiento.
Si tú eres el tesoro oculto mío,
si eres mi cruz y mi dolor mojado,
si soy el perro de tu señorío,
no me dejes perder lo que he ganado
y decora las aguas de tu río
con hojas de mi otoño enajenado.
2. Oh voce occulta dell'amore oscuro!
Oh voce occulta dell'amore oscuro!
Oh voce occulta dell'amore oscuro!
Oh belato senza lana, oh ferita,
camelia sfiorita, ago di fiele,
flusso senz'acqua, città senza mura!
Oh notte immensa di linea sicura,
monte celeste di protesa angoscia!
Cane nel cuore, oh voce inseguita!
Silenzio senza fine, iris maturo!
Voce ardente di gelo, via da me!
Non farmi perdere nella sterpaglia
dove gemono carne e cielo sterili.
Libera il duro avorio della testa,
pietà di me, spezza il mio dolore!
Perché sono natura, sono amore!
¡Ay voz secreta del amor oscuro!
¡Ay voz secreta del amor oscuro!
¡ay balido sin lanas! ¡ay herida!
¡ay aguja de hiél, camelia hundida!
¡ay corriente sin mar, ciudad sin muro!
¡Ay noche inmensa de perfil seguro,
montaña celestial de angustia erguida!
¡Ay perro en corazón, voz perseguida.
Silencio sin confín, lirio maduro!
Huye de mí, caliente voz de hielo,
no me quieras perder en la maleza
donde sin fruto gimen carne y cielo.
Deja el duro marfil de mi cabeza,
apiádate de mí, ¡rompe mi duelo!,
¡que soy amor, que soy naturaleza!
3. Notte dell'amore insonne
Notte dell'amore insonne
Notte alta, noi due e la luna piena;
io che piangevo, mentre tu ridevi.
Un dio era il tuo scherno; i miei lamenti
attimi e colombe incatenate.
Notte bassa, noi due. Cristallo e pena,
piangevi tu in profonde lontananze.
La mia angoscia era un gruppo di agonie
sopra il tuo cuore debole di sabbia.
L'alba ci ricongiunse sopra il letto,
le bocche su quel gelido fluire
di un sangue che dilaga senza fine.
Penetrò il sole la veranda chiusa
e il corallo della vita aprì i suoi rami
sopra il mio cuore nel sudario avvolto.
Noche del amor insomne
Noche arriba los dos con luna llena,
yo me puse a llorar y tú reías.
Tu desdén era un dios, las quejas mías
momentos y palomas en cadena.
Noche abajo los dos. Cristal de pena,
llorabas tú por hondas lejanías.
Mi dolor era un grupo de agonías
sobre tu débil corazón de arena.
La aurora nos unió sobre la cama,
las bocas puestas sobre el chorro helado
de una sangre sin fin que se derrama.
Y el sol entró por el balcón cerrado
y el coral de la vida abrió su rama
sobre mi corazón amortajado.
4. Piaghe d'amore
Piaghe d'amore
La luce, questo fuoco che divora.
Questo paesaggio grigio che m'attornia.
Questa pena per una sola idea.
Quest'angoscia di cielo, terra e d'ora.
Questo pianto di sangue che decora
lira senza timbro, torcia senza presa.
Questo peso del mare che mi frusta.
Questo scorpione che attende entro di me.
Ghirlanda d'amore, letto di ferito,
sono e di insonne, sogno la presenza
tua nel fondo in rovina del mio petto;
e se ricerco una vetta di prudenza
il tuo cuore mi dà una valle densa
di cicuta e passione d'aspra scienza.
Llagas de amor
Esta luz, este fuego que devora.
Este paisaje gris que me rodea.
Este dolor por una sola idea.
Esta angustia de cielo, mundo y hora.
Este llanto de sangre que decora
lira sin pulso ya, lúbrica tea.
Este peso del mar que me golpea.
Este alacrán que por mi pecho mora.
Son guirnalda de amor, cama de herido,
donde sin sueño, sueño tu presencia
entre las ruinas de mi pecho hundido.
Y aunque busco la cumbre de prudencia,
me da tu corazón valle tendido
con cicuta y pasión de amarga ciencia.
5. L'amore dorme sul petto del poeta
L'amore dorme sul petto del poeta
Non saprai mai cos'è questo mio amore
perché addormentato dormi su di me.
Ti nascondo di lacrime, inseguito
da una voce d'acciaio lancinante.
La norma che scompiglia corpi ed astri
s'è fitta nel mio petto dolorante
e hanno morso le torbide parole
le ali del tuo animo severo.
A gruppi gente salta nei giardini,
attende il corpo tuo e la mia agonia
in cavalli di luce e verdi crini.
Ma continua a dormire, vita mia.
Senti il mio sangue rotto tra i violini?
Attento! ci spia qualcuno, attento!
El amor duerme en el pecho del poeta
Tú nunca entenderás lo que te quiero
porque duermes en mí y estás dormido.
Yo te oculto llorando, perseguido
por una voz de penetrante acero.
Norma que agita igual carne y lucero
traspasa ya mi pecho dolorido
y las turbias palabras han mordido
las alas de tu espíritu severo.
Grupo de gente salta en los jardines
esperando tu cuerpo y mi agonía
en caballos de luz y verdes crines.
Pero sigue durmiendo, vida mía.
¡Oye mi sangre rota en los violines!
¡Mira que nos acechan todavía!