Sotto il regno di Federico II, l’architettura ebbe uno sviluppo eccezionale.
Venne infatti costruito un ramificato sistema di fortezze e castelli, che, dopo secoli, ricordano ancora la grandezza e il genio di un uomo assetato tanto di potere, quanto di conoscenza.
Poche figure nella storia sono riuscite a influenzare e rivoluzionare non solo l’epoca in cui vivevano, ma anche quelle successive.
Federico II è stato certamente una di queste e ancora oggi, per il suo genio e la sua caparbietà, è stato soprannominato Stupor Mundi, ossia “Meraviglia del Mondo”. Egli fu curioso e appassionato.
Si dedicò, oltre che agli affari di stato, anche alla letteratura e compose diversi testi poetici, tra cui spicca un sonetto con cui sembra sintetizzare la sua politica, basata su “Misura, providenzia e meritanza”, qualità che “fanno esser l’uomo saggio e conoscente”.
Preferì in più occasioni la parola alla spada e volle meritare il trono non esclusivamente per il suo sangue, ma per il suo intelletto, il suo coraggio e le sue doti.
La mirabolante avventura umana e politica che lo vide protagonista ha lasciato impresso il suo nome nel paesaggio, nella storia e nella cultura del suo regno, in particolare della Puglia, terra che egli amò molto e che contribuì a rendere architettonicamente incantevole e possente allo stesso tempo.
Ecco i luoghi che portano la sua impronta.
1. Castel del Monte di Andria
Castel del Monte di Andria - Provincia di Barletta -
www.casteldelmonte.beniculturali.it
L’esempio più maestoso ed enigmatico dei castelli federiciani è sicuramente Castel del Monte, anche se sembra che lo Stupor Mundi non vi abitò mai e si spense prima che fosse completato.
Monumentale e elegante allo stesso tempo, possente e armonico insieme, esso rappresenta un unicum dell’architettura medievale e, nel 1996, è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Costruito intorno al 1240, esso deve il suo nome a una vicina e non più esistente chiesa di Santa Maria del Monte. Le sue forme uniscono magistralmente diversi stili, che vanno dal classico al gotico, passando per ardite influenze arabe.
Alcuni fattori, come le dimensioni relativamente ridotte e la mancanza di alcuni elementi tipici dei complessi difensivi (per esempio il fossato e il ponte levatoio) suggeriscono che il palazzo non avesse solo scopi militari.
Probabilmente fu concepito come luogo di residenza o rappresentanza, ma non è illogico pensare che esso potesse essere destinato a diventare un osservatorio celeste, una sorta di tempio o un circolo iniziatico del sapere.
Sono tante, infatti, le velate suggestioni esoteriche dell’edificio: la sua simmetrica perfezione, per esempio, insiste sulla reiterazione dell’otto, numero dai forti significati simbolici, sacri e magici, legato, sia nella tradizione cristiana, sia in quella ebraica, all’idea di resurrezione, di infinito, di equilibrio, di contatto tra cielo e terra.
Edificio e cortile sono a pianta ottagonale, otto sono le torri a base ottagonale, otto i saloni che compongono ciascuno dei due piani della struttura.
Il numero ritorna perfino nei dettagli delle sculture, dei bassorilievi, delle colonne e delle chiavi di volta, che spesso mostrano decorazioni con otto elementi uguali, come le otto foglie di acanto sulla chiave di volta dell’ottava sala.
Il castello, inoltre, è orientato secondo direttrici astronomiche, che durante i solstizi e gli equinozi originano complessi e intriganti giochi di luci e ombre e che annualmente, l’8 aprile e l’8 ottobre, permettono a un raggio di sole di attraversare due finestre e colpire una ben precisa area di un muro, dove in origine c’era un bassorilievo.
Potrebbe essere stato un messaggio segreto? Leggenda vuole che nel palazzo fosse nascosta la più eccezionale delle reliquie, il Sacro Graal.
Sono tanti i misteri e i racconti che rendono Castel del Monte, già di per sé sbalorditivo, un luogo incredibilmente affascinante, da non perdere assolutamente.
2. Fortezza Svevo-Angioina di Lucera e castello Svevo-Aragonese di Brindisi
- Fortezza svevo-angioina di Lucera - Provincia di Foggia -
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Per il Puer Apuliae, l’area di Lucera era strategicamente rilevante a livello militare, economico e politico.
Intorno al 1220-1223, in seguito a delle insurrezioni musulmane in Sicilia, l’imperatore decise di spostare gran parte della popolazione islamica (circa 20mila sudditi) fuori dall’isola.
Dato che Lucera fu una delle principali zone di insediamento, si rese necessario costruire un Palatium da cui controllare il nuovo e difficile contesto.
La sua edificazione iniziò intorno al 1233 sul Monte Albano, zona abitata fin dal neolitico e sede dell’antica acropoli romana della città.
Dopo la sconfitta degli Svevi, la cui potenza venne definitivamente distrutta da Carlo I d’Angiò nella Battaglia di Tagliacozzo del 1268, l’elegante e solenne complesso a base quadrata di tre piani venne sensibilmente modificato dagli Angioini e trasformato in una fortezza, cinta da mura, 22 torri e fossato.
Dell’originario palazzo federiciano, comunque, sono ancora visibili la “galleria dei tiratori”, ossia delle saettiere aperte su un muro a falsa scarpa, le volte a crociera e il cortile con fontana centrale.
- Castello Svevo-Aragonese di Brindisi - Brindisi -
www.provincia.brindisi.it
Il Castello Svevo-Aragonese di Brindisi è anche noto come Castello di Terra, in contrapposizione a un altro castello cittadino, quello Alfonsino-Aragonese, che sorge sull’isola di Sant’Andrea.
Il complesso federiciano, di forma trapezoidale con torri, venne costruito intorno al 1227, un anno prima della partenza dell'imperatore per la Sesta Crociata.
Probabilmente, la presenza in città di tanti pellegrini e soldati pronti a partire per il Medio Oriente favorì la sua edificazione, perché questi ingrossarono le fila della manodopera che lavorò al progetto.
Sembra che il castello fosse particolarmente fortificato perché Federico II temeva ribellioni da parte dei brindisini, che erano rimasti legati ai Normanni e che tolleravano poco la politica del sovrano, per loro troppo oppressiva e fiscalmente gravosa.
La forma attuale del severo e imponente edificio è frutto di secoli di modifiche, realizzate da Angioini e, in particolare, Aragonesi.
Nel 1813, Gioacchino Murat lo trasformò in prigione, mentre nei due conflitti mondiali fu sfruttato come base navale. Oggi, il Castello è sede della Brigata Marina San Marco.
3. Castello Svevo di Trani e castello Normanno-Svevo
- Castello Svevo di Trani - Provincia di Barletta -
www.castelloditrani.beniculturali.it
Maestoso ed elegante, il Castello Svevo di Trani era ispirato ai Castra Romani e alle costruzioni crociate in Terra Santa.
Eretto sul mare, in un’area dai bassi fondali, esso fu uno degli edifici più importanti del fitto sistema difensivo voluto dall’imperatore, che ne affidò la realizzazione a Filippo Cinardo, conte di Acquaviva e Conversano. I lavori iniziarono nel 1233 e si conclusero nel 1249.
Come molti altri castelli federiciani, è a base quadrata con torri angolari e fossato ed è circondato da mura di cinta.
Pietro Tiepolo, figlio del doge di Venezia Jacopo Tiepolo e comandante delle truppe della Lega Lombarda catturato nella battaglia di Cortenuova del 1237, venne impiccato proprio in una delle torri della roccaforte.
Il suo corpo venne addirittura esposto come monito e offesa per le galee della Serenissima che spesso compivano incursioni nella zona.
Nel 1259, pochi anni dopo la morte di Federico II, il figlio Manfredi celebrò sfarzosamente qui le sue nozze con Elena Ducas, figlia diciassettenne di Michele II, despota d’Epiro.
Quando il marito, che, stando alle cronache, ne era molto innamorato, venne ucciso dagli Angioini durante la Battaglia di Benevento del 1266, la fine della sfortunata ragazza era già segnata. Imprigionata e isolata da Carlo d’Angiò, si lasciò morire di inedia e dolore prima di compiere 30 anni.
- Castello Normanno-Svevo - Bari -
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Emblema del capoluogo, il Castello di Bari fu costruito per volere del normanno Ruggero II di Sicilia intorno al 1132, su una zona che doveva essere fortificata già in epoca romana.
Parzialmente distrutto nel 1156, durante una rivolta, Federico II ne ordinò la riedificazione nel 1233. La struttura, di forma trapezoidale con torri angolari bugnate, conserva dettagli di grande valore.
Il bel portale federiciano è caratterizzato da un’aquila, uno dei simboli del sovrano, che ghermisce un leone con i suoi forti artigli, metafora in pietra “dell’universalità del potere imperiale”.
Ai lati di questa rappresentazione centrale, si sviluppano altre figure e creature spesso leggendarie, come un drago, una sorta di sirena, delle arpie e un cavaliere.
Originali e pregevoli sono anche il vestibolo e la loggia federiciani. Il primo è decorato in prevalenza con splendidi e armoniosi motivi vegetali di tradizione islamica.
Uno dei capitelli riporta anche la firma del suo autore, l’artista Ismael. Nella loggia, invece, risaltano due decorazioni romaniche a forma di aquila, firmate da Minerrus da Canosa e Melis da Stigliano.
4. Castello di Gravina di Puglia
Castello di Gravina di Puglia - Provincia di Bari -
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Su uno scenografico colle, nei pressi di Gravina di Puglia, sorgeva un sontuoso castello federiciano di tre piani, con quattro torri.
Costruito probabilmente dall’architetto e scultore toscano Fuccio, intorno al 1231, esso doveva essere un ritrovo venatorio con “un parco cinto di mura per l’uccellagione” e fu uno dei luoghi prediletti dall’imperatore, che era un grande appassionato di caccia.
Sembra addirittura che egli decise di riservare un’intera sala della bella struttura ai suoi amati falchi. Oggi, il castello è ridotto in rovine e rimangono solo parte delle mura perimetrali e il basamento.
Il suo aspetto decadente, intensificato dalla mancanza del tetto, e il suggestivo panorama che lo abbraccia, immerso nel verde e nella quiete, però, gli regalano un fascino inusuale e poetico.
Inoltre, è imperdibile il paese di Gravina con il suo mondo sotterraneo e le chiese rupestri.
Innanzitutto quella di San Michele delle Grotte, risalente al VIII – IX secolo, oggi visitabile scendendo lungo la Calata dell’antico Rione Fondovito, poi la Chiesa rupestre della Madonna della Stella, la Chiesa del Sepolcreto, detta anche chiesa di S.Maria degli Angeli, e quelle di San Basilio e di Sant’Andrea.
5. Castello Normanno-Svevo di Gioia del Colle
Castello Normanno-Svevo di Gioia del Colle - Provincia di Bari, www.comune.gioiadelcolle.ba.it
Intorno al 1090-1100, il nobile normanno Riccardo d’Altavilla, meglio noto come Riccardo Siniscalco, fece erigere un castello a Gioia del Colle, ampliando una precedente costruzione bizantina del IX secolo.
Tornato dalla Sesta Crociata nel 1229, Federico II ne promosse la rifondazione secondo la planimetria tipica delle sue costruzioni: pianta quadrangolare, cortile interno e torri angolari.
La struttura, a due piani, rivela un sontuoso stile composito, che mescola diligentemente elementi occidentali e tendenze islamiche, forme austere e leggiadri ornamenti.
Nell’ampio cortile interno, soffermate la vostra attenzione sulle ricercate decorazioni di caccia della scalinata, che ricordano la passione venatoria del sovrano.
Degna di nota è anche la raffinata e solenne Sala del Trono, ricostruita intorno al 1907.
Il luogo più misterioso del castello, invece, è la Torre dell’Imperatrice, dove tradizione (quasi sicuramente infondata) vuole che Federico II abbia fatto imprigionare l’amante Bianca Lancia.
Secondo alcune fonti, la ragione di tale brutalità fu una forte gelosia del sovrano, secondo altre, una punizione per un presunto tradimento.
La nobildonna, che gli diede tre figli, Costanza, Manfredi e Violante, divenne sua moglie in articulo mortis nel 1250 circa.
Oggi il castello ospita, al piano terra, il Museo Archeologico Nazionale della città.
Note
Nato nella cittadina marchigiana di Jesi il 26 dicembre 1194 e spentosi in Puglia il 13 dicembre 1250, Federico II Hohenstaufen era figlio dell'imperatore Enrico VI di Svevia e di Costanza d'Altavilla, ultima dei Normanni.
Portava il nome del nonno paterno, un altro grande sovrano: Federico Barbarossa. Il suo capo venne cinto da numerose corone: fu re di Sicilia, re di Germania, re dei Romani, Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Gerusalemme.
Naturalmente, un potere così grande gli attirò numerosi nemici. Per il titolo di Rex Romanorum, per esempio, dovette scontrarsi con Ottone IV di Brunswick, che venne definitivamente sconfitto, durante la Battaglia di Bouvines del 1214, da Filippo II di Francia, alleato dell'Hohenstaufen.
I contrasti maggiori e più destabilizzanti, però, Federico II li ebbe con il Papato. Già dal 1220, anno in cui fu incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero da papa Onorio III, il sovrano ricevette innumerevoli e vane esortazioni a intraprendere una Crociata in Terra Santa.
Nel 1228, il nuovo pontefice Gregorio IX trasformò le richieste in scomunica, atto mosso anche dal quasi decennale rifiuto di Federico di abdicare al Regno di Sicilia, una volta divenuto Imperatore.
Il Puer Apuliae fu, così, forzato a partire per la Sesta Crociata. Anche in questa occasione dimostrò la sua lungimiranza e il suo ingegno, gestendo la questione in maniera diplomatica.
Scelse, infatti, di non combattere e di trattare direttamente con il sultano d'Egitto Al-Malik al-Kāmil, nipote del Saladino, ottenendo la consegna di Gerusalemme, Betlemme e Nazareth e delle garanzie per i pellegrini.
I suoi legami con la Chiesa, tuttavia, non migliorarono e, oltre agli attriti con il Papato, dovette affrontare anche le aspirazioni di autonomia dei Comuni del Nord Italia. Il suo dominio si avviò al declino a partire dal 1245, anno del Concilio di Lione.
Presieduto da Innocenzo IV, esso non solo scomunicò di nuovo Federico II, ma ne decretò la deposizione. Tale atto minò fortemente l̓autorità del sovrano, che si spense nel 1250, mentre cercava inutilmente di mantenere salda la sua corona.
Nonostante le tante minacce fronteggiate, il suo regno fu potente e florido dal punto di vista politico e straordinario dal punto di vista intellettuale: diritto, scienze, lettere e architettura vissero un periodo di eccezionale splendore.
L'imperatore, che parlava sei lingue ed era appassionato di astronomia, matematica e letteratura, fondò, nel 1224, una delle università più antiche d'Italia, la prima “laica e statale”, l'attuale Federico II di Napoli.
Con la Costituzione di Mel del 1231, inoltre, riconobbe ufficialmente la validità della Scuola Medica Salernitana, una delle più importanti istituzioni di medicina del Medioevo. La sua corte fu un crocevia di tradizioni classiche, orientali e occidentali.
Al suo interno, vennero curate le traduzioni di opere antiche e preziose, come significativi testi di Aristotele, e si affermò la Scuola Siciliana, movimento culturale fondamentale per la nascita della letteratura volgare del nostro paese. Tra i suoi massimi poeti, figurarono Japoco da Lentini, ritenuto l'inventore del sonetto, e Cielo d'Alcamo.
Federico si circondò di intelletti unici, senza distinzione di razza o credo: riunì esperti cristiani, ebrei e arabi, come Roffredo di Benevento, Pier de la Vigne, lo scozzese Michele Scoto, il siro Teodoro d'Antiochia e l'ebreo Juda ben Salomon Cohen.