«Celo, celo, celo….manca!». Chissà quante volte queste mitiche parole, quasi un codice per iniziati (quel “celo” significa infatti “ce l’ho”), sono risuonate e ancora riecheggiano tra i più giovani collezionisti di figurine di calciatori.
Su di loro, oggi come ieri, regna incontrastato un cognome che tutti conoscono e rispettano: quello della famiglia Panini, che quest’anno festeggia il 60° compleanno dall’inizio della sua straordinaria avventura nel mondo delle figurine.
Come scrive Walter Veltroni nell’introduzione al volume di Leo Turrini Panini. Storia di una famiglia e di tante figurine (Minerva, 2020), «tutti coloro che sono stati bambini a partire dagli anni Sessanta sanno chi sono i Panini. Hanno comprato i loro album, incollato le figurine, scritto, ansiosi di risposta, al loro indirizzo di Modena. I fratelli Panini fanno parte dell’immaginario collettivo».
Quando Olga Panini rimase vedova con otto figli, si rimboccò le maniche e acquistò un’edicola. Poi ebbe un’idea geniale: raccogliere, a gruppi di 3, i fumetti invenduti e chiuderli in buste sigillate e anonime da smerciare a basso prezzo per invogliare gli acquirenti con lo sconto e la “sorpresa”.
Dai fumetti alle figurine il passo è stato (abbastanza) breve.
1. Otto figli in 10 anni e la prima intuizione di Olga
La storia della famiglia Panini rientra in quella di un’Italia che affronta a testa alta le difficoltà della vita, orgogliosa del proprio lavoro e che non si perde d’animo anche quando il fato sembra remare contro.
Una sana dose di inventiva e tanta voglia di mettersi in gioco sono infatti gli ingredienti base di questa vicenda che prende il via negli anni del primo Dopoguerra con il matrimonio tra Antonio Panini, nato nel 1897 da una “famiglia di contadini meccanici”, e Olga Cuoghi, tre anni più giovane di lui, figlia di un casaro.
L’unione si rivela decisamente prolifica e, nell’arco di dieci anni, sono ben otto i figli che nascono, equamente divisi tra femmine e maschi: Veronica (1921), Norma (1922), Maria Luisa (1924), Giuseppe (1925), Edda (1927), Benito (1928), Umberto (1930) e infine Franco Cosimo (1931).
“Un manipolo schiamazzante di minorenni”, come li definisce Turrini, che nel 1934 si trasferisce dalla provincia in città, a Modena, per seguire il padre assunto alla prestigiosa Accademia militare cittadina come addetto al riscaldamento: «Aveva tradotto la sua smania di scoprire cose nuove nell’acquisizione di un brevetto per conduttore di caldaie a vapore. Un accidente di mestiere che richiedeva di mischiare competenze tecniche e manualità da artigiano sapiente».
Il 1941 è un anno nero per la famiglia Panini perché il 9 novembre muore il padre Antonio. Immediata scatta la solidarietà dell’Accademia militare che offre alla vedova un lavoro come sarta: una manna dal cielo, ma nella mente della donna scatta qualcosa.
Si guarda in giro, cerca di capire come potrebbe assicurare un futuro ai propri figli, alcuni dei quali hanno già iniziato a lavorare.
Ed è proprio tramite la primogenita Veronica, dattilografa presso uno studio legale di Modena, che viene a conoscenza dell’opportunità che avrebbe cambiato la vita dei Panini: un’edicola vicino al Duomo di Modena è in vendita.
Come sottolinea Turrini, «da un punto di vista imprenditoriale oggettivamente si trattava della classica scommessa al buio», ma a volte seguire l’istinto si rivela la soluzione migliore. Così, recuperata la cifra necessaria, Olga butta il cuore oltre l’ostacolo e il 6 gennaio 1945 l’edicola Panini apre i battenti.
2. Buste a sorpresa dai fumetti ai francobolli
Olga ovviamente pensa a tutto e già programma i vari turni per aprire, gestire e chiudere l’edicola: in fondo le mani in casa non mancano.
«Franco, Benito e Veronica sarebbero stati i suoi moschettieri», mentre Umberto, che lavorava come meccanico alla Maserati, «andava a garantire l’apertura, alle sei della mattina, e restava lì fin quando non veniva l’ora di presentarsi in officina, alle otto».
Gli eventi storici le danno ragione: il ritorno della pace dopo la Seconda Guerra mondiale porta infatti agli italiani la voglia di leggere e di lasciarsi dietro le spalle il periodo della censura dei giornali.
E poi c’è un Paese che rinasce, con un futuro da sognare: arrivano in questo periodo i primi fumetti, come Tex, che esce in formato striscia nel 1948, conquistando le generazioni più giovani.
Proprio qui entra nuovamente in gioco la creatività di Olga che “inventa” le “buste a sorpresa”, un metodo semplice e innovativo per riciclare gli albi di fumetti invenduti e destinati al macero: «Ne metteva insieme tre o quattro e li sigillava in una busta.
Genialmente anonima: l’acquirente non poteva sapere cosa avrebbe trovato all’interno». Il brivido della scoperta, quello che sarà poi alla base del collezionismo delle figurine, nasce quindi così ed è un successo immediato.
Dai fumetti ai francobolli il passo è breve: la filatelia ha sempre più seguaci perché è una forma di collezionismo alla portata di tutti, fatto di quei francobolli che accompagnavano le lettere scritte non solo dall’Italia, ma da tutto il mondo, magari dai parenti emigrati in cerca di fortuna.
In breve Olga, sempre aiutata dai figli, si organizza: un cartello nell’edicola chiede a chi ha lettere e cartoline italiane ed estere di portarle lì. Segue un attento lavoro per staccare i francobolli senza rovinarli e il gioco è fatto: basta raccoglierli a venti a venti nelle bustine, ciascuna delle quali viene venduta a 50 lire.
3. Entra in scena il figlio Giuseppe
Ragionando sul successo di queste iniziative, il figlio di Olga, Giuseppe, decide che quello è un settore del mercato da sfruttare: nel 1956, unendo l’effetto sorpresa alla voglia di completare una raccolta, propone quindi il primo album di figurine di fiori e piante da collezionare.
Ma purtroppo è un flop: il progetto non riscuote assolutamente il successo sperato e l’idea viene accantonata. Qualcosa di buono in quell’idea, però, c’è: bisogna soltanto aspettare che i tempi siano maturi. O meglio, bisogna cambiare soggetto.
Quattro anni dopo, cioè nel 1960, Giuseppe Panini viene a sapere che una casa editrice di Milano, la Nannina, aveva messo in vendita nelle edicole Gol, una raccolta di figurine dedicata al campionato di calcio 1960- 1961.
Non aveva avuto successo probabilmente a causa di scelte grafiche superate. Giuseppe capisce subito che far conoscere agli italiani quei campioni che ogni domenica si sfidano sui campi di calcio è un’ottima idea.
In men che non si dica, assieme a suo fratello Benito, va a Milano, acquista lo stock delle figurine invendute e torna a Modena. Qui parte la seconda parte del piano.
4. Leader mondiali
Dentro bustine appositamente stampate vengono infilate, tre per volta, le figurine dei calciatori.
Non solo: come scrive Turrini, i Panini «inventano una sorta di concorso a premi. Chi consegnerà almeno cento figurine recanti sul retro la dicitura “Valida” riceverà un pallone».
La prima raccolta ottiene un successo incredibile con 3 milioni di bustine vendute in pochi mesi.
L’anno successivo i Panini decidono che è giunta l’ora di diventare loro stessi editori delle figurine, curando il progetto dall’inizio alla fine: così stampano le figurine, preparano le bustine a mano, facendo attenzione che nessuna contenga due calciatori uguali, e creano un apposito album sul quale attaccare con la colla le figurine.
Se la prima raccolta era stata un successo, questa lo è ancora di più: 15 milioni di bustine vengono vendute al costo di 10 lire l’una e il nome Panini diventa noto in tutta Italia.
L’attività si ingrandisce ed evolve: nuovi macchinari sostituiscono le mani per l’imbustamento delle figurine che, negli anni Settanta, diventano autoadesive. Oggi il Gruppo Panini, leader mondiale nel settore, può contare su filiali in Europa, USA e America Latina.
Alla figurine Calciatori sono stati affiancati i fumetti americani e quelli giapponesi (manga), ma il cuore rimane sempre lo stesso, quello che spinse la capostipite Olga a comprare l’edicola nel centro di Modena e dare il via a un sogno che vive ancora adesso.
Come scrive Walter Veltroni nella sua prefazione al libro di Turrini: «I fratelli Panini sono stati i nostri Disney. Hanno lavorato per farci felici».
5. Tre curiosità
- Nel 1961 la Panini creò il primo “servizio clienti”
“Grande raccolta figurine calciatori. Campionato italiano di calcio. Serie A”: una scritta nera e, accanto, Nils Leidholm, stella del Milan, che colpisce il pallone di testa.
Si presentava così, al costo di 30 lire, il primo album di figurine della Panini, dedicato al campionato 1961- 1962.
Al suo interno, oltre alla raccolta punti per ricevere un pallone in regalo, faceva il suo esordio il servizio “figurine mancanti”: se ne potevano richiedere 10 al massimo, inviando alla Panini “lire 100, anche in francobolli”.
L’album dedicava due pagine a ogni squadra, dall’Atalanta al Venezia, in cui c’erano spazi destinati al simbolo, a una foto di gruppo e ai singoli calciatori per un totale di 285 figurine.
Comprendeva anche un sentito omaggio al Grande Torino, i cui 14 giocatori morirono nel 1949 nella tragedia aerea di Superga.
Sotto, i fratelli Panini in una foto scattata a Modena il 30 Novembre 2013: Giuseppe (a sinistra), Benito (al centro) e Franco Cosimo (a destra).
- Una leggendaria rovesciata è diventata il logo delle figurine Panini
Un calciatore che sembra volare mentre colpisce il pallone: il giocatore in questione era Carlo Parola, detto “Carletto” (Torino, 20 settembre 1921 - 22 marzo 2000), difensore della Juventus.
La foto era stata scattata dal fotografo Corrado Banchi durante la partita Fiorentina – Juventus del 15 gennaio 1950, proprio nell’attimo in cui Parola, con quella rovesciata, aveva respinto un cross all’interno dell’area bianconera.
L’immagine era comparsa su Calcio illustrato, rivista di riferimento degli anni Cinquanta per gli appassionati del pallone e i fratelli Panini decisero di trarne un logo per le bustine di figurine.
Ne fecero ricavare un disegno (qui sotto) e lo usarono a partire dalla raccolta dedicata al campionato 1965-1966.
- Un nuovo album celebra 60 anni di figurine
Nel 2021 la raccolta di figurine Calciatori festeggia il 60° anniversario con un album di 132 pagine e 748 figurine di giocatori della Serie A e della serie B del campionato italiano oltre agli scudetti della Serie C.
Ci sono anche le sezioni dedicate alla Serie A femminile e 2 pagine per celebrare i 40 anni della Nazionale italiana cantanti.
Completano l’album altre 4 pagine dedicate alle copertine storiche della raccolta Panini.