La prima domanda da porsi è: "il Gatto bengala… Perché sceglierlo?"
Perché è prima di tutto un gatto! Ma con un "goccio" di sangue selvatico nelle vene, essendo "nato" dall'ibridazione tra l'Asian Leopard Cat (A.L.C.) e differenti razze di gatto domestico (mau, abissino, bombay, burmese, maine coon e altri gatti domestici anche non di razza a pelo corto).
Fino alla quinta generazione sono ancora presenti in una piccola quantità (3% circa) i geni dell'A.L.C., ma da qui in poi la percentuale è così modesta da essere irrilevante.
Il gatto bengala è un gatto di razza pura, con pedigree (da esigere sempre quando vi rivolgete ad un allevamento) ed è una razza rustica sana e che non soffre di particolari patologie.
E' molto intelligente, attivo, vivace, infinitamente curioso, giocherellone anche da adulto ma la sua indole è pacifica, è un "buono", socializza bene con gli altri gatti e con i cani, gioca volentieri con i bambini, ricerca la compagnia e le attenzioni del padrone e spesso aspetta il suo ritorno a casa la sera per una sessione di giochi e coccole.
Ama simulare attacchi e agguati, attenzione perciò a criceti, canarini e anche …. acquari, infatti l'acqua non lo spaventa, anzi diventa un gioco insolito e molto divertente.
Pur essendo un gatto attivo, si adatta molto bene alla vita in appartamento di cui non disdegna gli agi e le comodità concedendosi lunghe pennichelle sui divani e perché no?… anche sul letto!
1. Un po' di storia
Ha l'aspetto di un piccolo leopardino, ma il realtà è un gatto domestico... com'è successo?
Il gatto Bengala "nasce" da obiettivi e desideri di 2 persone differenti, perciò facciamo un passo indietro.
Nel 1961 la Sig.ra Jean Sugden (divenuta poi Jean Mill dell'allevamento Millwood), acquistò, in Arizona dove viveva, Malasia, una femmina di Asian Leopard Cat (A.L.C.) che crebbe in casa con un suo miccio domestico.
Incantata dal suo manto spettacolare decise che quando fosse diventata grande l'avrebbe fatta accoppiare col suo maschio nella speranza di avere qualche cucciolo con l'aspetto strepitoso della mamma. Malasia partorì 2 micini, uno a macchie come la mamma e uno no.
Jean sperava che questa fosse la base da cui partire per ottenere una nuova razza, ma rimase vedova e per occuparsi dei figli ancora piccoli fu costretta a mettere il suo sogno in un cassetto senza però dimenticarlo.
Anni dopo, nel 1973 il Dott. Centerwall, portò avanti uno studio sulla leucemia felina e scoprì che l'ALC ne era immune, decise quindi di ibridarlo al fine di ottenere una generazione nuova da studiare.
Per quanto l'intento fu dei più onorevoli, il dottere non riuscì nell'impresa, in quanto scoprì subito che questa immnità si perdeva con l'ibridazione con il gatto domestico e dovette, quindi, rinunciare.
Jean, che nel frattempo si era risposata e che non aveva mai dimenticato Malasia, venne a sapere dell'esistenza di questi cuccioli e riuscì ad adottare le femmine di prima generazione (perché i maschi fino alla terza o quarta generazione sono sterili).
Cercando per loro dei compagni selezionò 2 maschi, uno brown trovato in un ricovero per animali e uno rosso a macchie mogano trovato a vagabondare nello zoo di Delhi. Da quei primi accoppiamenti partì tutto e ora che il sogno di Jean si stava realizzando, le sue prospettive si ampliarono.
Iniziò a lavorare sul tipo di maculatura, introdusse i geni del rosettato con la certezza che, anche se in prima generazione non si vedevano prima o poi sarebbero usciti di nuovo.
Nel 1985 il Bengal venne inserito dalla TICA come razza nuova, sperimentale: naturalmente gli Asian Leopard Cat (A.L.C.) (non esistendo ancora ufficialmente la razza Bengala) venivano incrociati con differenti razze di gatto domestico (mau, abissino, bombay, burmese, maine coon e altri gatti domestici anche non di razza a pelo corto).
Nel 1991 venne ufficialmente riconosciuta come razza, prima dalla T.I.C.A. (The International Cat Association) e dalle altre organizzazioni feline successivamente. Il sogno di Jean (e di tutti gli allevatori con cui collaborò) si era realizzato e la razza Bengal è ora una delle più diffuse in America.
Da quando il gatto Bengala è stato riconosciuto e quindi sono stati fissati gli standard della razza, non è più possibile incrociare l'Asian Leopard Cat (A.L.C.) con altre razze di gatti ma solo con il bengala.
Alcuni allevatori (all'estero perché in Italia è proibito detenere A.L.C. e/o Early Generation) incrociano i propri riproduttori con l'A.L.C. al fine di ottenere nuove linee di sangue, o per tentare di fissare alcune caratteristiche fisiche che con l'ibridazione si sono perse (ad esempio pancia bianca) o semplicemente esemplari dall'aspetto più wild e spettacolare.
In questo modo, introducendo "sangue" nuovo si mantiene sana la razza evitando quei pericolosi incroci fra consanguinei che inevitabilmente portano a malattie di origine genetica.
2. Lo standard della razza
Qualunque Bengala desta ammirazione perché il suo aspetto è tra i più spettacolari nel mondo felino, ma lo standard ufficiale di razza prevede caratteristiche ben precise.
Anche se ci possono essere piccole discrepanze tra le varie associazioni feline, tutti concordano che:
- Il Bengala è un gatto di taglia media, il maschio può arrivare a pesare anche 8 o 9 kg, mentre la femmina pesa 4 o 5 kg (raramente di più).
- Ha una struttura robusta, corpo solido e muscoloso, le zampe posteriori un po' più lunghe di quelle anteriori, la coda leggermente spessa e non troppo lunga, arrotondata e nera in punta (è apprezzato il portamento all'ingiù).
- L'impressione generale che si deve avere osservando un bengala è di potenza e grande agilità e deve farci evocare i felini che saltano di ramo in ramo all'inseguimento delle loro prede.
- La testa dovrebbe essere leggermente più piccola rispetto al resto del corpo con orecchie relativamente piccole dalla base larga, con la punta arrotondata e ben distanziate tra di loro.
- Il naso dritto che continua dalla curva della fronte senza brusche interruzioni e dalla punta grande.
- Gli occhi devono essere grandi, espressivi, distanziati, quasi tondi che si allungano leggermente verso le orecchie e che ricordano quelli dei grandi felini notturni. Il colore può essere nocciola, oro e più raramente verde, azzurri o acqua solo nella variante "snow".
- I cuscinetti dei baffi e il mento (non sporgente) devono essere ben pronunciati e in evidenza, a formare come un "trifoglio".
3. Il mantello e gli antenati del Bengala
Il mantello è corto, setoso, brillante e morbidissimo al tatto. Richiede pochissime cure, è sufficiente una passata con un panno ripo camoscio. Il bagno è più un gioco che una necessità.
Il disegno del mantello può essere di 3 tipologie:
- spotted - rosettato, cioè rosette che possono essere a 2 o 3 colori apertte, chiuse, a punta di lancia o a "paw print" (un gruppetto di piccole macchie scure appoggiate su una più grande, come l'impronta della zampa di un leopardo);
- marbled - marmorizzato dove il disegno è costituito da un bel flusso orizzontale paragonabile appunto alle venature del marmo.
Per oguno di questi 2 disegni sono previsti 3 variante di colore:
- Brown, dal marrone più freddo fino al biondo, passando per il rufus (rosso, arancio o fulvo).
- Snow, cioè come il leopardo delle nevi però nelle varianti sepia (cioccolato dal burmese), mink (crema-cioccolato dal tonkinese), linx (con le macchie più scure sulle estremità, dal siamese).
- Silver, ovvero argento con macchie più o meno contrastate su fondo che può anche essere chiarissimo, senza nessun accenno di marrone.
Il glitter è una particolarità del manto del bengala e consiste nella trasparenza e nell'assoluta assenza di colore dell'estremità di ogni singolo pelo, che fa sì che la luce diretta venga riflessa donandogli quella lucentezza così unica e particolare.
Il progenitore del gatto Bengala è l'Asian Leopard Cat (A.L.C.): ha bellissimi occhi notturni, orecchie piccole e arrotondate con una macchia più chiara nella parte posteriore, il naso grosso. Il profilo lungo ed inclinato senza stop evidente, grossi cuscinetti dei baffi.
La testa ben arrotondata, sembra di una taglia più piccola rispetto al resto del corpo. Ha muscoli possenti ed è agilissimo. Le zampe posteriori sono più lunghe di quelle anteriori e la sua coda è corta e spessa.
La sua pelliccie è interamente maculata e anche sulla pancia, sempre bianchissima, ci sono gli spot. L'Asian Leopard Cat (A.L.C.) o gatto leopardo asiatico (Felis Prionailurus Bengalis è il suo nome scientifico), da cui il bengala deriva, non è un leopardo né tantomeno ne ha aggressività, anzi, è un timoroso piccolo felino, prevalentemente notturno, che vive in Asia, a partire dal Nord, dalla Siberia fin giù a Sud in Malesia.
Abita indifferentemente nelle foreste e nelle pianure, in preferenza lungo i corsi d'acqua. Oltre a cacciare piccoli mammiferi, pesca, nuota e ama l'acqua.
L'unica, ma proprio l'unica cosa che lo accomuna al leopardo (a cui deve anche il nome di gatto leopardo) è la splendida maculatura del mantello, corto e setoso, che gli dà quel look un po' selvaggio e che, per la gioia dei nostri occhi, ha trasmesso al Bengala.
4. Carattere e problemi in casa
Il Bengala non è un gatto selvatico bensì un gatto domestico a tutti gli effetti.
Solo nelle prime generazioni si trovano percentuali di geni del progenitore selvatico ma oltre la quarta-quinta generazione la percentuale è irrilevante.
E' un gatto socievole di natura, vivace, gioccherellone anche da adulto e affettuoso, non ha problemi a convivere con altri animali (anzi gli fanno compagnia quando siamo fuori casa) e si affeziona molto alla famiglia.
Certo non è un gatto "soprammobile" né un "peluche", ha bisogno un po' di attenzioni (coccole e momenti di gioco). Non è il gatto che si fa i fatti suoi, è interattivo perciò teniamone conto quando lo scegliamo come compagno di vita.
Inoltre, si adatta molto bene alla vita in appartamento, di cui ne apprezza agi e comodità. Divani e letti sono apprezzatissimi per le pennichelle nei momenti di noia (ovvero quando sono soli in casa).
Essendo un gatto attivo, lasciamogli però libero accesso a tutta la casa (non chiudiamolo in uno stanzino).
Se c'è un balcone o un terrazzo, lasciamolo pure uscire quando siamo in casa. idem se c'è un giardino ben recintato. Sarebbe ottimo procurargli degli spazi verticali (grattatoio) dove può liberamente arrampicarsi e saltare su e giù.
Il maschio Bengala è più grande, più muscoloso e più possente della femmina... ma è decisamente più "tonto" e accomodante. La femmina è più piccola, più snella e più elegante del maschio... ma è più sveglia e brillante.
I documenti che devono obbligatoriamente accompagnare l'acquisto di un cucciolo sono:
- Libretto sanitario che attesta il primo ciclo di vaccinazioni (vaccinazione e richiamo)
- La sverminazione
- L'applicazione del microchip
- Il pedigree
- Il contratto di vendita con le garanzie per il cucciolo.
5. Alimentazione e salute
Il gatto Bengala è appunto un gatto, e come tutti i felini è decisamente carnivoro.
Il Bengala adora la carne cruda (pollo, tacchino, quaglia, trita di manzo... MAI MAIALE!). Qualche volta gradisce anche il pesce fresco (tonno o salmone sfilettato).
Scegliere sempre alimenti destinati all'alimentazione umana, mai scarti o avanzi di macelleria o pescheria. L'umido (scatolette) di buona qualità, è perfetto!
Questi alimenti, per quanto graditi, non sono però completi, ovvero non contengono tutte le vitamine e sostanze di cui ha bisogno per crescere e mantenersi in buona salute, è perciò necessario proporgli anche del cibo secco di buona qualità (croccantini) che sono invese un alimento completo.
E' preferibile scegliere delle marche che sono "grain free" ovvero senza cereali, perché questi ultimi potrebbero causargli disturbi intestinali.
Sarebbe bene evitare di dargli gli avanzi della tavola (pasta, riso, salumi, fritti etc...) innanzitutto perché non gli fanno bene e poi per non dargli l'abitudine di venire ad "elemosinare" il cibo quando mangiamo, il suo musino che si affaccia sulla tavola sa essere davvero irresistibile!!
Occasionalmente si possono fare dei cicli con un integratore vitaminico (tipo pasta VMP ricca di taurina).
La razza Bengala è rustica, sana e non soffre di particolari patologie, quindi non è necessario niente di più delle normali vaccinazioni annuali.
Salvo consigli diversi del veterinario di fiducia, la vaccinazione trivalente di base (Herpes, Calicivirus e Panleucopenia) è perfetta per un gatto che vive in casa da solo o con altri animali vaccinati.
Se invece il vostro gatto ha accesso a giardini in cui ci sono altri gatti non controllati è bene fare vaccinazioni più complete (polivalente). Ricordiamoci, se va in giardino, di mettergli l'antiparassitario e di sverminarlo ciclicamente.
In caso di intervento chirurgico è bene segnalare al veterinario che le anestesie a base di Ketamine non sono adatte a lui e quindi vanno evitate.